Ali d'aquila
persone cristiane lesbiche, gay, bisessuali, transessuali di Palermo
DALLA "CARTA DEI VALORI" DEL GRUPPO ALI D'AQUILA
Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.
Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.
Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.
Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro.
Post n°151 pubblicato il 26 Giugno 2012 da gruppoalidaquila
Foto di alcuni ragazzi del Gruppo Ali d'Aquila, Cristiani LGBT che hanno partecipato al Palermo Pride 2012 testimoniando che "chi ha paura non è perfetto nell'amore" (1 Giovanni 4,18).
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Post n°149 pubblicato il 26 Maggio 2012 da gruppoalidaquila
PALERMO 18 maggio 2012 - CHIESA di San Gabriele Arcangelo Veglia di preghiera per le vittime dell’Omofobia presieduta dal Vicario Episcopale, Mons. Roberto Zambolin
"Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: dammi il tuo cuore, amami come sei… In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell’aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami come sei. Voglio l’amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai… voglio unicamente il canto del tuo cuore…" ("Amami come sei" di Monsignor Lebrun)
E’ questo lo spirito nel quale si è svolta la veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia e transfobia. Prima la visione di alcuni spezzoni del film ”Prayers for Bobby”, poi tre testimonianze riguardanti le vittime della omofobia e, durante la loro lettura, scorrevano nel pannello, posto alla sinistra del presbiterio della Chiesa di San Gabriele Arcangelo, i nomi dei tribolati, dei sofferenti, delle vittime dell’ostilità dell’odio, dell’ignoranza. Dopo il breve saluto del parroco Don Franco Romano, che ha invitato tutti a considerare la centralità della persona e a fare esclusivo riferimento, prima di ogni cosa, al nostro essere “persone”, l’intervento - non programmato - del Vicario Episcopale, Mons. Roberto Zambolin, che in modo spontaneo ha voluto sottolineare che interveniva a nome di tutta la Diocesi di Palermo e in rappresentanza di Sua Eminenza Mons. Paolo Romeo, il quale intendeva, tramite il Suo delegato, manifestare la Sua vicinanza al Gruppo Ali d’Aquila, la Sua accoglienza e la Sua benevolenza. Dopo il Saluto del Parroco e le parole del Vicario, con l’ingresso del Cero Pasquale è iniziato il momento liturgico della Veglia e verso il Cero, simbolo del Cristo Risorto, si è levato il canto d’ingresso, un canto forte, un grido per quel cuore che come fonte ha versato pace, ha risanato, ha cancellato tutti i nostri peccati. La celebrazione, a carattere interconfessionale, è stata presieduta dal delegato del Cardinale Arcivescovo. Dopo l’invocazione dello Spirito Santo e la proclamazione della prima lettera di San Giovanni apostolo (2, 7-11), un membro della comunità Kairos di Palermo ha tenuto la “Lectio Divina”. E’ seguita l’Alleluia, la proclamazione del Vangelo (Mc 3, 1-6) e il “sermone” del Pastore Valdese Alessandro Esposito. Una pausa di silenzio e poi la preghiera dei fedeli ed il canto “Dio è Amore”, che sgorgava dal cuore di tutti con forza e commozione, tra i sorrisi della riconciliazione e le lacrime della liberazione. Dopo la Benedizione del Vicario Episcopale, il canto “Su ali d’aquila”, che ogni anno conclude la veglia. Erano le 23.30 e la Chiesa era ancora piena, una Chiesa che non si trova nel centro della città di Palermo e che, soprattutto la sera, non è neanche raggiungibile coi mezzi pubblici; una Chiesa piena sin dalle ore 21: per almeno due ore circa la preghiera, i canti e le letture e nessuno andava via. Almeno 350 persone hanno partecipato alla veglia e pregato, uniti fra di loro nella fede e nella consapevolezza che Dio ama tutti, che ognuno deve amare se stesso perché creato in quel modo da Dio; almeno 350 persone erano “un cuore solo e un’anima sola” (Atti, 4, 32). Lo Spirito Santo è stato il vero autore ed organizzatore della veglia e la sua presenza è stata sentita, avvertita, si toccava con mano, ispirava le parole del Vicario Episcopale, che intende proseguire il dialogo con il Gruppo ed incontrarlo.
Ecco le parole che, subito dopo la veglia, Antonio del Gruppo Ali d’Aquila ha scritto:
“Improvvisamente, la Grazia. "Ecco, io faccio una cosa nuova. Proprio ora germoglia: non ve ne accorgete?". Ci hanno detto che siamo benvenuti. Che siamo uguali. Che siamo amati e degni di esserlo. Che siamo figli, fratelli, sorelle. Ci hanno abbracciati. Nessuno riusciva a smettere di sorridere. Io non riuscivo a smettere di piangere. Ho detto a Isabella: a volte le speranze si avverano. Lei mi ha baciato la mano. Non ho capito subito che cosa intendesse dirmi, ma poi sì. Per favore, oggi non ditemi che sono solo parole: ce ne hanno detto troppe, di parole amare e taglienti. Anche le parole hanno un'anima. E quelle di ieri sera dicevano, finalmente, bentornati a casa”
(da Angelo, Roberto ed Ino del Gruppo Ali d’Aquila di Palermo) |
Post n°148 pubblicato il 23 Maggio 2012 da gruppoalidaquila
da www.livesicilia.it Quotidiano online di venerdi 18 maggio 2012
di Irene Macaione La curia palermitana apre ai gay. Dopo il divieto dello scorso anno, per la prima volta, la veglia di preghiera per le vittime di omofobia e transfobia è stata celebrata nella chiesa di San Gabriele Arcangelo. Un giorno non scelto a caso. La messa è stata celebrata infatti nella giornata che dal 2007 l’Unione Europea ricorda come quella in cui l’omosessualità è stata rimossa dall’elenco delle malattie mentali nella classificazione internazionale pubblicata dall’organizzazione mondiale della sanità. |
Post n°147 pubblicato il 10 Maggio 2012 da gruppoalidaquila
PALERMO, Veglia in memoria delle vittime dell'omofobia e della transfobia, ore 21 Parrocchia di S. Gabriele Arcangelo in piazza S. Gabriele Arcangelo (nei pressi di Villa Serena) di Palermo, organizzano il Gruppo Ali d'Aquila, Comunità di San Francesco Saverio, Parrocchia di San Gabriele Arcangelo, Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Laici Comboniani, Chiesa Luterana di Palermo, Chiesa Valdese di via Spezio di Palermo, Chiesa Valdese di Trapani e Marsala. Lectio Divina della Comunità Kairòs. Sermone a cura del pastore valdese Alessandro Esposito. |
Post n°146 pubblicato il 10 Maggio 2012 da gruppoalidaquila
Uno spot realizzato dal Gruppo Ali d'Aquila, lesbiche e gay cristiani; per ricordare la Veglia di Preghiera per le vittime dell'omofobia e della transfobia che si terrà a Palermo il 17 Maggio 2012 PALERMO, Veglia in memoria delle vittime dell'omofobia e della transfobia, ore 21 Parrocchia di S. Gabriele Arcangelo in piazza S. Gabriele Arcangelo (nei pressi di Villa Serena) di Palermo, organizzano il Gruppo Ali d'Aquila, Comunità di San Francesco Saverio, Parrocchia di San Gabriele Arcangelo, Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Laici Comboniani, Chiesa Luterana di Palermo, Chiesa Valdese di via Spezio di Palermo, Chiesa Valdese di Trapani e Marsala. Lectio Divina della Comunità Kairòs. Sermone a cura del pastore valdese Alessandro Esposito. |
Post n°144 pubblicato il 06 Maggio 2012 da gruppoalidaquila
Quest'anno il gruppo "Ali d'Aquila" promuove tre momenti di preghiera per ricordare le vittime dell'omofobia e della transfobia DOMENICA 13 MAGGIO A MARSALA Culto in memoria delle vittime dell'omofobia e della transfobia nella Chiesa Valdese di Marsala - Via Evangelista Pace, 5 (ang. Corso Gramsci) - Marsala - ore 11,30 GIOVEDI 17 MAGGIO A PALERMO Veglia di preghiera in memoria delle vittime dell'omofobia e della transfobia nella Parrocchia di S. Gabriele Arcangelo in piazza S. Gabriele Arcangelo (nei pressi di Villa Serena) - Palermo - ore 21 DOMENICA 20 MAGGIO A PALERMO Culto in memoria delle vittime dell'omofobia e della transfobia nella Chiesa Valdese di Via Spezio (dietro Politeama) - Palermo - ore 11 ORGANIZZATORI: Gruppo Ali d'Aquila Comunità di San Francesco Saverio Parrocchia di San Gabriele Arcangelo Parrocchia di San Giuseppe Artigiano Laici Comboniani Chiesa Luterana di Palermo Chiesa Valdese di via Spezio, Palermo Chiesa Valdese di Trapani e Marsala Lectio Divina a cura della Comunità Kairòs Sermone a cura del pastore Alessandro Esposito (per i culti del 13 e del 17 maggio) e del pastore Giuseppe Ficara (per il culto del 20 maggio) Il versetto che guida le veglie di preghiera in tutte le città è: "Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre" (1Gv 2,9) Per sapere dove si terranno le veglie contro l'omofobia e la transfobia nelle altre città, si può consultare il sito: www.gionata.org |
Post n°143 pubblicato il 30 Marzo 2012 da gruppoalidaquila
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Post n°142 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da gruppoalidaquila
Rendiamo pubblica la lettera che il gruppo Ali d'Aquila ha inviato al Cardinale Romeo il 17 gennaio 2012, ricevuta con raccomandata di ritorno in data 23 gennaio 2012. LETTERA A MONS. PAOLO ROMEO ARCIVESCOVO METROPOLITA DELLA DIOCESI DI PALERMO Eminenza, dagli organi di stampa abbiamo appreso della Sua omelia pronunciata in occasione della Messa che, secondo gli usi, viene celebrata ogni inizio anno a Palazzo delle Aquile. Le Sue omelie sono molto incisive, mostrando il Suo impegno per tutte le problematiche sociali che la comunità ecclesiale presenta ed il suo attaccamento per la Città di Palermo. Il Suo augurio, perché possano affermarsi la “riconciliazione” e la “solidarietà” non solo nella sfera dei rapporti strettamente personali ma a qualsiasi livello, è senz’altro apprezzabile e condivisibile, così come la Sua esortazione a rafforzare quella determinazione interiore perché tutti contribuiscano a rendere Palermo “più accogliente”, oltre che più “onesta”, “laboriosa” e “bella”. Del pari, assume rilevanza la priorità da dare alla esigenza, per tutta la comunità ecclesiale, di “intercettare i desideri più profondi dei giovani del nostro tempo”, nonché le Sue condivisibili parole che sembrano soffermarsi sul ruolo centrale della famiglia, nella quale anche noi crediamo, sebbene non sia l’unico luogo nel quale si sperimenta l’amore autentico. Tuttavia, la “riconciliazione”, la “solidarietà”, la città più “accogliente”, la necessità di intercettare o interpretare i “desideri più profondi dei giovani del nostro tempo”, sono tutti valori che non sempre vengono considerati nei comportamenti che coerentemente siamo chiamati tutti a compiere nell’esercizio dei distinti ruoli esistenti all’interno della Chiesa, della comunità ecclesiale e della società. La “riconciliazione”, la “solidarietà” e la “accoglienza” imporrebbero, infatti, di fare talune scelte o taluni atti di buona volontà, che a tutt’oggi l’Autorità ecclesiale, malgrado più volte sollecitata, non ha in alcun modo manifestato concretamente di voler compiere. Prescindendo dall’episodio, che si voleva ritenere isolato, del veto posto ad una veglia di preghiera per coloro che sono stati o continuano ad essere vittime dell’omofobia – veglia organizzata nella nostra “accogliente” Palermo da un gruppo, il nostro, che è cristiano ed è composto da omosessuali credenti - non v’è dubbio che null’altro è stato fatto, in relazione alla proclamata “solidarietà”, “riconciliazione”, “accoglienza” o necessità di “intercettare” i “desideri più profondi dei giovani del nostro tempo”, al fine di iniziare sul piano pastorale un dialogo, di sperimentare o individuare un cammino riconciliante, accogliente e solidale. E certamente da parte del nostro gruppo non è mancata l’iniziativa a volerLa incontrare, tant’è che con lettera spedita il 06.12.2011, ricevuta il 12.12.2011, Le abbiamo scritto “sia perinformarla delle iniziative che intendiamo portare avanti con la programmazione2011/2012, sia per proseguire, ove possibile, quel dialogo o confronto, che è sempre auspicabile ed in relazione al quale v’è stata la reciproca promessa di proseguire e/o intensificare anche con successivi incontri”. Con la medesima lettera Le manifestavamo la nostra disponibilità ad illustrarLe il programma delle attività del gruppo Ali d’Aquila e, ancora, La invitavamo a pregare con noi, a partecipare ad un nostro incontro di preghiera. Tale lettera è rimasta priva di riscontro: il muro del silenzio è prevalso e non di certo l’accoglienza, la riconciliazione, la solidarietà che tale muro avrebbero dovuto abbattere. Ecco perché non possiamo non manifestarLe la nostra delusione allorquando ai termini di accoglienza, riconciliazione e solidarietà non viene dato il giusto rilievo e, soprattutto, allorquando le azioni od omissioni poste in essere mal si conciliano con il significato comune di tali termini e, ancor di più, con la loro sicura valenza evangelica. Eminenza, se vogliamo costruire realmente una società dal volto più umano e solidale e se vogliamo concretamente dare forza alla determinazione interiore di rendere Palermo più accogliente, non possiamo non iniziare dalla stessa Chiesa e non possiamo non “accogliere” tutti ed, in particolare, le persone omosessuali, specie se credenti, e la cui condizione – come da Lei sottolineato in quello che forse rimarrà l’unico nostro incontro, avvenuto a maggio del 2011 il giorno prima della veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia – può essere quanto mai dolorosa, precaria, esposta ad ogni genere di incomprensione o di violenza, anche fisica. Ecco perché facciamo appello a Lei, che è il Pastore, nonché a tutti gli uomini di buona volontà, che sappiamo presenti numerosi nella nostra Chiesa palermitana, perché possano rendere effettive le pratiche di accoglienza e di inclusione, perché credano e soprattutto sperimentino la ricchezza del dialogo e dell’incontro, perché sappiano guardare in faccia la realtà. Facciamo appello alla pluralità delle voci tra le comunità cattoliche, parrocchiali e non, ai tanti laici impegnati, religiosi, presbiteri che hanno in mente un’idea di Chiesa che contempli l’accoglienza non solo di alcuni, ma di tutti, consapevoli che, all'interno delle chiese cristiane presenti in Palermo e, segnatamente, in seno alla chiesa cattolica, sussistono differenti sensibilità in materia di accoglienza delle persone omosessuali. Facciamo appello a tutte le famiglie palermitane, cristiane e non, perché al loro interno possa fiorire e svilupparsi il dono della vita, perché ogni famiglia, aprendosi al dono della vita, sia pronta ad accogliere, rimanendo luogo di formazione inclusiva di ogni persona e non solo delle persone eterosessuali. Ma facciamo anche appello perché vengano accolte, non solo da parte delle Istituzioni, quelle altre realtà familiari, formate da persone dello stesso sesso o da persone separate, divorziate, che Lei Eminenza non ha considerato, malgrado la proclamata necessità di essere solidali, riconcilianti ed accoglienti, trattandosi di realtà ormai presenti e nelle quali si sperimenta quell’intima comunione di vita e di amore, che è e rimane, in ogni caso, riflesso reale della carità (Corinzi 1, 13) o dell’amore divino. Eminenza, La salutiamo sempre fraternamente e rimaniamo inattesa di quell’incontro solidale tanto auspicato, di quel dialogo riconciliante tanto atteso, di quel cammino pastorale da sperimentare e percorrere insieme, avendo sempre come punto di riferimento Cristo Gesù, Nostro Signore. Palermo, 16 gennaio 2012 Il gruppo Ali d’Aquila |
Post n°141 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da gruppoalidaquila
Donne e uomini credenti ed omosessuali di tutt'Italia si preparano a partecipare al II Forum dei cristiani omosessuali Italiano (FCOI), che avrà luogo dal pomeriggio di venerdì 30 marzo al 1 aprile 2012 ad Albano Laziale (Roma). Ma il Forum 2012 non sarà solo un momento d'incontro di storie e cammini di fede ma sopratutto cercherà di far riflettere i partecipanti sul cammino quotidiano, presente e futuro, dei cristiani omosessuali italiani. Quest'anno si è deciso di modulare le tariffe d'iscrizione al Forum in maniera da favorire il più possibile la partecipazione di quanti vivono situazioni finanziarie disagiate (disoccupati e studenti) o vivono in regioni particolarmente lontane o dove non vi sono iniziative dedicate ai cristiani omosessuali. Per prenotare le camere si chiede, a tutti, un acconto di 50 euro a persona. http://www.gionata.org/forumalbano2012.html Per ogni comunicazione o richiesta scrivere a |
Post n°140 pubblicato il 17 Dicembre 2011 da gruppoalidaquila
A cura dei webmaster del progetto Gionata, 17 dicembre 2011 I gruppi di credenti omosessuali in Italia sono "una realtà in piena crescita. Dinamica, variegata, non priva di differenziazioni interne". Questo è il quadro che emerge dall’inchiesta che Adista (www.adistaonline.it), il bisettimanale su mondo cattolico e realtà religiose, ha voluto dedicare ai circa 30 gruppi di omosessuali credenti presenti nelle varie realtà locali del nostro Paese. Un'esperienza che ricorda alla "vasta comunità dei credenti, il problema di quanto sia difficile ancora oggi per tante persone conciliare al proprio interno l’essere omosessuali e il sentirsi parte di una comunità in cammino, che molti (non tutti) identificano con la Chiesa cattolica". ARTICOLI DEL DOSSIER ADISTA: |
Lo scorso 30 novembre, nella Chiesa di San Francesco Saverio all'Albergheria di Palermo, Alessandra della Comunità Kairòs ha tenuto una Lectio Divina sul brano della Prima Lettera ai Corinzi 13, 1-13 su invito del Gruppo Ali d'Aquila.
1 CORINZI 13, 1-13 1 Quand'anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo. 2 E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla. 3 E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova. 4 L'amore è paziente, è benigno; l'amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, 5 non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; 6 non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità, 7 tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. 8 L'amore non viene mai meno, ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita 9 perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte. 10 Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito. 11 Quand'ero bambino, parlavo come un bambino, avevo il senno di un bambino, ragionavo come un bambino; quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. 12 Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto. 13 Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l'amore.
LECTIO DIVINA Se la nostra fede si basa su Cristo, allora si basa sull'amore che tutto scusa, che non giudica, che perdona, che sopporta. E ciò non per equilibrismi della volontà (che finiscono, spesso, per avere esiti letali), ma per una nostra radicale adesione a Cristo il quale, con la sua vita, ci ha insegnato la nostra stessa vita, ci ha insegnato la nostra umanità e lo ha fatto attraverso l'amore. Siamo dunque chiamati innanzitutto all'agape, perché siamo chiamati alla relazione con gli uomini, alla fraternità.
Fonte: Comunità Kairòs |
Post n°138 pubblicato il 21 Novembre 2011 da gruppoalidaquila
E' con grande gioia che il Gruppo Ali d'Aquila, pienamente inserito all'interno della Comunità di San Francesco Saverio, comunica il PROGRAMMA delle iniziative per il TRECENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO SAVERIO 24 novembre 1711 - 24 novembre 2011 Via San Francesco Saverio, angolo Via Andrea Vesalio, Quartiere dell’Albergheria, Palermo PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE: MARTEDÌ 22 NOVEMBRE 2011 MERCOLEDÌ 23 NOVEMBRE 2011 GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE 2011 DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011 |
Post n°137 pubblicato il 20 Novembre 2011 da gruppoalidaquila
20 Novembre 2011, giornata mondiale di commemorazione alle vittime di crimini per discriminazione e odio Transfobico. La discriminazione e l'odio transfobico non producono soltanto cadaveri, ma anche morti viventi. Negando alle persone transessuali/transgender il diritto all'autodeterminazione, al lavoro, a quella naturale progettualità necessaria per vivere una vita dignitosa, una cittadinanza alla pari. Costruendo ostacoli sociali e giuridici che rubano la vita "alla vita"! Nelle mani di uno Stato Criminale imputabile tanto quanto la mano di un assassino. I crimini Transfobici sono anche i crimini di Stato! |
Post n°136 pubblicato il 16 Ottobre 2011 da gruppoalidaquila
riportiamo stralci della Lettera all'Arcivescovo di Torino del 13 Ottobre 2011 da parte del Presidente del Torino Pride LGBT, Andrea Fino.
Gentile Signor Arcivescovo, abbiamo preso visione, con enorme stupore ed allarme, di una lettera firmata dal Centro cattolico di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino [...] nella quale si afferma che " ... Né, stante la libertà di ricerca, venga discriminato, censurato o ostacolato (anche nell'accesso a eventuali finanziamenti) chi con metodo scientifico coltiva la tesi che l'omosessualità sia curabile". [...] La frase citata, sotto le mentite spoglie di una dichiarazione di libertà, cela ignoranza e pervicacia ideologica, con la conseguenza di pregiudizio e discriminazione che l'accompagna. Continuare ad affermare oggi, nel 2011, che c'è qualcuno che sta studiando "con metodo scientifico" la possibilità di curare l'omosessualità equivale a sostenere che sia possibile che qualcuno possa studiare "con metodo scientifico" l'inesistenza dei campi di sterminio o la teoria che il sole giri intorno alla terra. Queste posizioni sono pure forzature, che tutti coloro che praticano scienza (od anche solo il senso comune e l'osservazione della realtà) hanno da tempo abbandonato a coloro che per cieco ideologismo, vogliono continuare a credere che i campi di sterminio non esistono, il sole giri intorno alla terra e l'omosessualità sia una malattia. Non è un caso che nel mondo questo tipo di posizione è rimasto appannaggio unicamente dei peggiori regimi totalitari. Se si trattasse solo del rigurgito di singoli che non intendono accettare la realtà, ci sarebbe solo da sorridere. Purtroppo l'infondata tesi sta scritta su carta intestata dell'Arcidiocesi che, in questo modo, contribuisce ad aggiungere ignoranza e sofferenza nei confronti delle migliaia di adolescenti e delle loro famiglie che credono nel magistero della Chiesa e cercano di vivere appieno la propria identità. Questa, infatti, è la parte peggiore di quella lettera: non è infatti l'ignoranza che ci stupisce, e nemmeno il pregiudizio, quanto la cattiveria spacciata per bontà, il perverso relativismo spacciato per libertà di espressione, il pregiudizio ideologico nascosto dietro il "metodo scientifico". Signor Arcivescovo, forse sarà stato informato che nel 2006, anno in cui si svolse il Pride nazionale a Torino, il Coordinamento Torino Pride lgbt iniziò un confronto serio con i rappresentanti di tutte le confessioni religiose. Particolare rilievo ebbe l'incontro con il cardinal Poletto, primo Cardinale italiano ad incontrare delegazioni ufficiali di gruppi di gay, lesbiche e transessuali. Da quell'incontro nacque un lavoro di confronto e scambio molto proficuo con alcuni autorevoli rappresentanti della Curia: noi e loro abbiamo sempre creduto nel dialogo e nel confronto, come unica strada per comprendere e, magari, cambiare vecchie, polverose e dolorose prese di posizione. Quel lavoro diede anche qualche frutto che, secondo noi, è rilevante non solo per la comunità di persone omosessuali cattoliche. Questa posizione rischia di cancellare anni di pazienza e di lavoro, in nome di non si comprende quale diritto. Il 21 ottobre prossimo abbiamo organizzato una iniziativa pubblica in piazza, presso alcuni locali che si sono offerti di ospitare le nostre associazioni si potrà discutere e informarsi sulla realtà lgbt italiana e torinese, e su quali sono i diritti che a tutt'oggi sono negati. Titolo della serata: "Traditional value and human rights: clash or dialogue?". Ecco, a noi pare che la lettera citata sia ancora dalla parte del clash, dello scontro, della chiusura dialettica. Noi continuiamo a pensare che invece il dialogo non sia solo utile, ma necessario. Quindi la invitiamo a partecipare alla serata: avremo modo di accoglierla e parlare della nostra vita vera, senza le falsità che pseudo scienziati continuano a promuovere. Andrea Fino Presidente Coordinamento Torino Pride LGBT Roberta Padovano Vice Presidente Comitato ILGA Europe Torino 2011
Ecco il link per poter leggere la versione integrale della lettera. |
Post n°135 pubblicato il 06 Ottobre 2011 da gruppoalidaquila
Lunedì 10 ottobre 2011 alle 21 nella chiesa di San Francesco Saverio a Palermo sarà presente Padre Luigi Consonni, missionario comboniano che ha operato per molti anni in America Latina e da circa un anno è tornato in Italia, ancora per pochi giorni nella parrocchia di Santa Lucia (Palermo) in attesa di nuovo trasferimento. La sua esperienza palermitana è stata segnata dall'incontro col gruppo Ali d'Aquila cristiani omosessuali di Palermo, che hanno realizzato la veglia per le vittime dell'omofobia il 12 maggio 2011 insieme con la comunità di San Francesco Saverio, la Chiesa Valdese di via Spezio, la Chiesa Luterana ed il contributo della comunità Kairòs per la lectio divina. La veglia si sarebbe dovuta svolgere all'interno della parrocchia di Santa Lucia, ma per un veto posto dal Cardinale Paolo Romeo, si è tenuta all'esterno della chiesa, in Piazza della Pace, con la presenza di circa 200 persone. In questo incontro Padre Luigi tratterà dell'esperienza pastorale e l'accoglienza degli ultimi. L'incontro è aperto a tutti: chiunque è benvenuto! Vita e ministero di Padre Luigi Consonni Nasco a Belledo nel 1943, e fino al 1969 lavoro alla Badoni come disegnatore, ottenendo nel 1966 il diploma di perito meccanico nell’Istituto tecnico con lo stesso nome. Come anticipato, nel '69 lascio il lavoro ed entro nei missionari Comboniani: la mia vocazione è ormai maturata, grazie alla lunga militanza nelle ACLI e al contatto con l’esperienza di Ernesto e Rita, due amici volontari laici in Africa. Compio il percorso di studi sacerdotali prima a Firenze, poi a Venegono ed infine in Spagna, a Valencia e Granada, per poi concludere con un soggiorno a Lima e la licenza in teologia dogmatica, quando già ero stato ordinato Sacerdote, nel ‘74, e destinato ad una missione in Perù. Dal ‘74 al ‘78 sono inviato sulle Ande peruviane a Cerro de Pasco (4375 s.l.m.). È un periodo bellissimo, durante il quale il contatto con il mondo “quechua” si rivela per me affascinante e misterioso e l’attività pastorale è intensa e impegnativa, soprattutto perché il territorio in cui mi trovo a operare è vastissimo. Dal ‘79 all‘85 sono chiamato a Lima per dare inizio alla formazione di giovani peruviani desiderosi di divenire missionari di Cristo nel mondo. Proprio in quell’anno uscì il documento di Puebla, della Conferenza episcopale latino americana, che invitava a “dare dalla propria povertà”.In America latina e quindi in Perù c’era, e tuttora c’è, grande necessità di missionari; tuttavia, era fondamentale avviare dei giovani preti peruviani all’ordine e alla missione, perché potessero così contribuire, partendo proprio dalla loro povertà, a diffondere il messaggio di Cristo nel resto dell’America e del mondo. Tre “conversioni” caratterizzano il mio pensiero e la mia attività in questo periodo: innanzitutto, l’idea di “dare dalla propria povertà” di cui sopra; quindi l’impellente necessità di elaborare un piano d’azione che, con l’entrata di un’entità cilena nella comunità, permettesse il pieno rispetto della diversità nel comune impegno missionario (é una sfida ancora attuale: l’accoglienza del diverso nella sua integrità e la ricerca di unità nella Comunione).In terzo luogo è la Teologia della liberazione a colpirmi ed affascinarmi: un nuovo modo di fare teologia, al tempo innovativo e portatore di grande forza sulle ali di un messaggio di uguaglianza, speranza e progresso. Tale messaggio ritengo sia tutt’ora valido, anche se bisognoso di un ripensamento e di una riformulazione sulla base dell’esperienza e della realtà dalla Caduta del Muro in poi. Dall’85 al ‘92 sono a Napoli nella Formazione di giovani missionari italiani. La società sta cambiando e siamo alla ricerca di un nuovo processo di accompagnamento che si concretizzerà in una bellissima esperienza di inserimento e avviamento, stimolante e creativa, quando mi troverò ad abitare con due seminaristi nel quartiere Sanità di Napoli, in un piccolo appartamento offerto dal parroco delle Fontanelle, don Evaristo. Dal ‘92 fino alla fine dell‘anno scorso sono in Brasile in due parrocchie diverse. La prima alla periferia di Vitoria, capitale dello Stato dello Spirito Santo fino al ’99, e poi a Duque de Caxias, alla periferia di Rio de Janeiro. Altra cultura, altra lingua e altra realtà sociale: tutto da ricominciare. Come in tutte le periferie delle megapoli, le sfide umane, culturali, sociali e religiose sono enormi e spesso insormontabili. A ciò si aggiungono la scarsità di sacerdoti e laici impegnati, le diverse provenienze etniche non solo nazionali, la presenza di diverse religioni e la crescita esponenziale delle comunità evangeliche: tutti problemi e sfide che diventano la mia quotidianità. La formazione personalizzata ha segnato la caratteristica principale del mio impegno. Essa é consistita nel formare laici che a loro volta si disponevano ad accompagnare piccoli gruppi o coppie che disponevano di tempo in orari e giorni che il lavoro e i ritmi di vita permettevano. Fondamentale in questo processo è il rapporto umano profondo e sincero che si instaurava durante il percorso di formazione, diventando base per la permanenza e l’impegno del soggetto nella comunità. Ora sono a Palermo incaricato della parrocchia santa Lucia. Anche qui tutto da ricominciare, e ho quasi 67 anni! La prima fase, come sempre in questi casi, é “vedere”. Quello che noto da quando sono tornato in Italia, è che la chiesa qui é ben diversa da quella alla quale ero abituato. Per cui ... come dicevamo in Brasile: “quello che il buon Dio vorrà”. |
Post n°134 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da gruppoalidaquila
Uno spot contro l'omofobia e la transfobia, realizzato durante il progetto europeo UTC ("United Towards the Change: volunteers against homophobia") di cui Agedo Palermo è capofila. "Non siete soli .. ci sono posti dove si possono trovare sostegno, comprensione e informazioni per lesbiche, gay, bisessuale, transessuali. È una parte importante di Chi Siete. Sentilo, credici, accettalo. Le persone sono come sono .. L'amore non ha sesso. Nessuno è nato omofobico; l'odio è un comportamento appreso .. Non c'è "noi" o "loro", una persona può fare differenza." |
Post n°133 pubblicato il 10 Agosto 2011 da gruppoalidaquila
Stralci di un articolo di Eletta Cucuzza su ADISTA, dal titolo "IN MESSICO, I GAY CREDENTI CHIEDONO IL MATRIMONIO, COL SOSTEGNO DEL VESCOVO DI SALTILLO". «Vogliamo proporre, al di là del patto civile (che regola le unioni omosessuali), migliorie e facilità negli ambiti dell'adozione e della sicurezza sociale, nonché cambiare il nome di patto civile in matrimonio». Rivolta al nuovo Parlamento e al nuovo governatore dello Stato messicano di Coahuila, la richiesta è stata avanzata dal gruppo di gay credenti di Saltillo, San Elredo, fregiandosi del sostegno ormai consueto del vescovo locale, mons. Raúl Vera López. Appoggio confermato nel marzo scorso, quando il vescovo ha partecipato all'inaugurazione del IV Foro della diversità sessuale, familiare e religiosa, organizzato dal gruppo al fine di «sradicare il pregiudizio che gli atti d'amore omosessuali siano contrari alla volontà di Dio». «Nella dottrina della Chiesa - aveva detto Vera López in quell'occasione - nel Vangelo non si definisce peccato l'omosessualità. Sono opinioni, ma non è il Vangelo». È erroneo, ha aggiunto, quel pensiero della Chiesa che considera cattivo il sesso e tutto ciò che ha a che vedere con l'omosessualità: «Non è così»; «la Chiesa guarda all'integralità della persona, non ad un aspetto», tant'è vero che nel mondo ci sono ministeri e missionari dediti alla pastorale per le persone omosessuali. Forse è una novità per il Messico, ma a Saltillo il gruppo San Elredo ha un assistente spirituale, p. Robert Coogan. Il quale, contattato dall'agenzia AciPrensa (22/6), ha dichiarato: «Abbiamo un forte appoggio da parte del vescovo» [...]. Leggi su ADISTA l'articolo di Eletta Cucuzza in versione integrale. Leggi anche un approfondimento in inglese dal sito "Queering the Church".
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Post n°132 pubblicato il 05 Agosto 2011 da gruppoalidaquila
Tag: ACCETTAZIONE DI SE, AMORE, autorità ecclesiali, benedetto xvi, BIBBIA, cattolico, CHIESA, chiesa cattolica, coppia gay e lesbica, coppie omosessuali, CRISTIANI OMOSESSUALI, discriminazione, europride, EUROPRIDE ROMA 2011, GAY PRIDE, gaypride, gerarchie, LETTERA, OMOFOBIA, PAPA, POLITICA, vaticano, violenza Segnaliamo l'intervista rilasciata il 6 Giugno scorso a Silvia Cerami, sull'Espresso, dal gesuita John Mc Neill, dal titolo: 'L'amore gay, un'opera di Dio'. Mc Neill è fra i pionieri del movimento di liberazione dei diritti umani delle persone LGBT, è stato in Italia per presentare in anteprima mondiale il film documentario "Taking a Chance On God" (Scommettere su Dio). I suoi scritti hanno ispirato la nascita di Dignity, movimento che lega gli omosessuali cattolici nel mondo, ma hanno causato anche una dura reazione delle autorità della Chiesa che gli hanno imposto il silenzio. Lui non l'ha rispettato. «Non potevo accettare un documento del Vaticano che definiva l'omosessualità come un disordine oggettivo», fa notare, «perché essere dipendenti da una persona che ti dice cosa fare è un atteggiamento infantile». Nell'87 l'allora cardinale Ratzinger gli ordinò il silenzio sulla questione dell'omosessualità. Non ha obbedito ed è stato espulso dall'ordine dei gesuiti. Rimandiamo alla lettura dell'intervista integrale, ne anticipiamo qua soltanto alcuni passaggi. «Si è creata una divisione tra quello che pensa il Papa rispetto alla base cattolica, basti considerare che il 65 per cento dei cattolici americani è favorevole ai matrimoni tra omosessuali. Ogni volta che Papa Benedetto XVI ribadisce posizioni retrograde, come sulle coppie di fatto, sui preservativi e sui gay, mette una distanza con il suo popolo, invece di ascoltarlo. Il matrimonio eterosessuale è nato nel XIII secolo ed è stato introdotto per sancire la compravendita della donna, considerata inferiore all'uomo. Il matrimonio gay invece è basato su persone che si sentono alla pari. Il Papa dovrebbe capirlo. Ma soprattutto io penso che il vero capo della Chiesa sia lo Spirito Santo. Il Papa è solo il leader politico del momento». In cosa dovrebbe cambiare l'atteggiamento della Chiesa? Quanto è diffusa l'omosessualità nel clero cattolico? C'è una doppia morale della Chiesa per cui viene condannato il disordine morale e si chiude un occhio sui preti gay che insegnano nei seminari e predicano dai pulpiti? C'è il rischio che si mescoli omosessualità con pedofilia? Cosa ha scritto nella lettera che consegnerà ai leader della Congregazione Vaticana della Dottrina della Fede? Ma lei aveva già provato a scrivere a Giovanni Paolo II, ottenne una risposta? |
Post n°131 pubblicato il 05 Agosto 2011 da gruppoalidaquila
Il gruppo Narciso e Boccadoro invita tutti gli amici e le amiche omosessuali che condividono un cammino di ricerca spirituale ad un fine-settimana di incontro-laboratorio, alla ricerca dei modi per sviluppare e vivere una spiritualità omosessuale liberata. I lavori si terranno negli ambienti della foresteria, in forma di esegesi biblica, condivisione, sperimentazione su meditazione e preghiera. Sarà con noi Salvatore Frigerio, monaco della comunità monastica. Le iscrizioni si raccolgono in ordine di arrivo. Programma (provvisorio) Sabato 24 settembre
Domenica 25 settembre
Per arrivare all'Eremo Due gli aeroporti più vicini e meglio collegati sono l'aeroporto di Rimini, con voli diretti da Cagliari, Palermo, Catania e Roma, e l'aeroporto di Ancona, con voli diretti da Alghero, Trapani e Roma. L'Eremo di Monte Giove si trova nelle prime colline sopra Fano (PU). Indicazioni stradali si trovano anche sul sito dell'Eremo. Per chi volesse viaggiare in treno, si consiglia di concordare gli orari per avere un passaggio in auto dalla stazione di Fano all'eremo (si devono evitare arrivi o partenze durante lo svolgimento dei lavori). La quota richiesta a persona è di 70 euro. Posti letto in camera doppia, bagni in comune. Lenzuola e asciugamani piccoli sono compresi. Documenti di riferimento Carlos Osma, In Cerca di una Spiritualità Omosessuale (traduzione a cura di Narciso e Boccadoro). "Sappiamo di essere in cammino verso una terra promessa: cammino nel quale andremo a liberarci degli antichi pregiudizi che sono radicati in noi, e cammino che ci permetterà di conoscere meglio Dio nella misura in cui ci coinvolgiamo nella liberazione di tutto l'essere umano" (dal sito spagnolo Lupa Protestante, riflessioni di Carlos Osma, 2009/2010) |
Post n°130 pubblicato il 14 Giugno 2011 da gruppoalidaquila
Testimonianza di Cinzia del gruppo Ali d’aquila di Palermo, 13 giugno 2011 Europride 2011: in primis dico grazie ai ragazzi di Nuova Proposta: Andrea, Dario, Franco, Alessandra, Fausto e a tutti gli altri che hanno lavorato tanto! Seconda emozione: la conferenza di venerdì pomeriggio! Il giorno del Pride mi trovo in metro per andare al punto di ritrovo e un ragazzo vicino a me dice:”Già è difficile capire come si possa essere cattolici, poi vedendo la nuova statua del Papa si finisce del tutto di esserlo!”. Quinta emozione: inizia la parata e dopo un po’ mi conforto a vedere sfilare, in mezzo agli altri, il partito di Fini e penso che fino a 15-20 anni fa lo stesso Fini rilasciava interviste contro l’omosessualità e adesso sfila al Pride! |
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"quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile" (Isaia 40,31)
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CRISTIANI OMOSESSUALI
prima parte:
seconda parte:
testimonianza di Mauro Vaiani, cristiano omosessuale:
VANGELO E OMOSESSUALITA'
intervista a Padre Alberto Maggi, O.S.M. su Chiesa, Vangelo e Omosessualità:
intervista a Pasquale Quaranta, giornatista e cristiano omosessuale:
BIBLIOGRAFIA
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VEGLIA DI PREGHIERA 2009
"Chi ha paura non è perfetto nell'amore" (1 Gv. 4,18)
incontro Ecumenico di Preghiera per le vittime dell'omofobia
17 maggio 2009
VEGLIA DI PREGHIERA 2011
“Dio ha insegnato a non chiamar profano o impuro alcun uomo” (Atti 10,28)
La Curia di Palermo vieta la veglia
12 maggio 2011
SICILIAPRIDE 2009 DI CATANIA
Il Gruppo Ali d'Aquila lesbiche e gay di Palermo, sfidando la paura e il pregiudizio, ha partecipato al SiciliaPride 2009 di Catania. Perchè, "chi ha paura non è perfetto nell'amore" (1 Giovanni 4,18).
40 anni dai Moti di Stonewall
4 luglio 2009
PALERMO - STOP OMOFOBIA
La vera malattia è l'omofobia!
per una legge contro l'omofobia, per la libertà di tutti e tutte, per amare senza paura
18 settembre 2009
PALERMO PRIDE 2011 - 2012
Il Gruppo Ali d'Aquila, lesbiche e gay cristiani ha partecipato al Palermo Pride del 21 maggio 2011
Il Gruppo Ali d'Aquila al Palermo Pride 2011 con il lenzuolo "storico"
Il Gruppo Ali d'Aquila al Palermo Pride 2012 con il nuovo striscione:
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il 23/10/2016 alle 17:46
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il 29/10/2014 alle 19:52
Inviato da: Dolce.pa44
il 22/07/2014 alle 10:01