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Occupazione dell'Afghanistan

Post n°33 pubblicato il 25 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Leggo sul sito del Corriere della Sera le dichiarazioni di D'alema sull'opportunità che la missione USA (Enduring freedom) in Afghanistan venga interrotta, e che tutte le operazioni militari in Afghanistan avvengano sotto il comando della missione ISAF, la quale si è costituita ed agisce nel quadro di una risoluzione ONU.

L'Afghanistan e l'iraq sono state due guerre con le quali ho dovuto confrontare la mia visione della vita. Sono sempre stato un riflessivo e poco propenso all'ideologia, del tipo sono pacifista = tutte le guerre sono da evitare. Non sto giudicando altre scelte o dicendo che sono migliore o peggiore degli altri, sto solo parlando di me. E' chiaro, la guerra non mi piace, così come non mi piace la violenza, ma come scrissi su un post (Essere pacifici, essere pacifisti, in realtà questo post è un approfondimento dei temi che trattai in quell'occasione), se qualcuno minacciasse me potrei pure, se fossi molto, molto pacifista convinto, subire, ma se qualcuno minacciasse mia moglie non esiterei a reagire con violenza. Non mi piace essere ipocrita, quindi non mi voglio mettere a pontificare sulla politica internazionale in termini di assoluta non-violenza quando so che sarei il primo a essere violento in determinate condizioni.

Veniamo quindi a queste "condizioni". Io adoro gli USA (lo so, messa su un blog questa frase è pericolosa, ma spero di avere diritto alla stessa tolleranza che ho per le idee degli altri), questo è un dato di fatto. Ci sono andato (due volte) estremamente diffidente, ne sono tornato entusiasta. Chiaro, sto descrivendo sensazioni da turista, non sto parlando di geopolitica, però sono uno che quando viaggia si butta molto a conoscere la gente qualunque che incontra (che so, mi piace fare quattro chiacchiere con i tizi delle stazioni di servizio, con i mormoni di Salt Lake...) e quindi instauro, se così si può dire, un certo rapporto con il Paese che visito. Quando ho visto cadere le due torri mi sono sentito un po' morire. Sarà stato perché ero in viaggio (in Svizzera), mi stavo prendendo un gelato con mia moglie e abbiamo adocchiato per caso la TV della gelateria (stava parlando Mentana), ma siamo rimasti sotto choc impalati 10 minuti buoni prima di riuscire a muoverci per andare a sederci da qualche parte. Lei si è messa a piangere. Non ho mai avuto dubbi che chi ha fatto questo meritasse di essere preso e giudicato e che tutte le democrazie del mondo dovessero fronteggiarlo unite: tutte erano state colpite. Naturalmente ciò significa che non ho mai creduto a quelle cose del tipo "... sono stati gli USA da soli a minarsi le Torri ...". Già che c'erano potevano pure seppellire un caxxo di barile di gas in Iraq invece di sputtanarsi di fronte al mondo co' 'sta balla delle armi di distruzione di massa. Ho sempre creduto che gli americani fossero colpevoli di criminale negligenza, ma niente di più.

Mi dispiace essermi così dilungato nella premessa, ma senza chiarire queste cose è difficile per me spiegare come la vedo adesso. Detto che ho sempre pensato che l'aggressione dell'Iraq sia stata del tutto immotivata o, per meglio dire, senza giustificazioni presentabili pubblicamente, voglio parlare dell'Afghanistan. Dopo averci pensato a lungo, ho maturato l'idea che occorra distinguere tra attaccare un Paese e occuparlo. Attaccare l'Afghanistan era giusto (a mio personalissimo giudizio). Dava asilo all'organizzazione terroristica che aveva progettato e messo in atto l'11 settembre e al suo capo, che il governo si rifiutò di consegnare. L'attacco avvene in ambito ONU (sì, sono al corrente di tutte le polemiche su queste considerazioni, ma io la penso così). Anzi, mi sarebbe piaciuto che l'Italia partecipasse attivamente. Ma oggi (e non solo oggi in realtà), dopo che Bin Laden è fuggito, dopo che l'Afghanistan ha un altro governo (che tra l'altro si è affrettato a fare una bellissima Costituzione i cui primi articoli dichiarano che si basa sulla legge islamica. Un Paese in cui le donne continuano tranquillamente a essere vessate come prima) che senso ha stare ancora lì a occuparlo? Costruire ospedali, strade e ponti? ma se muoiono ogni giorno civili, inevitabili "vittime collaterali" di una cosa che dovrebbe essere una missione di pace. Quando gli afghani si pacificheranno, quando decideranno di chiedere un aiuto internazionale, quando questo aiuto potrà essere portato in sicurezza senza che servano decine di migliaia di soldati, allora potremo tornare. Oggi dall'Afghanistan non dovrebbero andarsene solo gli americani, dovrebbero andarsene tutti gli eserciti stranieri

Ciao a tutti!

 
Rispondi al commento:
lenin1986
lenin1986 il 28/07/07 alle 14:40 via WEB
Mi spiace ma non condivido tutto…appresso l’esaltazione che fai degli USA in quanto popolo, esaltazione che condivido perché infondo in quel popolo nascono buona parte degli aggettivi con cui io stesso mi etichetto (no global, pacifista, fricchettone, etc…)…però la loro politica governativa non la condivido, mai di qualsiasi colore essa sia…non ho condiviso la guerra in Kossovo di clinton, non condivido la guerra in Afghanistan…attaccare i taleban mostra l’ipocrisia del neoliberismo di cui gli USA si fanno promotori…i taleban non sono altro che delle truppe fondamentaliste pakistane penetrare in Afghanistan a seguito dell’occupazione sovietica di quelle terre e rimasti li grazie ai fondi e agli addestramenti sostenuti dagli USA secondo logica “il nemico del mio nemico e mio amico”…così grazie ai soldi della nato i taleban si sono armati e dopo essersi liberati del’armata rossa si sono stazionati definitivamente in Afghanistan visto che lo stesso pakistan li rigettava…oggi gli usa combattono una loro creazione, una macchina che si ribella al padrone…combattono non per principio di giustizia perché allora bisognerebbe combattere anche congo, corea, cina, e tante di quelle dittature che la stessa CIA ha aiuyùtato a creare (vedi pinochet)…li si combatte solo per predominio economico, quello che noi chiamiamo globalizzazione in terre ostili a questa…gli USA, non stanno perdendo la faccia in quelle terre, ma stanno riuscendo con una forma di new deal degli armamenti a risanare la propria economia in disastro riuscendico come dimostra il PIL in crescita del 3,4% annunciato proprio in questi giorni…mi spiace contraddirti, ma a mio dire c’è molto di più di una lotta ai taleban…siao
 
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