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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi di Marzo 2017

 

Lo "strazio" della giustizia italiana

Post n°1547 pubblicato il 31 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Un magistrato, chiamiamolo dott. X, ha lasciato in libertà due delinquenti, già rinviati a giudizio più volte, spacciatori e alcolizzati, dopo che la polizia li aveva arrestati con addosso circa mille dosi di droghe di ogni genere, giudicando che costoro le avrebbero utilizzate per “uso di gruppo”, un’altra di quelle invenzioni “buoniste e nefaste” per impedire che costoro vengano puniti adeguatamente. Ebbene il giorno dopo, questi due criminali hanno massacrato e ucciso un povero ragazzo di venti anni, così, per divertimento.

Un altro giudice, chiamiamolo dott. Y, dopo aver a lungo tergiversato sui fatti incontrovertibili di un delitto, e precisamente l’eliminazione di un testimone “scomodo” il quale aveva deciso di “parlare” a proposito del fallimento della terza banca italiana, la più antica d’Europa, alla fine, pur di non ammettere che di tale reato si era trattato (la defenestrazione!), ha preferito denunciare la moglie del morto per falso, e i giornalisti, perché insistevano troppo sui dubbi e sulle incongruenze delle indagini. Un suo collega, di una procura vicina, e che chiameremo dott. Y1, di fronte al fallimento di un altro istituto, che grazie ad un Governo colluso, ha potuto derubare tutti i suoi clienti, la cui responsabilità era da addebitare alla gestione criminale dei suoi manager, li ha rinviati a giudizi, ad esclusione del padre di una famosa ministra, niente meno che il vice-presidente della banca.

Un procuratore, chiamiamolo dott. W, ha indagato per sei mesi il Comune di Roma, alla vana ricerca di un reato da ascrivere alla nuova sindaca, espressa da un movimento antagonista che è la maggioranza nel Paese, spinto da tutta una serie di “esposti” politici da parte dei suoi nemici sconfitti, fino a distruggerne l’immagine, fagocitata dai media di regime, per farla dimettere. Alla fine ha incastrato un personaggio della burocrazia romana, premiato dalle alte cariche dello Stato per la sua competenza, già collaboratore di vari sindaci, che con questa sindaca nulla a che vedere se non il fatto di averlo scelto esclusivamente in base al suo curriculum. Un suo collega di un ufficio poco distante, chiamiamolo dott. W1, di fronte al più vasto contesto criminale di tutta la storia, tanto da averlo nominato gli stessi inquirenti, come “mafia capitale”, sta puntualmente smontando, punto su punto, le accuse, le intercettazioni e le prove accumulate a iosa, e nonostante che gli accusati stiano confessando ore e ore, ma coinvolgendo politici e faccendieri del partito al potere, trasformando i reati in semplici manovre fraudolente. Al piano di sotto, un magistrato, chiamiamolo dott. W2, apre un’inchiesta ampia come “tangentopoli” che coinvolge pezzi da 90 del regime, generali, ministri, famiglia del premier, faccendieri, burocrati di Stato, e pian piano, come d’uso, rimette in carreggiata, almeno così sembra, i colpevoli, grazie anche al silenzio che si leva dai media di regime, che chiaramente lo osteggiano, dopo che un alto ufficiale della GdF è finito in Sardegna per aver scoperto, per primo, il legame tra il premier, suo padre, e una lunga catena di sant’Antonio, di corruzione.

Infine, un altro giudice, chiamiamolo dott. Z, famoso per esercitare in una piccola, ma pepata procura della Puglia, che da anni indaga sulle potestà dell’alta finanza di mestare nel torbido, spinta dai poteri speculativi e criminali delle lobby, per aver gettato l’Italia nelle mani della peggiore risma di iene e sciacalli per distruggerne l’economia, e mandare al potere uomini a loro graditi: ci riferiamo alle note agenzie di rating, partecipate delle stesse società finanziarie che poi operano sul mercato, infischiandosene di un mostruoso conflitto d’interessi, è stato “sbugiardato” dalla sua stessa corte, che ha creduto bene di archiviare il tutto, evidentemente “impressionata” da qualche potere in agguato ad essa congeniale.

Aggiungiamo, per inciso, che il segretario del sindacato dei giudici, poco prima di lasciare la sua carica, in merito ad un voto del Senato (il cui Presidente è un ex-giudice passato alla politica!), grazie a cui si è assolto un senatore condannato al terzo grado di giudizio, e privo ormai di diritti civili, ha confermato che costui non può fare il parlamentare per nessun motivo, e quel voto è un abuso di potere!

Ecco a voi la giustizia italiana! (C.T. Cicero)

 

 

 

 
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Distruggiamo gli ulivi, perchè l'Italia ha perduto la sovranità nazionale!

Post n°1546 pubblicato il 30 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Tutta la vicenda relativa al gasdotto pugliese, il TAP, costruito dal consorzio Shah Deniz II, di cui fanno parte Enel, Hera, Shell, E.ON, Gas Natural Fenosa, Gdf Suez, Axpo, Bulgargaz e Depa (firmato a Baku con il contratti di fornitura per la più importante vendita nella storia del gas –stima: 130 miliardi di Euro), assume adesso colorazioni molto più evidenti. Tutta la storia di questi cinque anni, riguardante la malattia degli ulivi pugliesi, guarda caso scoppiata tra San Foca e Melendugno, il perimetro in cui non solo sfocerà la struttura, ma che diverrà un “cantiere permanente” destinato a cancellare centinaia e centinaia di agricoltori, ma anche una delle produzioni più importanti dell’agricoltura italiana, l’olio d’oliva leccese, assume il connotato di “beffa”, non solo ai danni dell’economia italiana, ma anche della dignità dell’Italia, trattata da minorata mentale, ma anche da vittima delle lobby multinazionali, a mezzo degli agenti che operano a nome di queste: il Ministero dell’Ambiente, quello delle Infrastrutture, la Procura di Lecce, e, ovviamente, i media di regime; i quali si sono limitati a sgranare gli occhi quando le popolazioni e gli amministratori pubblici pugliesi si sono ribellati, e hanno subito l’invereconda aggressione delle milizie di Stato, visto che si tratta, udite udite, “di sostituire l’uso del carbone con l’uso meno inquinante del gas”!

Innanzi tutto cominciamo col dire che qui nessun vuole che si continui ad usare carbone, esattamente come l’energia nucleare: peccato però che proprio ieri, il Presidente Trump, che presiede il maggiori dei paesi al mondo per impatto nucleare delle sue 100 centrali, abbia decretato l’uso del carbone come “indispensabile fonte di energia” riaprendo le miniere, e quindi già possiamo immaginare l’impatto ambientale su queste tipologie estrattive, che già interessano Russia e Cina in modo invasivo per l’ambiente terraqueo. Ed è paradossale che a pochi chilometri, a Cerano, siano tuttora attivi la mega-centrale a carbone dell’Enel, e a Taranto, gli impianti dell’Ilva, tutti funzionanti a carbone, responsabili, questi ultimi, della distruzione ambientale della città!

Voi direte: ma così il gas arriverà a fagiolo! Assolutamente no: sarebbe impossibile  rifigurare impianti così grandi (e con bilanci costantemente in rosso!), da carbone a gas (la centrale elettrica della Sorgenia -gruppo De Benedetti- a Modugno, convertita a gas, è costata il fallimento di MPS!), come sosteneva il Governatore Emiliano, spingendo a spostare i cantieri più vicino a queste entità suicide!

Secondo l'Agenzia Internazionale Europea (IEA) e secondo Eurogas (società che unisce tutti i distributori di gas in Europa), il fabbisogno di gas è all'incirca di 500 miliardi di metri cubi all'anno. Nel 2003 la Ue ha utilizzato 530 miliardi di metri cubi, mentre nel 2013 il consumo è stato di 460 miliardi di metri cubi. Il consumo quindi sta scendendo. Considerando che le infrastrutture europee, tra tubi e rigassificatori, consentono attualmente di importare 600 miliardi di metri cubi e che 100 miliardi sono già prodotti in Europa, è evidente che il nostro continente possa beneficiare oggi di una quantità di gas sovrabbondante rispetto al necessario, tanto più considerando la parabola discendente del fabbisogno europeo.
Dati del tutto simili sono reperibili per quanto riguarda l'Italia. Il Tap, tra l'altro, garantirebbe solo 10 miliardi di metri cubi l'anno, a fronte di costi ambientali, economici e in assenza di alcun beneficio occupazionale, che è di solito la scusa per far digerire ad un'Italia impoverita la pillola amara delle grandi opere (vedi Tav). Infatti, di questo prodotto, l’Italia partecipa al 10%, mentre il “resto del mondo” al 90! L'opera non avrà alcuna ricaduta occupazionale, perché a detta dello stesso manager di Tap Giampaolo Russo, le circa 50 assunzioni a tempo determinato non saranno di nazionalità italiana. Inoltre il TAP agirà per 25 anni in monopolio, come garantito dall'accordo intergovernativo tra i Paesi aderenti, in modo tale che non si avrà alcun risparmio in bolletta per i cittadini. 

Quindi, per riassumere, la storia vergognosa della “xylella” questo parassita delle piante d’ulivo, è un’invenzione bella e buona per tagliarle, e far posto a questi impianti industriali: e lo avete veduto con i vostri occhi questi giorni, quando le milizie di Stato hanno avallato il loro espianto, e quindi la distruzione: dubitiamo che 500 piante d’ulivo centenarie possano vivere dopo strapianti vari e irrorazioni velenose.

Manca solo l’ultima chicca: perché questo gasdotto è riuscito a “scavalcare” altro progetti titanici, come Nabucco (americano) e South Stream (russo)? Perché nel frattempo le multinazionali dell’energia, che non hanno affatto l’intenzione di sfidarsi militarmente, come i loro gestori politici, hanno deciso che l’Europa, e le sue debolezze, fossero l’obiettivo ideale per demandare il disastro ambientale provocato da quest’opera, e tra i partner più “sfigati” c’erano la Grecia (che non gode più di alcuna sovranità), l’Albania (un’espressione geografica), e ovviamente l’Italia (la cenerentola), mentre loro sfrutteranno il monopolio e i ricavi stellari.

Infine il pericolo: il TAP percorrerà oltre 100 chilometri sotto il Mare Adriatico, il più  inaffidabile percorso “sismico” di tutto il Mediterraneo, su tubi da 1,5 metri, e da 2, 6 millimetri di spessore. E poggerà su un tappeto infinito di “metano naturale” dormiente, che si è accumulato nei fondali per millenni, causa la moria naturale di piante e animali marini, e recentemente, per la presenza dei rifiuti. Ora, ipotizziamo che un terremoto spacchi o incrini una tubatura, e provochi lo sversamento del metano gassoso, e capirete il rischio: si tratta di prodotto più leggero dell’acqua, che salirà in superficie, dopo aver reagito con quello di sottofondo: un fulmine, e il mare Adriatico potrebbe letteralmente incendiarsi! Fantascienza (*)? Forse, ma di certo non riguarderà mai i pasciuti tedeschi, o gli americani e i russi, e gli azeri e gli svizzeri, e gli altri, tutti soci di questa avventura tragica, lontani migliaia di miglia, che si godranno lo spettacolo!  (Earth First)

(*) Vi consigliamo di leggere, di Frank Schnatzing, IL QUINTO GIORNO, ed. TEA II.

 

 

 
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La catastrofe dei voucher: un'altra mazzata per Matteo Renzi!

Post n°1545 pubblicato il 28 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

La vicenda dell’eliminazione dei voucher è l’ennesima dimostrazione di una politica sempre più distaccata dalla realtà, e che è esclusivamente legata al mantenimento del potere a qualunque costo, anche quello, ormai lapalissiano, contro lavoratori ed imprese. Il decreto-legge approvato il 17 marzo e subito pubblicato in G.U. ha il sapore della beffa per oltre 800.000 lavoratori, i quali, in buona parte, già pensavano di correre alle urne per il referendum abrogativo, promosso dalla CGIL, convinti che la disciplina di questo strumento prezioso per l’abolizione del lavoro a "ristretto" tempo determinato e a costo zero, sarebbe potuta essere riallineata all’uso che il legislatore aveva stabilito; e non allargata ad ogni tipo di mansione e durata, come si era trasformata, senza un minimo di controllo. Errore di valutazione, che non ha tenuto conto del momento politico, in cui il sindacato sta facendo concorrenza a ciò che resta del rigurgito partitico, visto il tentativo di de-stabilizzare il governo (e Renzi) con un nuovo plebiscito referendario.

In realtà, alla CGIL, dei voucher e dell’uso che se ne faceva fregava meno di niente, anche perché i sindacati erano tra coloro che lo utilizzavano a go-gò: alla signora Camusso, ormai apertamente schierata con la “sinistra scissionista” interessava mettere una gran paura all’ex re delle Coop, ora ministro del Lavoro Precario, Giuliano Poletti; il quale, puntualmente, essendo uno sciocco, ha abboccato.

Infatti, il testo del decreto la dice lunga sul grado di “capacità intellettiva” di questo “capitalista rosso”: la legge ha buttato via l’acqua sporca, col bambino dentro! L’articolo che dava al voucher la possibilità di sopravvivere fino al 31 dicembre 2017, per quei soggetti che già li avevano acquistati (ad esempio i ristoratori, i bagnini, le famiglie con le colf, i comuni per i lavori socialmente utili, ecc.), era elisa per definizione, in quanto, la “furia” iconoclasta del legislatore idiota, cancellava anche le norme di attuazione! Poletti, allora, come un pachiderma stronato, ha tentato di mettere una inutile pezza, con il solito “comunicato-legge”, una nuova forma giuridica inventata dai Governi-Renzi, per ovviare alle varie imbecillità dei propri Ministeri (quelli che dovrebbero essere esperti!): cioè un comunicato-stampa che correggeva questa frittata, e che, ovviamente, ha gettato nelle più fosca disperazione, per tanta idiozia, accademici, avvocati, consulenti del lavoro e assessorati! 

Per la fifa matta di poter essere travolte da un voto popolare, ancora peggiore di quello del 4 dicembre, infatti, le marionette renziane hanno creato un vuoto legislativo da far accapponare la pelle, e che adesso darà fiato a varie eventualità, a seconda che il “datore di lavoro” sia pubblico o privato, e nel caso sia privato, sia pronto a scaricare altri lavoratori precari, oppure a salvarli, ma senza eccessivi costi, o a mantenerli con difficoltà con le leggi che offre il mercato.

Intanto i sondaggi inchiodano la politica, colpevole, per l’ennesima volta, di aver fatto tabula rasa, senza pensare al popolo: il 52% degli intervistati conferma questa tesi, il 16% addirittura che metterà in forse molte attività; c’è poi un 64% che chiede all’esecutivo, con la stessa velocità dell’abrogazione, la creazione di un’alternativa: ma dalle stanze di Poletti, dopo dieci giorni, non esce una parola; un altro 18%, più pragmatico, chiede, giustamente, che il nostro emetta un decreto per rendere almeno validi i voucher fino al 31 dicembre.

In realtà è tutta una paralisi: la CGIL, che era partita con il vento in poppa, adesso riceve lo sberleffo di migliaia di lavoratori condannati a morte, da quello che ancora si definisce “sindacato”, e invece non è altro che un potentato che gestisce il potere parallelamente al PD, e che adesso adopera il lavoro come grimaldello; quel che c’è di peggio per un’associazione che, in barba all’art. 39 della Costituzione, mantiene pedissequamente la sua natura “privatistica”, tranne quando si siede a rappresentare i lavoratori, allora si fa “pubblica”! Il Governo dei “pupazzi renziani”, che va a ricevere ordini tutti i giorni in casa Renzi, e a volte neppure li recepisce nel modo giusto, come in questo caso, ne esce da capo, con le ossa rotte!

Non è un segreto che nei fallimenti di Matteo, annoveriamo anche quest’ultima catastrofe, e i sondaggi sul PD parlano chiaro: -5% dal M5S!

Aldilà del ritorno immediato al lavoro nero, a questo punto, poche speranze si aprono alla fetta di lavoratori che campava coi voucher. Nuovi “rapporti di lavoro", sono utilizzabili nelle dita di una mano: il “lavoro a chiamata”, che però comprende lavoratori fino a 25 anni o non più di 55, e può durare 400 giorni in tre anni; “il lavoro a t.d.”, che ha bisogno del consulente per le buste paga e per tutte le varie pastoie burocratiche e costose: ma si tratta sempre di un max del 20% della forza lavoro a t.i.; “il lavoro interinale”, costosissimo e poco ortodosso; “lavoro a partita Iva” che uccide il lavoratore già il giorno dopo che lo si applica!

Alla fine è chiaro che il Governo ha creato un problema molto maggiore rispetto all’anomalia che si doveva sanare: il che dimostra, anche se non ce n’era più alcun bisogno, che tutta questa marmaglia politica e sindacale deve essere cacciata via dal Paese! (ITALIADOC)

 

 

 
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Quel che resta dell'Europa (e dei suoi epigoni)!

Post n°1544 pubblicato il 27 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Che spettacolo desolante! Per questa cerimonia, contrassegnata, tra l’altro, da un intervento “morbido” della sindaca di Roma, che ha preferito la diplomazia, agli sgarbi evidenti della signora “cancelliera” (che ama prendere invece gli schiaffi dai potenti come Trump, e si illude che gli europei, tutti, siano acquattati al suo scendiletto!), che non ha significato altro che un impegno “formale” a cambiare il corso dell’Unione Europea, quando sappiamo che nessuno, dei 27  baccalà presenti, potranno provarci se non lo decide Berlino; per questa buffonata, che ha visto perfino i “temibili” black bloc assuefarsi ai diktat tedeschi, d’accordo con il capo dell’Ovra, il ministro Minniti, il Governo ha rinviato le elezioni politiche a babbo morto, quando si sarebbero potute tenere benissimo a giugno, dopo che lor signori del PD avessero risolto comodamente le loro beghe!

Intanto, mentre si svolgevano i “funerali” delle democrazie europee, complici anche quei Paesi euroscettici, come l’Ungheria, la Slovacchia, la Danimarca, la Polonia, la Bulgaria, la Romania, che a parole sono contro il IV Reich che li tiene sotto controllo, ma poi vivacchiano con i fondi strutturali e le aperture di credito della BCE, e che poi, a casa, si distribuiscono, in mezzo alle correnti vorticose della corruzione, la Gran Bretagna ride: e si prepara a rispolverare un “moloch” che rischia di mettere a nanna l’unità europea per sempre, il Commonwealth, il più grande mercato di merci, denaro e idee del mondo, e che ridurrà il vecchio continente ad un lumicino; schiacciato, da una parte, dai monopoli e dai dazi inglesi, e dall’altra dalle potenzialità economiche e strategiche dei “brigs” che la Russia e la Cina gestiscono, ormai è chiaro, contro la Germania. Terzo, ma non ultimo “incomodo” gli Usa di Trump, la cui politica economica non ci pare proprio orientata  a mantenere rapporti di buon vicinato con Bruxelles.

Abbiamo lasciato per ultima la madre di tutte le ignominie, la Grecia, ridotta ad una specie di lebbrosario, una landa desolata, che non è più neppure proprietaria dei propri porti, delle proprie miniere e del proprio turismo, predati tutti dagli sciacalli della Deutsche Bank, che ha incassato i contributi del nefasto “meccanismo di stabilità” operato da FMI e Troika, al posto dello Stato ellenico, riducendolo a protettorato tedesco: e, purtroppo, abbiamo visto il nuovo “agente” della “propaganda goebbelsiana”, dopo il premier “traditore” Alex Tsipras”, Yanis Varoufakis precipitarsi in Italia, pagato profumatamente dalle fondazioni massoniche, a dire che la battaglia del M5S per uscire dall’euro è insensata; e che tutti, invece, dobbiamo convincerci che la Merkel è il nostro padrone! Una bella figura, non c’è che dire, da parte di chi si definisce “comunista”!

Ma forse i problemi dell’Italia sono già giunti alla frutta, come lo è la sua economia, e lo si è capito dalla pochezza visiva e piscologica di questo “pupazzo” in redingote, tirato per i fili da Matteo Renzi, il conte Gentiloni, che effettivamente parla come un pappagallo infervorato dalla prima ed unica vittoria del suo amico Marchionne sulle rosse, tutto qui: e non sa neppure quando gli sarà detto di accomodarsi a “stare sereno”, mentre nelle “sacre stanze”, il quartetto Mattarella-Grasso-Boldrini e Renzi si metteranno in testa di cucire uno straccio di legge elettorale, e portare il popolo italiano, finalmente, alle elezioni.

Ma prima ci sarà un’altra parentesi, ancora più sciocca, dei 60 anni dei Trattati di Roma, quella di Taormina, con il G20, altro pateracchio inutile che i potentati globalisti mettono in piedi per continuare a spartirsi le ricchezze dei popoli e non le loro, dal quale hanno già fatto fuori la Russia, che da sola ne potrebbe quasi rappresentare il 50%, perché non ha una “salda” democrazia. Mentre, è evidente, che la nostra o quella francese, di democrazie, ripiene di corrotti e mafiosi, lo sono!

La domanda, però, che ci sconvolge, in spasmodica attesa, è: ma i “black bloc” saranno diventati anche globalisti?  (ITALIADOC)

 

 

 
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Il M5S è sulla dirittura d'arrivo, e gli ectoplasmi di regime si dissolvono...

Post n°1543 pubblicato il 24 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Parole grosse, menzogne e mistificazioni da terza elementare, paragoni di democraticità di cui Stalin e Hitler avrebbero gongolato, insomma tutta una piattaforma programmata, assieme ai vari Meli, Franco, Rondolino, Calabrese, Botteri, Lerner, Sallusti, Feltri, ecc. per la parte dei media di regime, e i saltimbanchi politici che sentono il fiato sul collo, da Romano a Orfini, da Bonifazi a Rampelli, da Fiano alla Morani alla Santanchè, in prima fila lo stesso Renzi; il tutto per riempire una campagna elettorale tutta concentrata contro il M5S, di cui si ha una gran paura, forse la peggior paura da quando il PCI divenne il primo partito italiano, nel lontano giugno del 1984! Abbiamo lasciato a bella posta per strada il nome di Berlusconi, per decenza...

E mentre ogni tipo di essenza velenosa viene offerta all’opinione pubblica, dopo il fallimento degli sciacallaggi giudiziari, come il fatto, trito e ritrito, che all’interno del movimento non ci sia democrazia (cominciamo a dubitare, in questo senso, anche dell’intelligenza del rottamatore, che insiste su queste argomentazioni che non indebolisco certo la compagine grillina, sempre più antagonista!), una dopo l’altra emergono le più oscure vicende di corruzione, sottogoverno, trasformismo, che contribuiscono non solo a aumentare i sondaggi  di Grillo, ma di creare un solco sempre più profondo tra il Pd e la Sinistra. Certe argomentazioni, come la democraticità del movimento sono talmente insulse, che basterebbe che altri giornali “democratici” avessero riportato, oltre al solito Il Fatto, lo schiaffo giudiziario che lo stesso “commissario politico” del PD, l’ex-cinematografaro Orfini, ha dovuto digerire dai suoi stessi iscritti, il cosiddetto Comitato Articolo 49, visto che il tribunale di Roma ha respinto sia le sue metodologie staliniane che le sue preferenze “renziane” e quindi mafiose, nel “ripulire” le sezioni romane del partito dalle insinuazioni di Buzzi e Carminati! E sguardi, un tempo ostili al movimento, come quelli dei vari Bersani, Bossi, Letta, ecc. , in vista di elezioni con metodo proporzionale, vogliono vedere le carte in mano a Grillo.

Per quanto riguarda poi la maturità e la capacità di gestione del potere, basta dare un’occhiata a cosa hanno fatto gli “esperti” del potere, in ogni singola branca, sia politica, che economica che sociale per mettere a ferro e fuoco l’Italia, sia qui che in Europa!

Ora aggiungiamoci anche tutti quei veri e propri “suicidi” che la classe politica “centrista”, che nulla a più a che vedere con le designazioni di destra e sinistra, a meno di disintegrare secoli di storia e filosofia, sta infliggendosi: dalle assoluzioni dei pregiudicati, alla spartizione delle ultime risorse pubbliche come i vitalizi, alla spartizione di quel che resta del “fondo del barile” che costoro in 30 anni hanno compiuto, addebitando al popolo 2.300 miliardi di €, che hanno cambiato tasca, e sono finiti, in un modo o nell’altro,  dentro le loro, e oggi il patrimonio pubblico (immobili pubblici e privati, risparmi privati, riserva aurea –sic!- e valorizzazione degli asset pubblici –ciò che resta dalla svendita!_), purtroppo regista il segno meno, visto che arbitrariamente  di tutta questa massa monetaria tentano di farne creditrici le banche non i cittadini, che, alla fin fine, sono i detentori del possesso della moneta! E poi, la cosa paradossale è che se voi andate a cercare questo “debito pubblico” dentro gli istituti di credito (a parte la percentuale del 10-15% in mano gli stranieri), non lo trovereste altro che sotto forma di crediti in sofferenza, di cui al massimo il 15% riscuotibili, o, peggio, titoli derivati tossici aleatori.

Ecco a voi gli esperti, quelli che dovrebbero stare in cima alla piramide!

Vogliamo parlare di lavoro? Basti citare l’andamento della disoccupazione, la situazione delle pmi abbandonate a se stesse, mentre le grandi, che rubano perfino i fondi al loro giornale sindacale, continuano a campare, tra un jobs act e l’altro, sulle spalle dello Stato, traslocando all’estero appena possono! E non dimentichiamo le 300 vertenze che ricoprono, come uno strato di morchia, i tavoli dei Ministeri, e che, ogni tanto, come sta avvenendo in questi giorni con Almaviva, Alitalia, Termini Imerese, Iribus, Alcoa,  Foundry, Italtel, Alcatel, Ansaldo Breda, Mercegaglia, ecc. ecc., buttano sul mercato decine di migliaia di lavoratori, che, invece di essere parcheggiati su miliardi di ore di cassa integrazione o mobilità, avrebbero tutti i diritti di prendersele quelle aziende, e ricominciare da capo, autogestendole!

Vogliamo parlare degli “esperti” di politica estera, visto che il dott, Formigli insiste per sapere quali sono i programmi del M5S relativi all’immigrazione?

Evidentemente non coincidono con quelli di Bruxelles e quindi di Roma, se la Turchia che avrebbe dovuto risolverli, oggi ricatta l’Europa, e dalla Libia, con cui l’ex-ministro degli Esteri, conte Gentiloni aveva firmato un accordo (ma con i libici sbagliati, ma sponsorizzati da Obama!), fa la gnorri: il problema è legato indissolubilmente al riconoscimento di status  di immigrato clandestino o di rifugiato, che l’Italia ha deciso di sfruttare vergognosamente, avallando le cooperative e le Onlus-Ong di accoglienza, che, invece, hanno tutto l’interesse di fare di tutta l’erba un fascio e incassare così i pingui contributi dello Stato: è ovvio che gli altri soci dell’U.E, non ci stanno a questa beffa! Inoltre mai l’Italia ha seguito una politica estera di appoggio a quegli Stati da cui provengono i clandestini, né da sola, né col contributo di un’Europa assente, per far sì che posino nei loro territori centri di accoglienza per lo smistamento anche dei rifugiati d’oltre frontiera. Ecco le tre mosse che il M5S concepisce per superare l’empasse, ovviamente con il contributo di Bruxelles (che non può più lavarsene le mani), cacciando fuori quelle organizzazioni che nel degrado immigratorio ci campano, e effettuando anche una politica di dissuasione nei confronti dei Governi, come quello libico ed egiziano, che intrallazzano con gli scafisti!

Vi abbiamo fornito solo alcuni esempi per farvi comprendere il motivo per cui i “compagni di merende e di predazione” del PD hanno cominciato a dare i numeri. E continueranno a farlo fino a ritornare ad essere un partitino di centro, ciò che resta del peggior terzetto DC-PSI-PCI! (ROBESPIERRE)

 
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