Creato da FlamineFurrinale il 12/01/2015

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I limiti dello sviluppo

Post n°12 pubblicato il 19 Giugno 2015 da FlamineFurrinale

 

 

Una ricerca pubblicata nel lontano 1972 dal titolo " The limits of growth" indica, in sostanza, le conseguenze dello sviluppo industriale e del sistema economico a livello mondiale sul futuro dell'umanità e degli equilibri naturali del pianeta Terra.
Gli scenari prospettati dalle simulazioni computerizzate di quel periodo non destavano grandi speranze in positivo: a detta degli autori, era loro convinzione che dopo la pubblicazione di quel lavoro, vista la portata delle previsioni, i grandi del mondo avrebbero organizzato le dovute contromisure. In realtà la questione non fece molto scalpore, anzi, poco dopo tutto si ridusse al silenzio, tanto che gli autori stessi si convinsero che era troppo presto, che i segni di allarme del fenomeno da loro segnalato erano ancora troppo flebili, che bisognava aspettare che il male crescesse di misura.
Dopo vent'anni, nel 1992, ha visto la pubblicazione l'aggiornamento del precedente lavoro col titolo "Beyond the limits" dove si assume che i limiti della capacità da parte del pianeta di sostenere la pressione delle attività umane erano già stati superati.
Altro aggiornamento, ancora, nel 2004.
Molto interessante la ricerca pubblicata nel 2008 intitolata "Un paragone tra I limiti dello sviluppo e 30 anni di dati reali": il confronto risultante tra le previsioni del 1972 e i dati dei successivi tre decenni mostra la compatibilità con un collasso economico nel corrente secolo.

 

Che cosa abbiamo visto accadere nella direzione di una modifica sostanziale delle regole che governano lo sviluppo economico a livello mondiale? Qualche incontro e discussione, con immancabile nulla di fatto, fra i rappresentanti degli stati più industrializzati del mondo.
Nella pratica, negli ultimi dieci anni abbiamo però assistito concretamente all'arrivo di una crisi economica senza precedenti, scoccata dai merati finanziari mediante i quali si è dato il là alle fasi economiche del mercato reale: niente di misterioso, niente di fatalistico, tutto voluto e preordinato.

                                

Quale filosofia striscia sotto e dietro i limiti dello sviluppo, ben conosciuti dai potenti del mondo, ossia da coloro che detengono la maggior parte della ricchezza del pianeta? Dando per scontato che il processo di accentramento del potere e della ricchezza continui come i fatti hanno dimostrato negli ultimi tempi (il 20% degli abitanti del pianeta detengono il 80% della ricchezza mondiale ma 80 persone al mondo detengono il 50% della ricchezza globale), il sistema sarà governato senza modifiche particolari attraverso più frequenti e disastrose recessioni finanziarie ed economiche che - abbiamo ben capito - colpiranno le fasce sociali economicamente sempre più deboli, le quali incideranno così sempre di meno sui consumi e sulle risorse globali.
Le prospettive per uno scenario di questo tipo fanno facilmente pensare a malcontento generalizzato e a conseguenti, crescenti tensioni sociali con prevedibili ma innominabili conseguenze.

 

 

Quel futuro, che con molta probabilità io non vivrò, mi fa rabbrividire, a meno di un miracolo i cui presupposti oggi ancora non si vedono.

 

 

 
 
 
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