Creato da fabio.casi il 06/03/2007

Ad Gloriam

My piece of the dark side of the moon

 

 

Momenti progressivi

Post n°6 pubblicato il 18 Giugno 2007 da fabio.casi

E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza.

 
 
 

The Great gig of pinfloydsound.it

Post n°5 pubblicato il 08 Giugno 2007 da fabio.casi

tic tac tic tac.. no, non è l'introduzione di time, è il rumore che fa la mia sveglia alle 5.30 del mattino, ho appena finito di stropicciarmi gli occhi quando, dopo essermi ricordato come mi chiamo mi rendo conto che finalmente il grande giorno è arrivato. Sono mesi che l'aspetto, corredandolo come sempre di pensieri ed aspettative, e anche un po' di tensione e agitazione.. voglia di vedere persone che sono diventati qualcosa di più che dei semplici conoscenti con cui condivido una delle più grandi passioni della mia vita.. Voglia di rivedere gli Amici che non vedo da tempo, perché qualcuno maledetto lassù ha stabilito che dobbiamo vivere le nostre vite ordinarie agli antipodi della penisola. Ma arriva un giorno l'anno in cui tutti ci fermiamo, ci carichiamo lo strumento sulle spalle e ci facciamo centinaia e centinaia di chilometri per fare quello che nessuno farebbe. Condividere una passione, ritrovarci finalmente dopo mesi per passare una giornata insieme, sentire suonare le canzoni che tanto nella vita di tutti i giorni ci emozionano con le note suadenti o graffianti, energiche oppure sognanti.
Ho voluto aspettare qualche giorno prima di postare qualcosa su bibbona, ho voluto dare tempo alle emozioni di sedimentare per bene in fondo al mio cuore, dove vorrei che restassero sempre lì immutate, pronte ad essere ripescate in qualunque momento. Ho voluto aspettare qualche giorno perchè ogni volta dopo bibbona è sempre la stessa storia, riprendiamo le nostre vite di ogni giorno ma dentro di noi sentiamo che manca qualcosa di fondamentale.. ci sentiamo tutti un po' più vuoti, e le pareti del nostro corpo a volte sembrano fare male come se qualcuno avesse appiccato un fuoco dentro di noi, come se ora quel fuoco si fosse spento dopo aver consumato tante energie ed ha lasciato dentro di noi un po' di desolazione.
Dopo un viaggio abbastanza trafficato in compagnia del nostro novizio di turno giungiamo finalmente a bibbona.. un punticino su una mappa, diceva qualcuno, che anche solo un anno e mezzo fa la maggior parte di noi non avrebbe saputo nemmeno indicare su una cartina, ma che ora è entrata inevitabilmete nei nostri cuori e qualunque cosa succederà nelle nostre vite sarà sempre lì.
Mi piace pensare che tra un millennio in quel luogo risuonerà ancora l'eco delle nostre risate, della nostra spensieratezza.. un eco delle note urlate dalla chitarra di francesco, ormai spente da alcuni giorni ma per sempre incise dentro al cuore di tutti i presenti. O alla voce di Ilaria, suadente e graffiante, alle note dai mille strumenti di Vincenzo, le tastiere di Enzo, la batteria suonata energicamente da stefano e bruno. Ci potete giurare, tra mille anni qualcuno passerà di lì e sentirà ancora la voce di tre bassisti che litigano su quale dei loro è il basso migliore.
Il momento che attendo di più è quello dell'arrivo, ho troppa voglia di rivedervi, di riabbracciarvi tutti, specialmente quelli che da novembre non sono più riuscito a vedere, e specialmente quelli con cui ho un legame speciale (non me ne vogliano gli altri).
Poi c'è il concerto, come sempre nel reparto chitarristi aleggia molta tensione, certo.. meno rispetto all'altra volta dove sia io che francesco eravamo alla nostra prima esibizione "pubblica". Certo, si è sempre detto che non importavano gli errori, che data la situazione erano assolo-tamente inevitabili. Però c'era la voglia di fare bene, c'era la voglia di impegnarsi al massimo, di uscirne con le dita totalmente scorticate ma il pensiero di aver buttato dentro tutta l'anima e il cuore in quelle plettrate,in quei passaggi, con le dita che spesso si incartavano perché nel cervello c'era un'esplosione di emozioni che posso rendere solamente immaginando il suono di any colour you like.. un'esplosione che comprendeva proprio tutti i colori delle emozioni stesse.
I primi brani sono difficili, non tecnicamente certo, ma le mani tremano, la voce si spezza e le dita scappano. Errori su errori, ma sì, chissenefrega! lasciamoci andare.. e piano piano la musica entra dentro di te, ti prende, ti coinvolge, le risate di tutti stemperano la tensione e allora mi lascio andare e riesco a suonare (spero) un pochino meglio.
E' inutile che vi parli del concerto, è inutile che vi parli di quello che ho provato durante l'esecuzione di interstellar (che poi secondo me, avrebbe potuto venire anche meglio, non avessi toppato la regolazione dei toni della distorsione, mannaggia la pupazza!) è inutile che vi parli dello scombussolamento che ho sentito dentro di me quando vi ho rivisto tutti, abbracciandovi uno per uno. Chi c'era c'era, e lo sa quello che è stato..
Chi non c'era non lo può sapere e non credo che lo possa anche solo lontanamente immaginare, gli posso solo dare un consiglio, non manchi alla prossima bibbstock nemmeno per tutto l'oro colato del mondo.
A tutti i presenti va il mio enorme GRAZIE DI CUORE per tutto quello che avete fatto per far si che tutto questo sia stato possibile.

 
 
 

Caro amico, ti scrivo..

Post n°4 pubblicato il 05 Aprile 2007 da fabio.casi

Scende la pioggia qui a Como questa sera, e per una volta tanto è il lago a riflettersi nel cielo e non il contrario. Specchio perfetto dell'umore condiviso da due persone per molto tempo, finalmente di nuovo faccia a faccia a scambiarsi pensieri, parole e implicitamente anche paure. Siamo molto simili anche se così diversi caro amico, nella nostra breve ma intensa amicizia abbiamo condiviso molte e molte cose, ci siamo spesso ritrovati come anime perse che nuotano nella vasca dei pesci, correndo sugli stessi terreni a distanza di anni ci accorgiamo di ritrovare le stesse vecchie paure (roger perdonami la citazione). In una serata nera, dove il cielo ha deciso di riversare tutta la sua rabbia e la sua tristezza sulla città, creando quell'alone tipicamente novembrino in quella che avrebbe dovuto essere ormai già una fresca giornata di primavera a cavallo tra marzo e aprile. Niente di speciale agli occhi (tanti) che ci osservano da fuori, una pizza una birra.. due coppie che condividono una serata di risate e racconti.. E poi una passeggiata sotto la pioggia, attraverso la città che assiste immobile, verso il ritorno. Ognuno abbracciato a ciò che di più caro ha in questo momento. Ognuno finalmente felice (..anche se ho la certezza solo per me..)

Adoro queste serate con voi, per condividere una delle più grandi passioni della mia vita. E particolarmente aspettavo da tempo questa serata, perché in campo è scesa un'amicizia che va molto al di là della pura passione musicale. Condivisione di momenti importanti delle nostre vite, Amicizia vera.. con la A maiuscola. Di quelle che si ritrovano poche volte nella vita.... Mi hanno anche gettato merda addosso per questa frase ma io me ne frego. Soltanto io so quanto tu mi sia stato vicino nonostante tutti i tuoi casini, soltanto io so quanto mi hai sostenuto nei momenti di difficoltà. E soltanto noi sappiamo quanto di vero, onesto e sentito c'era in quella frase pronunciata in una splendida giornata toscana "cazzo, finalmente ce l'abbiamo fatta a suonare insieme!"

Grazie di tutto, amico vero! ancora una volta e una volta di più mi rendo conto di quanto sia un miracolo insperato questo gruppo di amici. Molto più veri di quanti invece non si incontrano tutti i giorni.

Ma il tempo è già andato, il racconto è già finito (scusa ancora, Rog!) è già tempo di tornare.. Ci salutiamo in un parcheggio, noi da un lato e voi dall'altro. E' già tempo di andare, alla prossima! 

 
 
 

L'ennesima lezione, ve la diamo noi!

Post n°3 pubblicato il 02 Aprile 2007 da fabio.casi
Foto di fabio.casi

Non sono certo bravo come molti altri amici a descrivere le emozioni, ma il batticuore di un derby così non lo si può descrivere, neanche il divino poeta renderebbe l'idea. Domenica, ore 12, mezzogiorno di fuoco in una storia che si ripete ormai da anni...

Di fronte due squadre gloriose della pallacanestro italiana, numeri e trofei da far paura.. In un palazzetto che trasuda storia da ogni mattonella si respira in anticipo il profumo di una grande, vecchia rivalità. Vista con gli occhi del giovane si potrebbe dire che quella di ieri era una sfida tra davide e il gigante golia. Chi ha qualche anno in più sa invece che quello di ieri somigliava di più allo scontro tra due titani.

E noi.. ogni anno, sempre lì, ogni domenica, sempre lì.. a dare fondo a tutte le nostre energie, a farci venire i calli e le spelature dalle mani, a spremere ogni singola nota dalle nostre corde vocali. A saltare, facendo tremare tutto che nemmeno il terremoto in giappone si sente così lontano. Un costante gesto d'amore per i nostri colori, per la nostra maglia. Per i nostri giocatori.. per l'immenso grande Pino: a lui va il nostro ringraziamento, per aver trasformato di nuovo l'acqua in vino.. per aver fatto di nuovo le nozze coi fichi secchi. Un piccolo grande uomo che ha saputo per l'ennesima volta insegnare a dei ragazzi che nemmeno sarebbero stati in grado di indicare Cantù su una cartina fino a alcuni mesi fa che quella di ieri non era semplicemente una partita di basket.

E noi tifosi.. vivi il derby dalla sirena della partita precedente, ti senti male, senti la tensione che cresce giorno dopo giorno e arrivi al palazzetto carico come una molla. Siamo sempre lì, ogni anno potrebbe essere l'ultimo.. non sappiamo quanto questo sogno durerà ancora. Ogni anno dobbiamo ripartire da zero, cambiando tutto con due unici punti fermi: il nostro allenatore e l'amore per la nostra maglia, per la nostra storia.

Noi non abbiamo uno sponsor miliardario, non abbiamo giocatori che guadagnano tanto da rappresentare il budget intero di altre squadre. Non è di moda andare a vedere Cantù e non abbiamo nemmeno nessuno che ci regala i biglietti. Non abbiamo alle spalle quattro signori che se si svegliano la mattina col pallino di comprare il tal giocatore....fatto. Non abbiamo un palazzetto moderno ed efficiente, non partiamo ogni anno puntando allo scudetto o all'eurolega. E' già un sollievo partire negli ultimi anni, sapere che il sogno potrà continuare ancora un po'. Sappiamo che ci sarà sempre da soffrire, che bisognerà lottare fin dall'inizio e partita per partita. Le nostre armi sono il sudore della fronte e la testa bassa di chi si impegna fino all'osso, ma con l'orgoglio di essere noi..

Siamo sempre lì, ripartiamo sempre da zero ma ogni volta ci innamoriamo sempre di più di questa maglia, e con i cori e i batti mani..siam sempre con te, cantiam fino a domani...

Questo devi imparare caro amico milanese che stai leggendo.. ma forse sono inutili queste parole, tu caro mio (porco) non potrai capirlo mai..

 
 
 

Cronaca di una giornata

Post n°2 pubblicato il 28 Marzo 2007 da fabio.casi
Foto di fabio.casi

Quelle giornate in cui non vedi l'ora di ritornare a casa capitano così, all'improvviso.. Molto spesso è tutta colpa di qualcosa di imprevisto. Sono quelle le giornate in cui rientro di corsa e letteralmente mi lancio verso l'impianto stereo, cercando di afferrare le cuffie come chi dopo una lunga immersione in apnea cerca di afferrare una bombola di ossigeno. Ti senti soffocare e hai bisogno della "tua" aria. Al buio, per escludere la vista e concentrarsi sull'udito mi sdraio.. lasciando che tutte le tensioni muscolari scivolino via come sono venute. Poi lentamente il suono (di solito da un nastro, ma spero presto da un bel vinile frusciante) comincia a diffondersi nell'ambiente e mi pervade, trasportandomi nei luoghi dei miei sogni o nei ricordi della mia memoria.

Ieri sera, come molte altre volte, è stato l'ascolto di "The division Bell" a farmi riemergere dall'anossia. Sì, lo so.. sono state dette e ridette mille e mille cose su questo disco. E' stato detto tutto e il contrario di tutto. E' una ciofeca, no..è un capolavoro! Ma no è soltanto una ciofeca! Ti dico che è un capolavoro cacchio! Personalmente non me ne è mai importato molto di queste discussioni (per me spesso viziate da pregiudizi floydiani), mi interessa molto di più ciò che un disco ha da dare! E personalmente a me The division Bell da molto. Forse anche per una questione affettiva... è stato il primo disco dei pink floyd che ho ascoltato, è stato anche l'unico che ho vissuto "in tempo reale" alla sua uscita.

I dibattiti non mi interessano, personalmente pochi dischi sanno trasmettermi emozioni come questo e dopo una giornata a ritmi frenetici (per colpa anche del caro treno che ha avuto un'ora e mezza totale di ritardo) è un balsamo per il cuore e per le orecchie farsi trasportare in un viaggio sopra le nuvole nere, a picco sul mare, dalla splendida chitarra di David in Marooned, o lungo un percorso di introspezione dalla suadente e dolcissima voce di Richard in "wearing the inside out". Chissenefrega delle discussioni, diamo spazio una volta tanto alle emozioni, che sono quelle che contano davvero... "Alla fine l'unica cosa che conta è se ti emoziona o meno, no?" diceva una volta un genio, in tempi non sospetti.. Diamo spazio alle emozioni, non è forse l'unica cosa che conta quando si ascolta un disco?  

 
 
 

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