A passi lenti Tempo
Poesie e pitture di haisham-irene pizzimenti-(Tutti i diritti riservati)
I silenzi di una donna
I silenzi di una donna sono case in riva al mare che nessuno apre nell'inverno dimore solitarie che solo il tempo vive senza più rumore
tuffi o commensali a cena. Ascolto muto di sentimenti mai scoperti al sole Percorsi lenti maturati che non sconvolgono il dolore
Stanchezze che ritornano sempre alla fine nella propria casa dove ogni cosa ha un suo posto dove ogni oggetto ha un suo nome.
Bisogni e storie mai rivelate in pieno che le proprie mani sanno consolare, i silenzi di una donna si allargano piano piano come ragnatele agli angoli. Vivono nelle stanze vuote dove pure il mare lascia la sua tristezza dove le conchiglie abbandonate sulla sabbia ritrovano i cassetti
I silenzi di una donna… Ci passa di soppiatto sempre il vento... filano i pensieri con la pazienza di chi deve dipanare nodi. Angoli di vita sconosciuti che solo il tempo scopre Antichi ceppi pronti nelle ceste per riscaldare Sfumature calde dell'inverno Case per rivedere il cielo a modo tuo.
I silenzi di una donna...
Amare l'Arte è tenere sempre aperta una porta all'anima. (haisham)
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Hai visto nonno? Anch'io in guerra»
Post n°371 pubblicato il 20 Gennaio 2011 da haisham
Il racconto di Matteo, alpino per tradizione di famiglia: «Arrivano i bambini, ci circondano, hanno fame» il caporal maggiore ucciso in Afghanistan (il 35esimo italiano) Il racconto di Matteo, alpino per tradizione di famiglia: «Arrivano i bambini, ci circondano, hanno fame»
ALPINO COME IL NONNO - In un'intervista telefonica in occasione della festa del 4 novembre, Miotto aveva raccontato al Giornale di Vicenza: «Mi ricordo quando mio nonno mi parlava della guerra, "bruta cosa bocia (ragazzo, ndr), beato ti che non te la vedarè mai". Ed eccomi qui, nella Valle del Gulistan, Afghanistan centrale. Se potessi ascoltarmi ti direi: "Visto, nonno, che te ti si sbajà"». «Sono entrato nel corpo degli alpini nel 2006 - aveva spiegato Miotto - appena terminate le scuole superiori, per fare un'esperienza, anche sulla scia dell'esempio di mio nonno, alpino anche lui. Poi mi sono appassionato al lavoro, ho sentito che potevo dare qualcosa e così sono rimasto. Appena ho saputo della missione ho dato la mia disponibilità e ora sono qui, nella valle del Gulistan». «Quando non siamo fuori in perlustrazione - aggiungeva - siamo nella base e possiamo chiamare a casa o utilizzare il pc. Ovviamente mi mancano la mia ragazza, gli amici, le mie montagne e i miei bar, ma sono convinto della scelta fatta. Ho con me un ricordo dell'Italia, una bandiera con le firme degli amici più stretti». da: http://www.corriere.it/esteri/10_dicembre Le parole qui ,tacciono! |
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JOVANOTTI - A TE.
Ricordando Alberto Sordi
(ItaliaClip)
TE C'HANNO MAI MANNATO
A QUER PAESE
SAPESSI QUANTA
GENTE CHE CE STA
E IL PRIMO CITTADINO
E' AMICO MIO
TU DIGLI CHE TE
C'HO MANNATO IO...
...E VA E VA..."