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Eppur si muove...

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Luci e ombre

Post n°203 pubblicato il 27 Ottobre 2010 da inagguato
 

Siamo prossimi ai freddi mesi invernali, e si avvicinano spedite le ultime festività dell'anno. Fra poco ci saranno Tutti i Santi, la commemorazione dei defunti (sebbene non sia festivo è cosa buona avere una riflessione su questa ex-festività), l'immacolata concezione (l'8 dicembre, per chi non la ricordasse come tale) e le festività del Natale.

Tutti gli anni, di questi tempi, è una gara su chi riesce ad addobbare con luminarie a tema, ogni angolo di città o paesino che sia, ogni via. La luce fa festa in questo periodo buio dell'anno. Spesso si compiono, da parte delle amministrazioni pubbliche o da parte di privati (specie esercenti con chiari interessi economici), veri investimenti in luci supplementari lungo le nostre vie cittadine.
Spesso sono anche vere e proprie opere d'arte, come quelle che si vedono ogni anno lungo le vie di Torino - diventando anche veicolo promozionale, conferendo un'immagine artistica al tutto, e chiaro richiamo verso le vetrine dei negozi tutte illuminate a giorno - altre volte si sta più sul tradizionale, con qualche angioletto qua e uno là, qualche stella, qualche altra figura a tema natalizio. C'è chi non bada a spese, c'è chi sta più sul risparmio seppur non volendo abbandonare la tradizione degli addobbi con luci, c'è chi investe soldi pubblici e chi, privato, ci mette del suo, basta che la città in cui esercita impresa commerciale, abbia luce a volontà con qualche luminaria particolare e fascinosa.



Poi accade, da qualche anno a questa parte - ma sembra che il problema sia antico - che, a conti fatti, le amministrazioni comunali non abbiano soldi a sufficienza, verso la fine dell'anno, a bilancio, per tali festività attraverso l'installazione di luminarie.
Personalmente, sono sempre stato uno un pò controcorrente. Di avere luminarie per il natale mi interessa fino ad un certo punto. Non mi interessa avere luci fine a se stesse, solo per il gusto di dire...è festa, dobbiamo rendere la città festosa, a discapito dei pomeriggi bui e delle notti ancor più buie.
Vedo molto spreco in ciò, sia che siano soldi pubblici o che siano privati. E vedo pure dell'ipocrisia. C'è chi lancia l'allarme: mancano i soldi per fare una degna illuminazione natalizia per le prossime festività. Non vedo motivo d'allarme. Se non si hanno denari per una illuminazione, l'illuminazione delle vie non si ha da fare. Punto e basta. Stop polemiche e stop discussioni. Ogni anno è un continuo batter cassa. Allora i Comuni si rifanno ai singoli comitati di esercenti e commercianti, affinché finanzino tali iniziative.
Io mi domando...ma questo problema ce l'abbiamo solo noi Italiani, solo noi in Italia? o in Germania o in Francia, per non parlare dei paesi dell'europa dell'est, o scandinavi, fanno diversamente (o fanno esattamente come da noi)?
Non saprei rispondere, ogni commento può essere utile alla riflessione.
Intanto più di un miliardo di persone nel nostro pianeta vivono senza luce, senza elettricità. Senza un televisore, un forno a microonde, un tosta pane, un forno elettrico, senza caloriferi funzionanti ad energia elettrica. Nel mio piccolo cerco di risparmiare come posso, perché tutto non ha illimitatezza e le risorse sono scarse e mal allocate.

In tempi di crisi, si dirà. Non bisogna permettersi di sprecare. Manco i ricchi lo fanno. Figuriamoci i poveri.
Ogni rinuncia può essere occasione di ricompensa in futuro. Io rinuncerei ad avere nella mia cittadina le luminarie natalizie in cambio di un gesto concreto, un'azione tangibile sul benessere mio e dei miei simili, qui vicino a me o anche lontano da me. Penso a chi ha subito in questi giorni la furia dello tzunami nel sud est asiatico, alla popolazione ad Haiti che muore o rischia di morire di colera. Di gesti concreti se ne possono fare tanti, basta rinunciare a qualcosa di noi stessi, qualcosa che potremmo avere, per poter investire il risparmiato su questo gesto concreto. E - appello rivolto ai tanti amministratori pubblici ed esercenti e commercianti privati - se un Natale lo passassimo come 60 anni fa, senza fronzoli, senza luci e payette (non so se ho scritto giusto)...non sarebbe un Natale più onesto e genuino?

Ai posteri e ai liberi pensatori l'ardua sentenza. Per adesso mi immagino in una baita in montagna, asserragliato dalla neve, solo con l'essenziale per passare in assoluta tranquillità il periodo in baita, aspettando raggi di sole e nuove stagioni.

by inagguato - immagine tratta da http://www.iogiro.com/blog/Uploads/306/Image/ven16_nov_07%20039.jpg

 
 
 
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