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Ispirato dallo studio...

Post n°269 pubblicato il 02 Ottobre 2009 da sonosaffitrina

 

L’etnocentrismo, ovvero il sentirsi parte di una determinata cultura, è un tratto comune a tutte le società. L’inculturazione, l’immergersi cioè nella propria cultura, l'apprenderne i valori per poi farla propria, è un meccanismo che dura tutta la vita. Attraverso l'inculturazione si acquisisce cioè l’idea di cosa sia l’uomo, o, ancor meglio, s’interiorizza la concezione di umanità tipica di quella cultura. Possiamo quindi tranquillamente affermare che accanto al processo particolaristico di culturalizzazione, si sviluppa quello universalistico di umanizzazione. Tutto ciò che appare diverso, che non rispetta quei canoni, viene automaticamente etichettato come “alterità”. La prima classificazione (noi/altri) viene compiuta già a partire dalle preferenze in fatto di cibo. Ad esempio: gli induisti non mangiano carne, i cinesi mangiano cani, i popoli islamici non mangiano maiale. Queste usanze, a noi occidentali, appaiono incomprensibili, dannose o disgustose, così come potrebbero apparire incomprensibili, dannose o disgustose le nostre ai loro occhi. L’etnocentrismo consiste quindi in un atteggiamento giudicante nei confronti dell’alterità, il che blocca la comprensione degli altri e scatena, nei loro confronti, diffidenza, conflittualità, scontro, ecc. Su questo gli antropologi hanno riflettuto a lungo. Se lo scopo del sapere antropologico è quello di pervenire ad una conoscenza della differenza, dell’alterità, allora è necessario procedere ad una sospensione del giudizio, applicando al contempo un certo relativismo culturale. Quest’ultimo concetto può essere così sintetizzato: ciò che è giusto per un gruppo, non necessariamente lo è per l’altro. Questo consente di riconoscere una pluralità di culture e di comprendere che la molteplicità di direzioni prese dallo sviluppo storico ha portato, in epoche e luoghi diversi, a forme di vita sociale e ad elaborazioni culturali sostanzialmente diverse tra loro. In poche parole, così facendo, si abbandona il proprio etnocentrismo.

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Commenti al Post:
dammitutto2
dammitutto2 il 02/10/09 alle 13:59 via WEB
questo per fortuna nn mi appartiene adoro e mi incuriosisce tutto cio che è diverso da me e piu lontano è piu mi attira, a volte cerco di capire altre nn è necessario, è affascinante e basta .. la diversita dovrebbe unire ma chissa perche nn sempre è cosi .. giorno Giusss, buon we e un bacio gtrandissimo
(Rispondi)
 
sonosaffitrina
sonosaffitrina il 05/10/09 alle 08:00 via WEB
Non è sempre così perché non la si cum-prende (nel senso che non riconoscendola come cultura, non la si prende con sè). E' un fenomeno non dico normale, ma sicuramente naturale. Anche gli animali diffidano di chi non è consimile. Ma noi abbiamo intelletto e ragione. Dovremmo essere tranquillamente in grado di superare le differenze...
(Rispondi)
agata90
agata90 il 03/10/09 alle 12:29 via WEB
Io ultimamente sono un po' agatacentrica, che è molto peggio che essere etnocentrici! :)
(Rispondi)
 
sonosaffitrina
sonosaffitrina il 05/10/09 alle 08:04 via WEB
Va bene, tranquilla. Il difetto non sta tanto nell'egocentrismo, nell'etnocentrismo, nell'Agatacentrismo o nel Giusicentrismo, quanto nella loro esasperazione. E tu non sei sicuramente a livelli esasperati (altrimenti non vi sarebbe spazio per la disponibilità), fidati :-)
(Rispondi)
varesex
varesex il 03/10/09 alle 15:02 via WEB
Baci...devo riprendere daccapo
(Rispondi)
 
sonosaffitrina
sonosaffitrina il 05/10/09 alle 08:05 via WEB
Ciao Dino. Quando vuoi... I post son qui... Io un po' meno. Passo a trovarti appena possibile :-)
(Rispondi)
m.a.r.y.s.e
m.a.r.y.s.e il 03/10/09 alle 21:50 via WEB
l'integrazione è possibile solo se intesa come rispetto delle diversità e tolleranza reciproca
(Rispondi)
 
sonosaffitrina
sonosaffitrina il 05/10/09 alle 08:07 via WEB
Hai perfettamente ragione: rispetto e tolleranza devono essere reciproci. Ma non sempre è così (e tante guerre la dicono lunga, a questo proposito)...
(Rispondi)
c.sonia
c.sonia il 04/10/09 alle 22:47 via WEB
O mamma Giusy, per ora ti lascio un abbraccio...domani torno a leggere il post...ora dormo in piedi e ho capito poco!!!
(Rispondi)
 
sonosaffitrina
sonosaffitrina il 05/10/09 alle 08:09 via WEB
Ciao Sonia. Spero tu abbia riposato un po'. Questo sembra essere un momentaccio un po' per tutti, all'interno del nostro gruppo, chissà poi perché
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c.sonia
c.sonia il 05/10/09 alle 12:48 via WEB
conclusione...bisogna accettare. Io credo di riuscire a volt e ad abbandonare il mio etnocentrismo....finchè "l'atro" non mi pesta i piedi ed è successo...ed allora non applico nessun allargamento di orrizzonte.... ma questo riguarda pochi...ed è un fatto molto personale! Nell'interà "umanità" bisognerebbe riuscire ad abbandonare sempre il proprio etnocentrismo. Oggi sono lucida eh Giusy... è per quanto riguarda i momenti di difficoltà...non proprio tutti li stanno vivendo...c'è anche chi se la spassa alla grnde...credimi...ahahahah!!! Un abbraccio forte amica mia! Sonia
(Rispondi)
vanderdecker
vanderdecker il 05/10/09 alle 23:34 via WEB
Io credo che se vogliamo l'Europa unita e veramente forte, bisogna procedere all'integrazioe delle diverse culture e etnie. La libera accettazione dell'altro e della sua "diversità" culturale devono servire ad aprire le nostre menti e a spazzar via ogni forma di pregiudizio.
(Rispondi)
fittavolo
fittavolo il 06/10/09 alle 09:14 via WEB
E’ inevitabile essere diversi. La storia stessa di un popolo lo è. E la storia di un popolo è il popolo. Quello che si sta cercando di fare, in questi ultimi anni spinti dai continui flussi migratori, non è del tutto positivo. Si vuol costringere a tutti i costi dei popoli ad integrarsi, anche se le loro diversità sono profonde. Questi processi sono lunghi e laboriosi e agiscono quasi indipendenti dalla volontà, dalla decisione ragionata e presa a tavolino. Non basta decidere d’integrarsi per riuscirci. Comunque questo non c’entra niente con il tuo post, è un mio piccolo sfogo, utile a comprendere la mia posizione nei confronti di altri popoli. Tornando al post: quello che dici è giusto ed è il comportamento corretto da tenere per comprendere con più facilità le usanze e i costumi di altre genti. Questo non vuol dire accettare indiscriminatamente l’altra cultura, ma solo mettersi nelle condizioni per poterne parlare senza lasciarsi influenzare dalla propria. Così come per capire la storia bisogna immergersi nel pensiero dell’epoca e valutare tutto con quel metro, altrimenti si corre il rischio di commettere errori di valutazione notevoli. Una trasposizione del fatto storico nel tempo in cui si vive e giusto farla, purché sia riparametrato attraverso le nutazioni che sono successe tra i due momenti. Penso che anche per le culture dei popoli sia possibile fare un’operazione del genere, in fondo tante cose hanno avuto la stesa origine, la differenza così risulterebbe più comprensibile. Giuseppe p.s. Riguardo a “Psiche e amore” l’ho letto. Penso che al di là dei fatti descritti in modo ineccepibile, ci sia qualcos’altro di più importante. Un meccanismo di mutazione, di passaggio dall’amore all’odio, che ha come binario di conduzione la paura. Lo stato d’ansia alimentato dall’ignoto, dal veder venir meno le proprie certezze, sfocia, come spesso accade, nel tirar fuori cosa si ha dentro attraverso il vomito. Tutto questo è abbastanza chiaro, ciò che ancora non ho compreso, pur essendo calvo, e come mai l’hai concluso con l’alopecia.
(Rispondi)
talamassa
talamassa il 06/10/09 alle 09:47 via WEB
Ogni diversità racchiude delle verità. Tutte vere nella loro molteplicità! Accettarle e comprenderle significa essere democratici :)
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eric65v
eric65v il 10/10/09 alle 19:03 via WEB
Post molto interessante e per certi versi non condiviso da molti. Io sono molto affascinato da usi e costumi e culture di altri popoli, sono invece refrattario ad usi e costumi derivanti da motivazioni religiose. Se riflettiamo sul fenomeno dell'integrazione ci rendiamo conto che molti non sono ben disposti per motivi religiosi. Non ho nulla contro culture defferenti dalle mie, ma se vengono nel mio paese e per motivi religiosi vogliono mettere il burca (e di conseguenza non integrarsi) se ne stiano al loro paese. Se piuttosto di fare uscire la propria figlia con un indigeno che non professa la loro fede religiosa si è disposti a sgozzarla allora che vengano esiliati nei loro paesi. Quello che voglio dire è che l'etnocentrismo è causato da motivi religiosi e la religione è sempre stata un accanita oppositrice all'integrazione, creando muri e barriere al vivere in modo civile. E non mi riferisco solo alle religioni islamiche, perchè anche il cattolicesimo e il protestantesimo ha nel tempo operato a sfavore dell'integrazione e della libera diffusione degli usi e costumi dei popoli. Buona serata. ^_^ Enzo
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5 Ottobre 2008

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