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Post n°6 pubblicato il 22 Marzo 2007 da fuggy73
Ieri sera grandi pulizie di primavera nell’hard disk Ventinove anni, non solo un dato anagrafico che ti si è stampato dentro. Non solo un numero con una cifra in più del precedente. Cambia tutto o meglio ti accorgi che tutto è già cambiato. Te li senti addosso questi due enormi numeri, ti opprimono, a volte ti fanno mancare il fiato. E allora ripensi al passato. Sembra ieri che eri bambino con gli occhi grandi e pieni di curiosità, sognando di diventare grande. Ed ora che grande lo sei, non riesci a staccarti da dosso quel bimbo. Ti accompagna ogni giorno che passa, implorandoti di tornare indietro. Ma non si può. Ora sei cresciuto. Sognavi di diventare adulto per capire il mondo dei grandi e ti accorgi che devi crescere ancora perché c’è sempre chi è più grande di te. E allora capisci che aver allungato il passo, rinunciando a tanto affinchè potessi diventare grande in fretta, non è servito a nulla. E ti trovi una sera a guardarti in faccia, tu e quel bambino a cui hai negato troppo e troppe volte. A cercare di convivere con lui anche se ora è difficile. Ventinove anni e poi saranno trenta, e se gli altri passeranno così in fretta come lo sono passati questi ti ritroverai a quaranta e non saprai nemmeno come. Forse inizi ad avere paura, a capire che ventinove anni fa hai imboccato un vicolo cieco che sai già dove ti porterà alla fine. Sì, inizi ad avere paura. I giorni passano veloci come secondi, e tu vai avanti aggiungendo secondo dopo secondo un’altra cifra appesantendo ogni volta il grande “numero”. A diciotto anni è tutto diverso, sei finalmente maggiorenne, nessuno può dirti che cosa devi o non devi fare, o almeno così pensavi. Poi passata l’euforia ti accorgi che sei sempre nello stesso posto, hai sempre chi ti riprende per qualcosa. Non puoi mettere in atto tutto ciò che hai immaginato. E allora ricominci a correre, diciannove, venti, ventuno e ti trovi a ventinove. Poche cose sono cambiate e vorresti correre di nuovo ma sai che l’anno prossimo le ventine spariranno per sempre da te. E allora ti proponi di cambiare atteggiamento, prendi le cose con calma, ti accomodi su queste due cifre le plasmi a mò di poltrona e non hai più voglia di correre. Sì così può andare, all’inizio ti lasci cullare tra le onde calme della nuova età guidandola tra le correnti della vita, ma basta poco per accorgerti che ormai non sei più tu a governare questa nave ma è lei a portarti dove vuole. Età bastarda, ha un solo scopo nella sua vita andare sempre avanti fino alla fine dei tuoi giorni quando poi ti lascerà da solo, per andarsene da qualcun altro. Cerchi allora di trovare nel tuo passato tutto ciò che di bello c’è stato, ma un velo ti si para davanti. Vedi solo gli errori, le cose non fatte le possibilità che ti hanno sfiorato e tu non hai saputo cogliere. Vedi persone che se ne sono andate via per sempre perché la loro età ha raggiunto il suo scopo e vedi le persone che ti sono vicine, e sai già che anche loro hanno un’età che le sta trascinando via. Ti viene voglia di piangere, vorresti fermare il tempo, ti chiedi “ma perché affannarsi tanto se già si sa dove finiremo?” Poi osservi il mondo intorno e capisci che se tutti la pensassero come te l’età non esisterebbe ma non esisteresti nemmeno tu. E con te e con lei, non esisterebbero i ricordi. Non esisterebbe il ricordo della prima bicicletta, del primo viaggio in treno, del primo giorno a scuola e delle carezze di tua madre la sera nel letto o delle mani ruvide e segnate dal tempo di tuo nonno che ti accompagna per mano alle giostre, al profumo dei dolci di quella pasticceria dove tuo padre ti portava la domenica mattina. Il ricordo del Natale sotto l’albero ad aspettare la mezzanotte per mettere la statuina di Gesù bambino. Il ricordo del suono della campanella all’uscita di scuola o degli applausi a quella recita all’oratorio. E allora capisci che l’età in fondo fa solo il suo dovere. Che la colpa non è sua ma tua. Tua che non hai saputo capire ciò che ti stava donando. Ogni anno ti sussurrava nell’orecchio “ Non correre!” ma tu hai corso ed ora è inutile iniziare a camminare. Alla fin fine l’età dura solo un anno, e poi ce ne sarà un’altra che porterà nuovi piaceri e altri problemi, e quella che stai vivendo ora, entrerà a far parte dei tuoi ricordi e dei ricordi di qualcun altro…... |
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