Post n°27694 pubblicato il
03 Febbraio 2021 da
forddisseche
Quelli della mia generazione, ma anche di quelle più antiche e successive che hanno studiato al liceo Bonghi di Lucerà tra il 1940 e il 1975, non possono fare a meno di conservare il ricordo di Pasquale Soccio,che mori il 4 febbraio del 2001 a San Marco in Lamis, la cittadina dove era nato l’11 maggio 1907. Un ricordo vivo ancora oggi, a venti anni dalla morte. Soccio è vissuto, infatti, a Lucerà tra il 1940 e il 1975, svolgendo la propria attività di insegnante di filosofia e storia al liceo classico Bonghi per dieci anni e per venticinque quella di preside: un esempio di longevità scolastica inimitato e inimitabile. Se non è facile dimenticare la sua lezione di maestro e di pedagogo, nessuno può dimenticare la sua lezione di vita.
Testimoniò con forza il suo impegno nell’attività professionale con la sua concezione della scuola molto particolare, convinto che questa dovesse dare un’impronta indelebile nella personalità di un individuo. “Nella mia scuola si entra bambini e si esce uomini” soleva ripetere spesso e di questa convinzione faceva tesoro ogni giorno.
Nella sua testimonianza pedagogica amava iniziare i suoi allievi alla cultura in generale sia classica che scientifica: cultura intesa come visione del mondo, convinto che solo essa poteva salvarlo e renderlo più libero.
Non settario nelle scelte, rispettava, da liberale convinto, tutte le concezioni della vita, qualsiasi testimonianza politica e culturale. D’altro canto il suo tavolo era pieno quotidianamente di giornali, riviste, rassegne di ogni tendenza e di ogni cultura e con diversificato indirizzo politico.
Faceva affollare nei pensieri della sua mente,- straordinariamente piena di contenuti, di ricordi e di riferimenti a libri e a persone, un’infinità di spunti culturali. E ogni spunto che gli veniva dal mondo della cultura diveniva lievito e misura per i suoi studi: studi che furono vari e spaziarono dalla pedagogia alla storia, alla letteratura, alla filosofia e alla poesia. Frutto di questo impegno sono un numero sterminato di articoli, di interventi, di scritti, di cui alcuni raccolti in volumi che restano una significativa testimonianza del suo lavoro culturale. Giovane collaboratore de i diritti della scuola, la più prestigiosa e longeva rivista pedagogica italiana, nel 1947 pubblica Il maestro studioso, sicuro portolano per chi vuole accedere al mare magnum della cultura classica, storica e letteraria, e che ancor oggi conserva la sua validità. Continuerà ininterrottamente la sua ricerca e i suoi su Giambattista Vico, cui aveva dedicato la sua tesi di laurea molto apprezzata nel mondo accademico e spunto per un’antologia scolastica molto apprezzata edita con molte ristampe ed edizioni da Laterza. La sua ricerca appassionata sul pensiero e sulle opere di Vico si completa con un libro pubblicato da Garzanti nel 1983 e poi nel 2000, che contiene un ponderosissimo saggio introduttivo e una completa antologia degli scritti vichiani.
Il suo impegno culturale si rivolge infine e con utile diletto alla rappresentazione dei territori e dei luoghi in cui visse e operò: il nativo Gargano di cui si riteneva zolla errante, Lucera dove svolse la sua intensa e ininterrotta attività di uomo di scuola, Foggia sua transitoria patria e tanti altri piccoli comuni del preappenino dauno furono oggetto di libri fortunatissimi, in cui i confini tra prosa e poesia diventano spesso molto sfumati, come Gargano segreto, Lucera minore, Omaggio a Foggia, le Immagini di una Puglia in ombra. Soccio è ancora un maestro da leggere e da scoprire. Un meritorio lavoro di recupero dei suoi scritti è in atto da parte di suoi allievi e sodali. Come attiva è la fondazione Pasquale e Angelo Soccio, da lui fortemente voluta “a prò’ di giovani studenti” e che da San Marco in Lamis continua ad offrire spunti di ricerca e di studi, anche attraverso una cospicua biblioteca e un ricchissimo archivio. Sicuramente saranno utili per conoscere la sua testimonianza allargata a tutto il mondo culturale con cui si confrontò, la pubblicazione di alcune delle sue lettere, per ora ancora avvenuta in maniera parziale. Proprio in questi giorni viene pubblicato intanto un volume densissimo di poesie di Soccio per la cura amorosa e appassionata di Michele Galante,che interpone ai suoi studi validissimi di storia politica della nostra regione e dei suoi migliori rappresentanti, questa ricerca attenta e tenace della produzione letteraria, filosofica e storica del preside, oltre che del suo epistolario. Galante ha raccolto in volume 4000 versi di Soccio, scritti in un arco temporale molto lungo, iniziato negli anni trenta su fogli locali della città natia e continuatosi dopo una lunga parentesi fino agli ultimi anni della sua vita; piccoli componimenti scritti o dettati su piccoli fogli volanti o su approssimative veline. Ferdinando Pappalardo, già professore di letteratura italiana all’ Università di Bari segnala la sostanziale novità di queste poesie e della loro collocazione nella tradizione poetica pugliese.
Giuseppe Tricucci
l’attacco
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