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I RICORDI .....DA CANCELLARE O......

Post n°150 pubblicato il 30 Marzo 2010 da cavallo140

 

I RICORDI AMICI O NEMICI 

 

I ricordi sono nostri amici o sono i nostri peggiori nemici? Ci aiutano a vivere meglio o ci fanno vivere peggio di come potremmo?
Incominciamo dalla definizione di “amico”. Certamente un amico ci aiuta a vivere meglio, ma questo è un effetto della sua presenza, non il suo scopo. Il suo scopo è quello di sostenerci, consigliarci, accoglierci: quando vi sono queste cose fra due esseri umani, vi è dell’amicizia, e, di conseguenza, vi è un vivere meglio.
Molte persone sono affezionate ai propri ricordi, ad un punto tale che finiscono per vivere in funzione di essi, specialmente quelle di una certa età. Oppure trasfigurano il passato nel gioco della memoria e, più o meno consapevolmente, vivono di ricordi inautentici, di falsi ricordi: vale a dire di un passato che non è mai stato così come essi se lo raffigurano allorché si compiacciono di rievocarlo incessantemente.
Ciò accade soprattutto a coloro la cui vita è molto vuota, il cui presente è desolatamente arido e che, dal futuro, non si aspettano alcun cambiamento positivo.
In linea generale, comunque, potremmo dire che i ricordi sono degli amici quando hanno l’effetto di aiutarci a vivere meglio la nostra vita, e dei nemici quando sortiscono l’effetto opposto. Possono essere, pertanto, degli ottimi amici, così come i nostri peggiori nemici: ciò non dipende da essi, ma da noi, da come li viviamo e da come li gestiamo.
A questo punto, dovremmo spiegare che cosa intendiamo per “vivere bene”; solo allora, infatti, potremo decidere se e in quale misura il nostro rapporto con i ricordi sia tale da migliorare o peggiorare la qualità della nostra vita.
Non bisogna pensare, tuttavia, che l’obiettivo di “vivere bene” sia evidente di per se stesso, vale a dire che costituisca un obiettivo naturale per tutti gli esseri umani; perché, in tal caso, rischieremmo di scambiare il punto d’arrivo per il punto di partenza. La persona consapevole non dovrebbe porsi il fine di vivere bene, ma quello di vivere nel modo giusto, secondo ragione e secondo il rispetto della propria verità interiore; nella misura in cui vi riuscirà, troverà anche il bene, e, pertanto, si potrà dire che egli sia riuscito a vivere bene. Insomma, vivendo alla ricerca del bene, si vive bene: ma questo è il premio della ricerca, non il punto di partenza.
Ed ora torniamo ai ricordi. 

Indipendentemente dal fatto che siano belli o brutti, piacevoli o dolorosi, i ricordi sono l’ombra del nostro passato, per cui dovremmo trovare un giusto equilibrio fra essi ed il nostro presente, in modo che quest’ultimo non sia soffocato dalla pianta dei ricordi, ma, semmaiche ne venga rinvigorito e che vi trovi nuovo slancio per protendersi verso la luce.
Ma questo può accadere solo se noi siamo sufficientemente soddisfatti della nostra vita, della direzione in cui stiamo andando e, perciò, o del nostro presente, o, almeno, del nostro probabile, immediato futuro; diversamente, la tentazione di ripiegare sui ricordi come evasione della realtà diventa quasi irresistibile. Ed evadere dalla realtà non aiuta mai a vivere bene, specialmente quando consiste in una regressione verso il passato.
Il passato non è così immodificabile come generalmente crediamo, ma la chiave per operare l’operazione alchemica della sua trasformazione non può trovarsi se non nelle mani di colui che ha vinto i fantasmi del proprio passato e che sa guardare al presente con animo franco e con limpido sguardo. Se mancano queste condizioni, il passato diviene un fardello gravoso, un peso insopportabile e una catena che strangola il qui ed ora, che è l’ossigeno indispensabile al nostro ben vivere.

Comprendere questo, significa avere già imboccato l’inizio del giusto atteggiamento verso il mondo dei ricordi: vale a dire, quello di farceli amici e di rafforzare, non di indebolire, la nostra crescita spirituale per mezzo di essi.

E mi chiesi se un ricordo sia qualcosa che hai o qualcosa che hai perduto… (Woody Allen) *Impariamo ad ascoltare gli altri, cerchiamo di capire, al di là dell'immagine. Il nostro intento è quello di ricercare ricordi autentici da raccontare, scavare più a fondo nella nostra memoria, ritrovare cose che parlano del nostro quotidiano vissuto, più o meno lontano.

 
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