Tracce dall'Universo

Storie e racconti di un capitano

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 22 Aprile 2007 da PERLABYANCA
 
Tag: Auguri

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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 21 Aprile 2007 da il_capitano_ste
 

    Nel mentre che la Santa Maria procedeva a curvatura 3 attraverso lo Spazio (vedi messaggio n° 4), diretta verso la stella Alfa-Betelgeuse della costellazione di Orione, a molti anni luce di distanza, su di un pianeta di nome Sìndam, di dimensioni e caratteristiche ambientali simili a quelle della Terra, in orbita attorno alla stella Miràscor, i Sindamani stavano seguendo con ansia e partecipazione l'avanzata dell'astronave terrestre attraverso il Cosmo (vedi messaggio n° 3). Alla sede della Guarda Imperiale tutti erano in fermento. L'edificio era di forma parallepipedale, a 17 piani, e le pareti erano composte da una particolare fibra di vetro molto resistente che impediva la visione dall'esterno ma consentiva, per chi si trovava all'interno, di sentirsi come sospeso in aria, tanto era limpida l'immagine che filtrava.
    Dentro lo stabile era tutto un via vai di individui vestiti uguali, con una tunica azzurra cinta in vita da una grossa cintura verde, anch'essa di tessuto morbido, simile a quella dei lottatori di judo, ma alta almeno tre volte tanto. Mistidùr, serio nel suo volto comunque limpido e sereno, stava coordinando le operazioni di protezione della Santa Maria. Vi era infatti una specie in particolare, i Pùtir, che abitava su un pianeta di nome Pùti in orbita attorno ad una stella di nome Tìlar, che erano da sempre in lotta con i Sindamàni per questioni commerciali. Volevano infatti impossessarsi di alcuni loro avamposti per assicurarsi un passaggio più sicuro delle merci. I Sindamani, però, temevano che con quelle merci potessero anche passare pericolose armi o strumenti di dominio di vario genere, motivo per cui non avevano mai permesso il passaggio sul loro territorio. Ovviamente vi era anche tra i Sindamani una parte del popolo favorevole al passaggio di queste merci, per lo più contrabbandieri che speravano di avere vita più facile lungo i confini, ma erano decisamente in minoranza, su Sìndam.
    Ora queste fazioni ribelli si erano alleate con i pericolosi Pùtir e stavano cercando di boicottare il previsto e prossimo incontro tra Visìndamon ed i membri della spedizione terrestre. La Guardia Imperiale aveva dunque il suo bel da fare, per prevenire una tragedia.

    Nello studio di Mistidùr, intanto, trillò qualcosa da una cassa invisibile posta nella scrivania verde scuro.
- Mi dica... -
- Mistidùr, è arrivato un nuovo rapporto da parte dei nostri soldati messi a proteggere l'avanzata della Santa Maria. Ora c'è anche in linea il direttore delle operazioni sul campo che desidera parlare con voi. Per motivi di sicurezza abbiamo preferito mantenere il solo contatto vocale, più difficile da decriptare per eventuali spie. -
- Perfetto, me lo passi. -
- Salute a te, Mistidùr. -
- Salute a te, Jònar. Quali notizie mi porti, dal fronte? -
-Qui ogni cosa procede abbastanza bene. Tra gli incursori dei Pùtir e quelli dei ribelli ne abbiamo abbattuti già dodici, fino ad ora, e catturato quarantotto soldati dei loro. Purtroppo non possiamo ancora stare tranquilli perché i nostri sensori rilevano altri dieci incursori in avvicinamento. Nessun incrociatore, comunque. Sembra che l'artiglieria pesante l'abbiano lasciata nei loro porti. -
- In effetti è molto probabile. Non metterebbero mai a repentaglio le loro unità migliori per una semplice azione di disturbo. Si sono accorti di qualcosa, invece, sulla Santa Maria? -
- Per il momento dovrebbero avere registrato solo qualche piccola interferenza un paio di giorni fa (vedi messaggio n° 4), quando abbiamo perso una delle nostre astronavi di pattuglia e abbiamo avuto qualche difficoltà di troppo nell'abbattere l'incursore. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta a non farci scoprire. -
- E vi sono perdite, tra i nostri plotoni? -
- No. Solo due feriti gravi ma non in pericolo di vita. Neppure tra i nemici vi sono perdite. Siamo riusciti a catturarli tutti vivi. -
- Ottimo lavoro. Se insorgessero problemi fatemelo sapere. -
- Sarà fatto, Mistidùr. Salute a te. -
- Salute a te, Jònar.

    Il responsabile della Guardia Imperiale rimase per qualche istante assorto nei suoi pensieri, poi riprese il suo lavoro di coordinamento delle operazioni.
    La Santa Maria, intanto, procedeva spedita verso la sua destinazione. Ignara di ciò che stava capitando nell'angolo di Cosmo circostante.

 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 20 Aprile 2007 da il_capitano_ste
 

Giorno quarto,

    Sulla Santa Maria procede tutto bene. Fossimo sul mare potrei dire che stiamo avanzando a gonfie vele, ma la nostra avanzata è più simile a quella di un sottomarino a chilometri di profondità. Da quando abbiamo lasciato la Terra, infatti, siamo immersi in un un oceano buio e silenzioso, come fossimo a chilometri di profondità sotto la superficie.
    Le anomalie che avevamo registrato ieri (vedi messaggio n° 4) non si sono più verificate, e l'equipaggio è molto più sereno. Per precauzione, comunque, ho deciso di mantenere lo stato di allarme verde per altri due giorni, nonostante stiamo ora viaggiando a velocità di curvatura.
    Questa mattina infatti, come previsto, siamo passati a velocità di curvatura, curvatura 3 per l'esattezza, se si può parlare di mattina anche immersi in questo mare di stelle. Non avessimo gli orologi e l'illuminazione che cambia di intensità con le diverse ore del giorno avremmo perso da un pezzo la cognizione del tempo. Però è fantastico. Sto vivendo un sogno, insieme al mio equipaggio, eppure so che tutto ciò è reale, vero, vivo sotto i nostri occhi. Più avanziamo e più mi rendo conto che tutto questo Universo magnifico che ci circonda non può essere semplicemente merito del caso. Ci dev'essere una Mente superiore, un'entità che abbia pensato e realizzato tutto quanto. E so anche che non possiamo essere soli, perché sarebbe da egoisti pensare che tutta questa bellezza sia solo per noi. Questa magnificenza è di ogni essere vivente e sono certo che tanti come noi, in giro per il Cosmo, l'ammirano ogni giorno a bocca aperta. O nel modo che hanno loro di porsi di fronte ad un simile spettacolo.
    Sto anche capendo, giorno dopo giorno, cosa dovevano provare gli antichi navigatori che per primi avevano attraversato le Colonne d'Ercole e si erano innoltrati nell'oceano sconfinato senza mappe nè riferimenti se non le stelle. Un mare pericoloso, forse più del Cosmo che stiamo affrontando noi ora, ed è a loro che penso e mi ispiro in ogni momento. E sarà sempre a loro che mi aggrapperò, nel caso avvessi un attimo di sconforto, ma per adesso mi sembra una cosa talmente improbabile che non voglio nemmeno pensarci.
    Voglio solo proseguire, anno luce dopo anno luce, incontro al futuro...

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 19 Aprile 2007 da il_capitano_ste
 

    Sulla Santa Maria il lavoro procedeva regolarmente, senza apprensioni. Il rodaggio (vedi messaggio n° 2) stava andando benissimo e finora non erano stati rilevati problemi di alcun tipo. Se la situazione non si fosse improvvisamente modificata, cosa altamente improbabile, secondo le telemetrie di bordo, l'indomani il capitano avrebbe dato l'ordine di aumentare la velocità di navigazione fino a curvatura 3. Avrebbero mantenuto quell'andatura altri tre giorni e quindi, se non si fossero verificati problemi, avrebbero raggiunto curvatura 5, la velocità di crocera per cui era stata progettata la Santa Maria.
    L'astronave aveva la forma di un grosso squalo bianco senza pinne nè branchie. La sua superficie era bianca e perfettamente liscia. Era lunga mille metri ed alta trecento in corrispondenza della prua, dove era posta la plancia di comando. A poppa, invece, si trovava la sala motori con le preziose bobine di curvatura; uno dei punti critici e per questo maggiormente protetti dalle corazze magnetiche. La stiva era esattamente davanti alla sala macchine, e innanzi ad essa era posto il reparto notte. La medicheria era esattamente al centro dell'astronave, tenuta in piedi da uno staff medico ed infermieristico d'eccellenza capitanato dal dottor Luca Bosco, per la parte medica, e dal dottor William Micheal Shenker per quella chirurgica. Infermiere capo era infine la dottoressa Irina Sminilova. Nessuno, a bordo dell'astronave, si augurava comunque di dover mai capitare sotto le loro mani, per quanto ottime.
    L'equipaggio, in totale, era composto da centocinquanta uomini agli ordini del capitano Stefano Mirabile, astronauta di grande esperienza che vantava molte missioni al suo attivo, anche se ovviamente tutte nei confini del Sistema Solare. Suo secondo era il comandante Havier Fernandez Mileto, anch'egli uomo di grande esperienza in fatto di viaggi spaziali.

    Gli ufficiali erano tutti in plancia di comando a coordinare le operazioni di navigazione quando l'ufficiale addetto alla sicurezza, Sandra Kauffmann, notò qualcosa di strano sul suo monitor.
- Capitano, i sensori di bordo rilevano delle anomalie a 7800 chilometri dalla fiancata destra della Santa Maria. Però non riescono ad identificare il segnale. -
- Strano. Entro i diecimila chilometri la sensibilità dovrebbe essere praticamente tattile... Instauriamo l'allarme verde e aspettiamo come evolve la situazione. -
- Ora il segnale è scomparso. -
- Manteniamo lo stesso l'allarme verde fino a che non entreremo in curvatura. -
- Bene. Allarme verde attivato. Tutte le unità sono allertate. -
    La sicurezza dell'astronave era organizzata su cinque livelli. Nessun pericolo quando la Santa Maria era attraccata in un porto sicuro e ben protetto. Allarme bianco voleva dire nessun pericolo previsto; era l'atteggiamento tipicamente adottato durante la navigazione traquilla, che sottintendeva comunque il mantenere le "orecchie" ben tese. L'allarme verde significava invece possibile pericolo, per cui venivano allertate tutte le unità operative dell'astronave. Allarme giallo indicava un pericolo imminente, per cui le unità venivano attivate. In caso di allarme rosso, infine, il comando di tutte le operazioni veniva preso dall'ufficiale di grado più elevato presente sul ponte di comando, e tutte le unità entravano in azione secondo il loro ruolo.

    L'equipaggio intero attese dunque con ansia l'evolvere della situazione. Era questo, infatti, il primo pericolo che si trovavano ad affrontare da quando erano usciti dal Sistema Solare.

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 18 Aprile 2007 da il_capitano_ste
 

- Vostra eccellenza, il responsabile della Guardia Imperiale ha chiesto di parlarvi. Dice che deve darvi una comunicazione molto importante. -
- Me lo passi pure, Sastakùr. -
    Dalla scrivania di Visìndamon, il Condottiero dei Sindamani, apparentemente vuota, si sollevò un quadrato luminoso. Sullo schermo, verde in volto e con le orecchie a punta rivolte aerodinamicamente all'indietro, pelato, le sopracciglia sottili ed un finissimo pizzetto nero a punta che pareva essere posticcio, apparve Mistidùr, il responsabile della Guardia Imperiale. Come tutti i Sindamani, egli sorrideva ed aveva una luce particolare in fondo agli occhi, molto serena.
- Salute a te, Mistidùr, a cosa devo questa tua chiamata? -
- Volevo comunicarti che l'astronave terrestre ha varcato i confini del loro sistema planetario e si sta dirigendo verso la Terra Madre. Procedono ancora molto lentamente, ma nel giro di qualche giorno dovrebbero raggiungere la velocità di curvatura. Come dobbiamo procedere? -
- Seguiteli e controllate che non subiscano attacchi di alcun tipo. Mi raccomando, solo, non fate rilevare la vostra presenza. Non vorrei che si turbassero eccessivamente già nei primi giorni di viaggio. Lasciamo che procedano bene col rodaggio dell'astronave e acquisiscano familiarità con la navigazione al di fuori del loro sistema. Cercate di prevenire ogni attacco nei loro confronti, di modo che non si accorgano di nulla. -
- Faremo del nostro meglio, Visìndamon. -
- Perfetto. Io nel frattempo faccio preparare il Vascello Imperiale. Li intercetterò lungo la via. -
- Salute a te, Visìndamon. Ti terrò costantemente aggiornato. -
- Molto bene. Voglio un rapporto dettagliato ogni sei ore. Salute a te, Mistidùr.
    Lo schermo scomparve ritirandosi nella scrivania, così come da essa era venuto, e questa rimase vuota e perfettamente liscia. Visìndamon, anch'egli con il caratteristico pizzetto nero e sottile sul mento, con la punta rivolta in avanti, fissò il vuoto per qualche istante, pensieroso. Era emozionato, sarebbe stato infatti il primo Sindamano a parlare con un terrestre dopo millenni, e la cosa lo riempiva di gioia e apprensione allo stesso tempo.
    Nei loro passati viaggi sulla Terra erano sempre stati accolti come delle divinità ed adorati, motivo per cui avevano sospeso le spedizioni conoscitive e si erano limitati a svolgere opera di sorveglianza. Ora, però, che anche gli umani avevano varcato i confini del loro sistema planetario, Visìndamon credeva fortemente, e lo stesso i suoi consiglieri, nella possibilità di instaurare un dialogo proficuo e costruttivo tra le due civiltà.
    Si alzò dunque dalla scrivania, superò un'invisibile porta scorrevole posta nella parete del suo studio opposta alla sedia su cui sedeva e si diresse verso la Sala Consiliare. Lì avrebbe preparato nei minimi dettagli, assieme ai suoi consiglieri, il prossimo incontro.

 
 
 
 
 

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Un blog di: il_capitano_ste
Data di creazione: 17/04/2007
 

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