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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« L'ARMAGEDDON SI AVVICIN...Le "uniformi" e il decad... »

E' il momento che l'Europa cambi direzione: via dalla Nato! Via dal Medio Oriente!

Post n°1297 pubblicato il 23 Marzo 2016 da r.capodimonte2009
 

Attendiamo, fiduciosi,  la prossima sfilata di tutti i capataz europei, radunati sotto le insegne della democrazia catto-socialista, a “piangere lacrime di coccodrillo” per l’ennesima incursione letale del califfato...

Da quando quelle due torri crollarono con uno strano sincronismo, da farlo piuttosto addebitare ad una sorta di pre-demolizione esplosiva (sic!), e dopo che quell’aereo abbattuto sul Pentagono, per miracolo, scomparve con tutti i suoi rottami, tanto da determinare la guerra deleteria contro l’Iraq da parte degli Usa, e dei suoi alleati, sono trascorsi 15 anni.

Allora, un altro grande avvenimento caratterizzava quei tempi: la nascita dell’Unione Europea, e della sua sventurata “moneta unica”, assieme a tutto il marketing colmo di retorica, sul fulgido avvenire di questa nuova sponda, dove l’abbattimento delle barriere, fisiche e ideali, lo sviluppo sociale, il progresso, la cultura, la pace avrebbero lasciato il segno!

Da allora l’Europa ha solo contato i morti: quelli causati dalla povertà che le menzogne dei burocrati e degli oligarchi ha  spacciato per sviluppo; quelli causati dai vasti flussi migratori dovuti alle guerre che l’hanno coinvolta fin da subito; quelli che il terrorismo, a mo’ di vendetta trasversale, ha seminato nelle città simbolo del continente.

Oggi, dopo l’attentato perpetrato a Bruxelles dalle milizie dell’Isis, l’Europa è costretta a fare il suo bilancio definitivo: il fallimento è completo, forse si tratta di bancarotta fraudolenta. L’economia è vessata da una crisi irreversibile, che ha favorito solo un Paese, inserito, a tradimento, alla pari, la Germania, anch’essa ormai a contare le pulci; i flussi migratori hanno invaso caoticamente le sponde mediterranee, a causa di tutta una serie di politiche aggressive che l’Occidente ha scatenato in Medio Oriente ed in Africa, per continuare ad accaparrarsi le risorse energetiche a scapito di quei popoli, giocando sulle loro divisioni etniche e religiose; questi popoli, ridotti ad uno stato d’indigenza perpetuo, non hanno fatto altro che ricorrere al mezzo più nefasto, ma efficiente, per vendicarsi: il terrore.

Adesso, che la zampa europea, sporca di petrodollari, è invischiata nel marasma, fa fatica a districarsi, anzi non ci riesce proprio, e ha la guerra, anzi la guerriglia, in casa, e non la controlla, non può controllarla, perché fa parte del suo DNA maligno, che le è cresciuto in petto, bastonando le giovani generazioni, privandole di una speranza nel futuro, e quindi del lavoro, della dignità, della cultura; obbligandoli a scegliere l’edonismo, il successo a tutti i costi, la prostituzione, l’omosessualità, le droghe e gli alcoolici.

E assiste, impotente, nell’ipocrisia più sordida dei Governi responsabili, all’eccidio delle generazioni innocenti, perché il male colpisce nel mucchio, non va a prendere solo i dannati, questo lo può raccontare ancora qualche credo religioso da baraccone!

In tanti anni, e dopo tanti morti, da aver surclassato certi olocausti pre-stabiliti e pre-commemorati, l’Europa “unita” non ha saputo neppure studiare strategie atte a sconfiggere l’offensiva nemica, divisa su tutto e tutti, esosa, corrotta, usuraia, mafiosa, costretta a rinchiudersi a fortilizio, illudendosi di poterla scampare, sotto l’ombrello sdrucito di quella “Alleanza Atlantica” che serve solo a muovere lo scacchiere imperialista americano.

E pensare che la soluzione è là, a portata di mano, e la colgono già i grandi movimenti alternativi, che si alzano, ormai numerosi e inarrestabili,  dalle rovine della politica criminale dei tycoon finanziari: uscire dalla prigione in cui ci ha rinchiuso l’alleato più cinico e beffardo, che in nome di una trascorsa e “agognata” liberazione dalla tirannide, ce ne ha costruita attorno un’altra, peggiore della prima, che opera con una violenza più spietata di quella delle armi, perché sfrutta l’uomo, lo riduce a bestia, gli sottrae la dignità del lavoro, di una vita civile  e di una vecchiaia meritevoli, lo schiaccia nelle illusioni dell’uguaglianza, mentre è schiavo delle caste.

Costui ha impregnato questi settant’anni di una mistificazione permanente, scambiando le libertà formali, per libertà fondamentali, prefabbricando concetti di economia, cultura, religione, le stesse aspirazioni e idealità umane, entro un modello obbrobrioso, che ha illuso il mondo, e cioè che la libera impresa significasse la base del progresso, come fine assoluto, che non ne giustificasse i mezzi: accoppiandosi con l’altra dottrina, altrettanto beluina, quella comunista. Quel che ne abbiamo ricavato tutti è l’insicurezza, la mente all’ammasso, l’indigenza intellettuale, ma soprattutto una diseguaglianza di fondo, che esalta le oligarchie al potere, e disintegra i popoli.

A questo nostro alleato, ai suoi intrighi, alle sue smanie di conquista e di sottomissione, dobbiamo i grandi errori commessi in quella parte di mondo che oggi ci aggredisce senza pietà: una scelta di campo costruita al solo scopo di essere favorito nella sua speculazione permanente, alla ricerca di predare sempre nuove risorse; costretto, in questa gara brutale, da un sistema economico cannibalizzato, che si regge sulla vacuità dell’inflazione monetaria cartacea, svalutata continuamente, e quindi tossica; e, di conseguenza, la spasmodica alleanza con certi regimi, che nel nome di una religione spezzettata in dogmi e settarismi, si sono assunti, spietatamente e sconsideratamente, la leadership anche di chi non condivide le loro interpretazioni, guerreggiando, e quindi, coinvolgendo chi si è legato a loro per mero interesse.

Grandi personalità lo avevano previsto: basti un nome, Enrico Mattei, che pagò con la vita la sua lotta contro il demone cha arraffava idrocarburi e coscienze, lasciando sul terreno solo morte e miseria. Ma anche personaggi, come Mohamed El Baradei, lo scienziato egiziano a capo dell’IAEA, International Atomic Energy Agency, reclutato dalle Nazioni Unite per monitorare la presenza in Iraq di “ordigni di distruzione di massa”, e che fu “sbugiardato” dall’amministrazione Bush, dopo che aveva rapportato l’inesistenza assoluta di tali armi.

Per salvare se stessa e le migliaia di innocenti che questa guerra “asimettrica” costerà ancora, l’Europa dovrà scindere ogni tipo di collaborazione con questi regimi, in lotta di supremazia con il Califfato: Arabia Saudita, Emirati, Turchia, Egitto, e quindi, scindere gli accordi strategici con chi li difende, gli USA. Dovrà smettere di armarli, come sta facendo l’Italia, o di finanziarli, nell’illusione che possano risolvere la tragedia dell’immigrazione, come stanno facendo “follemente” i Governi europei, che, così, hanno avallato la costruzione del più grande “lager” della storia! Dovrà fare di tutto per salvaguardare il regime Siriano e quello Iraniano, dopo che la stolida politica americana ha voluto distruggere i regimi “laici” islamici, da Saddam a Gheddafi, fino a Moubarak, in nome di una “primavera araba progressista”, sogno artefatto di una sinistra alienata, che ha gettato il Medio Oriente e l’Africa nel caos. Dovrà indurre Turchia, Siria e Iraq a costituire uno Stato Curdo, che si frapponga, in futuro, alle nuove repubbliche islamiche che nasceranno “autonomamente”, e che dovranno autogestirsi.

L’Europa dovrà comprendere che solo la fine di ogni intromissione nel mondo islamico la potrà salvare: almeno fino a che questo avrà ritrovato il suo difficile equilibrio, sempre che ci riesca. Perciò si ritirerà, anche economicamente e finanziariamente dai quei territori, andando a risolvere altrove le proprie esigenze energetiche!

Una volta riappacificata la Siria, l’Iraq e la Libia, l’emigrazione scemerà: lo “stato islamico” sarà determinato dalla scelta stessa dei popoli, come lo erano state sia la Repubblica iraqena che quella iraniana. Se dovrà nascere un altro “stato confessionale” concorrente dell’Arabia Saudita, saranno affari loro!

Ma non ci si venga a raccontare che le teste tagliate dai principi del petrolio e delle Rolls Royce, sono diverse da quelle tagliate dall’Isis! E la si smetta di imporre i nostri modelli filosofici, religiosi e politici a popoli che non li comprendono, o peggio, che poi li combattono!

Una grande lezione, questa Europa “decaduta” dovrà finalmente apprendere: di condividere l’umanità e la civiltà anche con chi non ne concepisce affatto la stessa visione, anzi la considera “aliena”, così come accadde ai crociati, mille anni fa. E per non fare la loro stessa fine, dovrà decidersi se vuole la pace, con costoro, o una guerra eterna, che sta già perdendo.

 

Il Vecchio Continente, comunque, non reggerà a lungo, e dovrà rinascere a nuova vita, con presupposti del tutto alternativi. Ma non resterà solo. Potrà districarsi, facendo riferimento a nuovi partner, che oggi costituiscono un baluardo tradizionale della cultura europea, perché capaci, più di chiunque altro, di accogliere antiche eredità. Condividere con la Russia e le sue immense risorse, il proprio destino, tenendosi alla larga dall’Islam, sarà la scommessa delle nuove generazioni. Se gli americani lo vorranno, saranno sempre ben accolti. Ma alle condizioni di questa Europa rinnovata! (ITALIADOC)

 
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