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"...Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?..."

Post n°19 pubblicato il 02 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Piaciuta la citazione? Questa "novità" della messa in latino mi offre lo spunto, così come a molti altri colleghi blogger (prima fra tutti julia), per parlare di religione. La casa dove sono cresciuto è di fronte ad una chiesa. Ho fatto tutta la mia brava trafila battesimo-confessione-comunione-cresima e anche matrimonio: a mia moglie non fregava niente quindi mi ha accontentato. Le domeniche mattina erano scandite dalle campane che chiamavano a messa. la squadra di basket in cui ho giocato fino a 24 anni era quella della parrocchia. La prima ragazza con cui sono stato l'ho rimorchiata in chiesa, durante la messa. Tutto questo per dire che la religione è stata parte integrante della mia formazione come uomo, anche riguardo alle idee che esprimo in questo momento.

Qualche anno fa sono entrato in crisi, particolarmente con la messa. Ho cominciato a sentire che la mia partecipazione era sempre più superficiale e piano piano mi sono allontanato. Non ho smesso però di pensare alla religione, anche perché, soprattutto negli ultimi anni, la sua importanza è andata aumentando. Il rapporto con il mondo islamico e tra l'Islam e Israele è il fattore preponderante dell'instabilità internazionale. La dialettica con il Vaticano è uno dei fattori principali della vita pubblica italiana.

Ora sono arrivato ad una conclusione: la religiosità incarnata dalle Chiese non trasforma gli uomini e non trasforma le società. Julia, nel suo blog (la toga strappata), riportava il link ad un articolo del Giornale in cui si evidenziava l'ignoranza di coloro che si professano cattolici praticanti in merito alla dottrina. Cosa mi dice questo? Che il professarsi cattolico di molta gente è un modo ipocrita di imporsi agli altri dando una qualche forma di legittimazione alle proprie idee (alcune, quelle che fanno comodo e quando fanno comodo). Forse è anche una questione di superstizione: si sa mai ci fosse l'Inferno, meglio andarci a Messa (mi ricordo qualcuno che arrivava in ritardo e si seguiva la parte iniziale della Messa successiva, un po' come al cinema). Ma pensiamo alle vite di quelli che ci sono intorno: riuscite a distinguere chi è cattolico e chi no? Io no. Bè, in realtà non è proprio vero: quando si vota per la fecondazione, chi è cattolico ti dice che Ruini ha chiesto di astenersi, quindi meglio non andare a votare (e via dicendo su unioni omosessuali, separazione e divorzio, aborto, eutanasia...).

Ho conosciuto persone di religione evangelica (parenti di mia moglie che vivono in Germania). Hanno vagamente tentato di convertirmi con varie argomentazioni di carattere teologico. Un giorno, parlando dell'immigrazione turca in Germania mi hanno detto una cosa del tipo "... il governo doveva vietare che arrivassero questi qui. Non si può convivere con gente di questo tipo ..." e via con tutta una serie di stereotipi del genere ci rubano il pane, non lavorano, vogliono riempire le città di moschee... in quel momento ho pensato una cosa: se qualcuno di loro mi avesse detto cose del genere: "... è difficile accogliere queste persone ma dobbiamo sforzarci di aiutarli. Se vengono qui dalla Turchia (come un tempo noi dall'Italia...) vuol dire che stanno proprio male ..." sarei diventato evangelico. Se devo essere un egoista che pensa prima a me e poi agli altri posso esserlo benissimo da cattolico, non mi serve cambiare religione. Ho conosciuto la religione buddista, molto attraente. Poi ho scoperto che in Buthan (Paese buddista) i tibetani scappati dalla Cina li tengono rinchiusi in una sorta di campi di concentramento subito dopo il confine (hai visto mai, ci rubassero il lavoro...). Ho letto cosa pensano il patriarca di Mosca e il rabbino capo di Roma delle unioni omosessuali. I musulmani si stanno ammazzando prevalentemente tra di loro. Qual è il motivo del conflitto in realtà? La modernità, la possibilità che ragazze come Hina facciano scelte diverse da quelle che si vuole loro imporre.

"Democrazia", "condizione della donna", "diritti civili": nel percorso che ha portato alla loro affermazione, dove erano le Chiese? Quale di queste cose, di cui io godo i benefici, è merito (anche, almeno) delle Chiese? Non mi si venga a dire "... sì ma quel parroco, quel frate ...". So che ci sono molti religiosi che lottano per migliorare le cose, ma io sto parlando delle Chiese, dei personaggi e delle strutture di riferimento delle grandi religioni. La religione delle Chiese, è basata su una serie di parole e di pratiche vuote di significato che non smuovono il nostro comportamento. Il suo esercizio non è altro che una continua ambizione a costruire una bellissima società di sepolcri imbiancati: meglio che la moglie sopporti di essere picchiata dal marito piuttosto che pensi di divorziare, e così via. Certo, magari facciamo l'elemosina ma appena entra in gioco un nostro interesse, immediatamente prevale l'egoismo più sfrenato. Niente e nessuno può mai toccare anche il più piccolo dei miei privilegi. Tolleranza? Amore? Accettazione della diversità? Bontà d'animo? debolezze, al più belle cose che ci possiamo permetter ogni tanto, ma attenzone a esagerare.

Io temo che noi, bambini-ragazzi degli anni '70 ed '80 siamo cresciuti in una sorta di illusione ottica: abbiamo conosciuto la religione cattolica quando questa era ancora permeata dell'onda lunga di Giovanni XXIII e del Concilio Vaticano II, il cui messaggio è stato prima annacquato e, oggi, completamente disatteso. Abbiamo conosciuto una Chiesa cattolica migliore di quella che è in realtà: provate a osservarla togliendo dalla sua storia Giovanni XXIII. Cosa rimane di buono? E se una Chiesa non trasforma le persone, non le fa diventare più buone, che ci sta a fare?

Ciao a tutti!

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