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"Un  eremo non è un guscio di lumaca"  di Adriana Zarri

Con i suoi giorni brevi e le notti lunghissime, l'inverno è un abisso di luce e di buio; col suo silenzio è una stagione di ascolto, di attesa, di incontro: un incontro piu' intimo e segreto di quanto non sia dato in altre stagioni dell'anno: un incontro che ha sapore di casa, di madia, di stufe accese e di polenta. Bisogna per forza guardare dentro perchè di fuori non c'è nulla: solo stupende sfumature di grigio: dal piombo al perla, al luminescente al quasi bianco; e, se la nebbia si dirada, emergono le  braccia nude degli alberi, protese al cielo, inutilmente, come preghiere inascoltate. L'esaudimento, il calore, l'amore, si rifugia all'interno delle case; con le lampade accese, le tinte vive per contrastare gli smorti colori della terra. Ridimensiono la casa:Per risparmiare carburante mi rifugio in una sola stanza, a mezzogiorno. Tutto è piu' piccolo e raccolto. E dalla finestra guardo cadere le foglie, guardo scrosciare la pioggia, guardo salire la nebbia.

 

 

 

 
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I nostri riti

Post n°47 pubblicato il 25 Maggio 2017 da fulvia1953

Stamattina presto come al solito apro più finestre possibili per salutare il nuovo giorno, per vedere fuori cosa mi riserba il cielo, gli alberi -quei pochi che posso vedere - guardo anche la strada per vedere qualche traccia di umani, ma no, sono solo tornati finalmente a circolare i gatti. Era un pezzo che non li vedevo più e quasi quasi stavo per credere alle voci che li davano nella padella dei cinesi,mi scuso con i cinesi, qualcuno lo hanno lasciato libero invece e così sono ritornati a fare le loro serenate rumorose e a girovagare senza una meta apparente soprattutto di mattino presto o di sera. Questa è la zona di un bel gatto nero e di un altro tigrato; quello nero ha diritto di precedenza ovunque e se ne va via con sussiego quasi che lo sappia. Sfaccendo in cucina, c'è da preparare il pranzo per il figlio che prende il treno, ma non resisto ad affacciarmi fuori per raccogliere i rumori di tanti altri risvegli, di serrande che si alzano e poi.... di quel particolare odore di caffè che parte non si sa da dove ma che profuma tutta l'aria. Ecco il secondo rito della mattina, questo nero caffè che tanti prendono per svegliarsi, darsi una spinta in più o solo perchè non ne possono fare a meno. Allora penso che la nostra vita, come nel lontano passato, sia fatta ancora di riti, di azioni ripetute con un preciso scopo che non è solo per nostro benessere ma per ricongiungerci con qualcosa di antico che ancora abbiamo dentro di noi e che una volta ci faceva incontrare con la nostra parte spirituale ed eterna, ma ora non ricordandocelo più è diventata una semplice e materiale abitudine. Se ci pensiamo bene abbiamo bisogno dei nostri riti, rafforzano il nostro sè, gli danno un senso di riempimento ma non sappiamo spiegarci il perchè.  Io penso che diano anche un senso alla nostra vita perchè non riusciamo ad accettarla così come si vuole presentare, una serie ininterrotta di azioni, a volte meccaniche; abbiamo coscienza di una realtà che parla di energia che muove l'Universo, che forse quest'energia può essere anche leggera e quindi non visibile e che forse questa realtà la creiamo noi, con le nostre capacità perchè siamo esseri eterni in continuo mutamento.

 
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Commenti al Post:
Riyueren
Riyueren il 26/05/17 alle 19:34 via WEB
Ognuno ha i suoi modi per rendere sacri i momenti della sua giornata come pure della sua vita. Il rito in un certo senso serve per trasformare il nostro tempo in un tempo altro. A me piace guardare il cielo da casa mia: è il mio modo per entrare nel flusso dell'universo (e poi, vabbé, ci sono anche le foto) :) Un abbraccio grande. <3
(Rispondi)
 
 
fulvia1953
fulvia1953 il 27/05/17 alle 11:10 via WEB
E' vero, cerchiamo proprio di rendere sacro il nostro vivere. Serene giornate ed un abbraccio grande.
(Rispondi)
 
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