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IL TRIONFO DI NICO, MARCELLA E MENEGHINO

Post n°64 pubblicato il 25 Marzo 2008 da AndreaL84
 

È toccata a Lavinio Lido quest’anno l’organizzazione dei Campionati Italiani in Acque Libere, ai quali è stato possibile assistere dal 15 al 17 maggio allo stabilimento “Il Tritone”.

Sono stati i primi Campionati con l’Ironman/Ironwoman, comunque ancora gara “semidimostrativa”, così come lo è la Gara con la Canoa da tre anni a questa parte. “Semidimostrativa” nel senso che porta punti come tutte le altre gare, ma non è ancora aperta a tutti. Infatti, fino all’anno scorso ogni società poteva iscrivere nella Gara con la Canoa al massimo un maschio ed una femmina; quest’anno invece il limite è stato portato a quattro iscrizioni complessive tra Canoa ed Ironman/Ironwoman, senza restrizioni sul sesso.  In ogni caso, in entrambe le gare, il livello è ancora basso e i margini di miglioramento sono tanti. Nelle eliminatorie dell’Ironwoman, ad esempio, sono state solo in sei a concludere la gara, delle quali solo quattro, complice anche il mare mosso, hanno portato a termine la finale.

Ecco, focalizziamoci un attimo sul mare, protagonista come sempre della tre giorni di gare, ma stavolta protagonista anche in negativo. Già il primo giorno, nel pomeriggio, è lievemente agitato, con corrente verso sud-ovest (verso destra, guardando il mare, e verso la riva), ma ciò tuttavia non compromette lo svolgimento delle gare in programma (eliminatorie di Tavola e finali di Canoa). La mattina del 16 il mare si fa molto più mosso, con corrente verso la riva. Ciò è causa nelle eliminatorie dell’Ironman/Ironwoman di continui scontri tra le canoe, soprattutto nella parte iniziale della frazione.

Ma i veri problemi iniziano più tardi, quando parte la prima semifinale femminile della Gara con la Tavola: delle 16 atlete al via, solo Marcella Prandi porta la gara a termine, le altre restano tutte bloccate dalle onde ma soprattutto dalle botte ricevute dalle “tavole volanti”, sfuggite al controllo delle atlete e trascinate dall’impeto marino. Così, le prime semifinaliste, Prandi compresa, escono dall’acqua tumefatte: la gara viene automaticamente sospesa per “mancanza di condizioni di sicurezza”. Viene convocata una riunione tecnica, ed emergono due scuole di pensiero su come si debba andare avanti: c’è da una parte chi è favore alla sospensione della gara, per garantire l’incolumità dei partecipanti, dall’altra, ed è la maggioranza, c’è chi è per il proseguimento, in quanto il mare non è così agitato come in altre occasioni (vedi i Campionati Europei Juniores di Ostia, dove la gara di Tavola fu annullata) e perché è meglio non eliminare una gara dal programma degli Assoluti, decisiva, oltre che per il titolo, anche per le convocazioni in Nazionale. Viene proposto di far partire solo i maschi e di fare le batterie da 8 anziché da 16: alla fine, lo svolgimento della gara viene temporaneamente bloccato, e ogni decisione è rimandata al tardo pomeriggio. Nelle ore pomeridiane, il mare si calma, e le semifinali possono essere normalmente svolte, compresa la prima semifinale femminile, che viene così ripetuta, stavolta senza intoppi.

Ma prima delle fatidiche semifinali di Tavola, il mare gioca un altro scherzetto: mentre i finalisti della Gara del Frangente maschile si preparano a partire, infatti, le boe si sganciano e arrivano verso la riva. Si deve così procedere alla loro risistemazione, anche se ne saranno piazzate solo quattro (i “vertici” del trapezio che individua il percorso). Meno problemi, infine, l’ultimo giorno di gare.

Le onde hanno dato così il loro contributo a questi campionati. Comunque, qualora a qualcuno le onde “naturali” non bastassero, c’erano quelle “artificiali” create dalle moto d’acqua degli addetti alla vigilanza del campo gara, che ci hanno deliziato con i loro sprint e le loro acrobazie, anche mentre le gare erano in corso.

Diciamo invece dell’organizzazione, abbastanza più confusa rispetto a quella dei Campionati di Categoria, sebbene sarebbe dovuta risultare più semplice, a causa del minor numero di atleti partecipanti. Sono venute fuori indecisioni il primo giorno su quanti turni dovessero esserci nello Sprint e su quanti atleti dovessero passare il turno, anche se poi fortunatamente si è tutto risolto per il meglio. Gaffe, poi, nel secondo giorno, dove, secondo programma, alcune atlete avrebbero dovuto avere il dono dell’obiquità, al fine di disputare contemporaneamente le finali di Sprint e Ironwoman. Alla fine, dopo la finale B femminile di Sprint, si è proceduto con le finali maschili, con le gare Master, per poi chiudere con la finale A femminile. Comunque, il problema principale resta sempre la composizione delle batterie eliminatorie, ancora una volta squilibrate.

Sbavature anche nell’arbitraggio, stavolta non più affidato, come da consuetudine nelle gare oceaniche a Marco Vaiani, ma alla coppia Rosario Caratozzolo (per il mare) ed Angelo La Cecilia (per la spiaggia). Le maggiori lamentele sono venute dalla Gara nel Frangente maschile, dove sono ritornati implacabili i “tagli” delle boe, dopo che ai Categoria il problema sembrava risolto. Per il resto, piccole cose qua e là, che possono anche starci, ma preferibilmente non tutte insieme: alludo a qualche errore nell’ordine di arrivo, alle magliette nello Sprint che passano da obbligatorie a facoltative da una batteria all’altra, ai classici due-tre episodi “da moviola” a Bandierine, accompagnati da alcune false partenza non segnalate (false favorite forse anche da un tempo più lungo del solito che intercorreva tra i comandi “giù la testa” e “via”).

 

Dal punto di vista agonistico, sono stati campionati molto avvincenti, con gare spettacolari, che hanno regalato colpi di scena e sfide fino all’ultimo metro. Lo specchio di tutto ciò è nella classifica di società, che vede le prime cinque squadre nell’arco di poco meno di 50 punti: questo significa che tutte e cinque sono state in lizza per il titolo fino al termine dei Campionati. L’ha spuntata con 324.5 punti l’Aquasport Milano, la squadra rivelazione dell’anno, guidata da Giorgio Quintavalle, che sta in questa stagione mietendo successi su successi. Il team lombardo, che a Lavinio ha potuto contare su una rappresentanza folta e giovane, deve il suo successo non tanto , come avviene in genere, all’azione di due o tre trascinatori, quanto al fatto di essere una squadra forte (in particolare su spiaggia) nel suo insieme. Dietro l’Aquasport, con 310 punti, troviamo i campioni uscenti, nonché favoriti della vigilia, delle Fiamme Oro Roma, che hanno mantenuto comunque il primato con la squadra maschile. Per il terzo posto, lo Swimming Club Alessandria ha beffato per soli 3.5 punti il Circolo Nautico Posillipo (295 contro 291.5 punti), mentre i VVF Torino si sono piazzati quinti (276.5), Sesto il Domar SC (194 punti), primo se consideriamo solo le femmine.

 

Nel settore maschile, protagonista indiscusso è stato Nicola Ferrua (Swimming Club), che, dopo le performances opache di Viareggio, si è ripreso alla grandissima, dominando tre delle quattro gare a cui ha preso parte (nello Sprint si è fermato alla finale B). Nico è partito subito col piede giusto, imponendosi nel primo giorno in maniera molto netta nella finale di Canoa. Dietro di lui sono giunti Mauro Locchi (Fiamme Oro), già terzo nel 2005, e Roccofabio Miseo (Marina Militare), atleta preso in prestito dal Pentathlon Navale, che fino ad adesso il Salvamento conosceva solo per i suoi risultati su spiaggia (fu campione italiano di Sprint nel 2001). Solo ottavo, invece, l’atteso Marcelo Onadi (VVF Torino), uscito praticamente di gara dopo essere finto su una boa.

Ferrua si è poi ripetuto prima nell’Ironman, dove durante la seconda frazione (l’ordine delle frazioni era nuoto-canoa-tavola) è balzato in prima posizione per non mollarla più, e poi nella Tavola, relegando anche qui un buon distacco agli avversari. Una finale strana quella della Gara con la Tavola, con l’assenza dalla finale di nomi importanti. A partire da Enrico Costagliola (CN Posillipo), da tre anni campione italiano assoluto della specialità, che, durante la semifinale, ha dovuto fare i conti con un’onda che gli ha sfilato la tavola da sotto portandola a riva, costringendo così il posillipino a ripartire da zero o quasi. Problemi con onde (o tavole altrui) ed esclusione dalla finale anche per Marcello Onadi e Diego Giuglar (Marina Militare). Un’imprevedibile finale non poteva non accompagnarsi ad un imprevedibile ordine d’arrivo. Infatti, in seconda posizione è giunto il campione italiano juniores Andrea Paoletti (Roma ’70), un Davide fra i Golia, che ha resistito negli ultimi metri alla carica di Germano Proietti (Fiamme Oro), classificatosi terzo. È la prima volta che uno juniores va sul podio in una gara a mare.

Proietti aveva iniziato bene la finale passando subito al comando, dopodiché è andato dietro, causa una caduta durante il percorso di andata. Ciccio sfortunato anche nella Gara con la Canoa, dove ha rotto un pedale dello ski a poche decine di metri dall’arrivo, scivolando dalla terza alla quinta posizione. Anche se le delusione più grande di Germano è stata nel Frangente, gara che lo vedeva imbattuto da sei anni, dove stavolta si è dovuto fermare alla quarta posizione. Buona prova, invece, nell’Ironman, che il primatista italiano del Superlife ha concluso al secondo posto, con un discreto vantaggio sul compagno di squadra Marco Buccioni.

Anche il grintoso Buccio ha ben impressionato in questa massacrante gara, sebbene abbia perso un po’ troppo nella frazione di canoa. Infatti, dopo il nuoto, Marco era primo, per poi scendere in quarta posizione con la canoa e poi andare al bronzo sorpassando in ultima frazione Marcello Onadi. Nella Gara con la Tavola, Buccioni è giunto solo settimo, mentre nel Frangente è uscito per primo dall’acqua, ma nello scatto finale è stato passato dal campione italiano cadetti Gianmarco Baldassarre (Salaria Nuoto), che è andato così a vincere contro pronostico l’oro. Terzo posto per Andrea Debilio (Fiamme Oro), già argento ai Categoria, mentre il campione europeo della specialità Federico Pinotti (Fiamme Oro) si è classificato appena ottavo.

Molto bella, come ci si aspettava, la finale di Sprint, nonostante la mancata qualificazione di Marco Anzidei (Roma ’70), poco brillante rispetto agli anni precedenti. È stata una lotta a tre per tutti i 90m, che hanno visto alla fine Paolo Parascandola (CN Posillipo) riconfermare il titolo vinto nella passata edizione. Secondo classificato Nicolò Casini (Aquasport), che a Viareggio aveva vinto il titolo italiano cadetti battendo proprio Parascandola, e terzo posto per il campione seniores Alessandro Costigliola (CN Posillipo), ritornato su un podio assoluto nei 90m dopo quattro anni. I due partenopei sono saliti sul podio anche a Bandierine, ma a posizioni invertite. Quindi primo Costigliola, che sembrava già dall’inizio il predestinato alla vittoria, e terzo Parascandola. Tra i due un eccellente Diego Giuglar, al suo primo podio in questa gara, capace di competere ad alto livello nonostante non ancora ripresosi del tutto dall’infortunio alla caviglia avuto a Viareggio.

Diamo qualche cenno ai giovani. Abbiamo già detto di Paoletti; un’altra sorpresa è stato il compagno di squadra 14enne Claudio Seri, primo tra i giovani sia a Sprint (nono) che a Bandierine (dodicesimo), mentre il miglior junior nel Frangente è stato Enrico Tagliamone (Salaria Nuoto), giunto settimo.

Testa a testa nella Staffetta sulla Spiaggia tra Aquasport (Marinetti, Rossi, Bozzetti, Casini) e CN Posillipo (Parascandola, Salemme, Tiano, Costigliola), conclusosi con la vittoria dei lombardi, mentre terza è giunta la giovane staffetta della Roma ’70 (Nardi, Seri, Checchi, Anzidei), mentre la Marina è uscita a sorpresa dal podio. Testa a testa anche nella Staffetta Torpedo, tra VVF Torino (Vicinanza, Candiloro, K. Garzino, M. Garzino) e Larus Nuoto (Mariti, Primavera, Galeotti, Policastro): si sono imposti i Vigili, trascinati da uno strepitoso Roberto Vicinanza. Terzo lo Swimming Club Alessandria (Battegazzore, Ferrua, Volante, Coniglio). Due assenze di lusso nella finale di Salvataggio con Tavola: una cosa del genere è stata resa possibile da una batteria eliminatoria con i campioni uscenti dello Swimming Cliub e le prime tre coppie dei Categoria (Fiamme Oro, CN Posillipo e Marina Militare). Eliminati alessandrini e “marinai”, sono giunti in finale Fiamme Oro (Buccioni-Proietti) e Posillipo (S. Costagliola-E. Costagliola), alla fine piazzatesi rispettivamente primi (come da pronostico) e terzi; tra di loro i VVF Torino (Candiloro-Onadi).

 

La reginetta della manifestazione è stata invece Marcella Prandi (Carabinieri). Come al solito, anzi più del solito. Tre gli ori conquistati dalla bella carabiniere. Il primo successo è arrivato nella Gara con la Canoa, che non l’aveva mai vista vincitrice, dove Marcella è andata subito avanti a tutte, per poi incrementare sempre più il suo vantaggio. Poco distacco invece tra la seconda e le terza classificata, rispettivamente l’esperta Annamaria Costagliola (CN Posillipo), già bronzo nella passata edizione, e la sorprendentissima Sarah Buono (Auras Ischia), atleta di 17 anni che si cimentava per la prima volta in questa gara.

Come nella Canoa, anche nell’Ironwoman la Prandi ha dominato la gara dall’inizio alla fine. L’altro suo oro nel Frangente, dove Marcella ha vinto per la quarta volta consecutiva (tra Campionati di Categoria ad Assoluti). Solo nella Gara con la Tavola l’atleta di Ceva è uscita dal podio, arrestandosi in quarta posizione.

Gare in simbiosi per Elena Prelle (Ispra Nuoto) ed Isabella Cerquozzi (Salaria Nuoto). Nella Canoa sono state compagne di sventura, avendo avuto entrambe problemi col loro ski e con le onde e alla fine hanno concluso rispettivamente sesta e settima (l’anno scorso furono rispettivamente prima e quarta). Insieme sul podio, invece, sia nell’Ironwoman che nella Tavola. Nell’Ironwoman, Elena è stata in seconda posizione fino alla frazione di tavola, per poi subire il sorpasso di Isabella e classificarsi terza. Diamo menzione per l’altra atleta che è riuscita a concludere il percorso (sono state quattro in tutto), Bruna Ravera (Nuoto Club Torino), che, nonostante la sua età non più tanto tenera (40 anni; è la più grande d’Italia), ha mostrato, nell’affrontare il mare mosso, la determinazione e la forza di una ragazzina, terminando la gara fra gli applausi del pubblico presente.

Nella Gara con la Tavola, invece, la Prelle e la Cerquozzi erano rispettivamente prima e seconda all’arrivo sulla riva, ma nella parte finale sono finite dietro la brava Elena Cacciabue (Swimming Club), campionessa italiana cadetti nonché quarta assoluta lo scorso anno, che si è così aggiudicata la gara davanti la torinese e la romana, diventando la prima giovane a vincere a mare agli Assoluti. Elena Prelle è giunta seconda anche nel Frangente, davanti alla solita Anna Puccianti (Domar SC) e a Francesca Frattini (Vogherese Nuoto), prima delle papabili per la Juniores.

Nelle gare su spiaggia, nuovo dominio di Eleonora Chirieleison (Domar SC), tre spanne sopra tutte le altre nello Sprint, ed apparsa più in forma anche nelle Bandierine, dove è ritornata alla vittoria dopo il secondo posto dei Categoria. L’ultima eliminata dalla Chirieleison è stata proprio la vincitrice cadetti di Viareggio, Elena Biglia (Nuoto Club Torino), ritornata su un podio assoluto anche nello Sprint, in virtù del suo terzo posto. Nei vertici delle classifiche anche la bicampionessa juniores Silvia Ravasi (Aquasport) che non si è fatta intimorire dalla minor esperienza rispetto alle avversarie e se ne è uscita con un secondo posto nello Sprint, dietro l’imprendibile Chirieleison, ed un “legno” nelle Bandierine: traguardi niente male per una ragazza di soli 15 anni! Grintosa e decisa anche Laura Tafuro (VVF Torino), che a Bandierine, forse un po’ a sorpresa, è andata ad occupare il gradino più basso del podio. Su spiaggia hanno quindi comandato le più giovani, che hanno così messo in ombra atlete più esperte come Annamaria Costagliola e Marta Mozzanica (Aquasport), meno toniche del solito.

Rimaniamo in spiaggia, per dire dell’ennesima affermazione nella 4x90m dell’Aquasport (Ravasi, Bassani, Pedone, Mozzanica), davanti a VVF Torino (Rosso, E. Tafuro, Porzionato, L. Tafuro) e Domar (L. Patrizi, C. Patrizi, M. Muntoni, Chirieleison). Sorpresa, invece, nella Staffetta Torpedo, che ha visto la vittoria del CN Nichelino, guidato da Loredana Grasso (Usai, Curatolo e Pighi le altre frazioniste), davanti alla Libertas Nuoto Chivasso (Reffo, D’Oro, Calia, Kuhlmann), mentre terze sono giunte le campionesse uscenti della RN Bogliasco (Marotta, A. Taddei, Barbetti, P. Taddei). Podio nuovo anche nel Salvataggio con Tavola, dove si sono imposte Rufini-Moroni (Fiamme Oro) con un lieve vantaggio sulla staffetta inedita della Vogherese (Sugliano-Frattini), con le vincitrici 2006 del Domar (Puccianti-M. Muntoni), battute anche dallo Swimming Club (Barisone-Cacciabue) costrette ad accontentarsi del quarto posto.

 

Prossimo appuntamento agonistico è la “cinque giorni eugubina”, ovvero i Campionati Estivi di Categoria che si terranno a Gubbio dal 4 all’8 luglio: il 4 e il 5 inizieranno a gareggiare gli Esordienti di ultimo anno e i Ragazzi, che poi daranno spazio dal 6 all’8 a Juniores, Cadetti e Seniores.

 

Le gare oceaniche non sono state però ancora archiviate per quest’anno, visto che il 19 luglio partirà il Trofeo Internazionale “Nivea Cup”, al quale l’Italia prenderà parte. Prenderà parte, ma solo in parte. Nel senso che, causa mancanza di fondi, non si presenterà, come l’anno scorso, con il numero massimo di atleti consentito, ovvero cinque maschi e cinque femmine, ma solo con un rappresentante per sesso, come già accaduto all’ultima Coppa di Germania. I prescelti dal CT Antonello Cano (e immagino che queste scelte siano state fatte a prescindere dell’esito di questi ultimi Campionati) sono stati Marco Buccioni, l’escluso di lusso dalla Nazionale approdata a Tenerife, che necessita di esperienza in campo internazionale (l’unica sua apparizione in Nazionale è stata proprio la Nivea Cup dello scorso anno), ed Elena Prelle, un’atleta che invece di esperienza internazionale ne ha da vendere. Alla Nivea dello scorso anno, Buccio ottenne un argento nel Frangente, dietro Proietti, e un nono posto nella Tavola, mentre Elena fu sesta a Bandierine e nona a Tavola ed Ironwoman.

 

Andrea Longobardo

 
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