Creato da poverotroviero il 07/10/2006

Il gioco

delle schegge di vetro

 

 

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Alessandro Piperno

Post n°160 pubblicato il 23 Novembre 2011 da poverotroviero
 

Persecuzione, il fuoco amico dei ricordi

 

(la chiamata del Daimon)

"No, no, la carta no! Brucia subito e non serve a niente." Leo aveva sentito una delle piccole mani di lei sfiorargli il fianco, come se nel risollevarsi avesse avuto la tentazione di appoggiarsi a lui. Mentre questa laboriosa operazione veniva consumata Leo si era sentito minacciato da un odore acuminato e acerbo di ragazzina imbronciata: la versione diluita e femminile del tanfo sprigionato dalle stanze degli adolescenti. E ancora una volta aveva avvertito nell'aria una spiacevolissima impressione di concupiscenza. Un impressione. Che, ora che il fuoco era tornato a vivere e Leo era tornato a sedersi, non svaniva. La domanda era: chi concupiva chi? Non certo lui. Ma d'altra parte non c'era niente in quella ragazzina che lasciasse trapelare né un'esplicita né un' implicita volontà di provocarlo. Ma se lei non lo stava provocando, allora perchè lui si era messo a pensare a ciò che fino a quel momento non gli aveva mai attraversato l'anticamera del cervello?
Era come se solo ora Leo stesse realizzando non soltanto che quella era una ragazza, ma per di più la ragazza del suo Samuel. E che se lei ora era lì, nel salottino dove da anni i Pontecorvo perprtuavano i loro immacolati dilli familiari, lo doveva a lui. Esattamente, a Leo. Era lui, il padre irresponsabile, ad aver permesso al figlio pubescente di portare in vacanza con sé la sua fidanzata. Come se fosse stato un adulto.

 
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L'Altoparlante

Si dice che dell'impianto hi-fi, tardi anni '70, ereditato da suo cugino, ormai più di vent'anni fa, Andrea abbia conservato un solo  altoparlante: stromento idoneo alla diffusione d'intrattenenti alchimie sonore.

Sembra, però, che tale dispositivo, smarrita presto la propria attrattività, sia a lungo rimasto inoperoso, adagiato su una mensola, seducente polveri dalla stanza.

Si dice, inoltre, che due cavi elettrici pendenti dagli elettrodi dell'altoparlante, animati da una misteriosa tensione magnetica, abbiano trovato agio, di volta in volta, di collegarsi all'antenna della radio, alla presa del telefono - insolenti, capaci per sino di raggiungere il web.

Sembra che sì furbescamente intercettate voci maligne e ingiuriose, chiacchiere e commenti maliziosi, il diffusore acustico, frustrato dal lungo oblio, scuotendo l'annosa polvere dalla propria membrana, abbia cominciato a parlare; riferendogli chiacchiere e pettegolezzi, raccolti via telefono, radio e internet.

Si dice che Andrea, ascoltata la gracchiante voce del vecchio apparecchio, abbia deciso di restituire alla erratica lettura dei blogger la sintesi di tali mormorazioni.

Sembra che in Trastevere, in luogo abitato da voci poetiche, egli stesso le abbia bisbigliate, leggendole per non doverle ricordare.

 

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Suggestione Campaniana

Morta parte da me

la mia voce,

per approdare alla deriva

dei sensi scolpiti

nelle candide rocce;

ove il tuo viso m'apparve,

ombra d'un sorriso sterile,

solido velario

d'una scena tragica.

 

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Quando l'orizzonte di riferimento non è più in ordine a ciò che è "permesso", ma in ordine a ciò che è "possibile", la domanda che si pone alle soglie del vissuto depressivo non è più: "Ho il diritto di compiere quest'azione?", ma "Sono in grado di compiere quest'azione?"

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