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« LA SICILIA TERRA DI NESSUNO....AMARA VITA DELLE MINIERE... »

LE TAVOLATE DI SAN GIUSEPPE NEL MIO PAESE (le tradizioni fanno parte della nostra vita)

Post n°145 pubblicato il 18 Marzo 2010 da cavallo140
 

Le “TAVOLATE”

Le Tavole di San Giuseppe nel mio paese, per la loro peculiarità, sono uniche in Sicilia; vengono allestite il 18 marzo dai devoti, in ringraziamento al Santo per una grazia ricevuta.

La sua preparazione si protrae per circa 3 giorni  e per questo richiede la collaborazione di  parenti ed amici che si prodigheranno per la preparazione di tutte le pietanze che la imbandiranno.

La Tavola viene fatta  in legno e ha una forma di scala di 4 – 5 gradini lunghi circa 3 – 4 metri  ed un grande tavolo alla base, il tutto ricoperto con tovaglie di lino finissimo ricamate.

Le pietanze che vi sono poste sono strettamente legate alla tradizione culinaria della festa di San Giuseppe e sono la pasta con il miele, la pagnuccata (pignolata con il miele), i cannoli con la ricotta e la crema, le sfinge, le cassatele, il torrone, le mandorle confetti, le fritture delle diverse verdure come i finocchietti, spinaci, mozzatura, broccoli con sopra una spolverata di mollica.

Oltre a queste tradizionali pietanze nel tempo si sono aggiunti svariati tipi di dolci e pietanze più o meno elaborate che arricchiscono la tavolata.

Il protagonista assoluto è il pane che viene preparato dai panificatori locali con farina di grano duro che dopo essere stato lavorato a mano e “modellato”nelle diverse forme che simboleggiano gli attrezzi del falegname come la sega il martello la scala, ed altre forme come l’ostensorio, gli angeli adoranti l’uva l’asinello, viene poi rifinito con una spennellata di uovo e una pioggia di “paparina” (semi di papavero) e messo in forno. Altre forme di pane di dimensioni minori rispetto a quelle che vengono sistemate sulla tavola sono i “Pupiddi ri San Giuseppe” questi vengono distribuiti sia nelle Tavolate dei devoti che in chiesa dove viene allestita la Tavolata principale.

Tra ogni forma di pane e in mezzo ai piatti ad ornare saranno le arance la lattuga e il sedano. Il rito de la cena  si svolge la mattina del 19 marzo quando intorno alle 9 dopo che i Santi e cioè tre persone che rappresentano la Sacra Famiglia avranno partecipato alla Santa Messa si recheranno nelle abitazioni dove sono state invitate a rappresentare i Santi.

Il rito della “Cena”, nasce dal fatto che San Giuseppe e Maria da poveri si videro rifiutare un rifugio per il parto, ma anche quando furono costretti a fuggire  in Egitto e a vivere clandestinamente, ed ecco quindi che i devoti in segno di carità cristiana vogliono dare simbolicamente ristoro e accoglienza alla Sacra Famiglia.

S’inizia con la preghiera recitata da San Giuseppe che invita Gesù bambino ad unire le tre dita simboleggianti la Santissima Trinità ed insieme ripeteranno questa antica preghiera in dialetto locale per tre volte:

B’n'ritta la cena
B’n'ritta Mandalena
B’n'rìtt tutt quant
U patr, u figghj e u spir’t sant..

Benedetta la Cena
Benedetta Maddalena
Benedetti tutti quanti
Il padre il Figlio e lo Spirito Santo

Dopo aver recitato questa preghiera San Giuseppe sbuccerà una arancia e ne distribuirà dei pezzi a Gesù bambino e alla Madonna accompagnati da pezzi di pane benedetto per poi continuare con le altre pietanze.

Alla fine della “cena” la tavolata sarà aperta a quanti vorranno degustare le pietanze tipiche della festa che svuoteranno i gradini della Tavolata tranne l’ultimo che viene riservato alle pietanze che verranno date ai Santi.

Secondo un’antica tradizione la vigilia della festa in tutte le tavole viene posta una ciotola con l’acqua e una saliera, dove l’indomani mattina verrà trovato l’impronta del dito di San Giuseppe che nella notte e passato a benedirla.

Si prega e si implora il Patriarca per le famiglie, il popolo, i Benefattori, gli emigrati e gli ammalati.......Auguri a chi si chiama Giuseppe

 
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