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Confusione, irrequietezza, leggero nervosismo

Post n°209 pubblicato il 30 Novembre 2010 da inagguato
 

Vivo da qualche settimana uno strano stato d'animo. Stato non ben definito, ma sicuramente un misto di sensazioni che non mi piacciono.
Sarà il periodo particolare dell'anno, o sarà altro. Le sole cose che so è che tutto ciò deriva da molto lontano, che essere così fa parte della mia natura, e che tutto appare fumoso all'orizzonte.
Vorrei programmare, invece che vivere aspettando il 15 di ogni mese (il 15 di ogni mese le mie casse economiche riprendono fiato e vigore. N.d.s.* ).
Vorrei essere maggiormente sereno, riguardo al mio futuro e al mio presente.
Mi sento sotto pressione, ogni tanto, e qualche giorno di riposo, forse, mi farebbe più che bene. Cosa ovvia per uno che si sbatte, lavorando, sette giorni su sette.
Fosse solo il lavoro a preoccuparmi, la cosa sarebbe il minimo. Sarei sfacciato e per di più un ingrato al cospetto di chi il lavoro non ce l'ha.
Mi sento confuso perché non so cosa sarà del mio avvenire. Sono una persona di per sè speranzosa. Oggi alla radio ho ascoltato un passaggio di una delle ultime interviste a Mario Monicelli - grande sconcerto per la sua morte - dove affermava che la speranza non esiste, non deve esistere; la speranza è un grande inganno, costruito più per tenere buono il popolino, la povera gente - pensiero condivisibile. E' bene sperare, ma il costruire giorno dopo giorno è cosa che ti riempie di maggiore soddisfazione. Se uno spera, è come se si mettesse in un atteggiamento passivo, mentre serve forza e slancio per rinnovarsi continuamente. Costruire concretamente è atteggiamento proattivo, reattivo, propositivo.
Mi dicono tutti di stare tranquillo, sebbene tranquillo non lo sia per niente. Voglio capire "di cosa muoio e quando muoio", lavorativamente parlando. Le mie aspettative verso una  risposta in merito vanno aumentando.
Mi sento irrequieto anche per altre circostanze. La senilità dei miei cari parenti aumenta giorno dopo giorno, così come le singole esigenze di cura e di attenzione verso di loro. Verso mio zio, verso mio padre e via dicendo. E a volte vorrei avere la forza dei miei vent'anni, vorrei che il giorno avesse 48 ore se non di più, vorrei fare molto di più, sebbene io non abbia più la forza e lo slancio di prima.
Ho un età...di passaggio. Devo essere considerato una persona adulta a tutti gli effetti, con i propri doveri e le proprie gratificazioni personali e generazionali.
La mancanza di situazioni diverse mi destabilizza ogni tanto. Non posso mantenere lo stato attuale. E' come se volessi mantenere una barca in stato di fermo, in mezzo al mare, dove tutto si muove, dalle vele gonfie di vento, dal mare mai domo e mai fermo. Per un pò riesci a tener ferma la situazione, ma poi devi sempre riposizionarti e raggiungere un nuovo equilibrio.
E' così che monta un leggero nervosismo. La paura di non riuscire a farcela, di non riuscire a fare tutto quanto gli altri e te stesso si aspettano, da te e dalle circostanze. Un pò di incertezza, un pò di insicurezza.
In questi frangenti dico a me stesso: puntella la tua autostima. Dal "conosci te stesso", oramai ho fatto tesoro di ogni sensazione che provo. Non mi interrogo più invano, ma cerco di ripartire con vigore e accortezza.
La speranza serve fino ad un certo punto. Servono risposte certe in un mare di incertezza. Si deve fare - cosa che a me non piace fare assolutamente, ma ne sono costretto - buon viso a cattivo gioco, tenere duro e proseguire. Cercare aiuto, se si ritiene di essere in difficoltà imbarazzanti.
Mi scopro vulnerabile, irascibile, in stato di irrazionalità pura. La logica non mi aiuta.
Alcune risposte ai miei dubbi arriveranno nei prossimi mesi, se non nelle prossime settimane. Solo vivendo saprò cosa fare.
Tante altre cose non hanno una definizione nell'immediato. Vorrà dire che dovrò riscoprire la sottile arte dell'attesa. A volte può essere una tattica giustificabile e giustificata. Vedrò.
Il futuro attende di essere vissuto secondo i nostri desideri. Spero - scusate il verbo - di avere molti desideri da esaudire. Per adesso cerco di rasserenarmi, anche se non mi è facile, e di curare i sogni nei miei cassetti.

by inagguato

 
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