la gatta architetto
la mia serva si è dimenticata di comprare le crocchette!!
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carlo aymonino, un architetto
Post n°18 pubblicato il 07 Luglio 2010 da beghels
Nato nel 1926 a Roma, Aymonino è da considerarsi come uno degli ultimi esponenti del neorealismo italiano insieme con Aldo Rossi, Gregotti, Canella, Gabetti&Isola, Portoghesi e pochi altri. La sua carriera si avvia con la realizzazione del quartiere neorealista Tiburtino ( Roma) insieme con Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi . Con la realizzazione del discusso quartiere Monte Amiata del Gallaratese ( Milano), insieme con Aldo Rossi egli concretizza le sue teorie nel campo dell'urbanistica ; a lui va infatti sicuramente il merito di aver affrontato negli anni 60 il tema dello sviluppo della città e di aver affrontato il problema dell’urbano con i criteri di una progettazione sistematica alla quale è demandato l’arduo compito di risolvere le frammentarietà e le contraddizioni della crescita e dello sviluppo attraverso un serrato e franco dialogo tra nuovo e antico. Al posto di singoli edifici quindi egli ha sempre proposto veri pezzi di città ( in cui le diverse tipologie vengono risolte con rigore formale e ricercata cromia )e che dialogano con le preesistenze .Un dialogo che a volte, coraggiosamente, interrompe di netto, laddove ha la consapevolezza della pochezza di periferie abbandonate e prive di significati ; adotta, allora, soluzioni che creano nuove e inedite forme di linguaggio e che devono essere di stimolo a creare nuove relazioni con il luogo senza ostinarsi ad inseguire una continutà con un passato pressocchè inesistente. Atteggiamento provocatorio ed estremista che ha suscitato non poche volte aspre critiche da parte di amministrazioni conservatrici ad oltranza.
Lungi dal voler fare una recensione sulla vita e le opere dell’architetto, mi sembrava doveroso da parte mia un piccolo omaggio al progettista che ha firmato il progetto per la realizzazione di un teatro nella mia città d’origine; un’architettura tanto criticata e contestata ma che a me è sempre piaciuta: una serie di volumi regolari si innestano tra loro, addossati alle pendici della collinetta su cui sorge il centro storico, mentre il prospetto principale, a quota più bassa, è caratterizzato da un gigantesco emiciclo con doppio ordine di colonne che raccorda i volumi del teatro con la piazza antistante e i resti del castello medievale posti all’altra estremità.
“ un’ architettura nuova è necessaria solo là dove altri strumenti –quali il restauro scientifico, il ripristino filologico o il recupero edilizio- non hanno senso operativo e tanto meno solitivo. Il modo che ho seguito è stato sempre quello di fare del nuovo intervento occasione di restauro e di recupero delle parti storiche preesistenti, in modo che il progetto nel suo insieme fosse effettivamente completamento del luogo urbano.” Carlo Aymonino
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