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Feeline

Nessuno in tribunale lo accusò testimoniando contro di lui: non ebbe amici!

 

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Signori.. si chiude!

Post n°277 pubblicato il 29 Maggio 2024 da feeline

È così che ci si perde.

Piano, piano si scrive di meno, succede di rispondere sempre in ritardo.

Poi c'è sempre qualcosa che sfugge e alla fine si sparisce per sempre.

 

Sono sempre stata quella che riusciva a tirare fuori qualcosa dal cilindro:

storie vere, storie fantasticate su sogni improbabili, ricordi, pensieri,

opinioni in generale e non è che non abbia più niente da dire,

posso solo dire che è venuta meno la voglia di farlo.

 

Si apre un blog perché si sente la necessità di affidarsi alle parole,

poi si chiude perché a volte la vita sceglie per noi.

Tutto qua..


 
Rispondi al commento:
Vince198
Vince198 il 17/06/24 alle 10:53 via WEB
Nonostante, che tu ci creda o meno, sono sempre lo stesso, noiosamente ... lineare, anche rompiballe sull'incazzato: si, ti porto sempre nel cuore. Ognuno si esprime secondo il proprio sentire, l'umore balla anche a me, divento "verticista" e poi torno su note dolci, lievi come l'aria degli alisei che, lambendola, ristorano la pelle. A volte é come viaggiare sulle montagne russe.. Le discese ardite e le risalite tolgono il respiro, a volte mettono addosso una paura folle, altre volte inebriano l'anima e la fanno volare chissà fin dove.
Conosco la bellezza del volo come il sapore acre della polvere, quella che provoca reazioni inconsulte, che fa guardare dal basso chi spedisce l'altro per terra e oscura la sua anima. Errori ne fanno tutti, la perfezione non è di questo mondo. Avrei dovuto stare zitto, curare le ferite del cuore, cercare un appiglio per non morire dentro.
Guardar fisso e navigare nei suoi occhi, in quelle immense distese di verde irideo, luminose, brillanti di luce propria.
 
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L'abitudine è la più infame

delle malattie perché

ci fa accettare qualsiasi

disgrazia, qualsiasi dolore,

qualsiasi morte.

Per abitudine si vive accanto a

persone odiose,

si impara a portar le catene, a

subire ingiustizie, a soffrire,

ci si rassegna al dolore,

alla solitudine, a tutto.

L'abitudine è il più spietato

dei veleni perché entra

in noi lentamente, silenziosamente,

cresce a poco a poco nutrendosi

della nostra inconsapevolezza, e

quando scopriamo d'averla

addosso ogni fibra di noi

s'è adeguata, ogni gesto

s'è condizionato, non esiste

più medicina che possa guarirci.

Oriana.F.

 

 

 

 

 

 

 

 

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