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La Macroregione Di Giorgio Panto

Post n°33 pubblicato il 29 Agosto 2006 da PROGETTO_NORD_EST
 
Foto di PROGETTO_NORD_EST

PNE Progetto NordEst: una macroregione fatta di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige con compiti di coordinamento legislativo e le sue 13 provincie autonome!

Sembrava “l’invincibile armada” la compagine governativa partita 4 anni fa. C’era dentro tutto l’occorrente per finire la legislatura in trionfo. Uno stra-capo che mediaticamente ci aveva trasmesso la sua determinazione a rovesciare come un calzino l’Italia levantina, quella del grande moloch burocratico, quella dei milioni di posti strapagati inutili, quella della grande criminalità organizzata, quella che è frenata nel suo sviluppo perché metà mangia a sbafo e dissipa pure le risorse prodotte dall’altra metà.

“L’invincibile armada” è tornata con le ossa rotte, ricattata nei voti non dall’Italia che produce risorse ma da quella che gliele mangia. Non ce l’ha fatta a cambiare. L’Italia è rimasta levantina, la burocrazia folle è addirittura aumentata, la criminalità pure, la sanità e le pensioni fanno acqua, il potere d’acquisto dei salari pure, e l’incertezza e l’insicurezza galoppano. Sono 20 anni che non si investe nello sviluppo infrastrutturale delle regioni che producono. Si dilapidano le loro risorse per mantenere il gigantesco improduttivo di Stato.

Tutti i programmi di partenza in odore di federalismo e di autonomie fiscali sono stati ingoiati e subito digeriti per problemi di convivenza governativa e opportunismo politico latitudinale. Ne è uscito un prodotto organico verdastro maleodorante chiamato “devolution”, che nulla ma proprio nulla toglie alla fiumana di assistenzialismo (con che coraggio si chiama ancora solidarietà?) verso una parte del paese.
“Devolution”, venduta dal centrosinistra come bieco egoismo e chiusura di rubinetti, ha innescato la perdita di voti per il centrodestra, che è stata fatale per lo sfascio del Polo. Tentano ora il recupero, istituendo addirittura un ministero per il mezzogiorno che promette in sostanza, di piallare qui da noi ancor di più! Come se fino ad ora avessero avuto man leggera. Con la devastante spogliazione in atto, già era impossibile accedere ai grandi cambiamenti di cui questo territorio ha urgente bisogno. Oggi dopo le regionali, ancora meno spazio per lo sviluppo della gente del Nord Est.

La Confesercenti ha fatto un elenco degli immensi sprechi attuati in questa Italia levantina, per finanziare opere inesistenti, inutili, o realizzate ma lasciate al degrado perché inutilizzate. E poi il mare tutto nostrum di 200.000 consulenze di Stato, più quelle delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni !!!

La sola burocrazia inutile pesa quasi il 3% del PIL e cioè 40 Miliardi di Euro all’anno. Una pletora di opere, di corsi di formazione inutili, di investimenti inutili con costi che farebbero impallidire qualunque Stato civile Nord europeo.

Qui nel Nord Est la gente è preoccupata per la delocalizzazione e per i prodotti cinesi che entrano alla grande, con aumento dell’800% all’anno, c’è tensione e incomincia a serpeggiare la cassa integrazione. Qui stanno chiudendo, (dati della Unioncamere) 20 aziende, magari piccole, ma ogni giorno!

La Sicilia, un altro mondo, non ha nessun problema di spesa! Basta aprire il rubinetto... che problema c’è? E attenzione a non ridurne la portata, perché tutta la Trinacria potrebbe spostare il voto da centro destra a centro sinistra. E così i dipendenti della Regione sono là cinque volte quelli della Regione Lombardia, con doppia popolazione della Lombardia rispetto alla Sicilia. Nel 2003 la Regione Sicilia ha assunto d’un solo colpo 450 funzionari con un costo di 37 Milioni di Euro. E paga sempre Pantalone!

Fino al 2000 nella Regione di Bengodi si andava in pensione con 25 anni di servizio e 20 le donne, prendendo il 108,3% dell’ultimo stipendio!

E dopo il ponte, ecco il tunnel!
Su incarico della Regione Sicilia, l’Enea ha presentato il progetto e non certo gratis, per la realizzazione del tunnel Italia-Tunisia.
Il tunnel collegherà Mazara del Vallo in Sicilia a Capo Bon in Tunisia. Lungo 150 Km., sotto il mare, costerà 20 Miliardi di Euro cioè 40.000 Miliardi delle vecchie Lire (salvo lievitazioni).

Lo scatto di rabbia è incontenibile e i fumi mi escono dalle orecchie, mi mancano le parole! So solo dire “ma Pantalone sei proprio mona!”

No, no! Non è possibile che qui ci sia un popolo laborioso che lavora 10 ore al giorno, e che non può accedere allo sviluppo dei paesi europei avanzati suoi confinanti, perché gli vengono tolte quasi tutte le sue risorse per bruciarle miseramente in un dannato gozzoviglio del genere, che non comprende certo solo la Sicilia.

Erano solo degli esempi perché La “lista della spesa” della Confesercenti spazia alla grande su tutto il centro Sud. L’abbuffata è totale! Non solo si bevono tutto il latte della vacca, ma si mangiano anche la vacca.

No, no! Qui la gente vuole le strade, le idrovie, vuole una sanità efficiente, pensioni e salari come in Baviera, vuole uscire sicura alla sera, e dormire sicura! Vuole più asili e gratis! Vuole l’aria più pulita e le strade più pulite. Odia a morte la burocrazia vessatoria. Vuole atenei meritocratici. Quelli tecnologici collegati alle aziende anche quelle piccole, per studiare e fare ricerca sulla Qualità dei prodotti, sul Marketing e sulle loro Necessità Finanziarie. Così sta facendo chi è più avanti di noi! Qui sarebbero cambiamenti epocali ma urgenti se vogliamo che la vacca produca ancora latte.

Ho fondato un movimento politico, e la mia gente mi ha capito subito! Progetto Nord Est. E’ propositivo e vuole che la locomotiva e il modello di sviluppo di questa terra tornino a brillare. E’ una terra con una sua grande storia e una grande cultura, ignorate artatamente dal governo centrale. Una terra che ha governato per mille anni e con una organizzazione e capacità amministrativa dotata di attributi unici ed esemplari, dove son fiorite arte e mestieri, e dove il nostro DNA ha attinto abnegazione, ingegno e voglia di lavorare.

Qui nel Nord Est la gente comincia a capire il peso della propria forza se sarà unita, e vuole andare avanti, e competere con gli Stati europei importanti, in servizi, cultura, efficienza, tecnologia, corretta amministrazione e wellfare.

Progetto Nord Est ama la sua gente e la vuole vedere unita. La nostra gente è fatta di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Stesse radici, spesso stessa lingua, stessi intendimenti, valori della famiglia, della proprietà, del lavoro. Una unica Macro Regione che raggruppi Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia con compiti di coordinamento legislativo con tutte le sue 13 provincie autonome. Saranno le singole provincie autonome a decidere come spendere e investire le proprie risorse e tutelare le proprie identità.

Innumerevoli sinergie potrebbero svilupparsi, doppioni verrebbero cancellati. Venezia potrebbe demandare a Trieste tutta la operatività portuale e quella dei petroli. Trieste è più deputata a farlo, pompa già greggio in Baviera, ha acque molto più profonde e non ha a che fare con quell’affronto ecologico che ha subito la laguna dalle acque bassissime. L’attività intermodale ferroviaria di Cervignano potrebbe servire tutta la Macroregione. Trieste non più città di soli pensionati ma città di servizi, di tecnologia portuale, città produttiva.

Marghera non ha più senso di esistere nelle sue funzioni petrolchimiche, di pestilenza, di morte, e immondezzaio lagunare! Deve cedere lo spazio a un polo fieristico internazionale, anche di interesse per tutti i paesi dell’Est e dove finalmente la produzione di queste terre non deve andare a Milano o Bologna per esporre i propri prodotti.
Marghera integrata da un centro sportivo di dimensioni tali da ospitare una olimpiade. Marghera con una concentrazione di atenei di ricerca collegati a tutte le aziende della Macroregione per prodotti di qualità. Biotecnologie e nanotecnologie applicate per la forza dei cervelli. Marghera che deve dar una mano allo sviluppo turistico intelligente per Venezia, (oggi solo mordi e fuggi). Un acquario internazionale, una Disneyland, una accoglienza alberghiera che depotenzi i costosissimi inadeguati pernottamenti veneziani, un intermodale passeggeri veloce col Garda con le Dolomiti, con la Croazia e l’Austria, con i nostri aeroporti e stazioni ferroviarie.

13 Provincie Autonome, coordinate dalla unica Macroregione, ma libere di decidere come spendere e dove investire nel proprio territorio, perché vicine alle esigenze della propria gente. Questo è futuro, questa è la risposta alla delocalizzazione e alla concorrenza di prodotti provenienti dai paesi dove il costo del lavoro è inesistente. Qui bisogna staccare la spina dalla burocrazia di Stato parassita e bisogna dare a questa gente la totale responsabilità della gestione delle proprie risorse. Un Triveneto unito, che deve cambiare presto, e che trasformi velocemente il suo potenziale lavoro da forza delle braccia, a forza dei prodotti di alta qualità e a forza dei cervelli.

Così faremo più grande anche l’Italia.

Giorgio Panto

 
 
 
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