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« Licia (seconda parte)Che ne pensate del BDSM »

Licia

Post n°181 pubblicato il 10 Ottobre 2007 da Kaos_101
 

Se fossi scaramantico, probabilmente, me ne tornerei a letto: tutto sembra congiurare contro questo incontro.
Se il buon giorno si vede dal mattino oggi è un cattivo giorno: sto per entrare nella doccia e il rompiballe di turno mi arpiona con una telefonata fiume dalla quale riesco a liberarmi a fatica, mi rado, mi vesto, faccio per uscire e…le chiavi dell’auto sembrano essersi volatilizzate.
Guardo dappertutto: niente!
Scendo sotto il diluvio, già sta anche diluviando, il che rende la giornata ideale per un incontro “in terreno neutro” come richiestomi dalla signorina
Lascia la macchina da qualche parte
Ha detto
Prendi la metro e ci troviamo dove vuoi tu.
(sempre attenta a farmi credere che sono io a decidere la stronzetta)
Voglio proprio vedere con quest’acqua dove ci mettiamo.
Scendo a guardare se ho dimenticato le chiavi in macchina: niente!
Cazzo! Dove le ho ficcate?
Calma Luca ragiona: quando è stata l’ultima volta che hai usato la macchina?
Dove puoi averle appoggiate?
Rovescio la casa, controllo i posti dove abitualmente le lascio, poi quelli dove qualche volta le dimentico: niente!
Mi maledico mentalmente perché il secondo mazzo è, ovviamente in auto.
Ogni volta che mi capita questo inconveniente mi domando se non farei meglio a tenerle in casa. Domanda idiota perché se poi ti capita di perderle in viaggio, almeno un modo per ripartire ce l’hai. Tutto molto logico, ma sta di fatto che adesso o rompo il vetro o resto a casa.
Prendo in considerazione l’ipotesi di chiamarla per rimandare, ma lei è già in viaggio: non si può.
Sono decisamente seccato!
Torno in camera guardo in mezzo al casino che, al solito, ingombra il piano del comò: niente!
Riguardo sui comodini, per terra, sotto al letto, hai visto mai che miciorosso le abbia imboscate: niente!
Esasperato prendo a due mani il copri piumone che mi fa da lenzuolo e lo agito freneticamente:
toc, toc, toc…eccole!
Fottutissime chiavi! Guarda dove si erano cacciate!

Mi precipito alla macchina, sempre sotto il diluvio, la apro mi siedo al volante e…
Sorpresa: la cuffia del cambio è letteralmente allagata e la plafoniera continua a gocciolare allegramente. Non è tanto per il duro colpo alla tanto celebrata tecnologia svedese, quanto la sgradevole sensazione che sia un altro segno premonitore che qualcosa non va come dovrebbe, ma, tanto, mica sono scaramantico io…
Ovviamente il traffico è superiore alle previsioni: sembra che tutti i cretini e i camperisti di mezza Europa si siano dati appuntamento sulla terza corsia della A4.
La chiamo per dirle come stanno le cose: arriverò circa un’ora dopo di lei.
Le propongo una soluzione alternativa per recuperare un po’ di tempo:
Senti, capisco che tu preferisca rimanere in campo neutro, ma se usiamo la mia macchina per arrivarci al campo neutro, questo ti preoccupa tanto?
Un attimo di silenzio
No, perché, vedi
Riprendo io
Avevo pensato di andare sui navigli e se tu arrivassi a Cascina Gobba da lì in dieci minuti ci siamo, tu ti avvicini a me, io risparmio di entrare in Milano e riusciamo a vederti un poco prima.
Beh se vuoi che ci troviamo li dimmi con che mezzo prendere per arrivarci e ti raggiungo...
Capisco che è inutile insistere: si è messa in testa che la mia macchina è lo strumento scelto dal demonio per la sua perdizione e, cocciuta com’è, figurati se riesco a farle cambiare idea.
Va bene, ho capito, lasciamo stare. Chiamami quando arrivi a Milano così ti dico dove sono e anche dove ci troviamo.
D’accordo, ci sentiamo dopo. Un bacio.
Il viaggio procede a singhiozzo, tra tirate al massimo e lunge pause dietro a simpatici guidatori convinti che le macchie da superare siano come le ciliegie: ancora una e rientro, no, dai, un’altra ancora e poi basta.
Sono tra Brescia e Bergamo quando ricevo la sua telefonata.
Sono appena scesa dal treno, dove ci troviamo?
Faccio mentalmente un calcolo di cosa sia più semplice e non trovo nulla di meglio che darle appuntamento in Galleria.
Mi saluta e riattacca
Arrivo come Dio vuole a piazzale Lotto, per fortuna trovo velocemente parcheggio e scendo nella metro, raggiungo il binario e leggo sul display: prossimo treno tra 12 minuti!
12 MINUTI??? Ma è una vita!!!
E io che credevo che passasse un treno ogni 4/5 minuti.
Altro avvertimento del destino? Macchè mica sono scaramantico io!
Non avendo altro da fare mi siedo e la mente torna a ripensare agli ultimi giorni.
E’ strano come, a volte, le persone ci entrino dentro con una forza e con una chiarezza che poco hanno a che vedere con la logica e i normali percorsi di “avvicinamento”
All’inizio,  tenta una blanda resistenza dovuta alla differenza di età, poi, quasi rassegnata accetta un dialogo sempre più stretto e sempre più intimo che scava nelle sue fantasie e nei suoi bisogni
Quasi per gioco la minaccio di darle un nome a di mio gusto e lei accetta senza esitare.
Diventa Licia e da quel momento, per me, è solo Licia, nemmeno ricordo più il suo vero nome.
In un rigurgito di orgoglio, pretende che la scelta ricada su un nome “vergine” mai usato in analoghe situazioni.
La rassicuro: lei è la prima alla quale mi è venuta voglia di imporre un nome tutto mio.
Il tempo si dilata, le conversazioni al pc prima, al telefono poi, attraversano interminabili ed inesauste tutta la notte e la afferrano al punto che nemmeno finge di poter fare a meno della mia voce e della mia presenza.
Il gioco totalmente scoperto. So che ha ben chiari i meccanismi con cui agisco, so che è perfettamente cosciente di ciò che le sto facendo, so che pur essendone consapevole,  non riesce o non vuole sottrarvisi.
Come non provare un piacere speciale da una simile situazione?
Comincio a scavare e trovo una vena di metallo prezioso enormemente ricca.
La signorina è tutto tranne che una sprovveduta, ma ha un gran bisogno che qualcuno riesca a scombussolare le sue quiete certezze, a ridimensionare quella spocchia che brandisce come uno scudo, a spegnere quel sorriso sarcastico di chi crede di aver già visto tutto nella vita e di avere gli strumenti adeguati a gestire e padroneggiare le poche esperienza che ancora le mancano e qualsiasi eventuale imprevisto.
E’ divertente vedere come una parte di lei mi incoraggi a proseguire, mentre l’altra sembra sfidarmi ostentando una sicurezza di poter gestire la situazione che, francamente, non vedo.
Mi da del manipolatore di menti, ma il modo in cui lo dice è quello di chi si compiace di sapere cosa sono e cosa sto facendole.
Stabilisco dei rituali che accetta e gradisce, peritandosi di informarmi che ne percepisce senso e finalità.
Accetta i miei ordini, dapprima un po’ perplessa, poi , via via, sempre più convinta.
Comincio a chiamarla piccola cagna, e la sento trasalire dal piacere venato dall’indignazione che la sua militanza femminista le procura.
Le dico che voglio si masturbi per me al telefono.
Non tenta nemmeno di dissuadermi, mi confessa che per lei sarebbe la prima esperienza del genere e mi prega di rimandare alla sera successiva perché ha un ospite e la sua presenza la inibisce, impedendole di “esprimersi” adeguatamente.
Non ho motivo di rifiutare, soprattutto per permetterle di vivere appieno questa nuova esperienza.
Ripenso con un sorriso a come si sia evoluta in fretta la sua capacità di rendermi partecipe del suo piacere e di come sappia farmi sentire vicino e partecipe.
Non ci ho messo molto a capire quanto fosse “speciale”
Certo, è vero, ogni donna, a suo modo è speciale, ma lei lo è in maniera diversa, tanto che non posso fare a meno di dirglielo infischiandomene del fatto che probabilmente lo considererà solo un trucco per sedurla.
Sei preziosa per me
Le dico
Lo sei perché hai una qualità rara che ti rende se non unica, molto speciale.
Vedi Licia, io con te ho la sensazione che tutto sia chiaro, tutto evidente, tutto “giusto”. La comunicazione tra di noi fluisce in modo così immediato e completo che non sono nemmeno sfiorato dal dubbio che tu mi stia mentendo o che non faccia ciò che ti dico di fare. Con te sento con certezza che sei “esattamente” quella che cercavo e che, io sono ciò di cui  hai bisogno.
Il tuo stupore per come ti capisco, per come ti so dire la cosa giusta al momento giusto, la forza con cui mi percepisci e l’intensità delle emozioni che suscito in te, sono, credimi, il frutto di una sintonia che raramente mi è capitato di vivere.
L’ho trovata con  te e farò di tutto per  non lasciarmela sfuggire.
Attenzione per un guasto ad un treno alla stazione  “Cadorna” i convogli diretti a Mulino Dorino e Bisceglie subiranno qualche minuto di ritardo. Ci scusiamo coi passeggeri per il contrattempo.

 
 
 
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