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attualità, politica, cultura

 

 
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Il 25 Aprile Napolitano ci ha spiegato perchè Beppe Grillo è fascista!

Post n°184 pubblicato il 26 Aprile 2012 da r.capodimonte2009
 

 

Il panegirico che ci siamo dovuti sorbire alla tv da parte dell’imperatore del Quirinale sulla valenza intoccabile dei partiti politici, riducendo all’osso la usuale pagina retorica relativa alla Resistenza, ci ha fatto comprendere due cose essenziali. La prima, la più rilevante, è la paura ancestrale, il terrore incontrollato che Beppe Grillo (il demagogo più volte richiamato da Napolitano alle sue responsabilità storiche e politiche, le medesime del Fascismo e poi dell’Uomo Qualunque!), il comico, l’anfitrione, il personaggio in cerca d’autore, il burattino della commedia dell’arte, come meglio preferite chiamarlo, sta arrecando al regime, tanto da ispirare al vecchio arnese comunista che siede nella più alta carica statale, una vera e propria concione ciceroniana contro il Catilina di turno, il “barbudo” di Genova che si permette di accusare i partiti italiani di ogni tipo di malefatta, dalla prima, la più intrinseca, l’aver abbandonato il Paese alla nefanda banda dei tecnici asserviti ai poteri forti, che lo porteranno alla rovina, per il solo motivo di salvare il loro scranno e i loro privilegi; fino all’ultima, quella che li vede concatenati in una stagione di corruttele e concussioni da capogiro, pari a un coacervo di miliardi derubati in un modo o nell’altro, che quelli della vecchia Tangentopoli impallidiscono. Anche se è vero che Tangentopoli allora contava su giudici ideologizzati a sinistra, ma ancora ligi al diritto (tranne ovviamente Di Pietro), cosa che quelli impegnati ora si guardano bene da seguire, in quanto interessati solo a sbattere i mostri in prima pagina senza prove certe se non quelle basate su pentiti e pentitismi, ammaestrati e dell’ultima ora, come nel caso della Finmeccanica. Dato che obbediscono anche loro ai poteri forti che li reggono in piedi per comodo istituzionale, in nome degli “opposti estremismi”.

La seconda cosa che emerge dalle sparate quirinalizie in quel di Pesaro, dove le boutade risibili di un uomo che fa finta di conoscere la storia sono state accompagnata da un mare di folla “antifascista” che ci ha capito ancora meno, è che la Resistenza e tutte le sue  diramazioni di natura declamatoria sono al tramonto. Per il semplice fatto che il tempo passa e la gente muore. Gli antifascisti, come i fascisti veri sono restati una pattuglia di ottantenni con la testa che ragiona solo se si agitano gagliardetti o rossi o neri che sia. Non vuole essere una mancanza di rispetto nei confronti di chi ne vide di cotte e di crude e spesso salvò la vita per un caso, ma perché è ineluttabile che il tempo porti la cessazione delle rivalità. Noi siamo convinti che quello di Napolitano è un segnale che non sappiamo se sarà seguito, ma lo speriamo. Non vorremmo certo che i fasti resistenziali facessero la fine dei lamenti olocaustici, cioè che restassero eterni, dato che nel frattempo la storia è andata avanti e non  sempre in modo “umano”, viste le “resistenze” e gli olocausti” ben più gravi succedutisi a quelli del 1945! In ogni modo dobbiamo registrare, a nome di quegli incauti che hanno spesso applaudito il vecchio comunista, che ieri era proprio fuori di testa, per esempio, nel paragonare il Fascismo al Qualunquismo, entrambi accusati di tenere la gente lontano dalla politica. E’ falso: il Fascismo fu tutto meno che qualunquismo, perché il Partito Fascista, e non c’è un solo storico che sostenga il contrario o sarebbe un idiota, proprio in qualità di partito unico penetrò talmente nella vita del Paese da connotarlo “totalitariamente”, con le sue adunate, l’educazione giovanile, l’inquadramento corporativo, la cultura nazionale. A Napolitano gli è andata male due volte, primo perché, diversamente dal Comunismo, che si concretizzò, invece,  in un partito unico d’elite staccato dal popolo, che non si identificò mai con esso, anzi lo subì fino al fenomeno stalinista, il Fascismo non fu mai un movimento antipolitico; secondo perché è proprio da “sclerotici gravi” paragonare la storia del Fascismo a quella dei “grillini”, solo il pensarlo fa sbellicare dalle risa. Ma la gente ha applaudito lo stesso, e non capisce che Napolitano strappa consensi al buio, come Monti; che è un affabulatore del niente, un illustratore di ballon d’essai per bambini adulti, che ancora abboccano e non si rendono conto che le parole di questi personaggi servono soprattutto per distogliere, dimenticare gli affanni quotidiani che loro ci fanno sopportare.

Basti guardare con un po’ d’attenzione all’altro capo del filo che sta strangolando l’Italia: il capo della BCE ha inchiodato Monti accusandolo bellamente di distruggere l’Italia con i prelievi fiscali senza darle alternative di ripresa. E’ evidente che tra i due “amici” si è rotto qualcosa: forse Draghi è un po’ più lungimirante, intelligente, previdente del professore cattedratico coi paraocchi. Egli ha visto lungo e nella sua palla di vetro intuisce che se  l’uomo della Bilderberg continua così il suo governo andrà a casa. E allora lui non potrà più sostenere che lo spread è autonomo, perché anche adesso c’è la prova che non lo è, ma è manovrato dai burocrati tedeschi che Draghi deve ossequiare. Può darsi pure che quest’uomo sia rinsavito e si renda conto che l’Italia può essere ancora salvata, se poi la politica francese dovesse cambiare strada e l’isolamento della Merkel diventasse assoluto (anche l’Olanda sui cui la tedesca contava è caduta!). Cosa ha fatto subito Monti? E’ corso a piangere dalla cancelliera, lamentandosi di Draghi e la Merkel non ha fatto altro che ripetere a uno stralunato Monti che la Germania da un pezzo sta piazzando al suo interno una politica di ripresa, la tassazione è la più bassa d’Europa, il suo Pil e le sue esportazioni vanno benissimo (anche se meno bene di sei mesi fa), il mondo del lavoro tedesco è in cogestione (l’Italia se la sogna!). Altra batosta!

Questa corsetta disperata al capezzale tedesco e relativa risposta ha fatto capire a molti (speriamo anche al PDL) che il sogno del bocconiano di sostituire nel talamo tedesco Sarkozy resterà tale. La Merkel si fida degli italiani come se ne fidava Hitler, e alla fine il nazista li considerò peggio dei suoi nemici di sempre. Non è cambiato nulla. Solo Monti non se n’è accorto. Ma anche Napolitano, tutto preso dai suoi “grillini”!

R.Scagnoli

 

 
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