MEMORIE DI UNA GEISHAIl cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla. Area personale- Login
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ECCO…
Post n°742 pubblicato il 29 Luglio 2012 da gameplayer
Mi sento uno zombie, e forse lo sono anche, mi trascino per la casa, costantemente in pigiama, indifferente a tutto quello che mi circonda, rispondo al telefono se ne ho voglia, altrimenti lo guardo squillare… E’ morto qualcosa di me e non riesco a trovare una nuova collocazione a ciò che è rimasto, tutto mi sfiora e non lascia traccia, vedo occhi indagatori che mi scrutano, mia madre è convinta che farò qualcosa di insensato, mi fa discorsi di come bisogna accettare le cose che accadono, senza lasciarci prendere dalla disperazione…le sorrido e dico sì sì muovendo la testa come i cagnolini che si mettevano dietro al pianale negli anni 70. Il tempo, ci vuole solo tempo e questo dolore sordo passerà, questo cercarla con gli occhi, queste lacrime pronte sempre ad uscire si placheranno… Nei momenti più impensabili eccole lì che a tradimento scorrono… la mia piccola pelosona maremmana ( Passione che ci accumunava con mio padre … Lui aveva la sorella della mia Luna) non c’è più e devo farlo comprendere al cuore. Ieri come una specie di illuminazione ho compreso, il fatto che fosse solo e non avesse assistenti tranne me, il fatto che avesse mandato via l’infermiera e mi guardasse in un certo modo evitando il mio sguardo sapeva che stava per darmi una terribile notizia , aveva già deciso che l’operazione era inutile perché aveva visto quello che io in realtà non volevo vedere… che lo stato generale era precario e che non ce l’avrebbe fatta e sarebbe accaduto quello che ho sempre temuto di più, cioè che soffrisse. Ed improvvisamente tutto quello che mi ha detto mercoledì mentre piangevo e cercavo di accettare l’idea si fanno strada nella mia coscienza. Ecco la mia mente ragiona, razionalizza, ma il cuore è tutt’altra cosa, il cuore piange, si dispera e vorrebbe urlare, urlare all’infinito ma quell’urlo è chiuso lì nella gola , che preme, spinge ma che non faccio uscire… Mi guardo intorno, la casa è lo specchio della mia indifferenza, dovrei fare qualcosa ma nulla, non mi viene di fare nulla e ciondolo di qua e di là ,letto divano, sedia , persiane chiuse e i rumori e le parole intorno a me lontane. Tu … lontano, perso nelle tue cose, solo tu forse, mi raggiungeresti…
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