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Un blog creato da Kaos_101 il 23/10/2006

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« I miei libriciò che le donne non dicono.... »

...proporsi

Post n°230 pubblicato il 07 Maggio 2008 da Kaos_101
 

Mi  è spesso stato chiesto come si possa, dopo un breve scambio di messaggi, proporsi ad una donna come suo Padrone.
Senza pretendere di dare una risposta onnicomprensiva, provo a dire come mi comporto io.
Sarà comunque opportuno fare alcuni distinguo o, perlomeno, definire i diversi ambiti in cui si può verificare una simile circostanza.
Intendo dire: altro è approcciare in un certo modo se lo si fa in un sito a tema BDSM, altro porsi in un certo modo quando il dialogo si sviluppa in una community generalista (Libero ad esempio)
Fermo restando che rispetto educazione e buon gusto dovrebbero avere ovunque medesima cittadinanza, è naturale ipotizzare che una persona incontrata su un sito a tema, sia, probabilmente, più predisposta a un dialogo su questo tema, rispetto a una incontrata altrove.
Una volta appurato che esiste un interesse per questo specifico argomento e per uno specifico ruolo, trovo legittimo investigare sulle aspettative e sulla eventuale disponibilità ad intraprendere un certo tipo di percorso .
Mi si obbietterà: “ma come puoi capire dopo qualche messaggio se sia o meno persona adatta a te?”
La domanda è assolutamente legittima, ma è impropria rispetto a ciò che intendo io per percorso.
Sono troppi anni che vivo esperienze di questo tipo per non aver capito che solo pochissime persone possono rappresentare una adeguata risposta alle mie esigenze e che,  per contro, a mia volta sarò in grado di soddisfare le aspettative di pochissime tra tutte le persone con cui entrerò in contatto.
 Mi è perciò del tutto chiaro che non bastino poche battute per identificare una donna con cui poter davvero creare una relazione soddisfacente.
Quello che mi limito a rilevare è che se non ci si conosce non si può certo sperare di scoprire l’esistenza di tale sintonia.
Proporre di approfondire non significa dare inizio ad un rapporto, ma semplicemente verificare in modo meno episodico e casuale se esistano le condizioni per costruirne uno.
Se fossimo in un ambiente reale, il tutto evolverebbe in modo totalmente diverso, ma qui non ci sono sorrisi, posture del corpo, sguardi, silenzi, odori, qui c’è solo la parola e la parola da sola spesso è troppo diretta, violenta, quasi crudele ma, se ci si confronta con questo mezzo, ci si deve anche rassegnare ad accettarne oltre i pregi anche i limiti.

Sempre per amor di chiarezza, devo poi fare un’altra piccola considerazione.
Esistono molte ragioni per cui una donna può decidere di accostarsi al BDSM: per curiosità, per disperazione, per provare un brivido diverso, per una reale necessità.
Di tante esigenze, tutte legittime, il mio interesse è rivolto prevalentemente a uno specifico tipo di donna: quella che attraverso un suo personalissimo percorso interiore è arrivata alla conclusione che l’appartenenza e la sottomissione sono elementi irrinunciabili o,  perlomeno,  estremamente  importanti per lei.
Una simile presa di coscienza, ovviamente, modifica anche la visione globale della propria affettività e delle ragioni che spingono a prediligere una certa persona piuttosto che un’altra.
So che quello che sto per dire non piacerà a molti, ma sono convinto che esista la fondata possibilità di vivere una intensa, soddisfacente e gratificante storia BDSM anche senza che essa sia illuminata dalla sfavillante luce dell’amore
Non intendo dire una relazione che viva solo di BDSM, ma sicuramente che possa trovare nel BDSM la condizione primaria per svilupparsi sì.
Seppure fatichi ad immaginare una relazione che non contempli una certa dose di affetto e di stima reciproca, non vedo la ragione per considerare l’amore l’unico sentimento che ne legittimi lo sviluppo.
Mi guarderei bene dall’esprimere un qualsiasi giudizio su coloro che non se la sentiranno di impostare un rapporto in cui il legame sia solo il BDSM: la trovo, non solo, una scelta rispettabilissima e condivisibile  e anche auspicabile a patto che l’amore sia il complemento e una sorta di lasciapassare (un po’ come coloro che fanno sesso solo se sono innamorati, ma che spesso si fingono innamorati per poter far sesso).
Non vedo però come non riconoscere che pari legittimità e dignità debba essere riconosciuta anche nei confronti di chi decida di non fare dell’amore l’unico punto qualificante e discriminante del suo vivere una storia Dom/sub

 
 
 
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