Mondo Parallelo

Ritagli di vita e di suoni

 

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BACK TO BLACK

He left no time to regret, kept his dick wet, same old safe bet. Me and my head high, and my tears dry, get on without my guy, you went back to what you knew, so far removed from all that we went through, and I tread a troubled track, my odds are stacked, I'll go back to back. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her and I go back to...I go back to us, I love you much; it's not enough, you love blow and I love puff, and life is a pipe, and I'me a tiny penny rolling up the walls inside. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her, and I go back to...

 

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SI DEVE ESIGERE PIÙ DA SE STESSI CHE DAGLI ALTRI

Se a un certo punto un'amicizia o un amore cessano, forse non sono mai esistiti davvero.


aquila

 

S'I' FOSSE FOCO (SONETTO DI CECCO ANGIOLIERI)

 

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SMILE: THE LIFE IS SO GOOD!

 

LOVE HER AGAIN (DAL CD "ALONE" DI G.M.)

    

 
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FIAMMELLA SEMPRE ACCESA NEI CUORI

L'importante è come si vive e non quanto.

 

THE SECRET (BY GIOV@NNI)

 

Messaggi del 14/01/2015

IL CANCELLO

Post n°699 pubblicato il 14 Gennaio 2015 da menegi53
 
Foto di menegi53

 

 

 

 

 

 

Un viale un po’ scuro dai mille aceri secchi

porta al cancello nel grande piazzale,

è aperto, e la gente si ferma a guardare.

A volte, il cancello non s’apre, resta sbarrato,

e va e viene la gente per il lungo viale,

magari ha paura di disturbare

dei passeri il canto, e si ferma

per poterlo ascoltare.

Alberi secchi dai rami fitti,

che a volte i raggi del sole non lascian filtrare.

E quando è chiuso si ferma al cancello,

che ha cento sbarre di ferro, la gente curiosa.

Alla fine del viale, una statua di ferro

col sigillo dorato marchiato

nel petto del potente signore

del grande castello che si erge

oltre il nero delle sbarre di ferro

in mezzo al piazzale. Nere le mura nella torre

che svetta, non odono né vedon la gente

che tra i varchi dei ferri si ferma

curiosa, a guardare i giardini curati

tutt’attorno fioriti, di sempreverdi foglie guarniti.

E ogni anno, a quel grande cancello

mi accorgo che appare una nuova colonna

di ferro, per far posto ad un altro

che come me, si ferma

a scrutare la gente che passa

lungo quel viale; tra le nuvole bianche

su in cielo a far da contorno, vedo volare

bianchi gabbiani dalle ali spiegate

protese contro i raggi di sole

che scaldano i rami freddi di inverno;

e mille pensieri su di me sospesi

tengono acceso un braciere di luci

aspettando che piano la gente ritorni

a sbirciare tra i ferri anneriti

di quel cancello di ferro. Nel lungo piazzale

del viale un po’ scuro, macchiato di azzurro,

come il riflesso di mille specchi

distinto è il sussurro che piano si leva

dai rami nodosi di mille aceri secchi.

 

                                                           Giov@nni

 
 
 

TURISTA PER CASO

Post n°698 pubblicato il 14 Gennaio 2015 da menegi53
 
Foto di menegi53

Ho ritrovato il libretto di istruzioni per l'uso della gioia tra le nuvole più soffici del mio cassetto. Mille pensieri e un numero crescente di fate oltre il giardino. Si rincorrono le foglie gialle sull’asfalto bagnato, una sirena lacera l’aria immobile. Sfreccia un ciclista fischiettando e randagio un cane nero si lecca una ferita aperta da un cane più grosso di lui, scappato via ululando veloce, forse colpito dal rimorso. Come capita anche agli umani che, a volte, nemmeno sanno perché devono agli altri fare del male. Ricordo era ieri, ero salito sull’autobus sessanta express per recarmi a Piazza Venezia, poi un barbone con in mano una bottiglia sale e mi si accosta, sì, la bottiglia di frascati in mano e un alito da ammazzare un cavallo. Mi si siede accanto, e mi tende la bottiglia, mi guarda con occhio torvo e del color della brace, di sbieco, e mi sorride. Poco più in là un vecchio barcolla e a fatica si destreggia tra i sedili occupati e parla da solo facendo gesti inconsulti alla gente seduta vicino che lo guarda indifferente.” Peccato”, mi dico, “potevo fare a meno di obliterare il biglietto, mi sa che ho preso l’autobus della tristezza!” Eppure mi colpiva, ricordo, al di là di tutte le più strane congetture, l’indifferenza e il non vedere. Mi colpiva la grettezza umana non di chi era nei panni del povero ma di chi si divertiva allo spettacolo ostentato delle miserie di un uomo. Mi dava fastidio il continuo parlare e guardare il cellulare come archetipo d’uno stile di vita radicato e freddo nell’abitudine di tutti. E nel piccolo display, buttando lo sguardo qua e là, vedevo giochini, messaggini, foto, un “Tetris” moderno con tante caselle colorate che mi faceva ricordare quando ancora eravamo nel mondo dei primi balocchi elettronici; ma quello che più mi colpiva era la solitudine che trasudava da ogni mano che reggeva quello strumento, e il totale isolamento da ogni dialogo o rapporto con le persone. Un io che non tanto potevo definire limitato, né egoistico, ma un io fatto di ombre e ricoperto di ragnatele. Un io fatto di carne e di superfluo, come traspariva anche dal vuoto dietro agli occhi che mi fissavano come venissi da Marte solo perché in mano avevo la macchina reflex e non il telefonino. I sampietrini sembravano distruggere a poco a poco l’autobus e il rumore era assordante malgrado tutto. Porta Venezia. Scendo, e mi confondo con un nugolo di giapponesi che passano e a loro volta attraversano la strada vociando e scrutando in giro. Il sole abbaglia, nell’aria resa frizzante da un vento galeotto. E piano, antiche vestigia mi assalgono come mani protese soffocate dal tempo e dall’incuria dell’uomo. Pezzi di storia che piano cadono a pezzi, ingoiati dalla sporcizia e dalla maleducazione di uno spray a macchiarne il bianco del marmo. Trinità dei Monti. Piazza di Spagna, più in là via Condotti, vuota, coi suoi negozi pieni di luce, e le commesse eleganti in minigonna. Cammino piano, gente che aspetta, calessi nostalgici neri mi scorrono silenziosi accanto, lungo la strada; trasportano coppie di innamorati, stretti, abbracciati, in silenzio guardano attorno, un poco stupiti dal traffico lento. Io mi sento un po’ strano, come se attorno tutto si stesse sgretolando nel bianco di statue fatte di sale. Ero nato su un letto di emozioni con quel dono d'infinita pace in mano ma non so come e per colpa di chi l'avevo perso quel giorno. In ogni pagina dorata della mia mente nulla di diverso, le stesse, identiche parole: "Non allentar mai la corda, non c'è nulla che pesa e vale ricordare”. La vita in fondo è uno stato, sì, uno stato mentale. E l’eterna città mi guarda e mi sorride, mi accompagna con le sue mille statue e i suoi mille volti di pietra affacciati alle nicchie di vecchie mura consumate di storia, poi il vento si leva e mi porta a tratti mulinelli di musiche e di fragranze, e odo un sussurro, una voce dolce, una voce che mi prende dentro e mi fa innamorare, la voce di un cuore nascosto che batte in ogni via, in ogni strada, in ogni angolo recondito: “Se un giorno ti venisse voglia di piangere, chiamami, io non prometto di farti ridere, ma potrei piangere con te, nella mia solitudine fatta di illustri statue di marmo. Se un giorno tu decidessi di scappare, chiamami, porta con te il mio ricordo, non prometto di chiederti di restare, ma potrei scappare con te. Se un giorno ti venisse voglia di non parlare con nessuno chiamami, in quel momento prometto di starmene zitta. Ma, se un giorno tu mi chiamassi e io non rispondessi, ti prego, vienimi incontro di corsa, forse, sì,  forse… ho bisogno di te!”. Il cielo è adesso più chiaro, il sole nell’azzurro si è fatto accecante, e piano rimango riflesso e stagliato, lì sulla porta d’un antico bar, per cercare di entrare, come statua di cera, di fronte al museo delle cere.

 

Giov@nni

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: menegi53
Data di creazione: 23/11/2011
 

L'IGNORANZA E' MENO ODIOSA DELLA PRESUNZIONE

 

NON FARE DEL BENE SE NON ACCETTI L'INGRATITUDINE

 

CI VUOLE TUTTA UNA VITA PER IMPARARE A VIVERE

 

LA FELICITA' E' FATTA DI POCHI ISTANTI

aquila-immagine-animata-0012

 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

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INCONTRIAMO IL DESTINO SULLA VIA PER EVITARLO

L'amicizia: gli amici ti aiutano, i conoscenti ti salutano!

 

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A VOLTE UN PO' DI SOLITUDINE CI FA STARE BENE

Chissà perchè certe donne e certi uomini non cambiano mai! Com'è squallida l'umanità, e io ne faccio parte!

 

RONDINI (DAL CD "TIME OFF" DI G.M.)

 

Volano, come rondini volano

poi nel cielo scompaiono

i miei sogni così.

Tornano come rondini tornano

anche se non vorrei...

I miei sogni così.

Chi non ama ricordi non ha...

sempre solo restare dovrà...

Una vita vissuta così...

non vorrei...non vorrei.

Meglio ridere e piangere se...

se l’amore ora viene ora va...

fa soffrire, ma è meglio così:

solo non sarai...no mai!

I ricordi verranno da te

come gocce di pioggia...

cadranno giù...

dai tuoi occhi dal cuore e poi tu,

sognerai... Di tornar tra le braccia di chi... se ne andò..

senza dirti nemmeno perché...

Sognerai... Di fermare quel bacio... così,

che hai rubato alle labbra di chi...mai t’amò... mai t’amò.

 

NOTHING MORE

 

Alcuni si ricordano dell'educazione

solo quando la pretendono dagli altri

 

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FELICITÀ

Non parlate della vostra felicità a chi è meno felice di voi.

La felicità è come la febbre poichè tutti ci sono intorno per farcela passare.Felicità

 

SCENDI! (A SONG BY GIOV@NNI)

 

TURBOLENZE D'ONDE

Senza il tuo consenso nessuno potrà mai farti sentire inferiore.

 

 

POLVERE DI STELLE SULLE MANI

Io sono più importante dei miei problemi.

 

COME SPIGHE DI GRANO

Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole

 
 

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