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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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Se il fantasma di David Trump si allarga in Occidente...

Post n°1459 pubblicato il 11 Novembre 2016 da r.capodimonte2009
 

Seconda Puntata

Quali saranno le conseguenze dell’elezione di Trump sugli equilibri mondiali?

Intanto, da parte di influenti e meno influenti personaggi di quest’Europa delle mistificazioni politiche ed economiche, ci si lamenta dei “danni” collaterali del suffragio universale, che, dopo trent’anni di “occupazione lobbistica e corruttiva, i poteri forti e mafiosi (dal Presidente del parlamento europeo Schultz, al Presidente francese Hollande, da Giorgio Napolitano, perfino al servi di scena dell’Unità, il giornale incarta-pesce per definizione), si accorgono, li allontani progressivamente dal controllo sui popoli e dalla loro inestinguibile voracità. Basti osservare come costoro fossero schierati globalmente per Hillary Clinton, loro tipica rappresentante, ed ora, all’indomani della sonora sconfitta, inizino col solito carosello, trito e ritrito, del solito presupposto “fascista” che Trump rappresenterebbe. Facendo un balzo indietro di quarant’anni, quando il PCI instaurava la “guerra delle parole” contro chi non si adeguasse ai suoi diktat. Come se i gruppettari neo-nazisti che al solo vederli sfilare (liberamente!), fanno ridere come Chaplin nel “Il Grande Dittatore”, e che si sono autoproclamati “sostenitori di Trump”, fossero più importanti dei 65 milioni di americani, per lo più maestranze, piccola e media borghesia, e rari manifatturieri, impoveriti dal WTO cinese, che hanno votato il colore rosso. Addirittura, abbiamo sentito  in Tv progressisti in lacrime, sostenere che i 200.000 voti popolari che la Clinton ha ottenuto in più di Trump (a conteggi non ancora terminati!) dimostrerebbero  che gli americano sono con l’ex-segretario di Stato; e che, questa è la più sconcertante, la guerra economica dei dazi contro la Cina, che il neo-Presidente vorrebbe instaurare per sollevare la disoccupazione (100 milioni di persone, di cui 45 sotto soglia vitale, una situazione molto peggiore dell’Europa, dopo 8 anni di promesse obamiane!), rischierebbe di riportare un milione di cinesi sotto la sferza della dittatura: come se non fosse a tutti chiaro, che la Cina non è una democrazia, ma una gigantesca oligarchia, che schiaccia il popolo, lo fa lavorare con salari da fame (esattamente come tutti quei Paesi dove i grandi gruppi capitalisti traggono profitti enormi da manodopera schiavizzata, da cui, però ricavano prodotti che poi vendono allo stesso prezzo che se li producessero in casa!), e mantiene una elitè di “comunisti” a ostriche, Ferrari e champagne!

Questo si sente e si legge, e quante altre ne dovremo sentire!

La verità è che costoro hanno paura: che il tornado americano possa arrivare dappertutto, dall’Europa, al Medio Oriente, dal Giappone fino al Brasile e all’Argentina. Il motivo principale, lo sanno benissimo, non è la fascistizzazione del pianeta, ma il fatto che Trump vuole un’America che recuperi posizioni, ma non facendo la poliziotta del mondo, e imponendo le sue regole, spesso, letali, o sfruttando mercati che non le appartengono, o che sono garantiti dal sangue versato dalle caste (si pensi all’Arabia Saudita!): un nuovo, “splendido isolamento”, che strapperebbe a queste lobby “democratiche” la copertura dell’ombrello americano, che finora le ha protette, esattamente come quelle di casa propria, in un’unica rete di sfruttamento nefasto.

Ed ecco allora i timori dell’UE, dove i movimenti alternativi ed euroscettici avanzano dappertutto; della Francia, dove la “vera” estrema destra, è a un passo dal potere, di Israele, che vede con preoccupazione la fine della guerra in MO, e quindi, da capo, il rischio di accerchiamento. E gli ebrei, non è un caso, come ha fatto proprio ieri sera a Piazza Pulita, l’economista Alan Friedman, paragonando Trump al Mussolini delle Leggi Razziali (sic!), ricominciano, loro sì, a “fascistizzare” ogni mossa della nuova Casa Bianca, illudendosi di poter restare per sempre salvificati dalle stragi di vecchi, donne e bambini in Siria e Iraq!

Ma non per tutti le prime avvisaglie del cambiamento planetario, sono sintomo di caos: che dire delle Borse, che salgono, e premiano una volta tanto, i titoli manifatturieri e stracciano quelli finanziari, dopo che Trump ha detto di voler rimettere in moto la produzione e quindi l’occupazione, perché gli Usa diventino da capo, la locomotiva del mondo, e non più un arsenale, dove centinaia di milioni di dollari vanno sprecati per continuare una guerra fredda che non ha più alcuna ragion  d’essere. E neppure la fabbrica della carta straccia, che umilia investimenti e risparmi, attraverso la cd. “finanza creativa”, dove necessariamente dovrà trovare posto una nuova legge che stabilisca, finalmente, nuove regole bancarie.

Che dire di quei Paesi, che magari in silenzio diplomatico, non si sono sognati, neppure un attimo, di parteggiare nella corsa alla Casa Bianca, come la Gran Bretagna, o, se l’hanno fatto, come la Russia, perché incoraggiati dalle stessa parole del vincitore? Dopo 70 anni accadrà che Londra, ormai fuori dalla UE, potrà godere di tutti i vantaggi di accordi bilaterali, non solo economici, con Washington, che sostituiranno abbondantemente le miserrime concessioni di Bruxelles; anzi ne diventerà la concorrente letale! Dopo i colpi di testa di Obama, i rapporti con la Russia torneranno a correre, perché Putin non è mai stato uno sciocco: mentre le idiosincrasie progressiste vedono solo la “democrazia liberale”, come fonte di ispirazione,  nella sua immensità politica, territoriale ed economica, lui non potrà mai concederla, perché non è nella storia né nella filosofia dei russi; ma neppure pensa di imitare l’imperialismo sovietico, di cui non ha certo bisogno! E l’accordo si commisurerà proprio sull’alleggerimento della Nato, che, a patto che sopravviva, dovrà ritornare ad essere un “soggetto europeo di difesa”, pagato dagli europei, almeno alla pari con gli Usa. E questo, farà scappare come piccioni spaventati, tutti gli Stati dell’Est Europa, che non hanno soldi per implementare i loro miseri eserciti, e che saranno costretti a ripristinare i vecchi rapporti con Putin.

E all’Europa, e all’Italia cosa succederà?

E’ molto probabile che Trump rifaccia mangiare, con gli interessi, a chi lo ha trattato con disprezzo, la stessa minestra. Egli ha sempre contestato l’Europa così com’è, soprattutto per il peso che essa si porta dietro, dal punto di vista strategico, e dall’assoluta mancanza di affidabilità della Commissione e della BCE, chiuse in una politica deflazionistica e di austerità assoluta, che favorisce solo la Germania. Trump farà di tutto, attraverso accordi commerciali con la GB e con la cancellazione di ogni residuo di libero scambio con gli Usa per tutti gli altri, per mettere in difficoltà una Germania egemone, di cui egli diffida, come dovremmo diffidare tutti.

Per il resto, ci penseranno i movimenti e i partiti anti-europeisti che dalla vittoria di Trump prenderanno più coscienza e determinazione per abbattere le lobby che da 15 anni si sono piazzate sopra le spalle dei popoli liberi del continente, e nel giro di qualche anno di Bruxelles non resteranno che le ceneri, e ogni paese europeo sarà di nuovo in grado di godere della propria sovranità politica, sociale ed economica.

In quanto all’Italia, Trump si vendicherà, per il plateale e violento antagonismo dimostrato “ufficialmente” proprio dal Governo nei suoi confronti, cosa che nessun leader, ha fatto direttamente, e che solo un pallone gonfiato come Renzi poteva permettersi di fare: da ora in poi tutti i sì obamiani, diverranno no trumpiani: saremo trattati per quel che ci siamo meritati, e non è detto che questo atteggiamento, ostile, porti alla caduta dell’esecutivo, anche nel caso vincesse il referendum: se lo perdesse, siamo più che certi, la telefonata che arriverebbe al Quirinale assomiglierebbe molto a quella che ricevette Napolitano, per far fuori Berlusconi, e non sarebbe escluso affatto un futuro Governo di coalizione, eletto con il proporzionale, e capitanato dal M5S.

Concludiamo con una nota di realismo: non è che David Trump sia proprio l’uomo che noi avremmo voluto a guidare l’America, ma è solo la soluzione migliore tra quelle che s’erano presentate. Adesso bisognerà vedere cosa conterrà il suo sacco, e se i pacchetti  che solo in parte ci ha fatto vedere, si potranno aprire.

Sempre che i servizi segreti e le lobby vendicative lo facciano lavorare, almeno per i prossimi 4 anni! (R.SCAGNOLI)

 
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