Creato da france51v il 04/05/2009
poesie, pensieri, riflessioni
 

 

RONDE E SOCIETA

Post n°62 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da france51v
 

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/manifestazione-polizia/manifestazione-polizia/manifestazione-polizia.htmlManifestazione delle forze dell'ordine, la destra di Fare Futuro le ritiene un flop e la Cei contro il pacchetto sicurezza per una politica dell'integrazione rispettosa dei diritti umani. I comuni, chiamati a richiederle non si sono fatti avanti; le ronde, alla fine, dopo essere state presentate come legge necessaria per far fronte al "dilagare della criminalità extracomunitaria" e "voluta dagli italiani stessi", non riescono proprio a decollare.Dopo mesi di discussione tra i fautori - lega e governo - e gli oppositori - tutta l'opposizione - e averla imposta con il voto di fiducia, ci ritroviamo con una legge che non "riesce ad applicarsi" proprio a causa di quella realtà che, secondo i fautori, la richiedevano.Tra l'altro c'è da evidenziare che proprio le forze dell'ordine, di cui le ronde avrebbero dovuto fare riferimento, sembrano i più accaniti oppositori.Al Viminale sostengono  che è ancora presto per una valutazione perché la legge prevede una fase transitoria di sei mesi, quindi fino all'8 febbraio prossimo; va però considerato che di richieste, sia da parte di cittadini sia da parte di associazioni, ne sono arrivate ben poche, inoltre, alcune associazioni già presenti sul territorio hanno dichiarato che non faranno mai richiesta di entrarne a far parte perché ciò che è richiesto dalle ronde lo può fare già il normale cittadino, basta che abbia un po' di senso civico. Essi sostengono: "In ogni caso, dal mondo del volontariato arriva il segnale che la sicurezza partecipata, quella che coinvolge i cittadini in prima persona, non è una questione di ronde ma di senso civico. E il senso civico consiste anche nel coinvolgimento della cittadinanza alla realizzazione di una comunità più vivibile. Non può fermarsi, dunque, alle parole d'ordine "sicurezza" e "legalità" ma deve coinvolgere tutti gli aspetti del vivere sociale, come per esempio la tutela dei bambini, l'integrazione e l'assistenza agli anziani, il contrasto a qualsiasi forma di degrado sociale e urbano, il sostegno alle persone in difficoltà." 
Dunque, gli italiani, almeno quelli già direttamente interessati, non credono affatto alle ronde.Comunque staremo a vedere a febbraio. 

 
 
 

BAMBINI SCHIAVI

Post n°61 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da france51v
 

http://www.giornalettismo.com/archives/39320/il-piccolo-circo-degli-orrori/


Bambini soldati, bambini che chiedono la carità, bambini per pedofili, bambini per organi e BAMBINI DA CIRCO. Che esista la tratta di esseri umani, inclusi i bambini, lo sapevamo già, che questi bambini vengano esibiti nei circhi come animali, forse no.
La tratta di questi bambini, che vengono comprati, o rubati, dai trafficanti ai genitori per poche sterline avviene in Nepal, paese dove solo di recente la il governo a reso criminale l'uso di questa pratica.
In molti casi, la tratta avviene con il consenso dei genitori stessi che, spinti dalla miseria e imboniti dai trafficanti con promesse di un futuro migliore per i figli, sembra vi sono costretti; questo, però, non può giustificare da solo la tragedia di tanti ragazze/i. Affinché un genitore arrivi a tanto, ci deve essere, necessariamente, nella cultura che lo permette, un degrado totale dei rapporti all'interno delle famiglie stesse, affinché i figli diventino "merce di scambio" anziché "investimento per il futuro", presuppone che in quella società sono venuti meno le basi stesse della società.
Da sempre, la famiglia, in tutte le culture, rappresenta la base sociale e i figli il futuro del popolo stesso in cui nasce; può succedere che la famiglia venga interpretata in modi diversi, in ogni caso però non viene messa a rischio "eliminandone i naturali eredi" declassandoli a pura merce. Affinché una cultura sopravviva, ha bisogno della continuità che, appunto, è rappresentata dai figli.
Ciò che succede in Nepal e in altre parti del mondo, rappresenta un sintomo del degrado socio/culturale di quelle popolazioni causato dal degrado economico a cui sono state sottoposte. Degrado causato dai drastici cambiamenti avvenuti a causa di radicali cambiamenti nei rapporti economici a cui la popolazione è costretta ad assistere passivamente e di cui non ne recepisce i meccanismi. 

 
 
 

BONDI E L'OPPOSIZIONE

Post n°60 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da france51v
 

dal corriere della sera:
< È un grave errore pensare che dopo o senza Berlusconi l'Italia tornerebbe alla normalità. Perché finché c'è lui possiamo stare tranquilli, senza di lui certamente no>. Ed è sbagliato dunque dividersi o dividere il centrodestra in falchi e colombe: «Io sono per temperamento, per natura, per indole, per educazione una colomba. Ma oggi questa sinistra ci spinge ad essere dei falchi. Bisogna essere un po' più 'cattivi' se vogliamo difendere la libertà e il futuro dell'Italia».

Essere più cattivi dunque.
Stando al ministro Bondi, che si definisce di indole "una colomba", per difendere la libertà e l'Italia, bisogna essere UN PO' PIU' CATTIVI.
Bondi vede in Berlusconi l'Angelo ,mandato dal cielo, in grado di risolvere i mali anzi, IL MALE, senza l'angelo Berlusconi, il male trionferà e il male è, naturalmente la sinistra, cioè quella parte della politica italiana che non si conforma, non tanto al liberalismo ( che all'interno di essa pure ci sta) ma all'interpretazione personale che l'angelo ha di esso.
Naturalmente ,la sinistra può, anzi deve, cambiare se vuole confrontarsi con la maggioranza anzi, la destra al potere, ma come? Semplice, secondo la ricetta del ministro: smettere di criticare il governo ogni qualvolta non si trova d'accordo con esso. La prima cosa che deve fare? Staccarsi dall'alleanza(?) con Di Pietro che, secondo lui, è diventato "di fatto" il loro leader. 
Secondo il ministro, la sinistra non ha, attualmente, un leader capace di guidarla, in modo autonomo e deciso, sulla strada del confronto democratico all'interno di istituzioni condivise, da chi? E chi è a non condividere le istituzioni? Comunque sia, la sinistra non ha certo bisogno dell'angelo per essere guidata, è evidente, qui, la diversità di interpretazione del "leader", di come deve essere scelto e del suo ruolo all'interno di un'organizzazione. 
Un'altra opinione del ministro è che, attualmente, la sinistra domina la cultura italiana in ogni suo aspetto e i rappresentanti di questa sinistra provano un odio profondo nei confronti della destra e di se stesso. Pertanto propone di dare spazio agli intellettuali di destra; vale a dire, che se non c'è una cultura di destra è colpa della sinistra e non dell'incapacità della destra di proporre opere capaci di entrare nell'immaginario collettivo popolare (il che comunque non è vero). Inoltre, la sua affermazione declassa (a spazzatura?) tutta la cultura, televisiva e no, venutasi a creare nel corso degli ultimi venti/trent'anni con l'introduzione di programmi come i Talk Show. (Il talk-show (termine di lingua inglese che significa spettacolo di conversazione o programma di parole) è un genere di programmi televisivi di stampo giornalistico basato su interviste e dialoghi tra un giornalista o presentatore e uno o più intervistati o ospiti del programma, invitati a discorrere di qualsiasi argomento: la vita privata; le esperienze personali e sentimentali; politica; eventi di qualsiasi genere; ecc.) e altri, introdotti proprio dall'editoria di destra.
Da qui, la convinzione dell'impossibilità di un confronto con la sinistra colpevole di non essere in grado di adeguarsi al nuovo corso italiano.
«Noi saremo pronti al dialogo, è ovvio, ma è sufficiente parlare non di presidenzialismo, si badi bene, ma di semplice rafforzamento dei poteri del premier come da nostro programma, perché la sinistra accusi subito di autoritarismo».
Questa frase, forse, racchiude bene il "significato" che il ministro attribuisce alla parola "DIALOGO".
Premesso che la repubblica italiana è parlamentare e non presidenzialista, che rafforzare i poteri del premier implica, necessariamente, una modifica alla costituzione, e che tale azione implica necessariamente una condivisione di tutte le componenti sociali, la modifica in se non rappresenta nessun pericolo per la democrazia se il suo (del premier), e quello del governo in carica, agire avviene nel rispetto delle regole costituzionali, ma, dato che già ora, questo rispetto viene a mancare in quasi tutte le leggi ( leggi che tendono a modificare/annullare i principi fondanti) fatte da questo governo. Il pericolo non è il presidenzialismo ma l'utilizzo che, nella cultura politica italiana, il premier di turno potrebbe farne; se il premier, chiunque sia, ha più poteri avrebbe la possibilità di andare oltre quelle che sono le funzioni; chiunque potrebbe, in nome di una qualsiasi necessità, rafforzarlo ulteriormente diventando di fatto l'unico depositario del potere. L'attuale governo, con i suoi continui attacchi alla libertà di informazione, ai giudici (che diventano comunisti nel momento in cui giudicano in modo contrario al suo operato) proponendo il controllo degli stessi da parte del governo, con leggi fatte ad hoc per difendere interessi particolari (condono fiscale), sta dimostrando la sua intenzione di utilizzare ogni mezzo democratico, incluso il presidenzialismo, non per migliorare la democrazia in Italia, ma, al contrario, per rafforzare quella componente socio/economica togliendo ogni controllo su di essa. 
E' ovvio che, un'opposizione seria e democratica, non può accettare e si opporrà decisamente. L'opposizione ha, per sua natura, il compito (oltre che di voto e proporre leggi) di "vigilare" sull'andamento della legislatura, di controllare l'operato del governo attraverso una costante analisi critica del suo operato.
L'affermazione del ministro non lascia ombra di dubbio sul come dovrebbe essere l'opposizione; un'opposizione di maniera che non intervenga su problemi che potrebbero influenzare l'opinione pubblica attraverso la critica, ma che si limiti a intervenire su tematiche che non influiscano sulla gestione della società, che deve essere a senso unico.
PIU CATTIVI O PIU DEMOCRATICI? 

 
 
 

MOBILITA O MILITARIZZAZIONE?

Post n°59 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da france51v
 


La mobilità, secondo il ministro Brunetta, consiste nella possibilità dello stato di "SPOSTARE" il dipendente(?) secondo le necessità.Questo, assieme alla lotta all'assenteismo, dovrebbe risolvere il problema della produttività nella pubblica amministrazione.
Dice il ministro: "Oggi la mobilita' si fa solo con l'assenso dei dipendenti, con il risultato che ci sono degli squilibri, ora invece la mobilita' sara' fatta, con le dovute garanzie, anche se il dipendente non e' d'accordo". 
E ancora:" 
"Ci sara' piu' mobilita', oggi e' volontaria, non lo sara' piu"', insistendo sul fatto che "potra' capitare che il dipendente sia spostato a seconda delle necessita': da un'area dove e' meno utile ad una dove lo e' di piu'.
Bene, signor Brunetta, anzi male; da dove un ministro prenda il potere di decidere dove un individuo deve vivere non ci è dato saperlo. Certo, molti accetteranno - e Lei potrà dire che è quello che vogliono gli italiani -, ma sarà per necessità, e non per condivisione, come è sempre successo, ad esempio, nella scuola. Spostare a seconda delle necessità dell'azienda senza tener conto delle esigenze del dipendente e forzatamente pena il licenziamento (non può che essere cosi altrimenti non avrebbe senso), non è certo un modo di fare tipico di una democrazia.La cosa che più sconcerta, però, non è tanto la legge in se (la mobilità forzata è cosa gradita da sempre al capitalismo (e dello stato che lo sostiene) che gli da modo di gestire la produzione senza il problema della ricollocazione del personale: o accetti o ti licenzi), ma il principio che ne deriva. Fino ad oggi, e grazie alle lotte operaie, la mobilità è concordata tra datore e dipendente senza nessuna forzatura (come ammette lo stesso ministro), ciò comporta un necessario e continuo confronto tra le parti, inserendo la "FORZATURA", il rapporto non si baserà più sul confronto ma su un rapporto di subalternità del dipendente dal datore dando l'impressione di una "militarizzazione" dei rapporti.La "militarizzazione" è si mitigata dalla possibilità di scelta, ciò non toglie comunque la totale subalternità.
L'inserimento di tale principio, a sua volta, porterà a rapporti lavorativi sempre più tendenti a instaurare uno squilibrio tra diritti dei dipendenti e quelli del datore a favore del datore. Il dipendente si troverà a dover decidere ogni volta se val la pena o no, non più in base ad eventuali incentivi ma, più semplicemente e drammaticamente, in base alla necessità di lavorare e dato che in massima parte i dipendenti vivono del proprio lavoro, sarà costretto ad accettare.
Questa, come altre proposte del ministro, non sono affatto riforme come vorrebbe farci credere, ma controriforme. 

 
 
 

NE ESULTARE NE FESTEGGIARE

Post n°58 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da france51v
 


Non bisogna ne esultare ne festeggiare e neanche cavalcare, questa non è la vittoria finale, non credo che in una società civile e libera si possa parlare di vittoria finale, è semplicemente l'affermazione di un principio che, purtroppo, pur essendo già stato affermato nella costituzione, si è dovuto riaffermare. Questo grazie a quelle forze intrinseche ad ogni democrazia che rappresentano il contrario della stessa.
Intrinseche perché, una democrazia che si rispetti, non può, nel difendersi, sopprimere ciò che le è contrario. Casomai deve dimostrare la capacità di difendersi giuridicamente.Non credo, come affermato da altri , che la sentenza sia dipesa dell'incompetenza di berlusconi e dei suoi avvocati in campo legislativo.E' vero che la legge doveva essere presentata come costituzionale in sede appropriata e non ordinaria in parlamento, ma dire che ciò dipende dall'incompetenza, mi sembra errato.Il primo ministro, e i suoi ministri, non sono nuovi a questo comportamento; da una parte leggi ad personam, dall'altra - come la legge sulla libertà di stampa che include anche quella di pensiero - leggi che snaturano la costituzione dai suoi principi essenziali, contravvenendo proprio a quella forma essenziale per ogni istituzione.
Il lodo Alfano è stato bocciato dalla consulta perché incostituzionale (modificava un principio della costituzione) e per difetto di forma, vale a dire che, una legge che determina una modifica nei principi costituzionali ( nello specifico si tratta del principio: tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge) non può essere espressa dal parlamento ma in sede appropriata; deve cioè essere modificato prima l'articolo costituzionale poi, fare la legge in linea con esso.Credo proprio che il governo sappia perfettamente come funziona la legislazione e credo anche che fosse stato perfettamente cosciente, sin dall'inizio, della possibilità di una sconfitta. Questa, però, non può essere considerata una sconfitta politica. Lo sarebbe stata se la legge non fosse passata in parlamento.E neanche si può parlare di dimissioni del premier che comunque rimane il vincitore delle ultime elezioni - anche se si può affermare con ragionevole certezza che l'elettorato è stato manipolato dai media, magari gli stessi che il premier definisce comunisti - e pertanto, in democrazia, il rappresentante eletto del popolo.Dunque, ne esultare ne festeggiare ma, semplicemente, prendere atto che nella società le istituzioni funzionano ancora e che si devono difendere ogni qualvolta vengono attaccate dando loro la possibilità di lavorare. Ci sono altre leggi che contraddicono o addirittura annullano i principi costituzionali come: legge sui clandestini, sulla stampa, sulla scuola, sul condono. Tutte leggi che annullano i principi di: diritti umani, libertà di stampa, informazione e parola, diritto all'istruzione e disuguaglianza di fronte alla legge ( già, viene annullato il lodo Alfano ma, coloro che hanno esportato illegalmente capitali vengono condonati delegittimando, in altro modo, cosi il principio che tutti sono uguali davanti alla legge.   
Se passano queste leggi, l'annullamento del lodo Alfano non sarà servito a nulla. 

 
 
 
Successivi »
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

fiorella.demasitano6700gabarrini.simonedesj_2009cime1rimi7verdagvirginiagidaro1965deeminezamax_6_66taco3francesca.000moira.malteseandrea.tombolaniDjangoUnchained
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Contatta l'autore

Nickname: france51v
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 72
Prov: TN
 

poesie, pensieri, riflessioni, e altro, vuole essere un contributo al pensiero della società moderna.

 

LA PAURA

La paura ci spinge a una visione della vita completamente negativa; ci induce a vedere il male dappertutto, anche la dove non esiste.

 

 

L'INCERTEZZA

L'incertezza, ovvero mancanza di fiducia in noi stessi, incapacità di vedere in noi stessi, ci impedisce di riconoscere ciò che di valore c'è negli altri.

 

VERITA ASSOLUTA

Pensare di essere comunque nel giusto porta alla conclusione di essere i portatori della verità assoluta.

La verità assoluta è l'aspirazione umana ad una società perfetta.

Tale aspirazione, in se giusta, nasce dalla necessità di regolare la vita sociale in modo tale da evitare qualsiasi prevaricazione umana, sia su esseri umani che animali, l'idea primaria, di natura religiosa e comune ad ogni religione, è rappresentata dal "paradiso terrestre".

La sua attuazione prevede, però, la condivisione totale di tutti gli individui ad un'organizzazione base basate su principi atti a salvaguardare l'incolumità di tutti.

E' a causa dell'individualità dell'essere umano, incapace di valorizzare l'operato degli altri , a precludere, sin dall'inizio, questa eventualità.

 

 

 

liquida

Caricamento...
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963