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Stanno cucinando per bene il giocattolo di Renzi: lo chef è il Cavaliere!

Post n°714 pubblicato il 22 Gennaio 2014 da r.capodimonte2009
 

Altro che “accordo blindato”! Quel che è accaduto lunedì pomeriggio al Nazzareno si colora di paradossi ad ogni pie’ sospinto.  Renzi dice che la legge elettorale come la voleva lui gli è stata stoppata dal Cavaliere; il Cavaliere tace, ma le sue avanguardie riferiscono che è tutto il contrario: lui voleva il modello spagnolo, invece il PD il doppio turno. Ma se fosse questo il problema saremmo a cavallo: in realtà il problema è quello della “quadratura del circolo”, o come meglio lo definiva la buon anima di Aldo Moro, delle “convergenze parallele”, in gergo letterario “ossimoro”……….. Tutti hanno qualcosa da dire, soprattutto sulle famose preferenze, i costituzionalisti ci vedono una continuazione abortita del “porcellum”, e quindi un “porcellinum”, per il fatto che il premio di maggioranza sarebbe troppo alto per la soglia del 35%. Altri detrattori ce l’hanno con il collegio unico nazionale, in contraddittorio pieno coi piccoli collegi elettorali; i partitini (che da soli raggiungono in Parlamento, tra destra e sinistra, il 15%) rifiutano il fatto che loro, nelle coalizioni sono fregati in ogni caso, se non superano il 5%, perché i voti vanno al partito maggiore. E qui siamo da capo: i partiti maggiori dovrebbero essere Forza Italia, il PD e il M5S, che non fa coalizione con nessuno…

Non accenniamo minimamente al fatto dell’abolizione del Senato, perché crediamo che Teseo, quando  si trovò di fronte l’ingresso del Labirinto, ci vedeva più chiaro!

Insomma un assalto concentrico a smontarlo, l’accordo, pezzo per pezzo. E forse il povero, onesto e  algido Cuperlo se n’è andato via prima di assistere al trionfo delle sue censure.

E pensare che qualcuno, di solito molto incazzato ma non ascoltato, aveva provato a dire che, tutto sommato, era meglio andare alle elezioni subito, con il “mattarellum”, visto anche che questi uomini, che vanno discutendo di riforme, e poi entrano ed escono dai tribunali come gli pare, sono stati delegittimati dalla Consulta. Poi, le nuove Camere avrebbero avuto tutto il tempo per fare le riforme, quelle vere.

Così invece ci si avvia verso l’ennesima stagione dei castelli in aria, dove i veri problemi del Paese vengono mistificati dalle chiacchiere, che sono una cosa molto diversa dalle proposte concrete, che possono nascere sì dagli accordi, ma quelli “onesti”.

Qui la riunione tra Renzi e Berlusconi sembrava quella tra due  arabi, i quali mentre sorseggiano il the, nascondono il pugnale dietro la schiena. In realtà noi abbiamo l’impressione che “chi” sta spingendo Matteo verso il potere, non abbia ancora ben compreso di che pasta sia fatto Berlusconi: eppure ha davanti esempi eclatanti, per i quali l’uomo ha “liquidato” una congerie di “innovatori”, uno dietro l’altro, senza lasciar loro neppure l’aggio di ritentare il gioco. D’Alema, Prodi, Veltroni, Fini, Monti, Bersani, Alfano, Letta: adesso tocca a Renzi, il quale non si accorge che gli “accordi” stilati sono stati una trappola, perché Berlusconi sapeva bene quel che avrebbe fatto irritare il PD, e non solo il suo ingresso al Nazzareno: una legge elettorale “aborto”, che aprisse a Forza Italia la possibilità di “fregare” da capo la Sinistra; ma soprattutto il fatto di non aver premesso coi suoi elettori delle Primarie (quelli che si stanno ribellando di più), che tutte le sue “rivoluzioni” le avrebbe condivise con l’uomo più reazionario che esiste!

Allora due sono le cose: o i poteri che hanno sponsorizzano il sindaco di Firenze per “assestare” l’Italia, prima che caracolli addosso all’Unione Europea e la travolga (o prima che se la possano divorare in santa pace!) ha preso l’ennesima cantonata, e il castello di carte renziano crollerà in Parlamento, dove i deputati della minoranza sono la maggioranza; oppure per l’ennesima volta, nel momento in cui  il Cavaliere avrà fatto a fettine anche l’ennesima vittima, e quindi anche il Governo, che cadrà, esattamente dieci minuti prima di Giorgio Napolitano, e poi si andrà a nuove elezioni (col modello che vi pare!), e le vincerà, i soliti poteri cominceranno a ricattarlo, o attraverso la speculazione di borsa intaccando il suo impero, oppure attraverso la magistratura (e il processo Ruby) espellendolo definitivamente dalla scena politica, questa volta con la galera! E ai suoi non resterà altro che riabbracciare le solite “larghe intese”, tanto care a Bruxelles.

Il tempo che si maturino le nespole? Dipende: se Renzi fa un buco nell’acqua, sarà il primo a volersi vendicare con le elezioni anticipate. Se Renzi esce dal PD (o il Pd esce da Renzi), Letta resta in sella fino a data da destinarsi, sotto l’egida e le protezioni di chi sappiamo, e il Cavaliere (per salvarsi il di dietro) lo appoggerà. Sperando sempre che gli “aguzzini” d’Oltreoceano gli lascino stare il suo patrimonio (a cui tiene sopra ogni cosa!), e non concordino con i loro amici di loggia, certi giudici fidati, di spedirlo a San Vittore.  (P.LORETO)

    

 

 

 

 
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