Creato da claudiomoraldi il 06/02/2007
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CURIOSITA’ 16-07-10

Post n°257 pubblicato il 16 Luglio 2010 da claudiomoraldi

CURIOSITA’

 

Vorrei sapere perché,

in tutti i libri che ho letto,

nessuno di questi,

inizia mai,

dalla pagina 1.

Questo per me è,

e rimane un mistero!

 

Ciao a tutti,

 

Claudio MORALDI

 

 

PS: Se per caso sapete il prechè, scrivetemelo, grazie!

 
 
 

Fiori Secchi D’Agosto

Post n°256 pubblicato il 13 Luglio 2010 da claudiomoraldi

Fiori Secchi D’Agosto

 

Pezzi di un deteriorato

e traballante  tutto,

si perde in una via e

da un cornicine da cui cadono,

alcuni stralci di vite sicure.

 

Poca acqua,

petali di fiori secchi

che ormai non posiamo curare.

 

Piano lentamente si arde

al sole di un agosto afoso e solo,

lunga è la via,

e il passaggio è  stretto,

come quella cruna dell'ago,

a cui tutti guardiamo.

 

Ma la paglia ormai secca,

prende fuoco e brucia

in un falò invitante,

per insetti curiosi,

o per fiere campestri,

a cui non daremo soddisfazione.

 

Una volta per tutte

la ruota è girata,

e si ferma come al solito

sul quel numero zero.

 

Il rimpianto rimane,

di giocare da soli.

 

Ora i soldi sicuri,

sono solo ricordi lontani,

che sbiadiscono volti

di gente confusa;

Esplodendo nel sole.

 

 

Claudio MORALDI

 
 
 

STRANO PAESE

Post n°255 pubblicato il 13 Luglio 2010 da claudiomoraldi

STRANO PAESE

 

Una carrozza di gente sconosciuta

e non adatta,

nascosta da un forziere profumato,

dove si vendono indulgenze sottobanco.

 

Un segreto trasportato da un bugiardo,

un girasole raffreddato che si tinge di verde il viso, 

lasciando i suoi capelli all’aria fresca del mattino,

una coperta di lana fatta da pecore nere,

rubata una notte di luna piena,

in cui credi di avere capito tutto

e puoi dormire tranquillo.

 

Un regalo obbligato e costoso,

il tarlo di Pinocchio infilatosi nell’occhio

che continua a farlo lacrimare

e non smette di scavare lentamente!

 

Una folla manifestante,

una corriera di passaggio per la strada,

un bambino che grida per i capricci dell’infanzia,

un vecchio che non vuole morire,

un giovane che non trova lavoro

una madre che soffre da sola.

 

Ed intanto si ama si cresce,

ma non si vive davvero fino in fondo,

in questo nostro... strano paese.

 

Claudio MORALDI

 
 
 

Pensando a NERUDA nel 2010

Post n°254 pubblicato il 09 Luglio 2010 da claudiomoraldi

Pensando a NERUDA nel 2010

 

Restiamo soli per sempre,

e in quel sempre si muore,

chi lento, chi veloce!

Attimi di gioia,

ci appaiono, da sogni inquieti,

che fanno male al risveglio.

 

E di queste rattrappite, sangue ed ossa e paura,  

il futuro si veste con i sui mille veli,

portati come a una festa,

sfoggiati  disinvoltamente per gli altri.

 

Non si ama la bellezza,

ne il piacere delle cose banali.

Non possiamo stupirci di semplicità,

ne della pioggia che cade.

Non ascoltiamo la gente parlare,

ne ci ascoltano quando parliamo.

Possiamo credere nella crudeltà delle persone,

ma non crediamo nelle buone intenzioni.

Vorremmo che qualcuno ci desse una parola di conforto,

ma siamo pronti a schiacciare persone per futilità.

...Non ci comportiamo bene!

E non ne abbiamo paura!

 

Claudio MORALDI

 
 
 

Torrido Agosto

Post n°253 pubblicato il 08 Luglio 2010 da claudiomoraldi

Torrido Agosto

 

Sorreggersi con cautela a filamenti di polvere,

che intrecciata come paglia,

ci porta fragilità e desideri di nuovo.

 

E in questi spazi riempiti da pause,

che portano silenzi comuni,

scavati dal tempo,

stesi ad asciugare calmi al sole,

di un Agosto secco,

morto nell’anima,

desolato in mille strade vuote di una città,

che assolata e zitta,

si spegne,

come una sigaretta fumata a metà!

 

Qui la vita tace,

e insiste un suono di sottofondo,

che arriva lontano.

 

Come una scossa,

che non sale, non scende,

un rumore costante.

 

 

In vie passeggere,

di gente sconosciuta,

un camion, lampeggia

la sua luce arancione,

e nessun suono!

mentre i negozi scintillano al sole,

con le loro serrande,

oramai distrutte dagli spray,

di tanti ragazzini,

analfabeti o marziani.

 

Claudio MORALDI

 
 
 

Zanzare Tigri

Post n°252 pubblicato il 07 Luglio 2010 da claudiomoraldi

Zanzare Tigri

 

Raggomitolo il filo di questo garbuglio,

e mi lascio alle spalle,

una strada randagia,

nell’imminenza di essere…

Ora il vecchio è l’antico!

ed il passato che scorre,

può continuare sicuro,

nelle sue false promesse di inutilità.

 

Calma, si stratifica il tempo,

in un incerto perenne,

che si chiama domani!

Ma per ora e soltanto,

l’insicuro sereno,

di persone stremate,

che ci fanno paura,

nelle loro,

maschere di torpore,

in un mondo che piange.

 

Vivendo all’indietro,

il sarcasmo degli altri

e una lamina spessa ed affilata,

che ci apre la carne

di squarci larghi e profondi,

senza spruzzi di sangue!

 

Claudio MORALDI

 
 
 

Nell’attesa di un cenno

Post n°251 pubblicato il 01 Luglio 2010 da claudiomoraldi

Nell’attesa di un cenno

 

Trovarsi in tratti forti di futuro

scheggiato dal tempo,

cariato negli anni che si deve buttar via

come un dente marcio

e aggrapparcisi sopra per non morire

o per sopravvivere…ancora.

Mentre il bello imperversa,

da schiere di televisori al plasma a poco prezzo,

in città fatiscenti.

Brutte e malate di nostalgia e smemorate

di un tempo che non ci amava,

di un tempo che sempre uguale negli anni,

disprezzava la gente e rideva di noi.

Ma c’era una scelta!

Ora il futuro e il passato di domani,

e le decisioni non spettano a noi,

che siamo soltanto uomini e donne,

gente che coglie un fiore dal fango

e piange divenendo vecchia,

nell’attesa di un cenno.

 

Claudio MORALDI

 

 
 
 

IL TEMPO CHE CAMBIA

Post n°250 pubblicato il 11 Maggio 2010 da claudiomoraldi

IL TEMPO CHE CAMBIA

Pozzanghere  cadono

da un  metallo compatto,

ricoperto di grossi detriti,

di denti affilati

che spinti dal vento,

si accumulano come carta vetrata

sul manto stradale,

sofferente trema

nella sua triste parvenza

di un consistente,

ma in realtà si sgretola

nel suo fruscio,

di un giorno che preme

per andarsene anche esso!

 

Da questo serpeggiare

di foglie morte,

e rattoppi di vita piangente,

in un sabato distratto

di partite sfuggenti,

e antenne che si proiettano verso il cielo,

ma ci portano

in monotonie saltuarie, 

ripetute senza fine.

 

In questo giorno

in cui non piove,

ma il tempo cambia continuamente.

 

Claudio MORALDI 

 

 

 
 
 

ANNEGANO I PESCI

Post n°248 pubblicato il 25 Marzo 2010 da claudiomoraldi

ANNEGANO  I  PESCI

 

Pesci affogano annaspando

in un tenue sole d’aprile,

immobili, colorati

e desiderosi di resistere ancora!

 

Si vive a tratti,

in pezzi ritagliati

di un oggi sicuro,

facendoci male all’anima

spegnendola lentamente.

 

Fino a ritrovarci

nei soliti posti,

e nelle stesse occasioni,

con gli amici comuni

ereditati dal tempo.

 

Un tempo malvagio,

fatto di persone distante

da quello che furono.

 

Il rumore di sveglie rotte e ovattate,

ci rende sopiti e uggiosi,

in questi tempi in cui tutto

si lascia andare,

e intorno a me vedo:

deserto, cantieri, ingiustizie

e macchine nuove.

 

Viaggi sgargianti di gente,

dopotutto non poi tanto magnifica!

coperte da un velo

di tristezza attraente.

 

Claudio MORALDI     

 
 
 

BIBLIOTECHE FUORI MODA

Post n°247 pubblicato il 18 Marzo 2010 da claudiomoraldi

BIBLIOTECHE  FUORI  MODA

 

Biblioteche morenti esiliate in angoli segreti,

intirizzite nei loro corpi di vecchie signore,

e ammirate fin da giovani,

ora anziane spariscono lentamente,

con rimpianti di persone

troppo mature,

in un futuro

che non é più di carta!

 

Il domani non appartiene

a questi luoghi polverosi,

e sprizzanti virtù involontarie,

la sera sale un sapore di vecchio,

rassicurante e sereno,

in questi smarriti luoghi,

che sanno d’antico,

eppure, tanto attuali quanto utili.

 

Nelle fronde degli alberi vecchi,

il vento porta l’odore  di libri imponenti.

 

E negli alberi un silenzio

che vive nelle tante storie.

 

Lo zittio del tempo,

rallenta la sua andatura,

per ascoltare assorto

nell’inchiostro di pagine vecchie,

rotte e immortali. 

 

Negli scaffali allineati di colori alternati

in prime edizioni,

si riposano volumi distrutti dal tempo,

nascosi alla vista di persone curiose

queste mensole attendono,

nuovi e vecchi,

autori di stoffa,

pelle e cartone pressato.

 

 

Claudio MORALDI

 

    

 

 
 
 

IL COMMISSARIO E L’ANARCHICO

Post n°246 pubblicato il 17 Marzo 2010 da claudiomoraldi

IL  COMMISSARIO  E  L’ANARCHICO

 

Assassini di inchiostro,

verdetti di carta,

rendono inutili prove!

 

Danneggiando eventuali processi,

la vera giuria,

è un giornale,

e saccenti sicuri di tutto!

Che spazzano velocemente una vita!  

smentite a distanze abissali,

dicendo:

“mi spiace, erano anni spiacevoli”.

 

E una patina lenta di stretto riserbo,

cadendo s’infrange sulla strada,

come un sasso scagliato,

un colpo di pistola,

una fiondata che ferma il tempo

e li, si muore!

tranquillizzando tutti i veri perdenti.

 

Mentre l’anarchico è stato seppellito,

il commissario sta per morire,

per volere degli stessi,

intellettuali aguzzini!  

 

Ora però loro ultimi,

manifestano per la pace,

si dicono scandalizzati

di tanta follia passata.

 

Involontariamente sfugge,

un senso di vuoto,

un silenzioso stupore

nel profondo rumore,

di un mondo che vive,

per ricordare la storia.   

 

E questa si acciglia,

per andare a vomitare lontano.

 

Ma la pace e una linea sottile,

fatta di tanti pianti,

sapienza e studio dei fatti,

tra gente che lacrima,

si vede un serissimo,

vecchio stanco vestito di nero.

che muto si rassegna 

ad uno stato troppo piccolo, 

in un giorno così feroce

per la scomparsa,

di servitori instancabili

e cittadini inermi.

 

 

Persone degne di un rispetto,

di stima!

Al di la della vita.

  

Vittime, del tempo che furono.

 

Claudio MORALDI

 
 
 

Nel sentiero dei vetri

Post n°245 pubblicato il 16 Marzo 2010 da claudiomoraldi

Nel sentiero dei vetri

 

Correre per strade di grigio fumo impostore,

in ricordi sbiaditi di colori confusi.

In questo verde che tende sempre più al viola,

con sfumature di rosso sangue e nero corvino.

 

Nelle strade un malumore diffuso,

di gente insoddisfatta,

da colori oramai stinti,  

confusi nel tempo,

che scorre col il suo passo pesante.

 

Serafici destabilizzazioni,

in un giorno in cui si odia davvero,

il dovere e diritto di un uomo,

per una regola assurda,

per obsoleti saccenti,

che fanno di un resto di tutto,

la fine della dignità,

di un uomo che lotta,

per non cambiare nulla!

 

E in gironi sapienti di inferni impazziti,

si trova il coraggio,

per dire la nostra.

E nessuno ci ascolta!

 

Ed essere in un  violento sentiero

di vetri appuntiti,

che squarciandoti piano,

i piedi ed il volto con lentezza accurata,

e persuasione sottile,

in un giorno di svendita totale,

di piccoli loculi,

che si riempiono piano,

di persone che DEVONO votare,

invece senza voce,

in un Italia che grida,

la sua indifferenza,

il suo menefreghismo,

per una parte di regione zittita,

da una carta bollata da pochi spicci.

 

Chiunque vinca a perso comunque!

 

E qui vi assicuro,

non centra nulla un colore!

 

Il sapore che ho in bocca

e uno sgradevole rancido,

per colori ed Italia,

che si abbassa ora troppo,

correndo il rischi di cadere,

per non rialzarsi mai più.  

 

 

Claudio MORALDI  

 
 
 

IL CANE FEROCE

Post n°244 pubblicato il 15 Marzo 2010 da claudiomoraldi

 

 

 

IL  CANE  FEROCE

 

 

 

Il passato è un cane feroce

affamato che mi morde la testa,

e mi strappa le carni sanguinanti

ed il viso e vive dei miei dolori.

 

Il presente è suo figlio,

un cucciolo infreddolito, morente,

che arranca nel vento, per riuscire

a vivere ancora.

Mangiando gli avanzi del padre...

 

Il futuro è utopia!

viviamo nel mondo momenti distrutti,

e portiamo cicatrici indelebili

sulle nostre anime.

Questo siamo e saremo pre sempre.

 

 

Claudio MORALDI

 

 

 

 
 
 

Territori segnati

Post n°242 pubblicato il 15 Marzo 2010 da claudiomoraldi

Territori segnati

 

Umiliamo noi stessi avvizziti nell’anima,

creando imbarazzo e situazioni spiacevoli

in persone e nelle vite degli altri,

prestatisi calmi e sinceramente distratti,

nel portarci una voce falsa.

 

La noia che mai ci manca,

in un tempo spazientito

di giorni sbagliati,

ripetono il loro ciclo di stridente ronzio,

come cicale impazzite al sole,

mosche in un campo, concimato da poco.

 

Circolare in gallerie che non sanno salire,

ma scendono piano in strutture barcollanti,

costruite da persone consapevoli utilizzando:

fango, cemento, sangue e poco sale.

     

Strozzati da un tempo che ci tiene tutti insieme,

ed ogni uno diviso,

in spazzi confinanti di celle apprezzabili,

in confini delineati.

 

Non si entra in territori segnati!

in poco tempo ci si abitua,

però, allo stare da soli!

 

Ed infine si crede di essere al top,

sacrificando ogni giorno,

la vita di persone inusuali,

vive eppure tanto segnate dal tempo,

da rimanerne più forti. 

 

Districare un mondo complicato,

rimane follia,

nella strana ultima occasione

che ci è stata consentita dal mondo,

schivo che ride di noi,

che falliamo.

 

Così lui, ci ammonisce

ci schermisce,

per ragioni consuete,

che ci rendono schiavi inconsapevoli,

di un giorno che deve ancora venire,

ma ne intravediamo l’inizio.

 

Poiché l’ingranaggio iniziale,

porta ormai via anche noi,

col suo cigolio sottile,

di lamine stridenti.

      

 

Claudio MORALDI

 
 
 

IL RICORDO 2010

Post n°241 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi

IL  RICORDO 2010

 

Il ricordo e un dolce veleno trasparente,

incolore che deterge le labbra, 

ci inebria del suo odore

di zucchero filato,

lana e acquaragia.   

 

Una maschera rosa

messa sugli occhi di un cieco,

un rumore nel silenzio,

un dipinto a olio nascosto sopra il camino.   

 

Ci accontenta nel momento giusto,

ci delude illudendoci troppo.

 

Con i  sui pugnali arrugginiti

si difende da noi,

poveri sciocchi

nella nostra ignoranza,

di persone amiche!

 

Non consente ripensamenti,

ritorni o allegrie falsate,

dall’ottimismo di un tempo.

 

Non è possibile attingere ancora,

alla vita vera,

se il ricordo si introduce nel vivere,

stranamente confuso che abbiamo.

   

a volte ci porta ad non distinguere,

più la realtà dalla finzione.

 

Claudio MORALDI

 
 
 

---

Post n°240 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi

“Sarebbe bello avere professori come:

Piarandello, De amicis, Manzoni, Leopardi

fino ad arrivare a Baricco.

Non so se si potrebbe imparare meglio l’Italiano,

ma sai, come si potrebbero vantare gli studenti!”

 

Claudio MORALDI

 
 
 

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Post n°238 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi

“Quando frequentavo la scuola,

in Italiano non ho mai superato la sufficienza,

allora ho capito che avevo buone possibilità,

di diventare scrittore o giornalista.”

 

Claudio MORALDI

 

 

 

 
 
 

INGRATITUDINI

Post n°237 pubblicato il 12 Marzo 2010 da claudiomoraldi

 INGRATITUDINI

 

Si muore stanchi in un giorno di sole, 

vissuto senza sale,

gioito della stessa consuetudine

delle occasioni più illustri.

 

Si ama  soli o in solitudine 

e si vive delusi una vita piena,

assestando calci e colpi al futuro,

che ci porge volto e fianchi, 

come un pugile alle prime armi.

 

Deridendo la vita si viene derisi,

da uno strato di muffa che puzza,

e si spande nell’aria 

per formare nuvole verdi,

stratificate dal tempo,

portandoci ad un desiderio incompreso.

 

Ma geme la voglia di una vittoria,

traslata nel tempo rimandata,

poiché il migliore risultato,

sarà la sconfitta che ci accompagna.

 

Si vede un mondo disgraziato, cadente,

per i nostri interessi e ci si crogiola,

nelle finte ferite,

di una vita distrutta

di un mondo per noi malato.

 

Fino a che la visione della nostra

realtà distorta,

non diventerà vera.

 

Claudio MORALDI

 
 
 

Una lunga calda estate

Post n°236 pubblicato il 11 Marzo 2010 da claudiomoraldi

Una lunga calda estate

"l'apparenza della vita" 

 

Si rompono cadendo stracci di vite, 

sereni dispiaceri distrutti,

dalla monotonia del giorno

che passa serafico e mesto. 

 

Ed in questo morente,

se ne ama l’odore,

di un dolce nero,

portato all’interno,

dalla calma,

che finge la sua sicurezza,

e s’impongono regole

la dove tutto e anarchia!

 

Il rumore perpetuo

che mantiene nel tempo

il suo grido strozzato

si impasta col resto

della sera fatta di martelli zitti

e di cucine rumorose,

di rantoli sordi che nascono in gemiti,

in un buio che fa quasi paura,

mischiandosi a  strilli impazziti,

pianti a dirotto e urla indecise, 

televisioni che parlano lingue uguali

ma allo stesso tempo distanti

dal resto di una serata,

calda, umida,

che tende ad una notte senza sogni.

 

Viviamo abbracciati ad un futuro premuroso,

che già vecchio,

ci saluta con la sua barba bianca,

dandoci consigli,

come a dei nipotini

ormai già grandi,

 

ma lui ormai,

muore dimenticato,

rimpiazzato da un parente,

che ci prende alla sprovvista,

con i sui nuovi modi moderni,

col suo nuovo look,

di un manager di una multinazionale straniera,

con gli occhiali da sole per non vedere le persone,

e per guardasi meglio.

 

Ora siamo noi gli anziani,

i venerandi!

stanchi di correre, 

camminiamo piano! 

Il futuro ci ha superato,

e ci vede come grassi signori,

con la camicia a mezze maniche

con i fioroni rossi e blu.

 

Claudio Moraldi        

 
 
 

Otto Marzo 2010 - Un giorno solo non basta

Post n°235 pubblicato il 08 Marzo 2010 da claudiomoraldi

 

Otto Marzo 2010

Un giorno solo non basta

 

Manciate di fiori ipocriti,

per uscite di consuetudine,

in un mondo che premia

la banalità nelle sue forme

più eccentriche.

 

Si vive di tutto e subito,

ma senza pentirsi

di verità nascoste,

i fiori di un giorno solo,

sono così soltanto ferite,

o torti,

 

di un giorno che non vi basta,

ma che be….vale per iniziare.

 

Ma per oggi si ferma

gioisce di una festa

che non vuol dire nulla.

Ama le ipocrisie

che il tempo ci mete di fronte,

come tanti capodanni

che domani saranno anonimi,

E domani ritorni tu !

 

La festa dell’otto marzo

E’soltanto la stupidità che vive

di un giorno che porta via tutti i torti,

riportandoli in parità,

così che la banalità soverchi.

 

 

Sperando ancora una volta

nell’anno futuro,

ci si crogiola lentamente.

 

C.Moraldi

 
 
 
 
 

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