Finalmente al via -era ora!- il corso di psicologia del quale vi parlai un po' di post fa. Mercoledì si terrà la prima lezione. L'intero corso verterà non solo sulla gestione dello stress, ma fornirà anche delle delucidazioni sui focus group e insegnamenti sulla pratica dell'osservare gli altri per conoscere sè stessi. Non vedo l'ora d'iniziare perché trovo che questi corsi siano delle occasioni uniche di scambio e di confronto tra persone, per di più della stessa zona, che decidono di loro spontanea volontà di regalare e condividere un pezzo di sè (un'emozione, un ricordo, uno stato d'animo, ecc.) con gli altri partecipanti... Almeno, questo è ciò che accadeva durante il precedente corso, incentrato sull'autostima e le emozioni...
Ricordo che faceva parte del gruppo anche il Gigante buono, così soprannominato non solo per la sua mole, ma anche per alcuni tratti caratteriali. Alquanto schivo, forse perché timidissimo... Così timido da arrossire ogni qualvolta prendeva la parola e da schernirsi se qualcuno si complimentava con lui per la profondità e l'arguzia delle sue considerazioni e riflessioni. Inizialmente molto riservato e strettamente chiuso in sè stesso, rotto il ghiaccio cominciò pian piano ad aprirsi agli altri, ma si vedeva chiaramente che faceva una gran fatica... Era fondamentalmente un solitario; una volta ci raccontò che viveva in aperta campagna con la sola compagnia di un cane. Non aveva vicini che potessero essere realmente definiti tali, visto che la prima casa distava più di 500 mt dalla sua... Però oggigiorno nessuno farebbe fatica a fare mezzo chilometro e difatti il problema non stava tanto in quello, quanto nella distanza che lui stesso interponeva con le persone... Difficile, se non impossibile, superare una tale barriera... Insomma, era un misantropo e per di più amante della sua solitudine. La desiderava e la cercava continuamente, dichiarandosi apertamente infastidito quando qualcuno tentava di portargliela via anche per un solo istante. Però poi (parole sue), lasciava sempre la porta di casa aperta e ancor oggi non mi spiego questa incongruenza, visto che era così poco incline ai rapporti umani... Lo era così tanto che ci stupivamo sempre tanto quando notavamo una sua seppur minima apertura. E anche se lo sforzo era principalmente suo, noi tutti ci sentivamo un po' artefici di quel piccolo miracolo e ne eravamo contenti e compiaciuti. Pensavamo che ne fosse felice anche lui, ma ci sbagliavamo. Realizzammo ben presto che invece quel cambiamento doveva averlo spaventato al punto da indurlo a smettere di frequentare anticipatamente il corso...
NON TUTTO E' COME SEMBRA...