Hurrà Juventus

COBOLLI PARLA A PROPOSITO DELLA SQUALIFICA DEI TIFOSI JUVENTINI

COBOLLI: "FARE RICORSO E' UN DIRITTO"

«Non presentarlo sbagliato».

MILANO, 21 aprile - Non c'è alcuna contraddizione tra le scuse di domenica e il ricorso avanzato ieri dalla Juventus contro la sentenza del giudice sportivo per i cori razzisti contro Balotelli. Ne è convinto il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli per il quale «le sentenze sono un dovere ma il ricorso è un diritto». «Rinunciare al ricorso sarebbe sbagliato, perché - ha spiegato Cobolli Gigli al suo arrivo nell'albergo milanese dove i rappresentanti dei club di serie A incontrano il candidato alla presidenza della Lega Calcio Maurizio Beretta - qualsiasi società deve far valere i suoi diritti, non per avere zero sentenze ma per averne una che riteniamo più equa rispetto alle nostre colpe più coerente con i giudizi del passato. Lo facciamo con molta tranquillità e se il ricorso non sarà accolto andrà bene lo stesso».

SULLA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA - Per il presidente bianconero questa potrebbe essere l'occasione anche per rivedere il principio della responsabilità oggettiva perché, ha sottolineato, «la Juventus sta facendo di tutto contro il razzismo, cercando anche di seguire la Uefa. C'è la necessità di modificare i regolamenti, non sta a me dire in quale modo ma credo sia importante» La Juventus «non vuole finire sui libri scolastici come esempio di quanto successo e in questo senso - ha aggiunto - ci piacerebbe che il ricorso fosse preso in considerazione, anche perché non abbiamo alcun tipo di recidiva ed è nostro dovere cercare di limitare i danni che comunque devono venire da una sentenza che non potrà non esserci».

SUL RAZZISMO - Cobolli Gigli ha ribadito che i cori e gli insulti sono stati percepiti più in televisione che allo stadio: «In assoluta buona fede dico che, come potrebbero confermare insigni persone sedute accanto a me in tribuna, non ci siamo resi conto di quello che stava succedendo. La qualità della produzione televisiva della Juventus - ha continuato - è stata tale che chi era a casa seduto in poltrona percepisse con molta più chiarezza il contenuto di questi cori di quanto potessimo fare noi. Addirittura siamo scesi chiacchierando con l'ad dell'Inter Paolillo e credo che in quel momento neanche l'Inter se ne fosse resa conto. Ce ne siamo accorti - ha detto - solo alla fine della solita cena dopo la partita quando il nostro addetto stampa mi ha segnalato che ci stavano facendo dei rilievi». Tutto ciò per Cobolli Gigli«non è una giustificazione perché avremmo potuto essere avvisati prima, ma serve a capire che la situazione è maturata nella sua complessità nel tempo. Dopodichè - ha concluso - domenica abbiamo fatto la nostra opportuna presa di coscienza». 

Fonte: Corrieredellosport.it