Post n°6995 pubblicato il
14 Gennaio 2019 da
manu78_it
"Rinunciò a tutto, anche al figlio tanto amato, pur di salvare se stessa e diventare quello che voleva essere: una persona libera"
Sibilla Aleramo, una delle più famose e controverse letterate del Novecento...Scandalosa, avida di vita e di amore ha ancora tanto da insegnare.
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Non molti giorni fa ho terminato "Una donna" di Sibilla Aleramo. Un romanzo autobiografico intenso, amaro, struggente, che attraverso le vicissitudini dell'autrice affronta un tema di cui mi ero già occupata per la stesura della tesi di laurea: la condizione di estrema inferiorità cui erano ancora costrette le donne tra fine Ottocento e inizio Novecento. Condizione che leggendo questo libro ho toccato con mano, sfiorando i tormenti della protagonista, costretta finanche ad abbandonare il suo bambino per sfuggire al suo carceriere. Per la legge del tempo, infatti, i figli erano "di proprietà" del marito e se la moglie decideva di lasciarlo non poteva portare con sé la prole.È stato agghiacciante assaporare cosa subisse il sesso - di dato e di fatto - debole, senza possibilità di giustizia alcuna; quanto le donne fossero poco padrone di loro stesse e paradossalmente dei figli cresciuti nelle loro viscere. "La legge diceva ch'io non esistevo. Non esistevo se non per essere defraudata di tutto quanto fosse mio, i miei beni, il mio lavoro, mio figlio!"Sibilla Aleramo ha scritto pagine ricche di acume e sensibilità. Pagine che invitano a non dare per scontati i diritti di cui beneficiamo oggi e a non dimenticare la sofferenza e le battaglie occorse perché potessimo goderne."Ed ero più che mai persuasa che spetta alla donna di rivendicare sé stessa, ch'ella sola può rivelar l'essenza vera della propria psiche, composta, sì, d'amore e di maternità e di pietà, ma anche, anche di dignità umana!"