Non so quanti siano a conoscenza del fatto che il tanto decantato e pubblicizzato spritz che oramai imperversa in tutta italia è un aperitivo tipicamente patavino.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e sono probabilmente da ricercare nell’uso di annacquare il vino che è prassi diffusa in queste zone.
Si dice che a dargli questo nome siano stati i soldati Asburgici di stanza a Padova riferendosi all’uso della seltz spruzzata nel cocktail col duplice scopo di mescolare gli ingredienti e di ridurne il grado alcolico.
Per noi padovani lo spritz è un’abitudine consolidata anche se negli ultimi anni ne è stata di molto modificata sia la composizione sia il tenore alcolico.
Ai tempi delle mie avventure goliardiche, la composizione era grosso modo 3 parti di Aperol (Il Campari arriva solo in un secondo tempo) 3 parti di vino bianco secco (anche il prosecco è una variante successiva) e 4 parti di seltz.
Oggi invece, come documenta l’illustrazione, ci aggiriamo su 4 parti di Aperol (o Campari) 5 parti di Prosecco e UNA sola parte di Seltz (oramai sostituito quasi ovunque dall’acqua minerale)
Inoltre mentre prima ci si accontentava di un’”ombra” un bicchiere da 200 cc, oggi si usano orribili bicchieri di plastica usa e getta da circa 4/500cc
L’ “irrobustimento” del cocktail ha purtroppo causato un aumento dell’euforia nei frequentatori della “movida” padovana spesso degenerata in intemperanze che minacciano di cancellare definitivamente una tradizione così simpatica e piacevole.
Da tempo l’amministrazione comunale ha emesso una serie di disposizioni che limitano questo momento conviviale sia nel tempo sia negli spazi in cui ne è consentita la mescita e, francamente, la cosa non può che addolorare chi lo ricorda come una quieta abitudine di una quieta città di provincia
Inviato da: winnysilly
il 13/04/2019 alle 21:18
Inviato da: chiarapertini82
il 05/02/2016 alle 19:28
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il 01/02/2016 alle 12:00
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il 11/11/2013 alle 18:32
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il 07/01/2013 alle 16:42