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attualità, politica, cultura

 

 
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Il nuovo "arco costituzionale" dei giudici di regime

Post n°1481 pubblicato il 19 Dicembre 2016 da r.capodimonte2009
 

Mai era successo, nella storia del Paese che un movimento politico fosse tanto avversato. Neppure nel ventennio berlusconiano, Forza Italia fu trattata in modo così becero dalla “sinistra unita”. Oseremmo dire che questa ostilità senza deroghe potrebbe adattarsi, in un percorso di totale incomprensione e intolleranza, a contrapposizioni tradizionali, come quella tra fascismo e anti-fascismo o tra arabi ed ebrei, con punte di razzismo e discriminazione, che fanno sembrare le polemiche contro l’immigrazione clandestina un esercizio di mera retorica! A tal punto è arrivata l’aggressione al M5S, da parte, praticamente, di tutta la politica italiana, comprendendovi dentro perfino quel 10% di osservatori che sembravano assurti ad avvocati difensori. In poche parole, il regime e tutte le sue componenti, si è chiuso a riccio, in un rinnovato “arco costituzionale”, che di costituzionale, tuttavia non ha proprio nulla, in quanto da lì si voleva partire per sconvolgere la Repubblica.

E invece la Repubblica, da come descrivono i fatti i media di regime, sarebbe sconvolta ormai da Grillo e dai suoi, non dal Jobs Act, o dai 17 milioni di italiani tornati poveri, o dai milioni di disoccupati, o dai morti che la caduta verticale del Welfare sta provocando tra anziani e malati gravi, o che scaturiscono dai suicidi aziendali; né da una classe politica, che ormai è abbarbicata sulla corruzione irrefrenabile, sull’evasione fiscale, sulla predazione finanziaria delle banche, e che sta trasformandosi, grazie alla collusione con le alte istituzioni, in un “sistema totalitario” retto da un “partito di Stato”, il PD, e dai suoi satelliti, più o meno integrati ad esso, che si definiscono “opposizione”, ma sono solo in attesa che scatti una nuova legge elettorale per convergervi in massa.

La domanda che sale da quel popolo, che comunque continua pedissequamente a scegliere i Cinquestelle, come è avvenuto testè due domeniche fa, e da come si può facilmente desumere dalla lettura attenta e non partigiana, dei social, è: perché tutto questo?

La risposta può essere una e soltanto una: la paura.

La paura, forse il terrore, che questa classe dirigente di cittadini, che apprendono la politica giorno per giorno dalle malefatte di altri (e non si dica che non sia questo il metodo migliore per imparare, checchè ne dica la maggior parte  dei politologi e tuttologi), proprio per evitare in futuro di ricadervi, possa raggiungere le rispettive “stanze dei bottoni”, per scoprire l’inimaginabile, la lordura , quella più segreta e pulsante, che sta sotto pelle della pur grave e giornaliera depravazione politica già scoperta, e che riempie , tuttavia, i media di spazi inconsistenti e  silenzi collusi.

Il problema è, per fare qualche esempio: cosa ci sarebbe da scoprire dentro i consigli di amministrazione e dentro i bilanci delle banche, compresa la Banca d’Italia? Quali pedine, in realtà, spostano la Consob e le altre “authority” di vigilanza del patrimonio finanziario italiano? Che cosa si potrebbe trovare di losco sugli accordi segreti tra la Nato e l’Italia, in merito al sostegno da dare alle guerre promosse dal Pentagono? Quali verità verrebbero a galla dell’immenso calderone di menzogne che si contrabbandano dagli scacchieri internazionali, contro la Russia e a favore degli Usa? Un ministro del lavoro grillino cosa potrebbe scoprite nella decennale spartizione di risorse e consensi, tra sindacato dei lavoratori e sindacato dei padroni, a scapito di milioni di dipendenti allo sbando, destinati a popolare le nuove “organizzazioni Todt”, che stanno strappando le nostre giovani generazioni ad un’occupazione nazionale? Quali ignominie apparirebbero agli occhi di chi dovesse immergersi, a livello di ministro dell’Economia, nella oscure trame che si materializzano nei corridoi segreti dell’Unione Europea ai danni del nostro Paese, e che mirano a svendere il nostro patrimonio? Che genere di macchinazioni, più o meno reazionarie e autoritarie, porterebbe alla luce un ministro degli Interni o della Difesa grillino, una volta scoperti i rapporti tra i vertici della Polizia, delle Forze Armate e dei Servizi Segreti, per trasformare il nostro paese in una dittatura al servizio dei poteri forti che si spartiscono il mondo?  A quale razza di “corruzione morale e civile” un ministro della Giustizia si troverebbe di fronte, entro una magistratura così onnipotente da esplicare l’esercizio del diritto a suo pieno compiacimento e convenienza, premiata dal potere con carriere  e promozioni, anche politiche, e senza che il popolo possa fare un solo passo per controllarla, attraverso istituzioni risibili come il CSM?

E’ dunque questo il motivo di questa guerra totale contro il M5S?

Come si può ben vedere, che la situazione romana non sia il vero obiettivo di tutti questi cani rabbiosi, avvoltoi, iene e sciacalli, ognuno con un suo feroce pedigree di simulazioni, menzogne e inganni, pur se l’avv. Raggi abbia commesso più di una ingenuità, è più che certo: si tratta solo di spingere su una crepa, per tentare di allargarla, facendo conto non tanto sul popolo che ancora crede nel movimento, perché non abbocca più (per questo costoro temono la democrazia vera, e preferiscono la “democrazia totalitaria” di marca Usa!) alle “esche” di regime, ma su talune frange interne, che, pur definendosi “oltranziste” hanno assaggiato la sirena del potere personale; sulla marcescente stampa, ormai tutta in fase di fallimento, e sulla depravazione giornalistica; e sulle trame oscure dei signori delle logge. Ma la crepa non si allarga, perché la diga è solida. E non si allargherà mai perché questa canea ci si posa sopra, ma solo quando, e sarà la fine del movimento e il crollo dell’invaso, lo decideranno la maggioranza degli iscritti al movimento! Non si illudano gli “stercorari” di regime... (ST.JUST)

 

 
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