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Non c’era alcuna speranza di vincerlo il referendum, perché quasi tutto il centro-destra, che ha fatto finta di aderirvi, “per voto di protesta”, poi si è astenuto: basta dare un’occhiata stamattina ai due giornali che lo rappresentano, Il Giornale e Libero, e si capisce il solito “ragionamento” di questi idioti, che continuano a vedere “comunisti” dappertutto, anche sulla tazza del water. Ma soprattutto a causa del voltafaccia della maggior parte delle Regioni firmatarie, Puglia esclusa, che hanno “predicato bene, ma razzolato male”, pensiamo alle piazzeforti del “renzismo”, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Sicilia, e quelle dove impera il “berlusconismo”, come il Veneto e la Liguria. Differenti sono stati i voti in Basilicata dove il referendum è passato con il quorum, in Puglia e in Campania. In tutto il resto del Paese la gente non è che ha obbedito al nostro premier che sbertucciava la democrazia, invitando all’astensione (così lui crede!), ma ha evitato di “perdere tempo”, visto che il fatalismo del popolo italiano è ormai una malattia contagiosa e nefasta. E non sarà certo un referendum, che fino a pochi giorni fa, prima che la “coppia sulfurea” Renzi-Napolitano si desse la zappa sui piedi, che valeva sì e no un 20%, a strappargli le sue legittime attenzioni da un campionato di calcio “preconfezionato” dalla famiglia Elkan, o da una Formula 1, coi due piloti di casa che si scornano tra loro appena partiti! D’altra parte lo sport è come il Governo: quelli che una nazione si merita!

Che, al contrario, quel 33%, pari ad oltre 16 milioni di votanti (di cui 1 milione ha detto no!), sia un risultato di tutto rispetto nel conformismo generale di una democrazia di “marca napolitanista”, lo si evince dalle tonnellate di schiuma che cola dai media di regime, tutti allineati e coperti a dare il segno più alla “vittoria” di Renzi e dei suoi scherani, e che certo non si aspettavano un’affluenza di questo genere, per un quesito, oltretutto, di carattere tecnico. A dimostrazione che, se la campagna referendaria avesse potuto durare un’altra settimana, il quorum sarebbe stato senz’altro raggiunto, alla faccia dei “trionfalismi” renziani, che trovano spazio sui giornali dei petrolieri e dei corrotti.

Un segnale niente affatto buono, perché, in base ai calcoli elettorali dell’Italicum, conferma che, su 47 milioni di votanti, fatto 40% il numero di chi non vota (19 milioni), resta un elettorato attivo di 28 milioni: ora un blocco di 15 milioni di “nemici giurati” del premier adesso sono “tangibili”, mentre restano nell’ombra  almeno altri 4-5 milioni di persone che si definiscono di “centro-destra” tra chi ha votato “no” e chi è andato al mare; per cui a conti fatti, il PD godrebbe sì e no di 8-9 milioni di voti. Si tratta di un risultato molto peggiore di quel che dicano tutti i sondaggi, che danno ancora il Pd attorno al 30%, mentre ormai si attesta (e il referendum non è certo un esempio di fedeltà elettorale!), al 27-28!

E’ così che vanno letti questi risultati, aldilà del fatto che i signori del petrolio continueranno a scavare pozzi, inquinare i nostri mari, e l’Italia ricaverà solo l’1% delle risorse petrolifere (il 3% in gas), guadagnando in royalties meno di un qualsiasi Stato africano; ma permettendo alla Total e alla Shell di rimpinguare le fondazioni del PD con contributi occulti.

Ecco perché i giornali “padronali” bacchettano, e parlano di spreco di denaro, dopo che è stato lo stesso Renzi a pretendere che il referendum si svolgesse da solo e non accorpato alle elezioni amministrative, e non sarebbe costato proprio nulla! (R.S.)