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scusa ma ti chiamo amore

Post n°338 pubblicato il 24 Novembre 2008 da pinkiefaeto
 
Tag: Libri

Se ci sei e scegli di restare, allora ricorda le cose che non sai, tienile strette, non farle scappare, perché il giorno verrà per poterle sapere.

Se ci sei e sai come amare, allora ricorda le cose che dai, tienile altrove, non farle tornare, perché il giorno verrà per poterle riavere.

Se ci sei e pensi di partire, allora ricorda le cose che vuoi, tienile calde, non farle tacere, che il giorno verrà per poterle meritare.

Si ferma. Un velo leggero e umido all’improvviso le copre gli occhi. Che succede? Perché quelle parole entrano e fanno cosi male? Davvero non lo so?

L’amore è in quelle brevi righe, l’amore come lei lo vorrebbe e come non ha piu’. O come forse non ha mai avuto. Perché l’amore non è e non puo’ essere semplice affetto. Non è abitudine o gentilezza. L’amore è follia, è il cuore che batte a duemila, la luce che scende di sera in pieno tramonto, la voglia di alzarsi al mattino solo per guardarsi negli occhi. L’amore è quel grido che ora la chiama e le fa capire che occorre cambiare. Ricorda momenti vissuti insieme, le cose che gli ha sempre detto, il suo viso. Ma non sappiamo parlare, non siamo l’uno il bene dell’altra. Una lacrima scende calda sulla guancia e cade.

Quel finale che a lei manca e che le sempre mancato. Quel finale che ha cercato come una risposta che non aveva il coraggio di dire nemmeno a se stessa. Quel finale che forse è arrivato: e scorre davanti ai suoi occhi come il titolo di coda di un amore concluso.

Si, è il momento di dirglielo. È il momento di andare e di dirgli che è stato bello.

Quando il cuore ha deciso, ha preso il coraggio di cambiare strada, non c’è nulla da aspettare.

Notte di parole. Notti di ricordi. Notte di confidenze, divertenti aneddoti lontani. Vecchie storie che solo il dolore a volte con il suo soffio potente fa tornare alla luce. Episodi passati, nascosti, persi ma mai in fondo abbandonati.

Continua a camminare. Ma si sente morire. Non riesce a fermare le lacrime che cominciano a scendere veloci. Vorrebbe singhiozzare, ma non c’è la fa. Non ci riesce e la strada sembra silenziosa. E tutto sembra silenzioso. Troppo silenzioso. Una parte del suo cuore si è spenta. Un vuoto enorme improvvisamente appare dentro di lei. Ed echi lontani della voce di lui, le sue risate, le sue parole allegre e momenti di passione e desiderio e sogno. Tutto svanito in un attimo piu’ niente.

Mal d’amore. E non si guarisce tanto facilmente. Non ci sono medicine. Né rimedi. Non si sa quando passa. Non si sa nemmeno quanto faccia male. Fa bene solo il tempo. E tanto. Perché piu’ è stata grande la bellezza di un amore, tanto sarà piu’ lunga la sofferenza quando questo finisce.

Passano i minuti. Passano le ore. Qualche giorno. Ha letto di tutto, ha fatto di tutto ma è cosi difficile sfuggire al proprio silenzio. Lo dice un saggio giapponese: puoi sfuggire il rumore del fiume e delle foglie al vento, ma il vero rumore è dentro di te.

I giorni passano lenti, uno  dopo l’altro, senza essere diversi. Quei giorni strani dei quali uno non si ricorda neanche la data. Quando per un attimo capisci che non stai piu’vivendo. Ti sta capitando la cosa peggiore. Stai sopravvivendo. E forse puo’ ancora non essere tardi. Poi una sera. Quella sera improvvisamente di nuovo vivere.

E poi una notte in traghetto. Il mare, le onde, la corrente. E quella scia che si allontana dalla nave. E pensieri che non riescono a prendere largo. Si stringe forte da sola. E si sente sola. E vorrebbe tanto fermare quella lacrima. E vorrebbe non aver amato. E vorrebbe tanto non amare ancora. Ma non ci riesce e quella lacrima cade giu’ e si tuffa in quel mare blu, salato.

 I sogni esistono per cercare di essere realizzati.

“volevo vedere quanto saresti stato capace di aspettarmi”

“Se un giorno comunque tu fossi arrivata, avrei aspettato anche tutta la vita” la bacia con passione, amore, con sogno, con speranza, con divertimento, con paura. Paura che l’avesse persa. Paura che pur leggendo la sua lettera non sarebbe mai arrivata. Paura che qualcun altro l’avesse portata via. Paura che le fosse passato un capriccio. Continua a baciarla cosi. Con gli occhi chiusi. Felice. Senza piu’ paura. E con amore

 

 

 

 

 

 

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