Fino all'estremo
La vita è un datore di lavoro che non concede mai le ferie
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La donna che visse due volteSottotitolo: avventure di una ritardata nel mondo della musica Adesso faccio la scrittrice in/erba full time, e sono tutto il giorno presa da dubbi che ti segnano l'anima tipo scoprire se Kerouac avesse ragione a ritenere che la pagina limita il flusso della creatività e di conseguenza a piazzare un rullo da telegrafo dentro la macchina da scrivere. Questioni di vita o di morte, insomma. In questi giorni sto dando un'occhiata molto sentimentalmente coinvolta al cartone animato di Nana. Che no, non parla di una donna afflitta dal dramma di sbattere la fronte contro il bordo dei marciapiedi nonostante indossi un tacco sedici. E' uno shojo giapponese che parla di due tipe. Una così simpatica che rimpiangi di non essere nato anime per poter prendere un tavolo e spaccarglielo sul cranio badando bene di centrarla con lo spigolo. Un'altra leggerissimamente (ma proprio leggerissimamente) meno piagnona, stupida, insistente, egoista, petulante e infantile, però in compenso con l'autostima a zero. Che gliela vorresti iniettare per endovena. Oppure chiederle come mai, come tutte le cantanti punk - rock di periferia, non si droga un po' pure lei, che magari sta meglio. Che voce v'immaginate possa trarre dalle viscere una come me? Magrolina, ossuta, giovane e gracile? Una voce tremenda. Ora mi piacerebbe andare avanti, voltare pagina davvero e trovare un'altra band. Impegnarmi di nuovo. Anche se il tempo è poco. Purtroppo non ho le idee chiare sul tipo di musica che vorrei cantare. Pop anni ottanta è un'idea. Oppure punk ma duro e puro, Ramones e Sex Pistols. Un altro pensiero balordo è quello di buttarmi sulle sigle dei cartoni. Anche quelle più sconosciute - mi sono sempre piaciute quelle sigle lì. Alla fine nel mio gruppo musicale ci stavo bene. Ci avevamo i nostri difetti, ma chi non li ha? Tra l'altro loro stanno ancora suonando senza di me, e vedo che persistono come matti nel portarli avanti. Bene, bene. Diceva Wilde: l'errore supremo è la superficialità. Tutto ciò che è vissuto fino in fondo è giusto. |
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