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Post n°4 pubblicato il 01 Giugno 2007 da il_viaggiatore_pa
E' di questi giorni uno studio secondo cui nel'aria di Roma (la mia città) sono presenti tracce di cannabis e cocaina. Quando frequentavo i primi anni di scuola elementare (anni '70, sigh sigh) rimasi traumatizzato da uno studio che asseriva che nel mondo il petrolio sarebbe bastato solo per altri venti anni. In realtà non capivo neanche bene a cosa servisse il petrolio ma, maggiore di tre figli sono stato sempre molto responsabile, e se la tv e i tuoi genitori si preoccupavano per qualcosa, automaticamente mi preoccupavo anche io. Crescendo ho scoperto che il petrolio è ben lontano dall'esaurirsi ancora oggi, che molto probabilmente le tecnologie per sostiruirlo ci sono già anche se per interessi vari si preferisce non usarle. Ho finito quindi per diventare insensibile a tutti gli allarmi lanciati dagli studi più disparati. Sicuramente molti saranno anche fondati, ma non ho più la forza né la voglia di agitarmi (sbaglierò, ma sono anche piuttosto scettico sulle mie eventuali possibilità di fare qualcosa: perché tormentarsi allora?). Quando il CNR (auotre dello studio) mi invita alla "riflessione" più che all'"allarme" sfonda una porta aperta. Certo, riflettendo, se da ora in poi mi alzerò una mattina, uscirò di casa e proverò un certo senso di euforia, saprò da cosa molto probabilmente dipende (non certo da un mio ritrovato entusiasmo per una nuova giornata di lavoro...). Sto pensando una cosa però: non vorrei che su questo dato riflettesse troppo il Comune di Roma. In effetti, se ci pensate bene, non è mica giusto che uno possa sniffare gratis. A qualche assessore potrebbe venire in mente di far pagare una tassa sulla respirazione, calcolando il quantitativo di stupefacenti di cui ogni cittadino romano usufruisce quotidianamente (un po' come il calcolo dell'ICI o della tassa sui rifiuti). Spero che non ci siano assessori romani tra i lettori di questo Blog! Ciao a tutti. |
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