Eppur si muove...

Meditazioni e... valutazioni

Giorni di riflessione. Giorni strani, diversi, pieni di pensieri, pieni di lavoro.
Mi andava di restarmene un poco in silenzio, di spegnere quel centro di attività neurali che è il cervello, pensare, capire, lasciarmi qualche dubbio, pormi interrogativi, meditare.

Ho meditato sulle cose belle della vita.

Non mi son fatto un elenco preciso, ho solo pensato all'enorme fortuna che possiedo rispetto a tante altre persone. Mi sono messo, come da mio solito un poco in discussione.
Potrei dire innanzi tutto: la mia sensibilità, la mia capacità di ascolto, un fiore, un raggio di sole, l'ombra di una fronda d'albero, il vento fra le foglie, l'incresparsi del mare, l'orizzonte, un sole che tramonta, un nuovo giorno...e così via, potrei continuare a scrivere, meditare, meravigliarmi.

Sarà poi anche l'avvicinarsi del mio trentacinquesimo genetliaco, sarà perché mi sento a una leggera svolta della mia vita...sarà...che tutto mi fa pensare.
Dopo tante azioni, tanti fatti, tanto lavoro concreto, mi fermo un attimo a pensare, a riflettere, a rendermi cosciente di ciò che è di me, di cosa potrebbe essere di me, di ciò che non è di me e cosa non potrà mai essere di me.

A volte si arriva ad un punto, si ottiene un certo qualcosa perché lo si è voluto ardentemente: una laurea, una storia d'amore e d'affetto, tante altre cose più o meno importanti. A volte invece molte cose arrivano da sé. Si tratta solo di saperle aspettare e di coglierle al momento opportuno. Si tratta anche si saper creare le condizioni affinché una certa qual cosa accada, si realizzi, venga alla luce.

Cosa vorrei? Vorrei qualcuno a cui voler bene, una donna da comprendere e amare, rispettare, con cui confrontarmi e dialogare di continuo. Poi ci saran i bastian contrari che, a fronte di tanti fallimenti, mi diranno: ma chi te lo fa fare, l'uomo è per natura un eterno irresponsabile (mio personale pensiero). Ma voglio credere diversamente, attraverso l'impegno reciproco si possono scalare montagne e scalare passi alpini di ragguardevole difficoltà.
Vorrei un figlio, a cui insegnare tutto ciò che so, e imparare da lui, o da lei, ogni qual cosa che possa farmi crescere ancor di più a livello umano. Non è egoismo il mio, è un sentimento, un desiderio limpido e libero da ogni secondi fini.
Vorrei una casa tutta per me. Per poter aspirare a una libertà piena della mia vita, a una mia autonomia.
Vorrei una certezza nel lavoro che svolgo. Oramai ci siamo abituati a governare l'incertezza, a far diventare la provvisorietà un valore, un punto di riferimento, un buon inizio di partenza per arrivare chissà dove, e con chissà con quali progetti realmente realizzabili in una vita dignitosa.
Vorrei poter sognare, combattere affinché i miei sogni possano avverarsi, e che possano rendere felici molte persone, oltre a me. Vorrei sognare più spesso, benché ci siano giorni nei quali si deve essere tremendamente realisti e concreti.

Poi sono stati giorni nei quali, a fronte di numerosi pensieri, meditazioni, si doveva aggiungere un qualcosa in più: valutazioni.
Valutare è come giudicare, stimare. Non sai mai quanto ciò possa essere veritiero, però ci si prova. Si valuta il costo di una casa, secondo vari parametri, si valuta una prestazione professionale, si valuta il risparmio, o la spesa, o un certo introito di denaro, se è congruo, se è ragionevole, se è sufficiente. Poi, quando non si hanno sufficienti nozioni valutative, ci si deve affidare a chi ne sa molto più di noi, secondo esperienza o secondo studi formativi. Ci si deve fidare. Alla fine potranno seguire ulteriori riflessioni e azioni conseguenti. Bisogna essere umili e pazienti, realisti e sognatori al contempo.

C'è sempre un orizzonte ulteriore oltre a quell'orizzonte a cui tende il nostro sguardo.

Passeranno le settimane, sapientemente il pescatore tirerà le sue reti, farà la cernita del pescato e svolgerà azioni volte a un dato guadagno, sperato o voluto che sia.
Corro a gettare le mie reti...

by inagguato