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Concorsi pubblici : una possibilità in piu o no?

Post n°17 pubblicato il 05 Giugno 2018 da flavio666
 
Foto di flavio666

A Torino il 23 Maggio si é tenuta la prima prova di concorso per Operatori SocioSanitari al quale hanno partecipato piu di 4mila persone su 7mila iscritti.

Il miraggio del posto fisso abbaglia ancora molte persone di tutte le età dai giovanissimi ai non piu giovani fino ai prossimi alla pensione che vorrebbero chiudere in bellezza.

La prova di selezione riguardava materie proprie della professione con quesiti interessanti  di cui alcuni peraltro discutibili per la formulazione ma molto usati nei test di selezione per poter indurre meglio in errore i candidati.

Trenta domande a cui rispondere in trenta minuti e alle quali non tutti sapevano rispondere correttamente nonostante fossero attinenti alla qualifica conseguita.

Tra i candidati c'erano molti diplomati e alcuni laureati ma forse mancava una preparazione specifica agli argomenti del test, che ha mietuto numerose vittime.

Tuttavia molti candidati hanno superato le selezione e sono rientrati nei primi tremila ammessi alla prova vera e propria che si terrà il prossimo 18 Luglio.

Molti di coloro che hanno superato la prova si sono sentiti rafforzati dal risultato anche se il vero esame deve ancora cominciare e per loro ci sarà parecchio da studiare a meno che non siano anche infermieri o quanto meno appassionati della materia.

Gli argomenti saranno sempre gli stessi ma con maggiore approfondimento e questa volta daranno luogo a punteggio valido per la graduatoria finale.

Unica pecca la riserva di quindici posti su venti per ex militari e appartenenti alle forze armate che va a ridurre il numero dei posti disponibili a cinque con oltre tremila candidati effettivi.

Poi venti posti sono probabilmente pochi se riferiti all'intera città di Torino che si avvale tuttora di agenzie interinali per la copertura dei numerosi  posti vacanti in ospedali e strutture sanitarie invece di assumere personale stabile.

http://giallosole.altervista.org/

 
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L'ITALIA DELLE RIFORME

Post n°16 pubblicato il 29 Maggio 2018 da flavio666
 

Tra i tanti problemi esiste quello della riforma del sistema pensionistico che non é mai stato posto seriamente da nessuna forza politica.
Infatti mentre in altri paesi i fondi pensione investono in immobili, aziende e obbligazioni nel nostro paese i versamenti per le pensioni sono assorbiti dagli enti previdenziali che hanno migliaia di dipendenti con troppe spese e servono solo a pagare spese e pensioni oltre a richiedere sempre il contributo dello stato per sanare i debiti.
Forse questa é un'anomalia che mai nessun governo ha corretto.

Allo stesso modo le amministrazioni pubbliche non hanno ancora imparato a gestire i servizi in modo efficiente e preferiscono subappaltare a aziende municipalizzate o private tutti i servizi invece di gestirli in proprio con un criterio economico risparmiando.
La politica é diventata sinonimo di spreco e non di efficienza mentre dovrebbe essere efficienza e rispetto dei cittadini, e non solo propaganda elettorale.

Poi il tanto decantato programma dei 5 stelle sembrava piu uno slogan elettorale che un vero programma di governo con le relative coperture economiche infatti non si parlava di riduzione delle tasse al ceto medio e a chi lavora (ma unicamente di flat tax che favorisce solo i ricchissimi) , mancava una vera fatturazione elettronica, una vera riduzione dell'IVA sui beni di prima necessità, mancava anche il miglioramento e razionalizzazione dei servizi e della scuola con programmi e testi seri e non solo nozionismo di quantità come ora, poi la revisione degli orari di lavoro verso l'obbiettivo delle 35 ore, mancava  l'eliminazione vera della burocrazia inutile e dei mille tributi locali.

Tutti temi cari agli italiani dei quali ci si dimentica appena dopo le elezioni.
Poi alcuni si sono soffermati sui costi della politica come  vitalizi o gli indennizzi ai parlamentari e ai Ministri mentre non hanno parlato nemmeno di riduzione delle spese dei ministeri, di riduzione delle spese militari, a cominciare dai 90 aerei F35 supercostosi commissionati agli USA e che ci costano 13 miliardi di Euro (alla faccia della crisi) .

Invece non si é mai parlato dei costi delle missioni internazionali e dell'emergenza migranti che potremmo affrontare a un decimo del costo direttamente creando centri di accoglienza nei paesi di origine (ma cosi nessuno ci guadagna...?)
Invece si parla solo di protezionismo dei prodotti italiani e di chiusura delle frontiere o di rimpatrio dei migranti mentre sarebbe utile affrontare il problema prima che si verifichi.
Innazi tutto occorre fare una netta distinzione tra immigrati e migranti.

Gli immigrati (regolari) nel nostro paese producono ricchezza perché lavorano, nelle fabbriche, nei servizi e nell'agricoltura pagando contributi e tasse che aiutano il paese, vien da sé che poi avranno anche diritto all'assitenza sanitaria e alla pensione avendo pagato.

I migranti di cui tanto si parla, invece sono rifugiati che hanno ottenuto lo status di rifugiato e un permesso temporaneo di soggiorno nel nostro paese e che al massimo tra uno o due anni devono tornare nel paese di origine semplicemente perché hanno accettato questo tipo di accoglienza temporanea in attesa che la guerra finisca.
Ora può darsi che molti migranti abbiano anche trovato lavoro e pagando le tasse richiedano un permesso di lunga durata ma di fatto pochi sono quelli che resteranno.
Poi tutti gli altri discorsi sono solo chiacchere da bar che finiscono in fondo ad un bicchiere.

L'idea di ritornare all'autarchia e chiudere le frontiere può esserci solo nella mente di qualche folle nostalgico mentre il mondo diventa sempre piu globalizzato e connesso.
L'Italia é un grande paese che contribuisce con i propri prodotti e le proprie capacità non solo interagendo con l'Europa ma con il mondo intero .
I prodotti cinesi derivano spesso da cooperazione con aziende italiane, che forniscono tecnologia e prodotti  aumentando le nostre esportazioni.

Il problema dei trasporti non é solo italiano infatti in altri paesi hanno investito sulle infrastrutture e sui trasporti ricavando utili notevoli nel lungo periodo mentre in Italia si chiudono centrali elettriche, tratti di ferrovia e servizi pubblici.

Lo stesso treno ad alta velocità per andare da Torino a Milano impiega un'ora per coprire la distanza di 120 Km (qualcuno dice 150 ma non fa differenza) ora un vero treno ad alta velocità come il TGV francese impiega circa un'ora e 50 minuti per coprire la distanza tra Lione e Parigi  ovvero di 450 Km con una velocità media di 270 Km all'ora fermate incluse.
Il nostro bellissimo ma costosissimo  treno invece viaggia ad una velocità massima di 170Km all'ora che francamente non serve a molto visti i costi. (le nostre linee ferroviarie costano circa sette volte quelle francesi)
Per questo la chiamano alta velocità "all'italiana" ovvero faccio finta di andare veloce e rallento il treno regionale che impiega circa due ore sempre per lo stesso percorso (70 km/ora di media) cosi faccio bella figura, No?
Magari migliorando i treni, facendo manutenzione alle linee, ai treni che spesso si guastano e sostituendoli con nuove vetture, ci potrebbe essere un servizio migliore.
Certo Trenitalia non avrebbe oltre 770 milioni di euro di utile ottenuti a scapito del servizio .

Certo alcuni soggetti politici sono dichiaratamente contrari all'alta capacità ferroviaria adducendo le motivazioni piu fantasiose, dall'inquinamento, al fatto che i treni elettrici spaventano gli animali selvatici.

Invece perché non dicono che un treno elettrico potrebbe creare una seria disoccupazione tra gli autotrasportatori della Val Susa oltre a ridurre l'inquinamento della valle?
Forse occorrerebbe invece una legge che obbligasse i cantieri e le infrastrutture (come ferrovie e autostrade) ad assumere personale locale per un periodo minimo di 5 o 10 anni e per garantire sviluppo e continuità a opere che devono essere votate al progresso e al futuro delle popolazioni locali e non fini a sé stesse.
Forse la soluzione non sta nel ridurre le opere pubbliche e le infrastrutture ma nel portare a termine quelle iniziate utilizzandole al meglio .
Ancora oggi infatti utilizziamo opere realizzate in passato dall'Impero Romano come acquedotti e strade oltre a fabbricati e ospedali molto belli realizzati in passato che appaiono ancora attuali.

Forse dovremo apprezzare di piu quello che abbiamo e saper cogliere l'occasione per migliorare magari copiando i nostri vicini di casa.

http://giallosole.altervista.org

 
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La sanità non é uguale per tutti

Post n°15 pubblicato il 29 Maggio 2018 da flavio666
Foto di flavio666

Non solo ma le regioni invece di proteggere i cittadini spesso creano leggi locali che penalizzano gli abitanti in una regione rispetto alle leggi nazionali .

Accade in alcune regioni prime fra tutte Toscana e Lombardia  che hanno introdotto il superticket, dove i cittadini residenti pagano le prestazioni in base a scaglioni di reddito diversi da quelli stabiliti dalla legge nazionale.

Alcune regioni hanno applicato il super ticket da 10 euro senza modifiche.Sono 9 e si tratta di Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche e Molise

In altre invece come la Toscana, sono stati cambiate le fasce di reddito per l'esenzione : infatti spetta ai redditi inferiori a 8mila euro (primo scaglione) poi ci sono i redditi tra 8mila e 14 mila sottoposti a ticket ordinario e infine tutti i redditi superiori ai 14mila euro sono gravati da addizionali a dir poco incredibili.

In altre regioni  invece vige la legge nazionale dove cittadini con redditi inferiori ai 36mila euro pagano il ticket normale sulle prestazioni sanitarie senza addizionali e costi aggiuntivi.

Facciamo un esempio : nel caso di una visita specialistica con un reddito superiore ai 14mila euro si paga un ticket di 52 euro mentre se si tratta  di un cittadino non residente in regione paga solamente 22 euro.

Allora viene da pensare che hanno ragione quelli che volgiono una sanità unica dello stato italiano con diritti e esenzioni uguali per tutti a livello nazionale.

Ad esempio sulle radiografie in alcune regioni viene imposto un contributo aggiuntivo di 10 euro (per digitalizzazione?) che non esiste in altre.

Sembra un altro modo facile per fare cassa ma che colpisce la popolazione che non conosce altre realtà e che non riesce a ribellarsi a questo stato di cose.

 
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Governo SI, governo NO

Post n°14 pubblicato il 29 Maggio 2018 da flavio666
 
Foto di flavio666

"Questo governo non s'ha da fare" ... sembra un frase tratta da un romanzo del Manzoni e invece é diventata realtà.
Con tutte le ragioni del caso anche i politici sembra non abbiano piu la capacità di adattarsi e di negoziare, perché la politica e la vita sono sempre un compromesso e come sempre sopravvive chi si sa adattare.
Ancora una volta i conque stelle non hanno saputo mettersi d'accordo facendo i duri e puri, forse perché effettivamente non sono ingrado di governare realmente un paese ma sono solo l'espressione di un movimento che esprime le aspirazioni e le proccupazioni degli italiani senza però avere programmi reali e fattibili .
Infatti l'idea del reddito di cittadinanza potrebbe essere valida a condizione che ci siano le coperture, ma in quel caso forse sono prioritarie le pensioni visto che i nostri lavoratori hanno versato molti soldi per tutta la vita e hanno il diritto di vedersi riconosciuta una pensione decente.
Rifiutare le regole sottoscritte dell'Unione Europea significa rinnegare sé stessi e la credibilità dell'Italia in Europa, ma anche fare un passo indietro verso il baratro, visto che quelle regole le abbiamo scritte e approvate anche in Italia.
Solo che i tempi sono cambiati e non siamo piu nel dopoguerra, il duce é morto e i suoi successori sembra che non sappiano che pesci prendere...
La storia spesso si ripete e nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi, esistono tante teorie e poche certezze.
Alcune sembrano buone, altre peggiori, altre ancora bellissime ma irrealizzabili come "il paese delle meraviglie" descritto nelle fiabe e da alcuni politici .
Forse occorre un pò di concretezza e meno teorie, oltre aun minore asservimento alle teorie economiche apprese sui banchi dell'università e imposte dai poteri forti dell'economia e industria che premono per un liberismo senza regole.

http://giallosole.altervista.org

 
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La sanità non é uguale per tutti

Post n°12 pubblicato il 02 Dicembre 2016 da flavio666
 
Foto di flavio666

La sanità non é uguale per tutti  si sa ma le regioni spesso creano leggi locali che penalizzano i cittadini residenti.

Come dire che se sono residente devo pegare di piu .

Accade in alcune regioni prime fra tutte Toscana e Lombardia  che hanno introdotto il superticket, dove i cittadini residenti pagano le prestazioni in base a scaglioni di reddito diversi da quelli stabiliti dalla legge nazionale.

Ci sono regioni che hanno applicato un super ticket da 10 euro senza modifiche.

Sono 9 e si tratta di Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche e Molise

In altre invece come la Toscana, sono stati cambiate le fasce di reddito per l'esenzione che spetta solo ai redditi inferiori a 8mila euro (primo scaglione) poi ci sono i redditi tra 8mila e 14 mila sottoposti a ticket ordinario e infine tutti i redditi superiori ai 14mila euro sono gravati da addizionali a dir poco incredibili.

In altre regioni  invece vige la legge nazionale dove cittadini con redditi inferiori ai 36mila euro pagano il ticket normale sulle prestazioni sanitarie senza addizionali e costi aggiuntivi.

Facciamo un esempio : nel caso di una visita specialistica con un reddito superiore ai 14mila euro in Toscana si paga un ticket di 52 euro mentre se si tratta  di un cittadino non residente in regione paga solamente 22 euro. 

Allora viene da pensare che ha ragione Renzi a volere una sanità unica dello stato italiano con diritti e esenzioni uguali per tutti a livello nazionale.

Ad esempio sulle radiografie in alcune regioni viene imposto un contributo aggiuntivo di 10 euro (per digitalizzazione?) che non esiste in altre.

Sembra un altro modo facile per fare cassa ma che colpisce la popolazione che non conosce altre realtà e che non riesce a ribellarsi a questo stato di cose.

giallosole.altervista.org

 
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