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PARLA ROBERTO BETTEGA...

Post n°747 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da juve_in_my_heart

"TORNEREMO AD ESSERE LA VERA JUVE"


«Lavoreremo per tornare competitivi». Blanc: «Scelta strategica».

TORINO, 28 dicembre - La Juventus ha fatto ritorno stamattina a Vinovo per riprendere la preparazione dopo un'intera settimana di riposo concessa per festeggiare il Natale. All'appello, assenti solo Diego, Felipe Melo e Caceres, a cui la società ha concesso un giorno in più per i viaggi intercontinentali, e Sissoko, già in ritiro con il Mali per disputare la prossima Coppa d'Africa. Il resto del gruppo ha subito iniziato a lavorare sul campo agli ordini di Ciro Ferrara e del suo staff e sotto gli occhi di Jean-Claude Blanc, Alessio Secco e Roberto Bettega. Per il neo vicedirettore generale è il primo giorno di lavoro allo Juventus Center dopo la nomina arrivata mercoledì scorso.

BLANC - «Presento oggi una decisione che ho preso io per rafforzare l'area tecnica con un ruolo di vicedirettore generale per ricoprire tutta l'area sportiva e tecnica della Juve e per guidare l'area tecnica -ha spiegato Blanc presentando Bettega- ho chiesto a Bettega di affiancarmi per un lungo periodo, c'è un accordo su trenta mesi, per sottolineare che questa è una decisione strategica. Ho voluto dare a Roberto deleghe e poteri giusti per poter guidare la prima squadra, il settore giovanile, quella dello scouting e quello medico. Tutti settori dove potrà applicare la sua esperienza. Nel periodo 2006-2007 passato insieme, un periodo non facile, mi permette di dire che possiamo lavorare bene, anche con Alessio Secco che tiene il suo ruolo di direttore sportivo sotto la responsabilità di Roberto. Per me è un piacere presentare una persona che rappresenta molto per questa società e che ha dato molto negli ultimi 35 anni della Juventus. Sono contento di riprendere un cammino già fatto insieme. Quindi benvenuto Roberto. Affronteremo insieme tutte le difficoltà di questo momento, lo sappiamo e non ci nascondiamo. Vogliamo ritrovare l'equlibrio che abbiamo perso. Serve pensare e analizzare bene per ritrovare l'alchimia giusta per andare avanti insieme».

BETTEGA - «E' un incarico molto importante, ma non potevo considerarlo troppo importante in funzione dei mie 35 anni di Juve -ha detto Bettega presentandosi-. Non sono mai voluto essere al centro dell'attenzione, ma la Juve è sempre stata davanti a me e sarà lo stesso adesso. Perché se faccio il bene della Juve faccio il bene mio e di tutti. Ho sempre creduto nel gioco di squadra, sono convinto che riusciremo a farla e a progredire bene. Il mio convincimento è che questa non è la Juve vera, ma quella di due-tre mesi fa, c'è quindi da lavorare per capire come tornare a essere quella Juve».«Per me il calcio è la Juventus, non vedo e non conosco alternative», ha affermato poi Bettega. «Non rinnego il passato, ma guardo al futuro», ha aggiunto, a proposito dei suoi trascorsi nella cosidetta Triade con Giraudo e Moggi. «Probabilmente, se avessi pensato che per me ci poteva essere qualcosa di diverso dalla Juve - ha detto Bettega - mi sarei messo sul mercato. Ma per me il calcio è la Juventus, la penso così e questo è insieme il mio pregio e il mio difetto. La mia vita con la Juve non si è mai interrotta: una cosa è un rapporto di lavoro, un altro è un legame affettivo. Questo rapporto, quindi, non ricomincia, ma continua». «Voglio dare il mio contributo - ha aggiunto Bettega - affinché la macchina riprenda a girare».

«CALCIOPOLI? SCUDETTI VINTI SUL CAMPO» -  «Io non rinnego nulla -ha aggiunto Bettega in merito a Calciopoli-. E debbo dire che per rispetto di una buona parte di quei ragazzi che si allenavano stamattina fuori, io credo che quei ragazzi gli scudetti li abbiano vinti sul campo. Però c'è stata Calciopoli, vedremo adesso quello che succederà, però ora guardiamo al futuro perché sono stato chiamato per questo».
 
«
FERRARA? PROBLEMI NON NASCONO MAI SOLI» - Quando gli chiedono un parere sulla guida tecnica di Ferrara, Bettega è diplomatico: «La mia funzione è dal primo gennaio, ve lo dirò allora. Io credo che non si debba essere presuntuosi. Bisogna analizzare bene, perché i problemi non nascono mai da soli. Se andiamo a rivedere quello che si scriveva sulla Juve tre mesi fa i pareri erano molto diversi da quelli di oggi». «Tutti devono capire l'importanza di lavorare insieme. Tutti hanno capito che sono arrivato per aiutare -ha aggiunto-. Nello sport per dare un contributo bisogna essere sinceri e capaci di confrontarsi. Che cosa ho detto a Ciro? La cosa più importante è stato l'abbraccio iniziale».

«DEL PIERO NON È UN PROBLEMA» - «Io non penso che un giocatore come Del Piero possa essere un problema per la Juve -ha poi spiegato il neo dirigente bianconero-. Sarebbe una mancanza di rispetto per quello che ha fatto, per quello che sta facendo e per quello che farà. Non può essere considerato un problema per la Juve. Diego e Melo? Tanti episodi nella storia della Juve dimostrano che faremmo bene a investire su persone che magari più avanti faranno bene. Basti pensare ai casi di Platini, Zidane e Henry».

GLI AGNELLI - «La visita di Andrea Agnelli con John Elkann è stata importante, ma nessuno è eterno -ha proseguito in merito alla società-. Il marchio Juve è nato prima della famiglia Agnelli ed è quel marchio che va avanti. A me manca ad esempio l'avvocato Chiusano. Ma i cambi sono inevitabili anche perché a volte li propone il destino».

APPELLO AI TIFOSI - Bettega ha poi lanciato un appello ai tifosi: «Per noi è importantissimo l'affetto dei tifosi. I nostri giocatori accettano le critiche, ma alla fine della gara. I tifosi sono una componente della squadra e abbiamo bisogno che ci aiutino. Una parte dei problemi è la serenità. Non c'è niente di più brutto di quando speeri che la palla non ti capiti tra i piedi. E a questo contribuiscono anche i tifosi e i giornalisti. I nostri giocatori indossano una maglia importante, che implica la necessità di vincere e comporta anche responsabilità maggiori. È capitato anche a me».

MELO E DIEGO - Il nuovo vice direttore generale della Juventus, nel corso della sua presentazione, ha invitato tutti ad avere pazienza nei confronti di Diego e Melo, acquistati in estate a suon di milioni ma fino ad ora deludenti.«L'aspetto tecnico e quello mentale non possono essere separati», ha sottolineato Roberto Bettega. «Le attese, le ambizioni, la storia - ha ricordato - non danno alla Juve nessun altro obiettivo che quello di vincere. Questo alle volte comporta delle difficoltà a restare sereni. Se anche i grandi giocatori - ha detto ancora- non riescono a pensare perchè hanno paura, diventa tutto più difficile. Ecco perchè per noi - ha sottolineato - è importantissimo riavere tutto l'appoggio dei nostri tifosi: anche loro sono una componente della squadra, devono restarci vicini e aiutarci». Anche nei confronti di chi, nelle ultime settimane, è stato più volte bersagliato, come appunto Melo e Diego: «Diamogli tempo - ha detto Bettega - in passato anche campioni come Platini hanno avuto problemi di ambientamento».

BLANC SUL MERCATO
- Blanc ha parlato anche di mercato: «Prima è meglio fare una riflessione generale sulla squadra. Ma a prescindere da questo, non abbiamo pensato di fare operazioni, perché pensiamo di avere giocatori di qualità. Dobbiamo lavorare sullo spirito di gruppo: la Juve deve diventare la cosa principale rispetto a tutti gli interessi personali. In questo Roberto può essere importantissimo, ma anche i giocatori devono metterci del loro. Dobbiamo dimostrare di più di quello che abbiamo dimostrato nelle ultime settimane».

CHIARIMENTO - A Blanc viene chiesto di confermare la frase detta in un’intervista («La B ci ha reso più simpatici»). Il presidente bianconero ha smentito: «Questa cosa non l'ho mai detta. Forse in un'ora di intervista il giornalista ha fatto una sintesi. Quello che volevo dire è che la passione juventina è stata più forte della B e se qualcuno voleva verificarlo l'ha potuto verificare. Il concetto era questo. Anche sul fatto che sono criticato perché antipatico come francese voglio fare una precisazione. Quello che volevo dire è che mi appoggio sulla vostra buonafede per riportare il lavoro fatto. Il lavoro è di 40 mesi e non degli ultimi tempi. Io rispetto le critiche, ma mi aspetto da parte vostra che riportiate il lavoro fatto nel suo insieme. Non vuole dire che non dobbiamo affrontare le difficoltà di adesso. È anche per questo che abbiamo deciso di prendere Roberto. Nessuno meglio di Roberto può integrarsi in fretta, non solo perché conosce la Juve da 35 anni, ma anche perché abbiamo già lavorato insieme».

Fonte: Corrieredellosport.it

 
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