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L'ATTACCO ALLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Post n°1314 pubblicato il 14 Aprile 2016 da r.capodimonte2009

L’ATTACCO ALLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI

SECONDA PUNTATA

 L’dea del Governo “Trilaterale” è quella di svaligiarla

 Non sembra certo un caso che ITALIADOC abbia aperto un dossier sull’ “attacco portato dai Governi truffaldini alla Cassa Depositi e Prestiti”, se poi il neo-Presidente del Consiglio Renzi ha parlato di “debiti della Pubblica amministrazione, che saranno coperti dalla CDP…” Significa che ancora una volta abbiamo azzeccato i nostri interventi, e ci dispiace di essere stati antesignani, visti i reiterati tentativi di “compiere il crimine” da parte di coloro che dovrebbero definirsi “uomini di stato”!

Attenzione! Ci rivolgiamo a tutti i risparmiatori che investono nei Buoni Fruttiferi Postali o in altre obbligazioni emesse dalla CDP, ma garantite dallo Stato, vale a dire da Poste Italiane Spa: da oggi non dormiranno più sonni tanto tranquilli, e vi spieghiamo perché.

I BFP e le obbligazioni vengono emessi, in realtà, da Poste Italiane Spa, sotto firma di una fidejussione di decine di miliardi a favore di CDP che ne garantisce l’incasso alla pari, più gli interessi. Uno strano meccanismo –un modo come un altro per raggirare lo statuto burocratico di CDP, i cui Vi abbiamo abbondantemente parlato- che, alla fine fa sì che il tesoretto postale “sia a disposizione della CDP”. Tanto valeva, allora, lasciarla azionista di Poste. Ora, secondo Renzi e i suoi “esperti” in economia, da ora in poi, tutti i debiti della P.A., e che assommano a oltre 200 miliardi (solo 70 sono i crediti ancora vantati dalle imprese, a cui ne aggiungiamo 50 per chiudere la faccenda “esodati”, e oltre 30 per sistemare i conti dell’INPS, e così via!), saranno a carico della CDP, che attualmente ha in cassa sì e no una trentina di miliardi, ma una fidejussione di oltre 230 miliardi da parte di Poste Italiane Spa, che può essere a sua volta “spesa”, “cartolarizzandola” in altre obbligazioni (quindi “derivati” debito su debito). Ora un garante che metta sul mercato le “garanzie prestate in solido” nei confronti di un terzo, senza badare al rischio che corrono, per esempio nel caso che possano essere escusse o cedute a banche o società finanziarie; e in più, da tempo, non si comporti neppure in modo lineare con il proprio statuto, che prevede interventi finanziari e investimenti su aziende e asset pubblici, mentre ha iniziato a “regalare soldi” ai privati, è un “garante fasullo”, e quindi un soggetto che mette a rischio non solo la sua parola, ma anche quella del garantito, che, un domani, si potrebbe trovare con i suoi titoli di credito emessi, a rischio incasso.

Vi dicevamo, ieri, dello strano balletto che Monti, Letta e adesso Renzi brigano attorno a CDP: adesso ne sapete il motivo.

Voi potreste porre un’eccezione: ma il debito accumulato dalla P.A. con che si può azzerare se non con i soldi pubblici?  In linea di principio non ci sarebbero dubbi, ma prima di spendere le ultime risorse di liquidità dello Stato, è indispensabile ridurne i costi, che oggi ammontano a 800 miliardi, e che nessuno vuol fare. Nel discorsetto di Renzi non ce n’è traccia (evidentemente il “commissario” Cottarelli ha fatto flop!), e quindi giù a depredare i piccoli risparmiatori, che si troveranno a pagare i debiti accumulati da una P.A corrotta e da dirigenti incapaci, che continuano a percepire prebende da capogiro su risultati fallimentari.

Ma non è finita: le “privatizzazioni” se avete letto bene le partecipazioni di CDP, riguarderanno tutti gli asset pubblici che essa controlla, altro che difesa delle reti energetiche e delle comunicazioni. Il tutto per fare cassa a favore degli sprechi della P.A.!

 Le soluzioni alternative di cui nessuno parla per il salvataggio  dell’Italia

Abbiamo visto nelle precedenti puntate della nostra inchiesta, come l’”industriosità” criminale dei governi a base neo-liberista, abbia portato la cupola finanziaria che domina il Paese e l’Europa, a “privatizzare” anche gli asset che sono, in modo più o meno determinato, difesi dalle carte costituzionali, quali gli istituti di emissione o banche centrali, che fungono da mano operativa del Tesoro e quindi dell’economia, e perfino quegli enti a cui lo Stato ha da sempre riconosciuto l’intangibilità e l’eccellenza, quali le Casse Postali, dove si accumulano, in modo non speculativo e senza scossoni, i risparmi del 50% della popolazione.

Nel primo caso si è provveduto così a impedire che la banca centrale possa riappropriarsi della sua funzione primaria, che è quella di “emettere moneta” secondo le esigenze dettate dagli squilibri di mercato, una volta che la moneta propria si indebolisca o si rafforzi troppo nei confronti delle altre. Da qui la profonda idiosincrasia di una moneta unica, l’euro, che non gode in nessun caso dell’avallo di una banca d’emissione, la BCE, che possa assumere la stessa, indispensabile funzione, talchè, alla fine, l’euro stesso modifica il suo potere d’acquisto, a seconda sia introdotto in un particolare tipo di economia, a bassa o larga inflazione, o addirittura a bassa o larga deflazione, restando perennemente ancorato a valori standard, del tutto privi di significato e gravemente lesivi delle economie più deboli (si pensi alla quotazione dell’euro, che da 14 anni è sopravalutato rispetto al dollaro, di almeno il 30%!); e a monte sono si sono “istituiti” parametri del tutto artificiali (come il rapporto debito/pil, il fiscal-compact, gli spread), che dovrebbero sostituire i naturali riequilibri monetari!

Nel secondo caso, vista ormai l’impossibilità di emettere debito pubblico, in base alla stessa ideologia devastante, che vada appunto a inficiare detti parametri, si tendono ad annullare le voragini debitorie dello Stato, utilizzando la stessa liquidità attiva presente nelle riserve. Quella della B.I. resa negoziabile, e quella delle Poste-CDP, versata a totale compenso. Una vera e propria truffa ai danni del popolo italiano.

Diverse sarebbero le soluzioni alternative, poste in atto, una volta eliminata l’interdipendenza dall’euro, e riacquistata la piena sovranità monetaria.

Debito Pubblico: in base alle teorie keynesiane, che il neo-liberismo europeo ha da tempo disconosciuto, pure utilizzando la leva del debito pubblico in modo del tutto difforme, alla fine “consolidandolo” senza altra funzione che quella di vederlo insistere come un “peso morto” sull’intera economia, tentando di diminuirne la consistenza abbassando paradossalmente l’inflazione, e acuendo la leva fiscale, in un drammatico gioco del “gatto che si morde la coda”, fino all’inevitabile catastrofe che sfocia nella deflazione; in base appunto a queste teorie, che sono diventate pratica in economie di gran lunga più potenti di quella italiana, il debito stesso viene utilizzato quale “incremento o decremento monetario”, anziché “consolidandolo”, “liquidizzandolo”, creando, attraverso la massa monetaria inserita nel sistema asfittico, una quota inflattiva che poi sarà riequilibrata, una volta che il sistema avrà raggiunto la soglia di sicurezza e avrà cominciato a produrre ricchezza, con la tassazione e il rientro graduale dal debito. Una manovra a fisarmonica, che creerà continua occupazione e corsa ai consumi. Il contrario esatto di quel che accade in Europa adesso!

Per contrastare la svalutazione monetaria (con l’introduzione di una moneta propria), e la quota inflattiva derivanti dalla manovra di cui sopra, è necessario ristabilire equilibrio e operatività sana nel sistema bancario, attraverso:

-la rinazionalizzazione immediata della Banca d’Italia, e conseguente riacquisto  al valore di emissione, delle quote degli altri istituti privati suoi azionisti;

-la ripatrimonializzazione forzosa per tutti gli istituti che ne detengano già una superiore al 10%, fino al 25%, accorpando quelli che ne detengono una inferiore, riducendo drasticamente il numero degli istituti, massimo due per regione, di cui uno una cassa di risparmio o una banca popolare; a parte restano le banche cooperative, partecipate però alla Banca della Ricostruzione;

-la separazione tra banche di trading finanziario e banche ordinarie, autorizzate, queste ultime, esclusivamente ad essere “account” di investimenti privi di alea di rischio, e ad impiegare almeno il 50% dei propri fondi di liquidità o garantiti. Ogni istituto d’investimento e trading, che incappasse in irregolarità o malversazioni, verrà immediatamente chiuso e messo in liquidazione, assorbito nel fondo di patrimonializzazione comune delle banche ordinarie;

-la creazione della Banca della Ricostruzione, trasformando la Banca del Mezzogiorno-MCC (100% Poste Italiane Spa) in una “kreditanstalt fur wiederaufbau”, cioè capofila di tutta una serie di operazioni che restano fuori dal perimetro del bilancio dello stato. Tra queste attività: finanziamenti alle piccole e medie imprese; finanziamenti alle infrastrutture e grandi opere; finanziamenti alla P.A.; supporto all’import-export; finanziamento alle nuove tecnologie e innovazione, comprese quelle ambientali; emissione di “moneta complementare” sotto forma di cartolarizzazione dei crediti, scambiabile esclusivamente tra imprese, imprese e BdR, in modo da non inficiare il circuito del credito ordinario degli altri istituti e l’equilibrio monetario;

-l’approvazione di una legge che preveda la confisca da parte dello Stato di aziende che, in base a determinati parametri, vengono messe in crisi dal mercato o dagli stessi imprenditori, compresi quelli che delocalizzano, o le ex-aziende di Stato, e la riconsegna alle maestranze, che le gestiranno direttamente (autogestione), con una serie iniziale di benefici e incentivi da parte della BdR. Lo stesso valgasi per il settore agricolo, aperto al libero impiego di maestranze non necessariamente provenienti dallo specifico lavoro dei campi.

-utilizzo della riserva aurea, cartolarizzandola in emissioni obbligazionarie garantite ad altissimo rendimento e a lungo termine, in rapporto di ¼, fatti 100 miliardi il valore della stessa, l’emissione arriverebbe a 400 miliardi, massa monetaria utilizzabile per far fronte al rientro del debito pubblico ordinario.

Come si può facilmente vedere, in questi casi la massa liquida rappresentata da Poste Italiane Spa, e quindi dalla Cassa Depositi e Prestiti (ovviamente una volta che saranno finalmente chiarite le modalità di interdipendenza e co-gestione tra le due!), anziché essere costretta in una “bad bank” (oggi Atlante), col solo risultato di vedere vanificate le speranze di mantenere integra la massa fiduciaria dei milioni di risparmiatori, già depredati dal debito pubblico ordinario, a causa del suo utilizzo forzoso per ripianare debiti della P.A. mai più esigibili, sarà affidata alla maggiore delle banche italiane, la BdR, ente pubblico a tutti gli effetti, il cui azionista di maggioranza resterà sempre la CDP/Poste, mentre la minoranza, stabilito un patto di sindacato inossidabile, potrà essere, come in Germania, messa a disposizione degli enti regionali e delle banche cooperative. Tale istituto sarà autofinanziato dai suoi stessi impieghi, fiore all’occhiello del Paese, che, attraverso la sua operatività, potrà superare in breve tempo lo shock monetario derivante dall’uscita dall’euro.

Se poi l’uscita dall’euro non si verificasse, l’Italia in ogni caso non potrebbe mai rinunciare ad una banca centrale pubblica, con la quale realizzare, almeno in parte, quanto sopra detto, né alla ristrutturazione del sistema bancario, e alla fondazione della BdR.

La Germania opera con la sua KfW dal 1949, e attualmente l’istituto detiene un capitale di 500 miliardi, con il quale, in passato ha risolto tutti i nodi più intricati della sua storia, dalla ricostruzione bellica, all’annessione della Germania-Est. In realtà, a chi la guardi da vicino, la KfW non è altro che una “banca centrale operativa”, che sostituisce la Bundesbank, privatizzata dai trattati di Maastricht, che i tedeschi, furbescamente, adoperano per emettere moneta, sotto forma di cartolarizzazione dei suoi crediti.

Pensiamo che sarebbe ora che l’Italia si svegliasse dal sonno del giusto, cacciasse a pedate gli economisti e gli esperti che vogliono ridurla a pezzi, e intraprendesse queste strade, le uniche che potranno salvarla dalla catastrofe. 

(ITALIADOC) (vietata la riproduzione)

FINE SECONDA PUNTATA

 

 

 
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