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(Forse) Lieve lenta ripresa

Post n°137 pubblicato il 03 Ottobre 2009 da inagguato
 

Dopo mesi di profonda incertezza, dopo un periodo di appannamento e di depressione dell'economia mondiale, pare che in alcune aree del mondo ci sia una lieve ma lenta ripresa. Chi ha osservato tale situazione? Numerosi economisti vedono in fondo al tunnel e scorgono una via d'uscita oltre la quale si intravede qualche bagliore di luce. L'incertezza rimane, non si sa di preciso quando tutto volgerà in positivo. Qualche dato economico però lascia ben sperare. Si parla di lenta ripresa, si alzano impercettibilmente i valori percentuali dei dati raccolti, si spera che la crisi di sfiducia generale sul nostro modo di vivere e sul sistema economico possa volgere in altra direzione, verso una fiducia più piena e consapevole. Certo che permangono dati in controtendenza, come l'aumento del tasso di disoccupazione, i valori del PIL non ancora soddisfacenti, e altri indici più o meno indicativi dello status vivendi. Un cinico ragionamento che si può fare è: sono solo dati, da interpretare, da analizzare, da commentare, sono percentuali, medie, statistiche. Dico solo che dietro a un'economia oramai globalizzata, stritolata da statistiche e valori percentuali, ci sono persone che cercano con ogni mezzo di tenere la propria esistenza con un certo decoro, di arrivare alla fine del mese come si può, di modificare alla mal parata i propri comportamenti d'acquisto.
In questi giorni, per esempio, ho notato un calo del prezzo dei carburanti, la benzina verde scesa a meno di un euro e venticinque cents. Dato positivo o negativo? Come ho imparato studiando economia, i valori non sono mai positivi o negativi, sono relativi, ovvero da interpretare a seconda dell'economia del Paese di riferimento. Un costo inferiore del prezzo dei carburanti, del prezzo del petrolio, si riflette in minori oneri aggiunti sul prezzo finale di ogni bene trasportabile. Quasi la totalità dei beni prodotti deve fare i conti con il prezzo del petrolio, poiché l'oro nero serve per fare girare i camion o le navi che trasportano le merci, serve a produrre energia per far girare i macchinari elettrici e via dicendo. Però... però.... ho sempre visto con benevolenza il costo dei carburanti scendere. Però, ricordo con interesse, un intervento a riguardo del mio ex professore di geografia economica alla scuole superiori che ha osservato che non è poi tanto bello avere un costo dei carburanti tradizionali così basso. E sperava che il prezzo delle benzine salisse a un livello inverosimile perché...si doveva stimolare la ricerca e l'uso di energie alternative al petrolio, dare impulso a nuove energie, uscire dalla logica della dipendenza economica del petrolio. E questo non per dare contro alle grandi multinazionali energetiche, ma per un discorso di lungimiranza su di un vivere diverso e alternativo, un vivere maggiormente corretto senza dipendenze nocive e ricattatorie: o fai così o sei fuori dalla vita moderna. Bel ricatto.
Tralasciando il discorso petrolio, e costi del carburante, sul fronte lavorativo c'è ancora molto da lavorare. Le istituzioni governative hanno sistemato alla ben in meglio il fronte finanziario, dando fiducia alle istituzioni bancarie, addirittura con un forte intervento statale. In alcune economie la statalizzazione dei maggiori gruppi bancari è stata inevitabile, onde prevenire eventuali crack o bancarotte. Col paradosso che ora come ora le istituzioni bancarie sono le sole, se non le uniche, società di capitali a non poter fallire. I soldi dello Stato (lo Stato siamo noi) per ripianare i debiti e le defaiance decisionali dei top manager in tempi di crisi...la cosa mi lascia molto interdetto. Non ci doveva essere libertà economica, dove si premiano i meritevoli, si lascia spazio al mercato di autoregolarsi e via dicendo? Certi presupposti economici sono stati rivisti, certe posizioni liberali hanno dovuto essere riviste, certe idee riposizionarsi, il capitalismo ha dovuto nuovamente cambiare pelle, rinnorvarsi di nuova veste, più compassionevole, rivolto verso il sociale, verso i bisogni reali delle persone. Già...le persone...queste sconosciute.
Quando i dati parlano chiaro, quando ci sono dati negativi sui consumi, sui generi alimentari, su particolari categorie merceologiche, c'è da riflettere. Di sicuro so che il mondo è molto più complesso di quanto gli economisti o i politici vogliono farci credere.
Alcune volte penso a vivere in qualche tribù, in amazonia o in altri perduti angoli del pianeta, dove la politica non incide granché sulla vita della popolazione, il ruolo della comunicazione è azzerato, i dati economici inesistenti, il gossip è solo un semplice passaparola dove ridere e sorridere dell'accaduto, e si parla di cose reali e veritiere. Come è andata la caccia oggi? E' vero che il tale tizio ha pescato oggi un pesce da 3 kg.? Questo sì che è vero gossip! E' un vivere più dimensionato, più calato sul personale, sulla vita delle persone. Invece siamo bombardati di notizie, di dati, di commenti politici che ci fanno il lavaggio del cervello, ci fanno assumere posizioni difensive o pregiudiziali che non ci confà al nostro vivere civile. Sembra che in questo mondo globalizzato la politica vuole imporci di prendere parte in ogni decisione - parlando delle moderne democrazie. Tutto per la ricerca di un consenso, sia esso politico, personale, elettorale. Alla fine sembra un vivere strumentale e strumentalizzato. Un nostro vivere subdolamente imposto, pieno di striscianti condizionamenti.
Sul fronte lavorativo, l'esercito dei cassaintegrati cresce, e crescerà nei prossimi mesi l'esercito dei senza lavoro, dei disoccupati. Anche qui, ho imparato che la disoccupazione in sé non è negativa, anzi, il disoccupato serve per mantenere basso il tasso di inflazione, per qualche legge economica strana. Ma è così.
Per adesso sono a contratto a tempo determinato. Mi godo questo periodo lavorativo, e penso alla mia fortuna a discapito di chi ha perso o perderà il lavoro. Il futuro? Il mio futuro? Per ora non ci penso. Per un certo verso è brutto non avere prospettive a lunga scadenza, e la cosa mi rammarica. Non posso programmarmi un mutuo, non posso comprare una casa, non posso fare il passo più lungo della mia gamba per la semplice ragione che non so quanto la mia gamba sia lunga. Insomma, vedo le mie potenzialità tarpate, serrate da una mano invisibile, dove la dominazione ideale economica c'è ma non si vede. Ho segnalato due persone a due rispettivi datori di lavoro: ho raccomandato la loro assunzione. Sono stato amorale? Non saprei. So solo che erano persone con il bisogno di lavorare. Una di queste due persone ha ricevuto risposta positiva, ma si dovrà accontentare di un impiego per tre mesi. L'altra è in attesa di risposta, in attesa di capire come si evolvono gli eventi.
La sicurezza del domani...del doman non vi è certezza...parafrasando Lorenzo de Medici.
Meglio godere leggendo una poesia, meglio pensare al benessere delle persone che non a commentare cifre, dati macroeconomici e microeconomici senza un reale perché.
Nel mio piccolo ci ho pensato...sperando in una lieve lenta ripresa.

Buona vita a tutti. Spalancate le porte alla speranza. by inagguato 

 
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