Mondo Parallelo

ENJOYING THE SILENCE

Non ho più voglia di parlare, adesso voglio solo ascoltare, osservare in silenzio come tanti anni fa quando camminavo per ore da solo cercando qualcosa che neppure sapevo. Allora cercavo un nulla nel nulla senza parole, senza immaginare, niente di particolare, forse perché a volte mi sento come tradito, così, come quando da un dito che ho offerto per scrupolo, si prendono tutta la mano. Oggi cerco qualcuno che con me stia in silenzio. Oggi ho come un vuoto dentro, perché mi son reso conto, che più ti prodighi a fare del bene e più schiaffi ricevi. Oggi voglio starmene solo, perché troppi mi hanno deluso con il loro miele avvelenato. Oggi non mi va di suonare nemmeno seduto al pianoforte perché ne uscirebbe una canzone troppo bella che poi dovrei cancellare. Come pensare di avvertire un vuoto e toccare l'immagine di chi l'ha lasciato, questa è la sensazione, il motivo per cui preferisco il silenzio ed immergermi nel nero che si alterna al bianco di un foglio. E scrivere solo per me quello che voglio lasciarmi nel bailamme di tante emozioni. C’è tanto senso vigliacco nascosto nel buio, c’è tanto egoismo che mi fa stare male e poi in quello ho paura di sprofondare e di chiuder le mie ali per non voler più sapere di nessuno e di niente, per non far come gli altri ed essere invece quello che sono, a volte è più facile a dirsi che a farsi. E' come fosse sottesa la corda di una chitarra ed accordata allo scandire di un “la”, e il metronomo è come pendolo rovesciato dalla punta di cuspide. E per poi far finta di niente ci vuole del tempo, ci vuole un lungo silenzio e nel rumor dello stesso un turbine mi afferra e mi prende. Meglio allora affacciarmi di nuovo, ed uscire alla pioggia e, al vento che soffia far rovesciare l’ombrello, poi lungo le vie bagnate di lucide gocce cercar una strada e un negozio di manichini, per parlare con loro di tante cose senza sentire dalle bocche uscire parole. Visi fissi ora lieti, ora tristi, ora assorti con mille espressioni del viso rubate a quelle del cuore. Là fuori un sorriso, stampato sul viso quando dentro non c’è, come un pierrot con la lacrima sull’occhio dipinta: il viso bianco senza espressione. Strascichi di sorrisi dietro gli angoli delle case in penombra, profumi di fritto da finestre socchiuse; nuvole nere passano, coperte da un bianco strato di zucchero a velo poi il sole si mischia e si confonde nel pallore del mondo.  Gli occhi socchiusi a mimare un sorriso,  nascondo i miei passi da sotto lenzuola stese su un filo; voglia di andare, mi coglie improvvisa una strana intenzione,  mentre dal cuore sento che sale alle labbra il refrain d’una dolce canzone.

Giov@nni