Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
Post n°257 pubblicato il 16 Luglio 2010 da claudiomoraldi
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Post n°256 pubblicato il 13 Luglio 2010 da claudiomoraldi
Fiori Secchi D’Agosto
Pezzi di un deteriorato e traballante tutto, si perde in una via e da un cornicine da cui cadono, alcuni stralci di vite sicure.
Poca acqua, petali di fiori secchi che ormai non posiamo curare.
Piano lentamente si arde al sole di un agosto afoso e solo, lunga è la via, e il passaggio è stretto, come quella cruna dell'ago, a cui tutti guardiamo.
Ma la paglia ormai secca, prende fuoco e brucia in un falò invitante, per insetti curiosi, o per fiere campestri, a cui non daremo soddisfazione.
Una volta per tutte la ruota è girata, e si ferma come al solito sul quel numero zero.
Il rimpianto rimane, di giocare da soli.
Ora i soldi sicuri, sono solo ricordi lontani, che sbiadiscono volti di gente confusa; Esplodendo nel sole.
Claudio MORALDI |
Post n°255 pubblicato il 13 Luglio 2010 da claudiomoraldi
STRANO PAESE
Una carrozza di gente sconosciuta e non adatta, nascosta da un forziere profumato, dove si vendono indulgenze sottobanco.
Un segreto trasportato da un bugiardo, un girasole raffreddato che si tinge di verde il viso, lasciando i suoi capelli all’aria fresca del mattino, una coperta di lana fatta da pecore nere, rubata una notte di luna piena, in cui credi di avere capito tutto e puoi dormire tranquillo.
Un regalo obbligato e costoso, il tarlo di Pinocchio infilatosi nell’occhio che continua a farlo lacrimare e non smette di scavare lentamente!
Una folla manifestante, una corriera di passaggio per la strada, un bambino che grida per i capricci dell’infanzia, un vecchio che non vuole morire, un giovane che non trova lavoro una madre che soffre da sola.
Ed intanto si ama si cresce, ma non si vive davvero fino in fondo, in questo nostro... strano paese.
Claudio MORALDI |
Post n°254 pubblicato il 09 Luglio 2010 da claudiomoraldi
Pensando a NERUDA nel 2010
Restiamo soli per sempre, e in quel sempre si muore, chi lento, chi veloce! Attimi di gioia, ci appaiono, da sogni inquieti, che fanno male al risveglio.
E di queste rattrappite, sangue ed ossa e paura, il futuro si veste con i sui mille veli, portati come a una festa, sfoggiati disinvoltamente per gli altri.
Non si ama la bellezza, ne il piacere delle cose banali. Non possiamo stupirci di semplicità, ne della pioggia che cade. Non ascoltiamo la gente parlare, ne ci ascoltano quando parliamo. Possiamo credere nella crudeltà delle persone, ma non crediamo nelle buone intenzioni. Vorremmo che qualcuno ci desse una parola di conforto, ma siamo pronti a schiacciare persone per futilità. ...Non ci comportiamo bene! E non ne abbiamo paura!
Claudio MORALDI |
Post n°253 pubblicato il 08 Luglio 2010 da claudiomoraldi
Torrido Agosto
Sorreggersi con cautela a filamenti di polvere, che intrecciata come paglia, ci porta fragilità e desideri di nuovo.
E in questi spazi riempiti da pause, che portano silenzi comuni, scavati dal tempo, stesi ad asciugare calmi al sole, di un Agosto secco, morto nell’anima, desolato in mille strade vuote di una città, che assolata e zitta, si spegne, come una sigaretta fumata a metà!
Qui la vita tace, e insiste un suono di sottofondo, che arriva lontano.
Come una scossa, che non sale, non scende, un rumore costante.
In vie passeggere, di gente sconosciuta, un camion, lampeggia la sua luce arancione, e nessun suono! mentre i negozi scintillano al sole, con le loro serrande, oramai distrutte dagli spray, di tanti ragazzini, analfabeti o marziani.
Claudio MORALDI |
Post n°252 pubblicato il 07 Luglio 2010 da claudiomoraldi
Zanzare Tigri
Raggomitolo il filo di questo garbuglio, e mi lascio alle spalle, una strada randagia, nell’imminenza di essere… Ora il vecchio è l’antico! ed il passato che scorre, può continuare sicuro, nelle sue false promesse di inutilità.
Calma, si stratifica il tempo, in un incerto perenne, che si chiama domani! Ma per ora e soltanto, l’insicuro sereno, di persone stremate, che ci fanno paura, nelle loro, maschere di torpore, in un mondo che piange.
Vivendo all’indietro, il sarcasmo degli altri e una lamina spessa ed affilata, che ci apre la carne di squarci larghi e profondi, senza spruzzi di sangue!
Claudio MORALDI |
Post n°251 pubblicato il 01 Luglio 2010 da claudiomoraldi
Nell’attesa di un cenno
Trovarsi in tratti forti di futuro scheggiato dal tempo, cariato negli anni che si deve buttar via come un dente marcio e aggrapparcisi sopra per non morire o per sopravvivere…ancora. Mentre il bello imperversa, da schiere di televisori al plasma a poco prezzo, in città fatiscenti. Brutte e malate di nostalgia e smemorate di un tempo che non ci amava, di un tempo che sempre uguale negli anni, disprezzava la gente e rideva di noi. Ma c’era una scelta! Ora il futuro e il passato di domani, e le decisioni non spettano a noi, che siamo soltanto uomini e donne, gente che coglie un fiore dal fango e piange divenendo vecchia, nell’attesa di un cenno.
Claudio MORALDI
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Post n°250 pubblicato il 11 Maggio 2010 da claudiomoraldi
IL TEMPO CHE CAMBIA Pozzanghere cadono da un metallo compatto, ricoperto di grossi detriti, di denti affilati che spinti dal vento, si accumulano come carta vetrata sul manto stradale, sofferente trema nella sua triste parvenza di un consistente, ma in realtà si sgretola nel suo fruscio, di un giorno che preme per andarsene anche esso!
Da questo serpeggiare di foglie morte, e rattoppi di vita piangente, in un sabato distratto di partite sfuggenti, e antenne che si proiettano verso il cielo, ma ci portano in monotonie saltuarie, ripetute senza fine.
In questo giorno in cui non piove, ma il tempo cambia continuamente.
Claudio MORALDI
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Post n°248 pubblicato il 25 Marzo 2010 da claudiomoraldi
ANNEGANO I PESCI
Pesci affogano annaspando in un tenue sole d’aprile, immobili, colorati e desiderosi di resistere ancora!
Si vive a tratti, in pezzi ritagliati di un oggi sicuro, facendoci male all’anima spegnendola lentamente.
Fino a ritrovarci nei soliti posti, e nelle stesse occasioni, con gli amici comuni ereditati dal tempo.
Un tempo malvagio, fatto di persone distante da quello che furono.
Il rumore di sveglie rotte e ovattate, ci rende sopiti e uggiosi, in questi tempi in cui tutto si lascia andare, e intorno a me vedo: deserto, cantieri, ingiustizie e macchine nuove.
Viaggi sgargianti di gente, dopotutto non poi tanto magnifica! coperte da un velo di tristezza attraente.
Claudio MORALDI |
Post n°247 pubblicato il 18 Marzo 2010 da claudiomoraldi
BIBLIOTECHE FUORI MODA
Biblioteche morenti esiliate in angoli segreti, intirizzite nei loro corpi di vecchie signore, e ammirate fin da giovani, ora anziane spariscono lentamente, con rimpianti di persone troppo mature, in un futuro che non é più di carta!
Il domani non appartiene a questi luoghi polverosi, e sprizzanti virtù involontarie, la sera sale un sapore di vecchio, rassicurante e sereno, in questi smarriti luoghi, che sanno d’antico, eppure, tanto attuali quanto utili.
Nelle fronde degli alberi vecchi, il vento porta l’odore di libri imponenti.
E negli alberi un silenzio che vive nelle tante storie.
Lo zittio del tempo, rallenta la sua andatura, per ascoltare assorto nell’inchiostro di pagine vecchie, rotte e immortali.
Negli scaffali allineati di colori alternati in prime edizioni, si riposano volumi distrutti dal tempo, nascosi alla vista di persone curiose queste mensole attendono, nuovi e vecchi, autori di stoffa, pelle e cartone pressato.
Claudio MORALDI
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Post n°246 pubblicato il 17 Marzo 2010 da claudiomoraldi
IL COMMISSARIO E L’ANARCHICO
Assassini di inchiostro, verdetti di carta, rendono inutili prove!
Danneggiando eventuali processi, la vera giuria, è un giornale, e saccenti sicuri di tutto! Che spazzano velocemente una vita! smentite a distanze abissali, dicendo: “mi spiace, erano anni spiacevoli”.
E una patina lenta di stretto riserbo, cadendo s’infrange sulla strada, come un sasso scagliato, un colpo di pistola, una fiondata che ferma il tempo e li, si muore! tranquillizzando tutti i veri perdenti.
Mentre l’anarchico è stato seppellito, il commissario sta per morire, per volere degli stessi, intellettuali aguzzini!
Ora però loro ultimi, manifestano per la pace, si dicono scandalizzati di tanta follia passata.
Involontariamente sfugge, un senso di vuoto, un silenzioso stupore nel profondo rumore, di un mondo che vive, per ricordare la storia.
E questa si acciglia, per andare a vomitare lontano.
Ma la pace e una linea sottile, fatta di tanti pianti, sapienza e studio dei fatti, tra gente che lacrima, si vede un serissimo, vecchio stanco vestito di nero. che muto si rassegna ad uno stato troppo piccolo, in un giorno così feroce per la scomparsa, di servitori instancabili e cittadini inermi.
Persone degne di un rispetto, di stima! Al di la della vita.
Vittime, del tempo che furono.
Claudio MORALDI |
Post n°245 pubblicato il 16 Marzo 2010 da claudiomoraldi
Nel sentiero dei vetri
Correre per strade di grigio fumo impostore, in ricordi sbiaditi di colori confusi. In questo verde che tende sempre più al viola, con sfumature di rosso sangue e nero corvino.
Nelle strade un malumore diffuso, di gente insoddisfatta, da colori oramai stinti, confusi nel tempo, che scorre col il suo passo pesante.
Serafici destabilizzazioni, in un giorno in cui si odia davvero, il dovere e diritto di un uomo, per una regola assurda, per obsoleti saccenti, che fanno di un resto di tutto, la fine della dignità, di un uomo che lotta, per non cambiare nulla!
E in gironi sapienti di inferni impazziti, si trova il coraggio, per dire la nostra. E nessuno ci ascolta!
Ed essere in un violento sentiero di vetri appuntiti, che squarciandoti piano, i piedi ed il volto con lentezza accurata, e persuasione sottile, in un giorno di svendita totale, di piccoli loculi, che si riempiono piano, di persone che DEVONO votare, invece senza voce, in un Italia che grida, la sua indifferenza, il suo menefreghismo, per una parte di regione zittita, da una carta bollata da pochi spicci.
Chiunque vinca a perso comunque!
E qui vi assicuro, non centra nulla un colore!
Il sapore che ho in bocca e uno sgradevole rancido, per colori ed Italia, che si abbassa ora troppo, correndo il rischi di cadere, per non rialzarsi mai più.
Claudio MORALDI |
Post n°244 pubblicato il 15 Marzo 2010 da claudiomoraldi
IL CANE FEROCE
Il passato è un cane feroce affamato che mi morde la testa, e mi strappa le carni sanguinanti ed il viso e vive dei miei dolori.
Il presente è suo figlio, un cucciolo infreddolito, morente, che arranca nel vento, per riuscire a vivere ancora. Mangiando gli avanzi del padre...
Il futuro è utopia! viviamo nel mondo momenti distrutti, e portiamo cicatrici indelebili sulle nostre anime. Questo siamo e saremo pre sempre.
Claudio MORALDI
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Post n°242 pubblicato il 15 Marzo 2010 da claudiomoraldi
Territori segnati
Umiliamo noi stessi avvizziti nell’anima, creando imbarazzo e situazioni spiacevoli in persone e nelle vite degli altri, prestatisi calmi e sinceramente distratti, nel portarci una voce falsa.
La noia che mai ci manca, in un tempo spazientito di giorni sbagliati, ripetono il loro ciclo di stridente ronzio, come cicale impazzite al sole, mosche in un campo, concimato da poco.
Circolare in gallerie che non sanno salire, ma scendono piano in strutture barcollanti, costruite da persone consapevoli utilizzando: fango, cemento, sangue e poco sale.
Strozzati da un tempo che ci tiene tutti insieme, ed ogni uno diviso, in spazzi confinanti di celle apprezzabili, in confini delineati.
Non si entra in territori segnati! in poco tempo ci si abitua, però, allo stare da soli!
Ed infine si crede di essere al top, sacrificando ogni giorno, la vita di persone inusuali, vive eppure tanto segnate dal tempo, da rimanerne più forti.
Districare un mondo complicato, rimane follia, nella strana ultima occasione che ci è stata consentita dal mondo, schivo che ride di noi, che falliamo.
Così lui, ci ammonisce ci schermisce, per ragioni consuete, che ci rendono schiavi inconsapevoli, di un giorno che deve ancora venire, ma ne intravediamo l’inizio.
Poiché l’ingranaggio iniziale, porta ormai via anche noi, col suo cigolio sottile, di lamine stridenti.
Claudio MORALDI |
Post n°241 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi
IL RICORDO 2010
Il ricordo e un dolce veleno trasparente, incolore che deterge le labbra, ci inebria del suo odore di zucchero filato, lana e acquaragia.
Una maschera rosa messa sugli occhi di un cieco, un rumore nel silenzio, un dipinto a olio nascosto sopra il camino.
Ci accontenta nel momento giusto, ci delude illudendoci troppo.
Con i sui pugnali arrugginiti si difende da noi, poveri sciocchi nella nostra ignoranza, di persone amiche!
Non consente ripensamenti, ritorni o allegrie falsate, dall’ottimismo di un tempo.
Non è possibile attingere ancora, alla vita vera, se il ricordo si introduce nel vivere, stranamente confuso che abbiamo.
a volte ci porta ad non distinguere, più la realtà dalla finzione.
Claudio MORALDI |
Post n°240 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi
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Post n°238 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi
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Post n°237 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi
INGRATITUDINI
Si muore stanchi in un giorno di sole, vissuto senza sale, gioito della stessa consuetudine delle occasioni più illustri.
Si ama soli o in solitudine e si vive delusi una vita piena, assestando calci e colpi al futuro, che ci porge volto e fianchi, come un pugile alle prime armi.
Deridendo la vita si viene derisi, da uno strato di muffa che puzza, e si spande nell’aria per formare nuvole verdi, stratificate dal tempo, portandoci ad un desiderio incompreso.
Ma geme la voglia di una vittoria, traslata nel tempo rimandata, poiché il migliore risultato, sarà la sconfitta che ci accompagna.
Si vede un mondo disgraziato, cadente, per i nostri interessi e ci si crogiola, nelle finte ferite, di una vita distrutta di un mondo per noi malato.
Fino a che la visione della nostra realtà distorta, non diventerà vera.
Claudio MORALDI |
Post n°236 pubblicato il 11 Marzo 2010 da claudiomoraldi
Una lunga calda estate "l'apparenza della vita"
Si rompono cadendo stracci di vite, sereni dispiaceri distrutti, dalla monotonia del giorno che passa serafico e mesto.
Ed in questo morente, se ne ama l’odore, di un dolce nero, portato all’interno, dalla calma, che finge la sua sicurezza, e s’impongono regole la dove tutto e anarchia!
Il rumore perpetuo che mantiene nel tempo il suo grido strozzato si impasta col resto della sera fatta di martelli zitti e di cucine rumorose, di rantoli sordi che nascono in gemiti, in un buio che fa quasi paura, mischiandosi a strilli impazziti, pianti a dirotto e urla indecise, televisioni che parlano lingue uguali ma allo stesso tempo distanti dal resto di una serata, calda, umida, che tende ad una notte senza sogni.
Viviamo abbracciati ad un futuro premuroso, che già vecchio, ci saluta con la sua barba bianca, dandoci consigli, come a dei nipotini ormai già grandi,
ma lui ormai, muore dimenticato, rimpiazzato da un parente, che ci prende alla sprovvista, con i sui nuovi modi moderni, col suo nuovo look, di un manager di una multinazionale straniera, con gli occhiali da sole per non vedere le persone, e per guardasi meglio.
Ora siamo noi gli anziani, i venerandi! stanchi di correre, camminiamo piano! Il futuro ci ha superato, e ci vede come grassi signori, con la camicia a mezze maniche con i fioroni rossi e blu.
Claudio Moraldi |
Post n°235 pubblicato il 08 Marzo 2010 da claudiomoraldi
Otto Marzo 2010 Un giorno solo non basta
Manciate di fiori ipocriti, per uscite di consuetudine, in un mondo che premia la banalità nelle sue forme più eccentriche.
Si vive di tutto e subito, ma senza pentirsi di verità nascoste, i fiori di un giorno solo, sono così soltanto ferite, o torti,
di un giorno che non vi basta, ma che be….vale per iniziare.
Ma per oggi si ferma gioisce di una festa che non vuol dire nulla. Ama le ipocrisie che il tempo ci mete di fronte, come tanti capodanni che domani saranno anonimi, E domani ritorni tu !
La festa dell’otto marzo E’soltanto la stupidità che vive di un giorno che porta via tutti i torti, riportandoli in parità, così che la banalità soverchi.
Sperando ancora una volta nell’anno futuro, ci si crogiola lentamente.
C.Moraldi |