Creato da IoZingiber il 19/02/2009

IL MIO GIARDINO ZEN

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"Teatro magico. L'ingresso costa la ragione."

In questo periodo di assenza, fra le tante cose che ho cercato di fare, una di quelle che mi è riuscita meglio sembra sia stato seguire degli incontri di Bio-Psicosomatica. Incontri di cui sono venuta a conoscenza per una serie di apparenti casualità - apparenti perché non riesco a credere che qualcosa possa accadere per una semplice e fortuita casualità.
...il martedì sera si va a yoga, il mio maestro...un signore di settan'anni con la barba e i capelli bianchi, che ha passato parte del suo tempo in India, condivide con noi tutto il suo sapere sullo yoga di Patanjali e l'offerta che lasciamo va a sostenere il Progetto Alice di cui ho parlato qualche tempo fa; dicevo...il martedì è quindi sacro, mi serve per darmi la carica giusta per affrontare qualsiasi contrattempo e non solo, ma la mia amica Romina insiste così tanto per portarmi ad una lezione di danza-terapia che finisco con il cedere. Dopo la lezione, una parola tira l'altra e Cinzia, la titolare del centro, mi mette fra le mani il programma di questo corso che si intitola ALLA RICERCA DELLE NOSTRE STRUTTURE PROFONDE,io per la prima data ho già un impegno ma dopo aver letto le prime pagine di introduzione qualcosa mi dice che questa cosa io la devo fare!!!
Di cosa si tratta esattamente proverò a dedicarci un post prossimamente, ma voglio condividere con voi alcuni pensieri di un libro di Alejandro Jodoroswky (sempre non per caso, di lui avevo sentito parlare da alcune amiche che frequentano con me il corso di Medicina Macrobiotica e fin da subito questo bizzarro personaggio, che cura ogni genere di male con la psicomagia, mi aveva incuriosito e non poco. Quando ho iniziato gli incontri di Bio-Psicosomatica, parlando di numerologia e di tarocchi... ecco riapparire il nome di Alejandro. A questo punto mi è sembrato giusto approfondire la conoscenza di questo Artista, e l'ho fatto leggendo La danza della reltà ossia l'autobiografia che va letta come un romanzo di una vita sorprendente, un'opera che scandisce il percorso di un uomo alla ricerca delle verità ultime e fornisce le chiavi di un universo filosofico e sciamanico).

....

Avevo trasformato la mia squallida camera in un posto incantevole, come se avessi ritoccato una brutta fotografia. Ero riuscito a fare in modo che la stanza reale si unisse per sempre alla stanza immaginaria. Poi mi sono messo a setacciare altri ricordi sgradevoli per aggiungervi particolari che li rendessero più allegri. Trasformai gli egoisti in maestri generosi, i deserti in foreste lussureggianti, i fallimenti in trionfi.
Con i fatti più recenti, quelli che mi erano accaduti nel corso della giornata, facevo ricorso a un'altra tecnica: prima di addormentarmi avevo preso l'abitudine di passarli in rassegna. Prima dall'inizio alla fine e poi al contrario, seguendo i consigli di un vecchio libro di magia. Questa pratica della "retromarcia" mi consentiva di prendere le distanze dagli eventi. Dopo essermi analizzato, giudicato e insultato oppure elogiato da solo durante il primo esame, ripassavo la giornata in senso inverso e allora mi rivedevo con un certo distacco. La realtà così captata presentava le stesse caratteristiche del sogno lucido. Il che mi aiutò a rendermi conto che mai come in quel momento, e come tutti quanti del resto, mi trovavo immerso in una realtà simile al sogno. L'atto di passare in rassegna la giornata durante la notte equivaleva alla pratica di ricordare i miei sogni la mattina. Ma il solo fatto di ricordarsi di un sogno significa già organizzarlo razionalmente. Non vediamo mai il sogno per intero, vediamo soltanto le parti che abbiamo selezionato in base al nostro livello di coscienza. Tendiamo a ridurlo per poterlo inserire nei limiti dell'Io individuale. E con la realtà ci comportiamo allo stesso modo: nel ripassare le ultime ventiquattro ore non abbiamo accesso a tutti gli eventi della giornata ma soltanto a quelli che abbiamo captato e trattenuto nella mente, quindi si tratta di un'interpretazione limitata, trasformiamo la realtà in ciò che pensiamo di essa. L'interpretazione selettiva costituisce una base in gran parte artificiale sulla quale in seguito forndiamo i nostri giudizi e apprezzamenti.
Per raggiungere un maggiore grado di coscienza, potremmo cominciare col distinguere la nostra percezione soggettiva del giorno da ciò che ne costituisce la realtà oggettiva. Quando avremo smesso di confonderle saremo in grado di assistere come spettatori allo svolgimento della giornata senza lasciarci influenzare da giudizi, apprezzamenti ed emozioni infantili.

.....

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