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BACK TO BLACK
He left no time to regret, kept his dick wet, same old safe bet. Me and my head high, and my tears dry, get on without my guy, you went back to what you knew, so far removed from all that we went through, and I tread a troubled track, my odds are stacked, I'll go back to back. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her and I go back to...I go back to us, I love you much; it's not enough, you love blow and I love puff, and life is a pipe, and I'me a tiny penny rolling up the walls inside. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her, and I go back to...
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S'I' FOSSE FOCO (SONETTO DI CECCO ANGIOLIERI)
SMILE: THE LIFE IS SO GOOD!
LOVE HER AGAIN (DAL CD "ALONE" DI G.M.)
THE SECRET (BY GIOV@NNI)
Messaggi di Gennaio 2016
E' l'alba. S'illumina il mondo come l'acqua che lascia cadere sul fondo le sue impurità. E all'improvviso nel chiarore infinito di fronte a me un pensiero mi avvolge e mi fa paura perché non riesco a capire, nel confuso chiaroscuro di luminosi colori se mi appartiene davvero o è caduto da un angolo di cielo; così, come un giorno d'inverno, senza macchia, trasparente come vetro. Strano adesso il desiderio di addentare la polpa candida e dura d'un frutto o di unirmi all'aspirare l'aria in un bosco di pini in chissà quale angolo nascosto del mondo. Deserto fatto di me, deserto dentro, deserto qui fuori, silenzio che ammutolisce ogni umore, gocce di nero che si staccan dal cuore insieme alla sabbia che fine segna il tempo in una clessidra di vetro. Ricerco quel che rimane della mia voglia di sognare, del desiderio di restare aggrappato a un filo sottile fatto d’argento e di cullarmi avvolto come crisalide dal vortice di mille altri piccoli fili che, da quell’unico, si dipanano in mille riflessi che appartengon a nuove stelle che appaiono poco per volta ad ogni mia oscillazione. Chissà, forse anche voi immobili e vaghe, forse anche voi avete un centro che al pari d’un anima mi parla sottovoce quando vi guardo, e penso che forse non ci ameremmo tanto se le nostre anime non si vedessero da lontano, e certamente non saremmo così vicini, chissà… Poi, osservo un puntino piccino nel celeste d’un cielo infinito, m’accorgo che è il volo d’uno storno che staccato dagli altri mi si avvicina; apre il becco come volesse parlare ed io nel vederlo accanto in cerchi più stretti volare, gli dico senza alcun suono queste parole: “Sì, è così, tra te e me c'è solo una differenza di grado: tu hai le ali e puoi volare, tu hai il tuo cielo ma non sai attraversare le barriere degli uomini tutti senza doverti ferire, io ho le mani, non ho piume e non posso volare ma solo pensare”. Finito, dirà un giorno madre natura, finito di ridere e di piangere e forse sarà ancora la vita immensa che non vede non parla non pensa. Così, mentre il mondo rimane e non aiuta, statico, inerme, ignobile, l'orlo dei gemiti riscalda e si tramuta in vasi densi di nettare che si aggiungono a quelli già stretti tra le mie braccia di cera, e le mie dita che accarezzano e si intreccian le stelle mi distolgono da una dolce vaghezza certamente scesa nel cuore sincera... è già tardi e sui miei occhi ora dolce scende la sera.
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Si divertiva, lei. Tra il serio e il compiaciuto, sorda alle mie grida d'aiuto, mirava dritto al mio cuore con le sue tristi parole. Io mi incupivo e mi voltavo a nascondere il viso, e lei con le dita mi prendeva e mi rimetteva al mio posto, come si fa con un quadro, che non è più dritto ma obliquo, e pende dalla parte dove ha perso l'appoggio; poi scivolando va giù sempre più giù... E mi guardava negli occhi, lei. E mi carezzava dicendo parole che non riuscivo a capire, ma nel mio involucro morbido di peluche provavo un senso di dolore ad ogni carezza che mi pungeva fin dentro il cuore, come fossi spogliato della mia pelle e percepissi dolore. Vedevo i suoi occhi. Erano due grosse polle d'acqua in cui scrutava il mio volto quasi lanciando lampi di gelosia per la mia staticità e il mio eterno sorriso dipinto con stoffa rosa a formare un piccolo cuore. Sciocca, lei e ingenuo, io. Io che restavo, e sognavo, e speravo, come nella favola di Pinocchio, di rivestire di carne il mio involucro rozzo colorato di rosa e di giallo. Percepivo sensazioni di vuoto e di silenziose assenze come rotolassero dalle sue dita attraverso la mia morbida pelliccia di velluto. Non ci fu mai gelosia, nulla di questo da parte mia. C'erano solo orizzonti viola disciolti in due oceani di malinconia. E oltre la nebbia, di là dai vetri freddi d’inverno, mi vedevo flottare perso laggiù sullo sfondo cadente, su quella linea insensata e invisibile dove lo sguardo osa ma non si posa; su quella ferita del mondo che non è più cielo e non è ancora mare, lontano, in fondo nel vuoto, dove l'azzurro si macchia di blu. Proprio lì, la vedevo, sì proprio lì, c'era la mia anima sola, obliquamente appesa; io, rimanevo immobile, pupazzo di pezza dagli occhi dipinti di blu, le orecchie rosa piccole alzate, il naso all’insù. Le braccia morbide lungo i fianchi posate, poi un battito lieve, un colpo più forte di un cuore nascosto fatto di pezza; e rimanevo, lì, immobile, nel buio più nero sopra un cuscino; lei ha chiuso la porta, con un lieve fruscio e mi ha messo seduto di sghembo a guardare la polvere d’oro dalle stelle cadere, come lacrime fatte di ghiaccio che attraversano il viso e poi... più nulla fanno vedere.
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Scandisce il tempo la mia anima inquieta in assolo di ricordi, in volteggi di speranza; e tutto è ticchettio d'istanti sospesi mentre la memoria scava ed il campanile riporta il suono che non dimentica passi e cadute in questa vita. Non ci sono più lucciole a dare grazia al buio, e nello stagno secco, il coro delle rane non accompagna il fruscio dell’orzo. Non molto resta di quel tempo fanciullo: solo i miei occhi antichi e un raggio di luna a rischiarare parallele solitudini. Lentamente muore il buio e lascia il mare di ogni tempo abbracciato al mio dolore. Lentamente si dipinge e sale il soffio dell'immenso e prende forma un nuovo cuore. Lentamente nasce amore e sento l'alba che mi avvolge come sogno vola da ogni fiore. Una fata ed un mago d’argento, come delfini emersi dalla luce del mare, avvolti da luce azzurrina, insieme compiono la più grande magia. Uniti nei corpi e nelle menti, turbinando immobili su pietra nera, vorticando e bevendo primordiali flussi, insieme compongono la danza delle ore. Hanno fermato il tempo. Hanno placato il vento. Hanno riempito di stelle il cielo. Hanno dato luce al giorno. Ed ora donano calore alla neve e dolcezza al mare. Hanno passato un arco di pietra fissato nel tempo, hanno vissuto ai confini del mondo ed ora sono persi nel loro turbinare, incantati dalla loro stessa danza, ubriacati dai flussi primordiali. Stanno fermando il tempo. Stanno vorticando nel vento. Riempiono di luce il giorno, riempiono di sogni la notte. Hanno donato morbida neve al monte e splendidi riflessi al mare, piccoli grandi sogni cadono in un pozzo profondo, così, ai confini del mondo.
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Sentirmi perso in quel silenzio che scorre nel vuoto dei pensieri, vedere il buio che lo colora della notte discesa sui miei occhi…ma poi sentire il pennello di un sogno dipingere in quel vuoto un sole che è per me una nuova bussola. In albe e tramonti abbracciati nel cielo su orizzonti confusi dal tempo, seguo la bussola che mi conduce dove nel mare nuota l’infinito. La mano della dolcezza chiude le palpebre al rancore ed il buio che nasconde il niente, toglie voce a lamenti spenti. L’alito di un sussurro lontano, come ali di farfalle senza sole si spande nella casa della nebbia. Accarezzando il volto dell’alba che torna ad accendere i sentimenti, la mano della notte che si dissolve col corpo senza forma della nebbia, prende tra le dita il pianto spento di lamenti erranti senza meta. Non è il paradiso che il mio cuore cerca, è solo il sorriso della quiete… e volgendo lo sguardo a levante lo vedo, ha il colore dell’oro sulle labbra dell’alba.
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Notte che copri di nero le cose che adesso non riconosco più, notte di stelle lontane come macchie di bianco su un quadro dipinto da un folle e mai finito… In questo silenzio che riempie ogni cosa, in questa notte di stelle, in questo mare fatto di nuvole nere, aspettami, non ti lascerò sola. Ho visto una luce brillare lontano tra mille altre più forte che come un cuore pulsava. Mi sono lanciato a rincorrerla per bruciarmi col suo calore la pelle. Quante volte tu mi hai cercato, quante volte non mi hai trovato! E nel buio sentivo gridare strane parole in una lingua lontana. Quante volte volevo sapere se dovevo venirti a cercare o eran solo parole d’amore che nel cuore non riuscivo a tenere. Quelle sere sentivo che avevo ormai perso il mio asso di cuori; nella mano, solo il due di bastoni… Troppo poco per poterti donare quello che tu da me volevi trovare. Poi ho visto quel varco nel bosco, una fata mi ha detto dov’è, solo io ne conosco il segreto, basta fare… uno, due, tre! E si apre una porta segreta che si chiude poi dietro di me. Come Alì e i quaranta ladroni, solo che… non ci sono tesori, ma soltanto le fate e gli gnomi. Nei miei occhi leggevi i segreti, che per me volevo tenere, solo che avrei dovuto giocare quella volta il mio re di denari: sarei stato sì senza rivali ma avrei perso il mio gioco d’amore. Quello che tu volevi da me, solo adesso ho capito cos’è! Troppo tardi per ritornare, e spiegarti che come un bambino io piangevo qui dentro di me. Troppo tardi per riprovare, per trovare il coraggio di dirti che ancora dovevo cercare, che non ero sicuro di me. Sempre insieme in quel mondo diverso, parallelo a quello che c’è, lì saremo felici noi due, correremo abbracciati così… Sempre insieme in quel mondo di fate, senza invidie né falsi pretesti, tu, sarai la più bella che c’è! Senza invidie né compromessi anzi, solo uno ce n’è… E’ una cosa che non ti ho detto…L’ho scordata ma non mi pento, solo adesso ricordo cos’è: tu dovrai fidarti di me, sì, dovrai… fidarti di me. Sento il suono di questo silenzio che è fatto di battiti e di sospiri lontani e di musiche dolci ma tristi. E il vento da sotto la porta è come volesse intonare un magico suono di flauti e di arpe birmane. E tra i mille suoni una voce, la tua, che flebile dice: “ritorna, ritorna perché ho paura! Ho paura del vento, del suono del tempo che passa in questo silenzio che riempie ogni cosa"... E' solo un sussurro che viene più forte e mi spinge ai confini del nulla: “Che aspetti non lasciarmi mai sola!”. Ed il silenzio risponde per me in questa notte di stelle…In questo nero colore che riempie ogni cosa, nel buio dipinto di stelle in una notte un po' nera, che forse pensandoci bene a cercarla, in fondo... non c'era!
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INFO
L'IGNORANZA E' MENO ODIOSA DELLA PRESUNZIONE
NON FARE DEL BENE SE NON ACCETTI L'INGRATITUDINE
CI VUOLE TUTTA UNA VITA PER IMPARARE A VIVERE
LA FELICITA' E' FATTA DI POCHI ISTANTI
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INCONTRIAMO IL DESTINO SULLA VIA PER EVITARLO
L'amicizia: gli amici ti aiutano, i conoscenti ti salutano!
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A VOLTE UN PO' DI SOLITUDINE CI FA STARE BENE
Chissà perchè certe donne e certi uomini non cambiano mai! Com'è squallida l'umanità, e io ne faccio parte!
RONDINI (DAL CD "TIME OFF" DI G.M.)
Volano, come rondini volano
poi nel cielo scompaiono
i miei sogni così.
Tornano come rondini tornano
anche se non vorrei...
I miei sogni così.
Chi non ama ricordi non ha...
sempre solo restare dovrà...
Una vita vissuta così...
non vorrei...non vorrei.
Meglio ridere e piangere se...
se l’amore ora viene ora va...
fa soffrire, ma è meglio così:
solo non sarai...no mai!
I ricordi verranno da te
come gocce di pioggia...
cadranno giù...
dai tuoi occhi dal cuore e poi tu,
sognerai... Di tornar tra le braccia di chi... se ne andò..
senza dirti nemmeno perché...
Sognerai... Di fermare quel bacio... così,
che hai rubato alle labbra di chi...mai t’amò... mai t’amò.
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Alcuni si ricordano dell'educazione
solo quando la pretendono dagli altri
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FELICITà
Non parlate della vostra felicità a chi è meno felice di voi.
La felicità è come la febbre poichè tutti ci sono intorno per farcela passare.
SCENDI! (A SONG BY GIOV@NNI)
TURBOLENZE D'ONDE
Senza il tuo consenso nessuno potrà mai farti sentire inferiore.
POLVERE DI STELLE SULLE MANI
Io sono più importante dei miei problemi.
COME SPIGHE DI GRANO
Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole
Inviato da: cassetta2
il 06/06/2024 alle 18:52
Inviato da: virgola_df
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Inviato da: menegi53
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