Creato da FlamineFurrinale il 12/01/2015

Così in terra

Cose di questo e dell'altro mondo

 

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Una ricostruzione: contrapposizione alla distruzione

Post n°6 pubblicato il 15 Febbraio 2015 da FlamineFurrinale

 

Bene, anzi, malissimo.
Siamo alla resa dei conti: quando i risultati concreti, tangibili, dimostrano l'inequivocabile, anche i “ciechi” dicono di tornare a vedere, anche gli stolti dicono di tornare a capire. Viviamo in un mondo, oggi, molto più complicato che complesso, volutamente complicato da chi lavora e vive per renderlo tale, poco comprensibile per la maggioranza (se così non fosse, forse avremmo governi diversi) fatto di questioni apparentemente solo per inarrivabili specialisti.

L'Isis sembra espandersi a macchia d'olio nel Medio Oriente, senza apparente resistenza da parte di Stati che sembrano piegarsi come filo di stagno sotto l'azione di uomini armati di artiglieria per lo più leggera, rappresentati dai media come inarrestabili sgozzatori, assetati di vendetta contro l'imperialismo liberista occidentale: da alcuni giorni ci viene riferito che anche la Libia, ormai, sarebbe assoggettata a questa forza di irresistibili conquistatori, e ci viene sottolineato che soltanto una striscia di mare ci separa dai tagliatori di gole, capaci di colpirci con una pioggia di missili di breve gittata (strano, prima d'ora non avevo mai sentito parlare di missili utilizzati dall'Isis: ricordo, invece, Gheddafi... Fino a “ieri” nessuno si preoccupava di questa eventualità, del fatto che gli arsenali libici potessero cadere nelle mani di nuovi padroni, oggi perciò si parla di “urgenze”).


Un po' di autocritica -

Ci venne detto, un po' di anni fa, che dal Medio Oriente bisognava estirpare Al-Qaida, responsabile di azioni terroristiche in giro per il mondo, insieme a certi Stati complici: durante l'occidentale, armata estirpazione del virus terroristico ci venne abbondantemente spiegato che tutto ciò sarebbe risultato propedeutico all'esportazione, in quelle aree, della democrazia, ancora occidentale.
Ci venne detto, alcuni anni fa, che non era più tollerabile sopportare l'impunità del capo della Libia, perché reo di calpestare i più basilari diritti umani dei suoi abitanti, e che quindi diventava imprescindibile la decisione di annientarlo, per dare inizio – ancora - ad un giusto processo di democratizzazione del paese.

Oggi, dopo che il tempo ha contribuito a diradare la nebbia di gran parte delle menzogne raccontateci all'abbisogna, apprendiamo che la democrazia, nei suddetti paesi, rimane un beato pretesto per scopi a dir poco di natura esattamente contraria.


Un po' di sano realismo -

Dovremmo sempre pensare: che coloro che decidono che una certa guerra “s'ha da fare” sono sempre un infimo numero, rispetto alla maggioranza che pensa che la guerra non sia mai una soluzione da praticare; che coloro che decidono rimangono sempre ben riparati, nelle lontane retrovie, rispetto ai fronti combattuti; che coloro che soffrono le conseguenze dirette delle guerre, fanno sempre parte di quella maggioranza che la guerra la vive e la subisce sulla propria pelle, senza cercarla né volerla; che la guerra non si indice mai per referendum popolare, e chissà perché; che coloro che ci raccontano oggi le cose, come dovrebbero essere, sono ancora gli stessi che ce le raccontavano cinque, dieci, quindici anni or sono, quindi nulla è cambiato nella sostanza.


Un po' di sincerità -

Oggi non si trovano i soldi per sostenere le forze dell'ordine pubblico sul nostro territorio nazionale: manca la benzina per le auto, mancano giubbe antiproiettile per gli agenti, mentre la malavita si attrezza con armi sempre più pesanti, e sempre più esercizi commerciali chiudono anche per la paura delle conseguenze delle aumentate rapine. I nostri governi, però, continuano a finanziare truppe e mezzi militari in Afghanistan: finora risultano spesi dal nostro paese cinque miliardi di euro; qui, a casa nostra, ci pensa la Caritas, non il governo Renzi con i suoi stipendiati, a riempire, per esempio, il piatto di plastica di pasta asciutta a tanti, ma tanti, italiani, ogni mezzogiorno.


Concludendo -

Qui non si tratta di fare di tutta un'erba un fascio, il discorso sarebbe lungo ed articolato, ma per coloro che finora non hanno capito, che ancora non comprendono che troppi problemi che ci attanagliano hanno una comune origine, che chi ci racconta fandonie sono gli stessi che fomentano il disordine e poi offrono anche le soluzioni... qui si tratta di vivere o soccombere sotto i colpi di una “elite” che non lascia scampo, altro che Isis, Al-Qaida, Saddam, Gheddafi...



Una provocazione su tutte -

Perché i nostri paesi europei, insigniti del Nobel per la pace, oppure gli Stati Uniti, come molti altri, nessuno escluso, non imitano il Giappone che ha scritto nella sua Costituzione che non può combattere fuori dai suoi confini geografici?

 

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Commenti al Post:
nell.ombra
nell.ombra il 15/02/15 alle 22:26 via WEB
E ma tu vuoi la guerra! (commento scaturito dalla tua provocazione finale).
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 17/02/15 alle 22:30 via WEB
Che cosa te lo fa pensare? Non comprendo, spiegami. :)
 
gaza64
gaza64 il 16/02/15 alle 17:30 via WEB
Innanzi tutto complimenti per il titolo:)
Poi, credo che esistano molti buoni esempi, oltre a quello da te citato riguardo al Giappone, che potrebbero essere adottati dal nostro paese facendo tesoro di esperienze maturate in altri luoghi e che, altrove, hanno prodotto ottimi risultati.
Rispetto alle guerre ed alla presunta necessità di combatterle, non credo si arriverà ad una risoluzione definitiva se non smettendo di produrre armi di qualunque tipo sostituendo l'impegno economico per impedirne l'uso, con quello volto ad un reale abbattimento delle cause che le permettono e che, ancora una volta, vedono negli stessi protagonisti le vittime di carnefici occulti.
Il disarmo è l'unica arma per combattere la violenza che le armi amplificano.
E la coerenza è ciò che avrebbe dovuto contribuire ad assegnare il premio Nobel per la pace a chi non ha mai "spacciato" armi né guerre per combatterle.
Un caro saluto.
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 17/02/15 alle 22:58 via WEB
Grazie. :)
Ritengo di non dovere aggiungere una parola a quanto hai scritto.
Bye.
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 18/02/15 alle 06:15 via WEB
Chi è solito usare la violenza come quei poveracci da te indicati non ha vita facile, perché in realtà hanno un complesso di inferiorità troppo grande da poter essere sopportato. L'unico modo che conosco per aiutarli è concedere loro l'opportunità di avere tutto ciò che vogliono.
Così poi, oltre il complesso di inferiorità, dovranno sobbarcarsi pure l'onere di gestire il mondo di cui si sono impadroniti.
E allora forse capiranno... o forse no.
Quano agli "sgozzamenti" non credo che esista un modo più piacevole di andarsene da questo mondo, sennò ci saremmo già suididati tutti in massa da un pezzo...
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 18/02/15 alle 06:22 via WEB
Errata corrige:
"Chi è solito usare la violenza (come quei poveracci da te indicati) non ha vita facile, perché in realtà ha un complesso di inferiorità troppo grande da poter essere sopportato. L'unico modo che conosco per aiutarli è concedere loro l'opportunità di avere tutto ciò che vogliono. Così poi, oltre il complesso di inferiorità, dovranno sobbarcarsi pure l'onere di gestire il mondo di cui si sono impadroniti. E allora forse capiranno... o forse no. Quanto agli "sgozzamenti", poi, non credo che esista un modo piacevole per andarsene da questo mondo, sennò ci saremmo già suicidati tutti in massa da un pezzo...
 
   
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 19/02/15 alle 20:35 via WEB
Il complesso d'inferiorità o superiorità che sia, non esiste finché qualcuno non te lo fa notare, o non te ne fa prendere coscienza.
Impadronirsi del mondo è proprio l'obiettivo ultimo perseguito, ed il giorno in cui dovessero arrivarci sicuramente sarà per loro una gran festa. Purtroppo per gli altri, invece, incomincerà una schiavitù senza eguali.
Gestire il mondo, oppure una nazione non credo possa fare molta differenza visto l'impegno profuso dai nostri governanti, per esempio, ed infatti propendo per la tua seconda opzione: non capiranno.
Potendo scegliere la modalità del trapasso, preferirei una "innocua" punturina.
Grazie, Alfredo. :)
 
     
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 19/02/15 alle 23:23 via WEB
Gli schiavi vanno sempre in coppia.
Sono legati entrambi agli estremi della stessa catena.
Diceva Seneca che sono molti di più i padromi ammazzati per mano degli schiavi che gli schiavi uccisi dai padroni.
L'eventuale padrone del mondo si illude di di essere tale, perché può comandare al massimo tre persone direttamente sotto di lui e queste tre altre dieci sotto di loro e queste diesci altri cento subalterni e così via.
Alla fine ognuno fa come gli pare...
 
     
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 20/02/15 alle 22:33 via WEB
:)))
Seneca lo diceva probabilmente per non avere fatto in tempo a conoscere la storia dei neri africani deportati in America...
Tutti i sistemi di controllo, comunque sia, hanno i loro punti critici, ed hanno anche una loro scadenza, dato che nulla è in eterno: considerazione alquanto poco consolante per uno schiavo destinato a rimanere tale in vita. Schiavi seguaci del Nulla a parte, che potrebbero sentirsi indifferenti alla loro sorte, immagino. :))
 
     
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 23/02/15 alle 10:30 via WEB
Forse nello "schiavo" l'istinto di sopravvivenza è molto più forse dell'istinto di libertà.
Non si riuscirebbe mai a far vivere in gabbia una rondine, per esempio.
 
     
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 23/02/15 alle 10:32 via WEB
Preferirebbe lasciarsi morire, piuttosto.
 
     
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 25/02/15 alle 16:07 via WEB
Riguardo a uno schiavo del nulla non mi saprei esprimere. :))
 
     
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 25/02/15 alle 21:48 via WEB
Condizione necessaria e sufficiente perché si verifichi la schiavitù, è la presenza di almeno due soggetti, di cui è il padrone.
Nel Nulla non c'è alcun soggetto, né attivo, né passivo.
Soltanto azione pura: potere infinito ma non_manifesto.
 
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