Essere o non essere

adda passą a nuttata

Ti svegli una mattina, pił assonnata del solito e ti rendi conto che il tuo corpo ha dato il 101 %...ha messo in movimento ogni millimetro di pelle...e ha consumato tutti i neuroni a disposizione...

e allora che fare? Ti senti nel pallone pił totale...e inizi a temere fortemente di non essere in grado...almeno per un giorno di proseguire il tuo lavoro...altrimenti sai che prima o poi farai una gaffe...dirai una cazzata clamorosa che in un puf potrebbe mettere in discussione mesi e mesi di duro lavoro....

ma decidi di crederci ancora...fingi che le tue membra stanche siano ancora in grado di trascinarsi...e allora di nuovo quel maledetto treno lurido, puzzolente di pipģ e stracolmo di gente...

sali e attraverso il vetro  crepato guardi i sacchetti di munnezza che ti scorrono sotto lo sguardo e che ormai sembrano essere diventati fiori di plastica in quel paesaggio un pņ lunare e un pņ variopinto...

Guardi fuori e ti accorgi che nulla di quello che ti passa davanti ti appartiene e che mai ti apparterrą...

una volta per te i paesi vesuviani erano luoghi lontanissimi...misti di tristezza e mistero...luoghi che la storia ti raccontava come maledetti...e sfortunati...sotto la iattura del mostro Vesuvio...pronto a sommergerli di lapilli e cenere ancora una volta...e poi ancora un'altra...

Come vi odio..e come vorrei non avervi mai conosciuto...

la bruttura che incontro č tale che a volte mi vengono i brividi...

quei visi vecchi e raggrinziti...spenti e incattiviti che vedo quasi ogni mattina ....

quei bambini ormai troppo cresciuti che litigano sempre e fanno un casino della miseria...che pensano forse che per aprire una porta occorra prenderla a calci....

questo e tutto il resto vedo...

poi arrivata a destinazione...come se avessi fatto un viaggio per l'India...mi accorgo di aver perso ogni energia..

tutti aspettano che io parli...che sia brillante e convincente..ma proprio ora non so davvero pił che cazzo dire...

forse devo stare qui ad aspettare perchč prima o poi 

"adda passą a nuttata"...